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Autore: Padme    24/12/2009    3 recensioni
-Non sparirai.-
Era calda, quella voce, tanto morbida da suonargli quasi tattile.
Era l’unica cosa, forse, che gli sembrasse un po’ reale.

[DouWata]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kimihiro Watanuki, Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Difficile, non piangere.
Aveva provato in tutti i modi a convincersi della maldestra inutilità di un simile sfogo. Ogni modo, davvero, fino ad un istante prima di scoppiare miserabilmente in lacrime.
 
 
-Non voglio sparire.-
 
 
Non voleva andarsene.
Non fra i singhiozzi, non mentre gli squilli d’un telefono inesistente gli ferivano le orecchie, non senza ricordare nemmeno il sapore di quei cibi che si supponeva fosse così bravo a preparare.
Persone a cui dire addio, tanto care eppure, probabilmente, perfino ignare della sua esistenza, se non nel sogno stesso in cui lui le aveva amate. Le amava, le avrebbe amate anche più a lungo.
Non era ancora sparito.
 
 
-Non sparirai.-
 
 
Era calda, quella voce, tanto morbida da suonargli quasi tattile.
Era l’unica cosa, forse, che gli sembrasse un po’ reale.
Appena un po’, soltanto.
Quella e quel tepore, così garbato che avrebbe potuto rivelarsi anch’esso frutto della sua fantasia, del suo desiderio di sentire… ma tanto più teneramente, perfino piacevole pensare di saper sognare qualcosa di differente da oscurità e spettri.
Piacevole.
Qualcosa di reale.
Era esattamente ciò che aveva cercato fra quelle braccia, le stesse che adesso quasi lo cullavano, con estrema delicatezza, come fosse un bambino che aveva già pianto fin troppo per un castigo immeritato. E che pure lo stringevano, con altrettanta forza, in una presa così serrata da portarlo a domandarsi se stesse cercando di sorreggerlo o di soffocarlo sul suo petto.
E lui si lasciava cullare, stringere.
Non era che un ragazzino, in fondo, sul serio: forse non erano neppure trascorsi tutti, gli anni che dimostrava e ricordava d’aver vissuto. Semplicemente perché, forse, non aveva poi vissuto veramente.
E morire lì non sarebbe stato un problema. Sempre meglio che sparire, poiché almeno avrebbe avuto la certezza d’essere esistito; e, se così non fosse stato, almeno non avrebbe fatto male.
Anzi, non avrebbe fatto male comunque.
Perché l’altro lo stava abbracciando con grande dolcezza, seduto sul pavimento in legno con lui accucciatoglisi sulle gambe, accettando che gli bagnasse di lacrime la camicia su cui aveva nascosto il volto.
Molta, molta dolcezza, non riusciva a concepire che essa potesse tradursi in dolore.
 
 
-Non sparirai.-
 
 
Gliel’avrebbe impedito lui?
Ci avrebbe provato, tentando ogni soluzione fino a quando non avesse trovato quella giusta, per restituirgli la vita così come aveva fatto col suo occhio?
Fu in procinto di crederci, per un istante. Sarebbe stata così nel suo stile, una follia del genere.
 
 
-Me lo vorresti impedire?-
 
 
Era una domanda scontata, dedusse che fosse quello il motivo per cui non ottenne risposta.
Non parlava mai troppo, quel ragazzo.
Neanche lo stretto necessario, alle volte, al punto da non avergli mai nemmeno detto d’amarlo.
Non gliel’aveva mai detto, sebbene fosse apparso così ovvio perfino a lui, per la prima volta proprio pochi minuti prima, quando l’aveva visto venirgli incontro fino all’ingresso del tempio; quando per poco questi non l’aveva preso in braccio, pur di spingerlo a sottrarsi ad una pioggia che non ne aveva camuffato il pianto e a seguirlo dentro casa, per poi asciugargli i capelli con un panno soffice ed accarezzarlo e baciarlo lievemente sulle labbra.
Gli era parso ovvio.
Lui non l’aveva detto, però.
 
 
-Lo impedirai davvero?-
 
-Certo.-
 
 
Gli sarebbe bastata quella rassicurazione, non trovando una sola ragione valida per dubitarne.
Non la logica, non la consapevolezza di come un simile compito avrebbe potuto rivelarsi impossibile per chiunque, non la concreta eventualità che si trattasse d’una battaglia persa in partenza.
Se anche fosse sparito sul serio, non avrebbe più avuto tanti rimpianti.
 
Almeno Doumeki, della sua esistenza, si sarebbe ricordato.

 
   
 
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