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Autore: Aching4perfection    25/12/2009    4 recensioni
Edward credeva, Edward sapeva che Bella è e sarebbe stata l'unica donna che avrebbe amato per l'eternità; invece, prima di lei c'era stata un'altra donna.
Una donna che aveva cancellato le proprie tracce a Forks, portando via con sè i ricordi dei Cullen e qualcosa di ancora più prezioso.
Dopo cinque anni, ella fa la sua ricomparsa, accompagnata dall'unica persona che sarà mai in grado di amare.
Ma perché voler tornare a Forks così all'improvviso se aveva giurato a sè stessa che non avrebbe mai cambiato idea?
Perché questa volta, c'era in gioco molto più del suo orgoglio e tornare era l'unica soluzione esistente.
Genere: Generale, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'arrivo

Un fruscio. I rami del bosco si mossero appena. Il passaggio del vento fu impercettibile e l'ombra che portò con sé lo fu ancora meno. Le foglie ondeggiavano di alcuni millimetri, come fossero appena state sfiorate dal lieve soffio di un respiro e la luce del sole non faceva in tempo ad illuminarne la causa.
In mezzo ad una radura fiorita, il vento cessò. Cambiò forma all'improvviso, abbandonando quella aerea del movimento ed assumendo la consistenza posseduta nell'immobilità.
Una massa castana di capelli mossi sussultò in modo impercettibilmente, per poi tornare immobili ad incorniciare il viso di un adolescente che dimostrava non più di 15 anni. I lineamenti del viso erano un miscuglio, dovuto all'espressione seria assunta dal giovane, gli conferivano allo stesso tempo un'aria molto matura, quasi adulta, e da ragazzino, e forse questa riusciva a prevalere sull'altra. Come se fosse maturato troppo in fretta.
Gli occhi verdi studiarono l'area attorno a sé, pieni di nostalgia, come se dovessero ricordare di aver già visto un posto simile. Non aveva mai messo piede in quella radura.
Le labbra sottili si mossero appena in un sussurro rivolto al vento.
-È questo il posto?- il ragazzino non si mosse, era da solo in quella radura. In quel momento.
In un battito di ciglia, una figura femminile comparve dal nulla accanto a lui. Era poco più alta, la pelle straordinariamente chiara, i capelli castani formavano onde sinuose lungo la schiena. I lineamenti della donna, della ragazza, erano molto simili a quelli del ragazzino, tranne gli occhi. Gli occhi di lei erano dello stesso colore del cuoio, un uniforme color mogano.
-Mh, mh. Non siamo molto lontani dalla casa. Cominci a sentire qualcosa?- domandai continuando a scrutare la radura davanti a noi, quel posto custodiva più ricordi di quanti potrei mai averne nell'arco di una vita intera. Lentamente, mi avvicinai fino ad affiancarlo. Lui annuì ma non staccò lo sguardo, costantemente puntato d'innanzi a sé. Lui non poteva sapere quanto quel posto fosse importante per me, quanto avrebbe potuto esserlo anche per lui ma, dal suo punto di vista, quella era soltanto una radura desolata circondata da alberi.
-Sì, è un odore molto lieve ma li percepisco.- mi sentii sospirare di sollievo. Non avremmo dovuto viaggiare ancora.
-Bene. Vuol dire che non si sono ancora trasferiti.
Cominciammo a camminare con passo svelto, gli occhi puntati verso la nostra meta ancora invisibile. A me lo era di certo, non so a lui. Ad un certo punto, si fermò. Le braccia allineate lungo i fianchi, una lieve tensione gli bloccava i passi, rendendolo nervoso.
-Nora, non sono più tanto sicuro di volerlo fare.- cominciò a respirare pesantemente, il viso si impallidì e le mani cominciarono improvvisamente a tremare. Mi fermai a mia volta, alzando gli occhi al cielo e scuotendo lievemente la testa. Ci avrei scommesso su una reazione del genere, anche se non sapevo bene come e quando l'avrebbe manifestata.
-Alex, ti posso ricordare che mi hai tormentata per dei mesi affinché accettassi di venire qui nonostante sapessi benissimo che non lo avrei mai fatto? Ora ci siamo e non torneremo indietro.
-...- Lo sentii deglutire. Cavolo, era davvero emozionato.
-Forza, vedrai che una volta che gli avremo detto tutto ti sentirai meglio.
-Ok, però non parlare di mesi... hai ceduto in una settimana!
-Sì, sono una pessima madre. Ora cammina.
Alla fine del sentiero, ai limiti del bosco, si ergeva una villa che sembrava uscita da una rivista che trattava di case Hollywoodiane. Le pareti grigio fumo e tek lucente le conferivano un aspetto riservato e futuristico, anche grazie alle ampie vetrate del salotto e dei piani superiori.
A circa dieci metri di distanza, fermai la marcia di mio figlio tenendolo per un braccio.
-Ricordati di non pensare al motivo per cui siamo qui se non vuoi che ci prendano per pazzi.- gli ricordai per l'ennesima volta, ma ero seria e lui lo sapeva.
-Potresti ripetermi perché ci dovrebbero prendere per pazzi?
-Perché sono la degna figlia di tua nonna.- risposi io presa da un moto di orgoglio per le mie origini.
-Era proprio necessario cancellargli la memoria?- mi domandò inclinando la testa di lato, poco convinto.
-Dubiti delle mie capacità di giudizio, Alex?
-Mamma, l'ho sempre fatto. Fin da quando avevo due mesi. Insomma, tu hai il giudizio di un'adolescente e fra i due l'adolescente dovrei essere io!
-Hai capito cosa voglio dire, Alexander.- chiamarlo usando il suo nome completo, per lui era come se il mio umore fosse cambiato di bene in male. Era una cosa che potevo usare a mio vantaggio quando volevo. Un ottimo metodo per evitare le ribellioni classiche dell'adolescenza, anche se Alex si è sempre dimostrato dannatamente pacato e poco propenso a seguire la massa.
-Ok, ok. Non penserò al fatto che sono venuto qui per trovare il mio papy!
-Bravissimo.
Ci avvicinammo con calma alla porta d'ingresso, ero certa che avessero già avvertito la nostra presenza. Del resto, i sensi dei vampiri sono impareggiabili e io lo sapevo molto bene. Anche se solo per metà, sangue di vampiro scorreva nelle vene di mio figlio.
Ci fermammo davanti alla porta blindata della villa giusto il tempo di consentirne l'apertura da parte di uno dei membri della famiglia. Non fu necessario bussare. Decisamente, ci avevano sentiti.
-Buon pomeriggio, posso esservi utile?- ad aprire la porta era stato un uomo sui venticinque anni, la pelle bianca come il ghiaccio, i capelli biondissimi e gli occhi color ambra. Sorrisi educatamente, non avrei mai ammesso quanto mi fosse mancata quella voce, consideravo Carlisle Cullen come il padre che non avevo mai conosciuto.
-Salve, mi chiamo Nora Bennett e lui è Alexander. - dissi indicando il ragazzo alla mia destra che reclinò leggermente il capo in avanti in segno di saluto. Carlisle sorrise a sua volta.
-Cosa vi porta da queste parti?- era chiaro come il sole che non si ricordava di me, eppure, cinque anni prima avevo frequentato assiduamente quella casa quasi come fossi stata pure io un membro della famiglia.
-Siamo venuti a trovare un mio vecchio conoscente, suo figlio Edward.- non feci in tempo a finire la frase che la porta d'ingresso si spalancò del tutto. Accanto al vampiro biondo ne comparve un altro dai capelli color bronzo e dai riflessi ramati, a parte quello, si poteva davvero dire che fossero padre e figlio. Notai che Alexander aveva trattenuto il respiro, gli occhi sgranati erano puntati sull'uomo davanti a sé. Solo in quel momento potei effettivamente notare quanto i due si somigliassero, anche perché i miei ricordi erano piuttosto sbiaditi, avevano lo stesso naso e gli stessi occhi, o almeno sarebbero stati gli stessi se Edward non fosse un vampiro. Io invece ebbi la tipica reazione di un'amica che andava a trovare un suo vecchio compagno di corso senza avvisare.
Sentii il mio sguardo illuminarsi, le labbra mi si allungarono in un sorriso a trentadue denti e portai parte del peso su una gamba sola, cercando di risultare il più spontanea possibile. Devo dire che mi fu alquanto difficile.
-Edward Masen Cullen.- lui mi guardò con aria confusa e fece due passi avanti.
-Scusatemi. Potrei avere il piacere di sapere i vostri nomi, dal momento che voi siete già a conoscenza del mio?
-Sono Nora Bennett, la tua ex fidanzata, e lui è Alexander. Nostro figlio. - scese il silenzio.
Da dentro l'abitazione si sollevarono i primi mormorii sommessi. Non riuscii trattenere una risatina davanti alla reazione di Edward, non aveva mosso un muscolo e aveva cominciato a fissarmi, il suo viso era privo di espressioni.
-Che situazione imbarazzante!- Esclamai di punto in bianco, anche se ero più tesa io di mio figlio che, in quel preciso momento, cominciò a prestare attenzione altrove nella speranza di diventare invisibile.
-Decisamente, soprattutto perché noi non ricordiamo di avervi mai conosciuti.- rispose Carlisle molto cordialmente mentre Edward mantenne intatta la stessa espressione concentrata di prima. Tirai un lungo sospiro passandomi una mano dietro al collo, ero piuttosto imbarazzata. Tanto così e sarei andata completamente nel pallone.
-Non ve lo potete ricordare, vi ho cancellato la memoria prima di andarmene da Forks.- confessai a mezza voce, sapevo bene che spiegare tutta la storia d'un colpo sarebbe stato più difficile del previsto.
-E come ci saresti riuscita?- mi domandò il vampiro biondo.
-Ecco, io... sono una strega. Sai, abrakadabra e trucchetti vari...
-Oh, mio Dio.- Edward parve risvegliarsi dal suo stato di catalessi e si rivolse direttamente a Carlisle contraendo i pugni in gesto nervoso senza degnarci di uno sguardo, quasi non ci fossimo. Cavolo, ci stava leggendo nel pensiero, anche se così mi permetteva di rispamiare il fiato. Mi sembrava che stesse accadendo tutto troppo in fretta. Era stata una pessima idea tornare, o forse no.
-Non mentono, possiedono entrambi dei ricordi e delle conoscenze che gli altri umani non possono avere su di noi. E per quanto riguarda il ragazzo... è mio figlio.- una volta terminata la frase, Edward sparì all'interno della casa da cui giunsero dei sibili poco dopo. A quel punto, Carlisle si spostò rapidamente di lato e aprì completamente la porta.
-Prego, accomodatevi. Ci sono molte cose di cui dobbiamo parlare.- e sparì anche lui. Io ed Alex rimanemmo immobili sulla soglia per qualche secondo, lui si guardava le scarpe da ginnastica con acceso interesse.
-Non sta andando bene, vero?- domandò anche se conosceva perfettamente la risposta.
-Sarà più difficile di quanto pensassimo. Per un attimo ho creduto che ci avessero preso per due sciroccati.- affermai soffocando a stento una risata.
-Mamma, ti presenti qui dopo cinque anni con un figlio illegittimo dopo aver cancellato la memoria al tuo fidanzato vampiro e a tutta la sua famiglia. Veramente credevi che ci avrebbero accolti a braccia aperte?- domandò Alex scettico, guardandomi allibito.
-Ovviamente no, non sono un'ingenua.
-Mh.- non sembrava per niente convinto. Cedetti all'impulso di dargli un buffetto sulla guancia e lo spinsi oltre la soglia della grande casa.
-Dai, entriamo. Abbiamo molte spiegazioni da dare e mamy ha un incantesimo da invertire.
E non ne avevo per niente voglia. In realtà, fosse stato per me non avrei mai più rimesso piede in quel posto. Lo facevo solamente per Alex, per dargli la possibilità di conoscere suo padre. Però devo ammettere che questo suo desiderio non poteva capitare in un momento migliore.

***********Angolo dell'autrice******

Buon giorno e Buon Natale!

È la prima volta che scrivo nella categoria Twilight, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto!

Ci tenevo a segnalare che questa fic NON contiene pairing diversi da quelli della trama originale, poiché la protagonista ha vissuto una storia con Edward Cullen prima dell'inizio della vicenda. Il tema della fic sarà incentrato sul rapporto madre-figlio di Nora ed Alex (del tutto particolare e ricco di situazioni ai limiti del paradossale) e sul passato di lei, con ovviamente degli altri temi minori che si aggiungeranno nel corso della storia. Finale straordinariamente a sorpresa.

Grazie a tutti coloro che hanno appena letto e a coloro che hanno deciso di recensire.

Kiss by Aching4perfection.

   
 
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