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Autore: Dharma    25/12/2009    3 recensioni
[PARTECIPANTE AL CONCORSO " Quando la Morte bussa alla tua porta" INDETTO DA Pagliaccio di Dio]
“ C’è sempre qualcosa di ridicolo nelle emozioni delle persone che si è cessato di amare”
[ Oscar Wilde,  “ Il ritratto di Dorian Gray”]  Quando l'amore si dirama in più direzioni è difficile  scegliere quale di queste seguire,  ma  le delusioni  ricevute dalle persone amate  possono aiutare  nel prendere questa decisione. Vi era stato un tempo in cui Grell Sutcliff avrebbe potuto affermare di essere innamorato… di una donna. Ma ora...[MadamexGrellxSebastian]
Genere: Triste, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Angelina Durless, Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Eccomi a contaminare anche questo stupendo fandom con i miei obbrobri xD

Eccomi a contaminare anche questo stupendo fandom con i miei obbrobri xD

Allora, questa storia ha partecipato al concorso “Quando la Morte bussa alla tua porta” indetto da Pagliaccio di Dio, che ringrazio di cuore per i consigli e le belle parole. Mi congratulo inoltre con tutte le altre partecipanti e, in particolar modo, con le podiste. BRAVE!! ^^

Due parole a proposito di questa storia così vi lascio il tempo di chiudere la pagina e scappare il più lontano possibile dal computer xD Si tratta di una Madame RedxGrellXSebastian, anche se è particolarmente incentrata sul rapporto tra i primi due personaggi. Purtroppo, sono la prima a riconoscerlo, il personaggio di Grell non mi è riuscito troppo bene. Diciamo che qui non si dimostra abbastanza idiota come invece succede nella serie originale^^” Peccato, ma mi migliorerò!!

Ultima cosa, questa storia è per gran parte basata su un fatto avvenuto realmente nell’opera, pertanto sono riportati dialoghi lì presenti, qui riconoscibili perché scritti in corsivo. Però, trattandosi di una fanfiction per molti versi introspettiva, le suddette frasi sono spesso inserite tra i pensieri dei personaggi.

Ultima, ma proprio ultimissima cosa xD, Grell si rivolge a Madame Red alternando il “tu” e il “voi”, ma questa è una cosa voluta perché ho notato che nella serie lo shinigami utilizza il “voi” quando veste le sembianze del maggiordomo, mentre parla con il “tu” quando ha il proprio aspetto.

 

Ok, la smetto di blaterare e auguro una buona lettura agli eventuali sopravvissuti a questa presentazione ^^

Bye

P.S. BUON NATALE!!

 

 

 

 

 



Amaranth

 

 

“ C’è sempre qualcosa di ridicolo

 nelle emozioni delle persone che si è cessato di amare”

 [ Oscar Wilde,  “ Il ritratto di Dorian Gray”]

 

 

 

 

 

Vi era stato un tempo in cui Grell Sutcliff avrebbe potuto affermare di essere innamorato… di una donna.

Lui, uno shinigami, un bizzarro scherzo della natura, un uomo che da sempre aveva cercato di reprimere il suo vero essere, ripudiando se stesso. Lui, un pazzo dal sangue caldo, il cui desiderio più grande era quello di non essere nato maschio.

 

“ E’ davvero così peccaminoso sognare di sentire una nuova vita dentro di sé?”

                                                                                                         

A nulla era servito celare palesemente le proprie sembianze dietro ad abiti ed atteggiamenti femminili. Non era bastato lasciare che, anno dopo anno, i capelli di quell’amaranto che tanto amava crescessero, ricadendo morbidamente sulle spalle fino a superare l’altezza del fondo schiena.

Indubbiamente, Grell Sutcliff assomigliava per molti aspetti, perfino nella corporatura sottile e slanciata, ad una donna. Eppure, ciò non bastava per renderlo tale.

Col tempo aveva iniziato ad odiare ciò che più desiderava essere. Guardava con disprezzo le belle ragazze che, per i loro futili interessi, non comprendevano quanto grande fosse la loro fortuna.

Perciò aveva cercato l’amore di altri uomini, non potendo provare un così profondo sentimento nei confronti di qualcuno la cui sorte era stata più felice della sua.

Tuttavia, con lei era stato diverso. Con quella donna il destino aveva giocato tanto crudelmente quanto aveva fatto con lui. Insieme, uniti dal filo scarlatto della disperazione, avevano deciso di attuare la loro vendetta.

Con le mani sporche di sangue e le anime macchiate di colpa, insieme, nel dolore, si erano amati.

 

- Torniamo a casa, Grell.-

 

Un invito posto in tono autoritario. Un ordine che accendeva una fiamma vermiglia nel cuore dello shinigami.

 

- Sì, Madame. –

 

Una mano intrisa di sangue portata al petto ed il capo chinato, a mostrare il profondo rispetto che provava nei confronti di quella donna.

Lasciandosi alle spalle i cadaveri delle ennesime vittime, facevano ritorno a quella villa londinese nella quale ormai da anni vivevano condividendo perfino il letto, nonostante agli occhi di tutti non fossero altro che la povera vedova regina dell’alta società ed il suo inefficiente maggiordomo.

Sapevano entrambi che quell’illusione che si erano creati non sarebbe durata a lungo. Presto avrebbero attratto l’attenzione delle forze dell’ordine, sarebbero iniziate le indagini ed esse avrebbero partorito sospetti.

Ciò, però, non sarebbe bastato a fermarli. Non avrebbero rinunciato all’unico piacere che, dopo innumerevoli delusioni e sofferenze, li faceva finalmente sentire vivi. Avevano promesso vicendevolmente e avevano continuato ad uccidere, finché non era giunto quel giorno.

 

***

 

- Sono venuto a prendervi, mia signora.- l’inefficiente maggiordomo si accostò alla propria padrona, porgendole l’ombrello e scortandola alla carrozza.

- E’ ancora presto, prima voglio far ritorno alla villa.- asserì la donna, volgendo un ultimo sguardo alle proprie spalle per assicurarsi che Sebastian avesse già chiuso il portone d’ingresso della villa e non potesse udire le loro parole.

Nell’atto di aiutarla a salire sul cocchio, il maggiordomo le si rivolse con un ghigno quasi disumano, mostrando i denti acuminati – Non ci avrete ripensato, Madame Red?-

La donna gli intimò di tacere – Non sfidarmi, Grell.-

Il servo rise, soddisfatto, per poi prendere posto sul sedile esterno e guidare i due cavalli morelli legati al calesse lungo le strade londinesi, sotto la pioggia scrosciante.

Una volta giunti alla villa, la donna precedette il maggiordomo nelle proprie stanze e quest’ultimo, congedata la servitù, la seguì. Chiusa a chiave la porta della camera, si voltò in direzione della propria padrona, il cui corpo nudo adagiato sul letto era celato unicamente da un sottile lenzuolo.

- Non ditemi che avete deciso di tardare il nostro impegno per questo.- la provocò.

- Tu limitati a soddisfare il volere della tua padrona.- ordinò lei in tono di sfida.

- Che capricciosa…- sospirò Grell, avvicinandosi al letto. Ad ogni passo che muoveva i tratti del suo viso mutavano ed i capelli si tingevano di un sanguigno vivo.

Si sedette accanto alla donna ed il silenzio calò per alcuni minuti, per essere poi rotto dalla voce di quest’ultima - Non ci è voluto molto perché scoprissero che il visconte Druitt non era il vero “Jack lo Squartatore”.- volse lo sguardo sul volto dello shinigami e aggiunse – Questa volta potrebbe essere l’ultima.-

Il ghigno del dio mutò in una smorfia di disappunto – Non mi sbagliavo prima, stai davvero pensando di tirarti indietro.-

Madame Red accusò quelle parole – Non mi fermerò fino alla fine, se tu rimarrai al mio fianco.-

Nel dire ciò avvicinò la bocca a quella di Grell, per incatenarle in un lungo bacio. Sentì il sapore della saliva di lui  sulla propria lingua, i suoi denti affilati le graffiarono le labbra.

Mise tutta se stessa in quel gesto, per dimostrare a quell’uomo la profonda gratitudine che provava nei suoi confronti. Riconoscenza che era mutata in un sentimento più profondo e ricambiato, almeno fino a quel momento.

La donna si scostò bruscamente, infastidita dal quasi totale interesse dimostrato dallo shinigami – Cos’è? Pensi ancora a quel maggiordomo?-

Solo allora Grell la guardò negli occhi, senza tuttavia dire nulla.

- Ti piace, non è vero? - continuò lei – Ho visto come lo guardi. Mi abbandoneresti per lui…-

Madame Red strinse spasmodicamente le lenzuola, mordendosi le labbra, irata. Poi sentì il contatto delle dita dello shinigami sulle guance e lasciò che le sollevasse il volto, per portarlo all’altezza del suo. Vi vide dipinto un sorriso sinistramente divertito. Erano come gatto e topo e il felino stava giocando con la sua preda.

- Tu non deludermi, Madame Red, ed io non ti lascerò.-

Un altro bacio che, seppure più intenso del precedente, non seppe di quell’amore che a lungo li aveva uniti. Madame Red se ne accorse, ma non vi badò. Tirò a sé il corpo di lui, per sprofondarvi insieme nel soffice materasso. Dapprima lentamente, poi con sempre maggior bramosia, aprì la camicia dello shinigami e ne rivelò il corpo perfetto e femmineo, non eguagliabile a quello di una donna per la sola mancanza del seno.

Grell la lasciò fare ed infine si fece trasportare dalla sua frenesia, chinandosi su di lei ed accarezzandone la morbida pelle, fino a soffermarsi sull’evidente cicatrice che le attraversava il ventre.

A quel contatto, Madame Red si arrestò, abbassando tristemente lo sguardo sulla mano del Dio della Morte poggiata là, dove sotto la pelle una volta vi era l’utero, con dentro il suo bambino. Si sentì nuovamente travolgere dalla rabbia e dal dolore, al ricordo di come tutta la sua vita era rovinosamente crollata nell’arco di così poco tempo.

- Avanti, Madame, un po’ di contegno.- il rimprovero che scivolò dalle labbra di Grell sembrò giungere da lontano. La donna riemerse dai propri ricordi per tornare a fissare gli occhi dorati dello shinigami, circondati da un paio di occhiali dalla montatura rossa.

- Tra poco pregusteremo nuovamente il sapore della rivalsa.- proferì lui, assalito da un forte piacere al pensiero di quelle prostitute ricoperte del colore che più amava. Vivificata, Madame Red fece mentalmente voto di fedeltà alla promessa stretta con il Dio della Morte, per poi affogare gli ultimi accenni di insicurezza  tra le labbra di lui.

Con le mani sporche di sangue e le anime macchiate di colpa, insieme, nel dolore, si erano amati.

Eppure ad entrambi pareva che quell’amore stesse svanendo troppo presto. Consapevoli che oramai quei gesti significassero ben poco, fecero l’amore per l’ultima volta.

 

***

 

Solita routine. La prossima vittima portava il nome di Mary Kelly, ultima della lista. La seguirono per le strade fradice, avvolti dall’oscurità della notte che aveva quasi cessato di versar lacrime. Quando la donna fu giunta dinnanzi all’uscio di casa propria, le lasciarono appena il tempo di far scattare la serratura, prima di arrivarle alle spalle e spingerla violentemente all’interno dell’abitazione, richiudendo poi la porta d’ingresso per celarne dietro l’orrore che presto avrebbero commesso. Un unico grido di disperazione fu concesso alla preda, prima che fosse violentemente privata della vita. Madame Red si portò in disparte, assistendo allo scempio del corpo della prostituta compiuto per mano dello shinigami, ora celato sotto le mentite spoglie da maggiordomo. La carne fu dilaniata, le ossa spezzate, il sangue cosparso sul cadavere schizzò su mobilio e pareti. Un sorriso sadico di pura pazzia piegava le labbra del carnefice, bagnate da macchie color carminio. Tali screziature gli insudiciavano vestiti e capelli, conferendogli un aspetto maggiormente sinistro e folle.

Inaspettatamente, la porta fu spalancata. Il cane della regina aveva fiutato il loro odore. La figura di Ciel Phantomhive comparve sull’uscio e vi rimase immobile per lo shock dovuto alla raccapricciante visione. Alle sue spalle, il fedele maggiordomo gli coprì gli occhi e lo allontanò da quell’atroce teatro di morte. Dal vicolo giunse la sua voce, calma e profonda – L’avete fatto schizzare in modo eccessivo, non è così, “ Jack lo Squartatore”?-

Grell lanciò un caduco sguardo alla compagna, prima di uscire allo scoperto e lasciarla sola, immersa tra oscurità e sangue.

- O forse dovrei dire Grell Sutcliff.-

Lei represse l’istinto di fermarlo, soffocando quel terribile presentimento che ormai da giorni la divorava dall’interno. Avrebbe voluto gridargli di non andare, di rimanere e cercare una via di fuga insieme, invece stette a guardare, mentre la sua immagine scompariva di vista e ciò che restava era il suono delle voci echeggianti per strada.

- E’ la prima volta che incontro uno come te nel mondo degli umani.- continuò il maggiordomo demoniaco.

Allora Madame Red udì quella voce acuta e sinistra che tanto conosceva, spesso celata dietro un tono timido ed innocente – E’ vero, io sono un attore…-

Si era rivelato. Grell aveva mostrato il suo vero volto a qualcuno al di fuori di lei. Si scoprì gelosa a questo pensiero e si maledì per ciò. Pazza incosciente. Cosa le era venuto in mente? Innamorarsi di uno shinigami, un Dio della Morte. Tuttavia, per quanto potesse essere razionale, non riusciva a privare il suo cuore di quel sentimento.

- …perché uno come te, che è più simile ad un dio, è diventato un maggiordomo?- domandò Sebastian.

Già…perché? Solo un espediente per attuare la propria vendetta? In fondo, Grell non le aveva mai rivelato cosa provasse realmente nei suoi confronti.

- Possiamo dire, per ora, che mi sono innamorato di una donna.-

Madame Red si sentì morire il respiro in gola. Eccola, la dichiarazione a lungo attesa. Forse posta con troppa superficialità, ma lei era la prima a sapere che, se mai quel sentimento era esistito veramente nel cuore dello shinigami, oramai si stava estinguendo, velocemente come si era acceso.

- …e chi è questa donna?-

Si fece avanti, risoluta, e ancor prima di mostrarsi esordì con tono di sfida, rivolta al demone – Puoi arrivarci anche da solo, no?-

Si portò a fianco del compagno, attendendo la reazione del nipote e del suo maggiordomo a quella rivelazione. Eppure, si sorprese nello scoprire che fin dall’inizio lei e il suo complice erano stati i primi sospettati, non incolpabili solo grazie al loro alibi perfetto. Il cane della regina e la sua “ pedina” avevano scoperto che, tra le vittime, vi erano dei fattori simili: tutte visitate nell’ambulatorio in cui la sospettata lavorava, tutte donne, tutte private dell’utero al momento della morte.

Astuti, ma Madame Red non aveva alcuna intenzione di perdere, non quel giorno, non senza lottare.

- Questa volta non perderò sicuramente!- 

Alle sue parole, Grell attaccò, sfidando il maggiordomo demoniaco e provocandolo con ripetute avance, alle quali il diretto interessato si dimostrò indifferente. Eppure, dietro a quel tono beffardo, lo shinigami celava un reale sentimento, divenuto maggiormente concreto alla vista del corpo agile e leggero di Sebastian che sembrava danzare mentre, con estrema destrezza, evitava ogni suo colpo.

Un desiderio perverso gli venne alla mente, la smodata voglia di vedere quell’affascinante demone avvolto nel cremisi, nel sangue.

In quel momento la voce di Ciel Phantomhive interruppe il filo dei suoi pensieri.

- Catturalo!-

Vide il demone inchinarsi rispettosamente dinnanzi al padrone e rispondere – Yes, my lord. –

L’ira e la gelosia lo assalirono. Non riusciva a sopportare l’idea che quella creatura così fiera rispondesse agli ordini di un piccolo umano capriccioso. Soprattutto, però, si scoprì confuso, quasi smarrito. A lungo aveva creduto di amare la donna al cui fianco si era schierato per anni, mentre ora si scopriva accecato dalla bellezza di quel maggiordomo demoniaco. Attaccò nuovamente, questa volta con maggior determinazione, riuscendo infine a mettere il nemico amato con le spalle al muro.

Nel frattempo, Madame Red aveva assalito il giovane nobile, intrappolandolo. Con una mano gli ferrava il collo, pronta a dargli il colpo definitivo con un lungo coltello impugnato nell’altra.

- Non sareste mai dovuto nascere!-

Gridò quella frase per se stessa, per infondersi coraggio e riuscire così a compiere quel gesto disperato. Ma ciò non la persuase ad affondare l’arma nel debole petto dell’amato nipote. Nell’osservarlo, la donna riconobbe gli stessi occhi di sua sorella e lo stesso viso dell’uomo che, nel profondo, non aveva mai cessato di amare.

Sebastian scattò per proteggere il proprio padrone, venendo così ferito dalla falce dello shinigami. Incurante del dolore fece per colpire Madame Red, ma ad un ordine del giovane Phantomhive fu costretto a fermarsi.

Il coltello scivolò di mano alla donna, producendo un suono acuto nel cadere a terra. Ella si coprì il volto nel tentativo di celare a sguardi esterni le lacrime copiose che le rigavano le guance. Non voleva che altri scorgessero quel suo lato debole. Non voleva che lui la deridesse.

Grell si avvicinò, lodando l’audacia del demone. Lo stimava, un rispetto che mai nessuno si era guadagnato prima di quel momento.

- Mettiti a confronto, Madame, sbarazzati di quel bambino!-

Ringhiò quell’ordine crudelmente. La trovava ridicola. Ridicolo il suo modo di pensare, ridicoli i suoi sentimenti. Tutto in quella donna aveva cessato di attrarlo. Eppure era legato a lei da una promessa e finché questa non fosse stata infranta le sarebbe rimasto a fianco.

- Non posso…- singhiozzò Madame Red.

E lui si sentì tradito.

- Questo è il mio…-

Non le lasciò il tempo di terminare le sue ultime parole. Le affondò la propria falce nel petto, squartandola. Il sangue ne ricoprì il corpo ormai inerme, steso al suolo.

- Sono così deluso, Madame Red. –

Si era rivelata falsa, eguale a tutte le altre donne. Grell si vide scorrere dinnanzi il flash back della vita di colei che un tempo aveva amato, ed ora non era che un’ ennesima vittima avvolta in una pozza punicea. Si scoprì indifferente alla vista dei momenti trascorsi insieme, quasi ne fosse estraneo. Quel sentimento rodeva per qualcun altro, ora.

- Ti ho amata, coperta del sangue degli altri, Madame Red. –

Innegabile.

- E pensare che eri una donna ridicola…-

Si avvicinò a quel corpo freddo, privandolo del cappotto rosso che vestiva. Lo indosso, gettando il proprio, per poi rivolgerle un ultimo saluto.

- Addio, Madame.-

Avrebbe portato con sé una parte di lei, l’unica donna che era stata capace di fargli battere il cuore.

Così, voltate le spalle a quel vicolo sudicio del sangue di troppi, fece per allontanarsi.

- Non è ancora finita.-

Già, il giovane Phantomhive aveva ragione. Le danze erano appena cominciate e in quel ballo Grell ed il suo amato Sebastian avrebbero ballato insieme, come Giulietta e Romeo.

Volgendo lo sguardo verso il demone, si perse per qualche istante nei suoi occhi color rubino. Quegli occhi lo avevano attratto fin dalla prima volta ed avevano rappresentato il presagio della fine. 

Lo shinigami sorrise follemente, prima di riprendere il confronto con l’avversario. I loro corpi si sfiorarono, fremettero, si irrigidirono per lo sforzo, e il Dio della Morte fu nuovamente rapito da un’euforia incontrollabile, la fiamma della passione ora più ardente che mai.

 

***

 

Vi era stato un tempo in cui Grell Sutcliff avrebbe potuto affermare di essere innamorato… di una donna. Ma ora di quel sentimento non restava che una vaga reminescenza, impossibile da obliare, marchiata con lettere porporine nel cuore di quell’essere tanto vicino ad un dio, eppure così simile ad un umano in scelte ed errori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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