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Autore: Elly Malfoy    24/12/2009    7 recensioni
Quando ti vengono poste domande sui tuoi sentimenti, si è spesso restii a rispondere. Ma Hermione Jean Granger conosceva le risposte. Nella vita impari a selezione cosa dire a selezionate persone, solo tu sai a chi puoi dire certe cose. Ma Hermione Jean Granger sapeva cosa rispondere anche se si fosse trovata davanti Voldemort... (nonno Voldy x gli amici) Non tutto va come vorremmo...E Hermione Jean Granger...?
Genere: Triste, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi hanno chiesto spesso come ho fatto

Salve, ho ritrovato questa storia in un documento del pc, l’ho riletta e ho deciso di pubblicarla; che male poteva fare?! Non ha tempo né precisa ambientazione, non l’ho corretta indi per cui la pubblico esattamente come è stata scritta. Il pc mi dice data di creazione 3 luglio 2009, 23:26. In effetti è passato un po’ di tempo…

Come al solito spero vi piaccia, prendetelo come un modesto regalo che vi porta i miei auguri per un sereno Natale…

 

A chi è al mio fianco anche se non è sempre facile,

a chi come me prova a non arrendersi,

a chi si sveglia con un buon pensiero,

a chi fa lo stupido per far ridere le persone a cui tiene,

a chi crede in me…

 

- capitolo unico -

I personaggi sono di esclusiva proprietà di J. K. Rowling.

 

Mi hanno chiesto spesso come ho fatto. I tuoi amici, i miei amici, tua madre ed i miei genitori.

La verità è che non lo so. Sapevo di amarti e che senza di te non avrei più potuto vivere.

Non so come ho fatto ad innamorarmi di te.

Ma, anche secondo il tuo parere, questo è il male minore.

Ciò che più vi affligge a quanto ho capito, è il come io abbia potuto accettare quel marchio.

Non ho risposta precisa per voi, posso solo spiegarvi in che modo è avvenuto, ma non so il come e il perché che voi volete in risposta.

Ricordo benissimo il giorno in cui me lo mostrò. Ricordo che la prima stupida impressione fu che mi sembrava piccolo, me lo ero sempre immaginato più grande. Ma a dispetto della effettiva grandezza poteva provocare più terrore di quanto una umana mente normale possa concepire.

Dico normale perché come sapete io non lo sono. Lo so, d’altronde come potrebbe una donna accettare un segno del genere sul braccio dell’uomo che ama??

Forse è stato proprio questo a darmi la forza, la consapevolezza che quel marchio era solo un segno. Ciò che mi importava era il proprietario di quel braccio. Se amare lui comportava accettare quel marchio allora l’ho semplicemente fatto.

Vi racconterò cosa è successo quando lo vidi per la prima volta.

 

Ricordo lui, nella sua stanza a Malfoy Manor, credo sia stata l’unica volta che mi trovai in quel luogo prima della fine della guerra.

Mi disse che doveva mostrarmi una cosa, stese il braccio davanti a sé e sollevò l’orlo del mantello scuro che indossava. E il marchio venne alla luce, nella sua completa essenza. Intrinseca vi era la perversione di chi l’aveva creato, la malvagità dell’intento per cui era stato originato, il potere che era stato usato per imprimerlo sulla sua pelle.

Non so per quanto tempo rimasi ad osservarlo, ero come ipnotizzata da lui. Provavo repulsione e attrazione allo stesso tempo.

Poi alzai gli occhi ed incontrai l’argento dei suoi. Anche se lui tentava di nasconderlo vi potei scorgere la repulsione che egli provava nei confronti di quell’impronta di malvagità impressa sulla sua pelle. Vi era poi l’odio verso coloro che avevano deciso che quello sarebbe stato il suo destino sin da quando era piccolo, potevo vedere che lui non lo avrebbe voluto, anche se tutti gli altri pensavano che sarebbe stato fiero, forse addirittura impaziente, di seguire le orme del padre. Probabilmente in quegli occhi c’era anche il timore che io non lo avrei mai accettato, che io mi fossi alzata e una volta presa la porta, uscita dalla sua vita. In quel momento non potei vederlo, o forse non volli, troppo impegnata a trovare un modo per capire cosa stava provando, e, poi, per controllare tutto ciò che stava accadendo dentro di me.

Ricordo che mi alzai, presi il suo braccio e vi passai sopra l’indice.

Era ancora la sua pelle, niente era cambiato, a parte quel distintivo segno scuro che non era parte di Draco Malfoy.

Lui mi guardò quasi incredulo. E parlò.

“Perché non te ne sei andata?” chiese. Ripensandoci ora avrebbe potuto sembrarmi come un bambino che aspetta che la propria madre lo abbandoni da un momento all’altro per una marachella. No, so benissimo che non era solo una marachella, sapevo anche che non era colpa sua. Ma ero ancor più certa di un’altra cosa. Non me ne sarei andata, non l’avrei abbandonato.

È per questo che risposi “Non è così che sono abituata ad affrontare le cose”.

Fissò le sue iridi nelle mie.  Ma non pronunciò parola, così continuai.

“Non è quello che voglio andarmene Draco – probabilmente anche una delle prime volte che usavo il suo nome – se neanche tu vuoi che io me ne vada sono disposta a restare

Rimase zitto per qualche secondo, o forse minuto mantenendo le sue iridi nelle mie.

“Lo sai che non lo voglio Granger” disse poi.

Senza accorgermene mi ritrovai a pochi centimetri da lui, ebbi la certezza che questa volta ero stata io ad avvicinarmi.

Dopo qualche secondo annullai la distanza fra le nostre labbra, in un bacio dolce e rassicurante, spero.

In quel momento Draco capì che l’avevo accettato; avevo accettato di vedere quel marchio sul suo braccio, totalmente accettai così la sua parte malvagia.

Quando poi si tolse il mantello e mi trascinò in uno dei suoi soliti baci violenti seppi che anche lui aveva accettato ciò che si ritrovava sul braccio.

Ma non voglio vantarmi dicendo che è stato merito mio, so bene che non è così.

L’aveva già accettato da tempo, da ancor prima di averlo, il suo timore era che gli altri non lo avrebbero più accettato, e lo shock era arrivato quando se l’era visto definitivamente sul braccio.

L’accettazione di un estraneo – si, perché io non sono altro che questo – l’aveva aiutato a portare a termine un percorso che aveva già brillantemente intrapreso da solo.

 

Fu così che avvenne. Di quel che successe dopo ricordo solo che ci addormentammo sul suo letto. Poche parole intercorsero fra di noi dopo quella conversazione, il silenzio era più carico di parole di quanto non lo fossero i nostri discorsi.

La capacità di ascoltare è uno dei beni più preziosi che possediamo, sfruttiamolo. Anche i silenzi hanno bisogno di essere ascoltati…

 

Forse è giunto il momento di dirvi una cosa, ora che voi siete a conoscenza di tutto quello che ho appena detto. Ci fu un momento legato al destino di Mangiamorte di Draco Malfoy in cu ebbi paura sul serio.

La presenza del marchio sul suo braccio implicava direttamente la sua effettiva entrata nel mondo dei Mangiamorte. Conseguentemente comportava che gli venisse assegnata la maschera bianca che contraddistingue questo gruppo.

Nel momento in cui la vidi aderire alle linee del suo volto nescondendolo completamente, un brivido mi percorse ed avevo la consapevolezza che quella era paura.  Non potei fare a meno di provarlo, in quella stanza al Quartier Generale dell’Ordine.

Era contro il mio volere, volevo farlo per lui, per me, per quel noi che allora stava appena nascendo, ma non potei evitarlo e non so se riuscii a nasconderlo alla vista di lui.

So che rimasi silente, che non fui io ad interrompere il silenzio, fu di nuovo lui a parlare.

“ Dì qualcosa, non può essere peggio del marchio”

Non so perché, ma la sua voce attraverso quella maschera chiara mi scosse, come se mi fossi appena risvegliata da un sogno o da un incubo, a voi la scelta.

“Non ci giurerei, guardati” la mia ultima parola risuonò come una preghiera probabilmente; lui si guardò allo specchio che aveva di fronte. Vi distolse lo sguardo dopo alcuni secondi per poi avvicinarsi a me che mi trovavo sul letto.

Sedette sul letto e prese la mia mano destra fra le sue, poi un mormorio prese vita dalle sue labbra.

“Sai che questo non sono io” amara consapevolezza di una situazione necessaria nella sua voce.

Un debole sorriso percorse le mie labbra e vi rimase. “Si” mossi la mano che teneva fra le sue così da ritrovarmela libera. Presi poi delicatamente la maschera e la tolsi dal suo volto. La tenni in mano mentre parlavo “Questo sei tu” risultai forse troppo romantica anche mentre gli passavo una mano sul braccio.

Prese la maschera dalla mia mano e mi coinvolse in un bacio casto a suo dire. Credo che la maschera finì sul pavimento poco dopo.

 

Dunque, come mi sono innamorata di te?

Era questo che volevi sapere all’inizio anche se poi ho cercato di sviare il discorso. Ma ecco che tu, ora che siamo soli, mi guardi e mi riponi la domanda.

Potrei farti la stessa domanda ma so già che non mi risponderesti, nella migliore delle ipotesi; nella peggiore, ti arrabbieresti. So che non è la stessa cosa e che non posso permettermi di farti le stesse domande che tu fai a me, spero che un giorno ne sarò ripagata e che tu decida di dirmi almeno la metà di quello che ti ho rivelato io.

 

Non lo so, ma so che si è trattato di qualcosa di inaspettato.

So che mi ha fatto piacere saperti dalla “nostra” parte quando hai parlato con Silente, so che quando ti sapevo in “missione” ero in pensiero per te, so che per un po’ ho voluto nascondere tutto. So che dopo quella chiacchierata in biblioteca non ho più saputo stare senza di te.

So già che cadrò nello sdolcinato, per questo ti prego di scusarmi sin da ora.

Stavo bene solo quando eri nel mio campo visivo, a pochi metri da me, dove sapevo avrei potuto intervenire, forse è una cosa stupida. Abbasso la testa. Ma è la verità.

E ricordo. Ti ricordo seduto a fianco a me in biblioteca. Ad un certo punto chiudi il libro con un rumore sordo ed io ti guardo, sorpresa.
“Malfoy, che hai?” probabilmente la mia voce sembrò un po’ troppo calda.

“Niente” rispondesti secco tu. Mi sentii una stupida e ripresi a leggere.

Poi la tua voce giunse di nuovo alle mie orecchie. “Non ce la faccio, non così, non da solo” ad ogni parola il tuo tono di voce calava così che a malapena capii le ultime parole.

Ti guardai, avevi la testa fra le mani, ma non mi mossi.

“Non sei solo, molti credono in te ed esistono davvero anche le persone che ti vogliono bene. Un giorno le riconoscerai veramente come tali, ci sono, sono presenti al tuo fianco” feci una pausa durante la quale tu rimanesti immobile, ma sapevo che stavi ascoltando, altrimenti non avresti detto cosa non andava. Continuai.

“Ti dico una cosa Malfoy, non commettere gli stessi errori del passato, non voltare le spalle al mondo, non accontentarti – anche se so già che è raro che tu lo faccia -, non perderti in litigi inutili, lascia che le persone non indispensabili proseguano per la propria strada, non mettere limiti a te stesso e non lasciare mai che altri si sentano in grado di distruggere la tua vita”.

Non so se siano servite quelle parole, ma alzasti il capo e mi fissasti.

“Non hai centrato il problema ma ci sei vicina” poi quel ghigno sul tuo volto.

“Bene” mi limitai a dire tornando sui libri, mentre la mia mente veloce correva lontano temendo per l’ennesima volta che in quel modo fossi diventata tua amica precludendomi la possibilità di diventare qualcos’altro, come avevo già fatto spesso.

Scacciai quei pensieri dalla testa ritenendo che fosse assurdo pensare che potesse un giorno esistere un noi. Vedi? mi sbagliavo.

Ho sbagliato molte volte e ci sono molte cose che cambierei ma di tutto quello che ho vissuto con te cambierei davvero poco.

Ti alzasti, sentii il rumore provocato dalla sedia. E poi i tuoi passi che si allontanavano.

Mi concentrai sui libri per non pensare a quel Serpeverde che aveva appena abbandonato la sedia accanto a me. Ma la tua voce mi impedì di realizzare il mio proposito.

“Granger?”. Mi voltai “Si Malfoy”. “Abbi fiducia in te stessa”

 

Quella notte si fece strada nella mia mente la consapevolezza che avrei voluto rivivere quel momento all’infinito, che ti avrei voluto al mio fianco.

È per questo che non rifiutai l’invito ad uscire.

Beh, sappiamo entrambi che pur non volendolo tutto nacque quella sera…

 

 

Mai rimpiangerò tutto questo Draco Lucius Malfoy. Ma lo so, so che è giunto il momento di mettere la parola fine. La vedo nei miei occhi ogni volta che mi guardo allo specchio, e nei tuoi ogni volta che mi ci rifletto.

Perché? Perché non poteva continuare, durare all’infinito. Perché mai il mondo avrebbe potuto accettare noi due insieme.

Perché ora è giunto il momento che i nostri anulari indossino le fedi. Ma non saremo noi. Saremo Hermione Jean Granger e Draco Lucius Malfoy. Due persone separate e distinte. Diverse. Tu sposerai Astoria come era tuo destino ed io Weasley.

Da oggi per il mondo non esisterà più Hermione Granger, si tramuterà in Weasley.

E sorrido mentre vado all’altare, nessuno mai saprà che avrei voluto essere io a portarti all’altare, sarei giunta persino a chiederti di sposarmi.

La vita non è giusta, noi due lo sappiamo bene.

Ora ti ho spiegato tutto. Ieri sera ho chiarito ed illustrato tutti i perché che avevano costellato la nostra storia.

Ripenso a tutte le nostre cazzate e so che le lacrime versate ieri sera non sono state del tutto inutili.

E infine eccolo, quel momento. Sento una voce quasi lontana, sebbene colui che l’ha pronunciata sia a pochi metri da me. Nemmeno la ascolto, so bene quale è la parte che devo recitare.

E quella maledetta, fatidica parole vibra sulle mie labbra “Si”.

 

Quelle labbra che tutti pensano candide non hanno mai pronunciato bugia più sporca.

Ma non importa.

Draco avevi ragione quando sei venuto alla mia porta e mi hai detto queste parole. Avevi ragione su tante altre cose e torto su molte altre ancora.

Ma eri tu. Ormai ogni volta che Ronald parla ha torto. Le nostre opinioni sono sempre divergenti. E quando sono nel nostro letto solo un pensiero mi culla, mi permette di sprofondare nel mondo dei sogni.

Sempre lo stesso pensiero da anni.

Quel pensiero di cui mi vergogno ma che non posso non adorare. Quel pensiero sporco, infame e turpe. Quel pensiero di cui so non mi libererò mai.

“Martedì sarò di nuovo nel suo letto”

 

 

 

Elli:

Dunque? Vorrei sapere cosa ne pensate…

Della storia, dell’inizio, del suo svolgimento e del finale…

Particolare secondo me, quasi con una sfumatura di dolce-amaro.

Ci terrei molto a sentire i vostri pareri, non credo costi troppo.

Saluti, alla prossima se vorrete.

 

  
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