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Autore: arylupin    25/12/2009    5 recensioni
Natale tempo di regali! Chissà cosa avrà regalato Tonks a Remus!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Questo raccontino scritto in fretta è la mia scusa per fare a tutti voi gli auguri di
BUON NATALE!
Nel mio delirio Remus e Tonks stanno già insieme, ma non sono ancora sposati, e volevo che per tutti fosse un Natale speciale.
Allora buona lettura, spero di non annoiarvi troppo...
:)


...ORA E’ NATALE!...



Mamma Weasley era proprio felice di dover preparare un pranzo di Natale per così tante persone. Era nel suo elemento naturale. Oltre a tutti i figli, c’erano Harry ed Hermione, naturalmente c’era anche Fleur, che sembrava unita al suo Bill da un incantesimo di adesione permanente, alcuni membri dell’Ordine della Fenice come Tonks, Alastor, Minerva, c’era poi un collega di Charlie, David, un ragazzo veramente gentile e dabbene. Inoltre  aveva dovuto organizzare le camere da letto per accogliere quasi tutti questi ospiti, doveva pensare al bucato, alle provviste, tenere pulita la casa, cosa non facile con tanti piedi che la invadevano. Il giorno prima i ragazzi avevano aggiunto per il gran giorno delle decorazioni, facendo veramente un buon lavoro, ed ora, dopo aver aperto e commentato i loro regali, e dopo il favoloso pranzo di Molly,erano davanti al camino acceso che si godevano un piacevole momento di pausa, interrotto solo di rado dalle esplosioni provocate da George e Fred, che avevano promesso di fare i bravi almeno a Natale.

“Cavallo in F6. Ora tocca a te Tonks!”

“Cavolo, così mi metti nei pasticci, Ron! Sei davvero in gamba! Ora come faccio a togliermi dai guai?”

“Non chiederlo a me, anche se io saprei come fare! Mi sto divertendo troppo a vincere!”

“Allora dovrò arrangiarmi… Torre in E7! Così dovrei aver…” ma non finì la frase. Si era bloccata all’improvviso, facendosi attenta, e ora correva verso l’ingresso come attratta da una potente calamita, dopo aver rovesciato il tavolino, ignorando gli improperi che i pezzi degli scacchi le lanciavano dal pavimenti su cui erano atterrati.

Gli altri abitanti del salotto si guardarono stupiti, chiedendosi cosa fosse successo, preoccupandosi per quel gesto ingiustificato.

Appena Tonks fu davanti alla porta si udì il suono del campanello.
La ragazza aprì la porta e senza esitazione si buttò al collo del nuovo ospite, abbracciandolo stretto e impedendogli di fatto di entrare in casa.
“Sei arrivato! Che gioia! Lo sapevo che eri tu!”

“Dora, per piacere, non respiro… dai lasciami entrare, non vorrai farmi diventare un ghiacciolo stando qui sulla porta…” le disse Remus sorridendo. Un braccio si mosse per avvolgere quel tornado rosa, mentre l’altro se ne stava ancora bello nascosto sotto il mantello. Non si era aspettato un’accoglienza così calorosa, pensava di trovare all'ingresso uno dei padroni di casa, al quale avrebbe fatto gli auguri di buone feste, stringendo la mano che gli veniva porta, per poi entrare insieme nel caldo del soggiorno e li salutare gli altri occupanti della casa.
Invece un uragano incontenibile lo teneva ancora stretto in un abbraccio che lo scaldava più del fuoco del caminetto, mentre dal salotto tante paia di occhi curiosi cercavano di capire cosa fosse successo.

“Dora, davvero, credo che stiamo dando spettacolo…”

“Va bene, ora mi stacco” disse rimanendo allacciata al collo dell’uomo.

“Ninfadora…”

“Ok, ok! E non chiamarmi Ninfadora!” replicò un po’ accigliata, questa volta sciogliendo di malavoglia l’abbraccio e permettendo a Remus di entrare in casa.

Molly, che nel frattempo di era unita alla schiera di spettatori curiosi, si fiondò ad accogliere il nuovo venuto, prendendogli il mantello e accompagnandolo al calduccio con la promessa di un tè bollente in arrivo, e tartassandolo, ovviamente, di domande.

“Credevo che fossi in missione, non ti aspettavamo per oggi” gli disse.

“Infatti, ma ormai non c’è più niente da aggiungere alla mia missione, alcuni avvenimenti recenti hanno di fatto reso inutile il mio incarico, per cui ho pensato di venire a farvi gli auguri, se non sono di troppo disturbo” rispose porgendole una piccola e graziosa cesta di cioccolatini, i migliori di Mielandia, che teneva nella mano che prima era nascosta sotto il mantello. Era un piccolo ma sincero regalo per tutti loro. “Inoltre speravo di trovare Alastor qui, avrei bisogno di lui.”

“Oh, grazie mille, non dovevi disturbarvi, davvero!” disse prendendo il grazioso dono, “Ma cosa dici, tu non sei mai di disturbo! Perché pensi che la tua missione sia inutile, a che genere di avvenimenti ti riferisci?”

“Molly cara, lo sai che non posso parlarne con nessuno, almeno per ora”

“Si, si. Lo so. Pensavo solo che volessi confidarti con qualcuno. Se ci dici a quali fatti ti riferisci forse possiamo trovare una soluzione insieme…” tentò ancora Molly, sperando di carpire qualche segreto al povero Remus, utilizzando quelle tecniche che aveva ampliamente sperimentato e affinato con i suoi figli.
Ma Remus non era uno dei suoi figli, inoltre aveva vissuto sette anni fianco a fianco con le peggiori canaglie che Hogwarts ricordi.

“Non darti tanta pena, la soluzione migliore per ora è lasciar correre. Presto tutto questo pasticcio verrà a galla e allora potrò dire quel che è accaduto, e anche qualche particolare in più. Ma non mi avevi offerto un tè, lo berrei proprio volentieri, forse mi scongela un po’…”

“Ha ragione mamma, e offrigli anche due o tre biscotti!” disse uno dei gemelli facendo l’occhiolino.

“Dai mamma, se vuoi ti aiuto a preparare” aggiunse Ginny, felice che qualcuno sapesse così facilmente arginare la curiosità della genitrice.

“Dai vieni, dai entra… ma sei sicuro di stare bene?” chiese Molly accompagnandolo nel soggiorno, per niente intenzionata a lasciar perdere così presto.

“Si Molly, sono solo un po’ stanco.”

“Come possiamo aiutarti? Non devi per forza far tutto da solo…” replicò la donna imperterrita.

“Davvero Molly, mi basta una tazza del tuo favoloso tè caldo e sarò come nuovo. E ti prego di scusarmi per questa intrusione, non volevo disturbarvi.”

“Sciocchezze. Mettetevi comodi che al resto ci penso io.”

Mentre la comitiva, ormai appagata della sua curiosità, tornava alle occupazioni di prima,  l’infaticabile signora Weasley andò a preparare per il tè, avendo infine capito che continuare a fare domande non avrebbe portato a niente.
Remus e Moody, invece, si appartarono in un angolo del soggiorno, lontano da orecchie indiscrete, e discussero pressappoco per tutto il pomeriggio, ignorando la neve che fuori dalle finestre aveva cominciato a fioccare allegra, le esplosioni che i gemelli proprio non riuscivano a contenere e il chiacchiericcio tipico di chi, a pancia ben piena, si delizia della compagnia degli amici più cari.

Tonks era ritornata alle partite con Ron, perdendo clamorosamente per l’ennesima volta, per cui decise che era molto più divertente scambiare due parole con le ragazze. Ogni tanto, per non dire sempre, guardava con occhi sognanti in direzione del suo Remus, gelosa delle attenzioni che rivolgeva al vecchio Malocchio invece che a lei, ma d'altronde aveva capito subito che il vero motivo di quella visita non era cercare compagnia, ma scambiare informazioni con qualcuno dell’ordine che, sicuramente, era stato invitato alla Tana. Tipico di Lupin! Chissà cosa avevano quei due per parlare fitto fitto a quel modo! Erano passate alcune ore dal suo arrivo e Molly aveva ormai preparato la cena e ancora non accennavano ad unirsi al resto degli occupanti il salotto, e lei moriva dalla voglia di averlo tutto per se, di potergli parlare, e di potergli dare il suo regalo di Natale!

“A tavola!”

L’invito della padrona di casa mise finalmente termine a quella mini riunione privata dell’Ordine, ed ora Tonks sedeva proprio di fianco al suo licantropo preferito, pronta a sfidare chiunque glielo avesse distratto un’altra volta, ma per fortuna a nessuno venne in mente di compiere una sciocchezza simile…

Dopo vari arrosti, patate, verdure per tutti i gusti, quattro o cinque dolci (ma aveva cucinato per un esercito?) Ninfadora scomparve un minuto nell’altra stanza, per tornare poi con due “originali” pacchettini dono avvolti in carta argentata con un bel fiocco fucsia, o così sembrava…

“Remus, questi sono per te, da parte mia!” disse porgendo i regali all’uomo al suo fianco, accompagnando il gesto con un sonoro bacio sulla guancia.

“Io… non ho portato regali a nessuno…” rispose questi con tono di scusa, lasciando trasparire dalla sua voce tutta la riconoscenza che provava in quel momento.

“Tu hai portato inaspettatamente il tuo fantastico fondoschiena e tutto il resto! Non servono altri regali!”

“Ehi! Aspetta un attimo, come mai avevi dei regali per me se neanche sapevi che sarei venuto?”. A Remus J. Lupin non la si fa!

“Semplicemente sapevo che prima o poi ti avrei rivisto, fosse stato anche per pasqua, e allora li ho preparati!”

Con mani ferme, nonostante l’emozione che provava, Remus cominciò a scartare il primo regalo, un pacchetto non tanto grande, un po’ informe, soffice…
Appena lo ebbe aperto del tutto e spiegato il contenuto, la sua faccia divenne dello stesso identico colore dei boxer rossi che ora teneva tra le mani, gli mancavano solo i pupazzi di neve disegnati nelle “posizioni strategiche” che invece decoravano il capo di biancheria.

“Non preoccuparti, ha fatto un regalo simile ad ognuno di noi, mamma compresa!” asserì Fred lanciandosi in una contagiosa risata.

Un po’ rinfrancato da quella affermazione e dalle descrizioni degli altri capi di biancheria regalati dalla metamorphomaga, Remus si unì all’allegria generale e prese il secondo pacchettino. Più che un pacchettino vero e proprio sembrava un biglietto di auguri fatto di cartone spesso, chiuso con un nastro di raso color rosa acceso, e sopra c’era una scritta, sempre dello stesso colore del fiocco: questo è per i momenti in cui ti senti solo.

“Quindi spero tu non lo apra adesso, rovineresti la sorpresa!” disse Tonks.

Remus mise il piccolo pacchettino nella tasca della giacca e passò il resto della serata sorseggiando Burrobirre, Whisky Incendiario e chiacchierando con i suoi amici, coccolato ogni tanto dalla bella Tonks.

Quando fece per andarsene – ormai era quasi mezzanotte – Molly lo costrinse gentilmente ad accettare ospitalità per la notte, riorganizzando all’istante la disposizione delle stanze per fare spazio al nuovo ospite. Non importa quanto piccola fosse la Tana, sicuramente c’era posto per tutti, in un  modo o nell’altro.
A Remus in fondo non era neanche andata tanto male, aveva una piccolissima cameretta nel sottotetto tutta per lui, vicino al fantasma di famiglia, mentre Tonks dormiva con Fleur, non essendo sposate le due ragazze non potevano dormire coi fidanzati, non sarebbe stato di esempio per i più giovani, Hermione era in camera con Ginny, Harry Ron e Pearcy dividevano uno spazio a detta dei due più giovani troppo stretto per tutti e tre, i gemelli rimanevano indisturbati nel loro regno (c’era troppo odore di fumo per metterci gli ospiti!) e David occupava un terzo letto messo nella stanza dei due Weasley maggiori.



Erano quasi le due di notte, ma Remus ancora non riusciva a prendere sonno. Aver parlato con Malocchio lo aveva rincuorato, ma qualcosa ancora lo agitava. Non aveva certo a che fare con la guerra, o Voldemort, ma era una sensazione di vuoto che gli prendeva lo stomaco. Essere stato così vicino a Tonks tutto il pomeriggio senza poterle essere veramente accanto lo faceva sentire solo. Si ricordò allora del secondo pacchettino. A piedi scalzi si avvicinò alla sedia su cui aveva riposto i suoi vestiti, prese il piccolo dono dalla tasca interna della giacca e si rimise sul letto, appoggiando la schiena al cuscino per stare seduto più comodamente, le gambe allungate sulle coperte. Aveva anche acceso il fuoco nel piccolo camino, era una notte veramente fredda!  Si rigirò il pacchettino nelle mani tre o quattro volte, non riuscendo a capire tuttavia cosa fosse. Quindi slegò il fiocco, aprì quella specie di spesso biglietto, e da una parte vide un disegno di cuoricini che luccicavano di tanti colori, dall’altra poche righe, scritte in rosa con l’inconfondibile calligrafia sbarazzina di Dora:

CADE LA NEVE
IN DUE NON SEI PIU’ SOLO
ORA E’ NATALE

Cosa aveva in mente adesso quella ragazza?




Erano quasi le due di notte, ma Tonks ancora non riusciva a prendere sonno. E d’altra parte come fai ad addormentarti se sei impegnata a spettegolare con le amiche? No, non con Fleur, loro due non si intendevano su niente. Era sgattaiolata nella stanza di Ginny ed Hermione, e ora parlavano di ragazzi, cerette, insomma di tutto ciò che avrebbe annoiato certamente i ragazzi e spazientito Molly. Ad un tratto fece un sussulto, quindi si rigirò tra le dita il ciondolo a forma di mezza luna che portava al collo e fece un largo sorriso.

“Per piacere, dite a Fleur di non aspettarmi sveglia!” disse con aria malandrina prima di scomparire nel nulla.




“Allora ti sentivi solo, povero cucciolo…” miagolò una sorridente Tonks che ora era seduta sulle ginocchia di uno sbigottito Remus. Allungò le braccia a circondargli il collo e gli pose un dolce appassionato bacio sulle labbra.

“Ma come hai fatto?”

“Così!” rispose Tonks, baciando nuovamente quelle labbra che tanto amava.

“O si, avevo capito! Io intendevo a venire qui…”

“Hai aperto il mio regalino! Ho modificato un po’ l’incantesimo per creare una Passaporta: la Passaporta ce l’ho io , vedi?” disse mostrandogli il ciondolo, “ma la attivi tu leggendo la mia poesia!”

“Veramente i miei complimenti signorina Tonks!” disse il professore che era in lui, sinceramente ammirato da quel piccolo stratagemma. E per sottolineare la sua approvazione la abbracciò per attirarla più vicino a se e iniziò a baciarla. Un bacio che si faceva sempre più intimo, sempre più appassionato. La sensazione di vuoto allo stomaco era totalmente sparita, rimpiazzata da una nuvola di farfalline svolazzanti.

“Credi che Molly si accorgerà che non tutti i rumori che vengono da questa soffitta sono opera del fantasma?” chiese Tonks, senza quasi allontanarsi dalla bocca di Remus.

“Non so Dora, ma noi non stiamo facendo molto rumore”

“No, non ancora…”

“C’è sempre la magia che può aiutarci” rispose Remus, allungandosi a prendere la bacchetta e lanciando a Dora uno sguardo deliziosamente malizioso.

Remus non avrebbe più voluto staccarsi dalla sua streghetta, ormai gli era necessaria come l'aria per respirare. E amava le sensazione che lei era capace di fargli provare.
Era quasi mattina. Fuori dalle finestre nevicava ancora, ma nonostante il gelo il cuore del licantropo era pieno di calore. Se anche per lui c’era speranza, se Ninfadora aveva riportato l’amore in lui ed ora vedeva un futuro davanti a se, allora era veramente Natale. Strinse a se il dono più bello che la vita gli aveva regalato e si addormentò felice accarezzando quei capelli rosa che avevano invaso ogni spazio della sua solitudine, riempiendola di gioia.

FINE



SE C'E' SPERANZA E' VERAMENTE NATALE.
ED E' QUESTA SPERANZA CHE SCALDA IL CUORE IL MIO AUGURIO PER TUTTI I LETTORI DI BUONA VOLONTA'!

Ringrazio di cuore fri rapace, Ely 79, dublino e Moony3 per aver recensito la mia altra fatica.
Ringrazio anche tutti gli altri che havvo avuto la pazienza di leggere tutto il mio delirio.
Ancora una volta:
BUON NATALE!!!!

  
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