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Autore: mycoXspica    24/12/2009    1 recensioni
È passato quasi un anno da quando, incerta sulle mie reali condizioni mentali, Monique mi regalò “l’ingresso al Saint Douglas Ville” senza che io ne sapessi assolutamente NULLA.
Il Saint Douglas Ville altro non è che un edificio situato sulla costa Nord-Occidentale dell’Australia, adibito a casa di cura - o più semplicemente “Manicomio” - per esseri di razze differenti, in altre parole: un punto di riunione per umani, vampiri, fantasmi, streghe, e compagnia cantante.
Io sono un ibrido. Una Neko per la precisione. Detto in maniera semplice sono per metà gatto e per metà umana.
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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È passato quasi un anno da quando, incerta sulle mie reali condizioni mentali, Monique mi regalò “l’ingresso al Saint Douglas Ville” senza che io ne sapessi assolutamente NULLA.

Il Saint Douglas Ville altro non è che un edificio situato sulla costa Nord-Occidentale dell’Australia, adibito a casa di cura - o più semplicemente “Manicomio” - per esseri di razze differenti, in altre parole: un punto di riunione per umani, vampiri, fantasmi, streghe, e compagnia cantante.
Io sono un ibrido. Una Neko per la precisione. Detto in maniera semplice sono per metà gatto e per metà umana.

Sono giunta qui il 10 Gennaio 2009, lo ricordo bene. E oggi è il 23 Dicembre dello stesso anno. Quante cose sono cambiate... e quante invece sono rimaste le stesse in tutto questo tempo...
Il mio problema era, ed è tuttora, una particolare forma di schizofrenia: il mio nome è Kayley, ma da circa una decina d’anni a questa parte, un’altra me alberga il mio corpo, una personalità totalmente differente dalla mia, una persona sadica, altezzosa e senza pudore: io la chiamo Hayley.
All’inizio, Hayley era solo una vocina nella mia testa, ma pian piano è cresciuta e si è rafforzata. In tutti questi anni, ha appreso il modo di “scambiarci i ruoli” e quando le pare prende possesso del mio corpo facendomi diventare solo una voce nella sua testa, mentre lei è libera di muovere il mio corpo come desidera, spesso costringendomi a fare cose addirittura imbarazzanti. Lei è il principio di tutti i miei guai!
Il ricordo della prima volta che prese il controllo di me è ancora limpido nella mia mente e, per quanto non lo volessi, di tanto in tanto tormentava i miei sogni...


Era il 14 Agosto, il ragazzo che frequentavo da qualche mese, Kaoru, mi aveva invitata ad uscire con lui, continuava a ripetere che quella sera avrebbe dovuto dirmi qualcosa di molto importante e voleva che restassimo soli... ripensandoci oggi, continuo a chiedermi cosa sarebbe successo se quel giorno avessi rifiutato il suo invito.
Eravamo affacciati al ponte poco fuori città che dava una splendida vista del mare, illuminato solo dalla flebile luce della luna e delle luci lontane della città che raggiungevano a malapena la superficie crespa dell’acqua. Quella del ponte era una struttura ancora in costruzione, eravamo lì di nascosto quindi nessuno poteva vederci. Mi sentivo la ragazza più felice del mondo! Era la prima volta che mettevo piede lì, ricordo, e per quasi tutta la sera, rimasi a guardare l’immensa distesa scura perdersi all’orizzonte, entrambi tacevamo,lasciandoci cullare dal suono melodioso dell’infrangersi delle onde sugli scogli e assaporando l’odore del mare che inebriava il nostro olfatto. Kaoru sapeva cos’ero e alcuni suoi atteggiamenti mi fecero pensare che sapesse tutto anche di quella vocina petulante che mi dava qualche fastidio di tanto in tanto, nonostante io non gli avessi mai detto nulla a riguardo: quando ero con lui, mi sentivo più forte e riuscivo a contrastare quella voce maligna quindi non vedevo il motivo per cui parlare di una cosa tanto superflua;
Quando Kaoru si schiarì la voce, distolsi lo sguardo dal nero del mare per spostarlo sul suo viso splendido; I capelli castani, in quell’oscurità avevano assunto una tonalità corvina e anche se corti, il vento glieli smuoveva delicatamente, i suoi occhi azzurri risaltavano anche nell’oscurità che pervadeva quel luogo, come uno spiraglio di luce; Quella visione mi incantava come mai aveva fatto prima.
Le sue labbra morbide erano incurvate in un sorriso tenero e un po’ malinconico: stava per rivelarmi il motivo per cui mi aveva portata in quel luogo.
« Sai, Kayley... » si fermò e respirò profondamente per farsi coraggio, mentre parlava continuava a fissare l’orizzonte « ...i miei genitori hanno deciso di trasferirsi a Londra e io dovrò andare con loro... » il cuore mi batteva forte in quel momento, significava che non ci saremmo più rivisti?! Per un attimo la voce di Hayley rimbombò nella mia mente “verrai dimenticata...” e una risatina beffarda, questo mi diceva. Tentai di non darle retta e attesi che Kaoru continuasse il discorso. «Tu non vivi più con i tuoi da un po’, dico bene? » mi chiese, io rimasi interdetta ed esitai un attimo a rispondere. Mi limitai ad annuire con un verso di assenso « Allora... verresti a vivere con me a Londra? » rimasi a fissarlo sorpresa e in un certo senso pietrificata dalle sue parole. Avevo sentito bene? Voleva che andassi con lui? Prima che potessi rispondere, lui si voltò completamente verso di me, e io, incapace di fare lo stesso, rimasi a fissarlo « Chiedendoti questo voglio chiederti: diventeresti ufficialmente la mia ragazza? » ora mi fissava negli occhi. Quelle gemme splendenti che erano i suoi occhi, mi fissavano ardenti di decisione ma in un certo senso tremanti, forse per il timore che avessi potuto rifiutare la sua proposta. Mi voltai anch’io, finalmente avevo capito come si facesse a muoversi, esitai per un istante e boccheggiai per qualche secondo, prima di riuscire a rispondergli con un « Si. Certo che si! » il timore scomparve improvvisamente dal suo viso e si illuminò con un sorriso spontaneo e brillante. Mi abbracciò con forza in uno scatto di euforia e io non potei far a meno di ridere, poi, avvicinò il suo volto al mio e poggiando delicatamente le sue labbra sulle mie mi diede un bacio. Subito dopo però, accadde ciò che non mi sarei mai aspettata: non avevamo ancora sciolto il nostro magico momento, sentii un battito cardiaco più forte del previsto, come se questi volesse schizzare fuori dal petto. Successe tutto in una frazione di secondo, fu come stessi svenendo ma non persi i sensi, l’unica cosa che cambiò fu la mia volontà: non ero più io a comandare il mio corpo. Pochi secondi durante i quali vidi la morte con i miei occhi. Un senso di gelosia pervadeva il mio corpo, ma la gelosia non era la mia. Tremavo di rabbia ma tale rabbia non ero io a provarla. Qualcuno o qualcosa stava uccidendo la persona per me più importante. La persona che mi era sempre stata accanto e che mi aveva fatto capire cosa significasse essere felice! Provai ad urlare con tutto il fiato che avevo in gola, ma non emisi alcun suono. Dentro di me piangevo ma i miei occhi non versavano una lacrima. Cosa mi stava succedendo?! Solo quando ripresi il controllo del mio corpo, capii.
L’assassino che non riuscivo a vedere non ero altri che io. Le mie mani erano impregnate da un liquido rosso, caldo e denso che gocciolava sull’asfalto. Steso in terra davanti a me, il corpo di Kaoru pieno di ferite sanguinanti. A quella visione sentii la gola e il naso bruciare e gli occhi pian piano riempirsi di lacrime che man mano scivolavano sulle mie guance. In un tentativo disperato tentai urlai a squarciagola il nome di Kaoru, lo pregavo di aprire gli occhi, lo pregavo di dirmi che quello era solo uno stupido incubo!
La voce di Hayley si fece risentire nella mia mente: una risata psicopatica. Solo e soltanto questo. Hayley si stava divertendo. LEI era felice. LEI trovava terribilmente splendido quello scenario macabro. La sua risata esprimeva tutto ciò che non diceva a parole.
La rabbia che provavo in quel momento la sentivo mia. Il desiderio di vendetta invadeva il mio corpo tanto da farlo tremare. Guardavo dinanzi a me senza realmente mettere a fuoco nulla. L’unica cosa che sapevo è che Hayley DOVEVA PAGARE per quanto aveva fatto! Poi, all’improvviso, sentii qualcosa di caldo e morbido sfiorarmi la guancia e il mio istinto vendicativo si placò all’istante come per magia. Sovrapposi la mia mano alla sua e la tenni stretta al mio volto. Vidi gli occhi di Kaoru fissarmi e il volto contratto in una smorfia: un vano tentativo di sorridere. Le lacrime mi offuscarono ancora la vista.
« Non sei stata tu... » disse con voce flebile. « Kayley è Kayley. Non fare il suo gioco. Io sarò sempre dalla tua parte Kay... » la voce andò pian piano affievolendosi e la mano scivolò nella mia poggiandosi sull’asfalto, parallela al corpo esanime. Urlai ancora una volta il nome di Kaoru, sperando che potesse udirmi, poi mi lasciai andare al pianto, chinata sul suo corpo.
Le mie urla avevano attirato delle persone, degli uomini ci raggiunsero, io farneticavo. Non volevo allontanarmi da Kaoru e dovettero fare parecchi sforzi per tenermi lontana da lui.
Nessuno credette alle mie parole quando nei giorni successivi tentai di spiegare che l’assassina ero io, che ero io a dover pagare. Erano tutti convinti che fosse lo shock subìto a farmi parlare e che il vero assassino doveva essere stato un qualche animale a giudicare dalle “tracce” rimaste: impronte. Impronte feline. Nessuno voleva credermi e non scontai mai le mie colpe. Da quel giorno, la mia vita divenne un inferno. Ero costantemente sorvegliata: i medici a cui i genitori di Kaoru si erano rivolti per aiutarmi a superare lo shock erano convinti che avrei potuto tentare il suicidio se fossi rimasta sola, ma anche se l’idea mi aveva sfiorato più volte non ne ebbi mai la possibilità. Pian piano imparai a nascondere la tristezza con il sorriso. Ero diventata brava in questo, riuscivo a ingannare tutti, il che fu un gran bene poiché dopo qualche tempo mi tolsero la scorta e potei assaporare nuovamente un po’ di libertà. Parlando con Monique, un paio di mesi dopo, mi disse di aver trovato un modo per farmi stare meglio e mi parlò del Saint Douglas Ville come una scuola miracolosa; Io mi lasciai infinocchiare da brava stupida e fu così che il mese successivo mi ritrovai a vivere in un manicomio!
Ciononostante, non è stata poi una gran brutta scelta, ho conosciuto parecchia gente nuova e mi sono fatta una cerchia di amici che hanno anche avuto “l’enorme piacere” di conoscere Hayley. Pare che neanche a loro vada molto a genio. La mia compagna di stanza è una bambina che non fa’ che inciampare e finire faccia-a-terra, il suo nome è Miu ed è una ragazzina parecchio vivace. Le faccio un po’ da mamma, diciamo, e così facendo, con l’indesiderato ‘aiuto’ di Hayley, mi sono guadagnata il soprannome di “Tetta-San”. Originale, non c’è che dire. Nella stanza accanto alla mia, dormono Kyosuke e Beatrice, loro sono... semi fidanzati, credo. Ad ogni modo: si frequentano. Ma lo stesso spendono un po’ del loro tempo con la cerchia. E con loro due c’è Satori. Lui è il più anziano di tutti noi, credo, ma ha l’aspetto e l’ingenuità di un bambino dell’asilo. Beatrice gli fa’ da balia e anche se non lo da’ a vedere, anche a Kyo, sotto sotto, piace Satori.

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Nota sulle recensioni: le recensioni sono lo strumento tramite il quale chi legge esprime la propria opinione su ciò che ha letto. Un autore vorrebbe un commento serio e vero! Non scrivete "è bellissima" e basta, oppure "è stupenda" invece poi non vi piace. Tutte le storie meritano una recensione, sia bella che brutta. Quindi se trovate una storia che non vi piace, non pensante "non recensisco perchè è brutta". Premete quella dannata scritta e spiegate i motivi per cui non vi piace!! Non siate egoisti, questo è altruismo: vuol dire aiutare gli altri a migliorare!! Se sei daccordo anche tu, copia ed incolla questo messaggio dove vuoi!!

   
 
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