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Autore: Jo_    27/12/2009    1 recensioni
The Spider Man is having me for dinner tonight. Storiella scaturita alle undici di notte. Due giovani fanciulli dispersi nel bosco sulla falsissima riga di una canzone dei Cure.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Fermo! Non ti muovere.”

“Che c’è?”

“Hai un ragno sulla spalla”

“Cristo, che schifo! Scaccialo!”
”Zitto, non urlare! Vuoi farti trovare in queste condizioni?”

Si erano nascosti sotto ad un cespuglio, nel boschetto intorno all’immensa casa sul lago.

Potevano trovarli in un qualsiasi momento.

“Quali condizioni?”
”Come quali, queste!”
Il ragazzo più grande si ripulì la faccia dalla terra con una manata e sporcò la maglietta nuova dell’altro.

“Eh no, l’ho comprata ieri! Oltre al ragno adesso anche questa!”

“Potevi rimanertene a casa tua, fighetto.”

“Si, certo, e perdere un’occasione del genere.”

Passò la mano tra i capelli dell’altro e lo attirò a sé- così si ritrovarono entrambi sdraiati sul terriccio bruno.

“Potevi farlo.”

“Mi credi davvero così stupido?”
”Hai paura di un affaretto di cinque centimetri, tanto sveglio…”

“…ti riferivi al ragno, vero? E comunque non è colpa mia, sono stato traumatizzato da Peter Parker.”

“Potevi inventare una balla un tantino più credibile, non trovi?”

Non gli lasciò la possibilità di rispondere perché in mezzo secondo l’aveva soffocato con un bacio, mozzandogli le parole sulla punta della lingua.

L’altro si appiattiva a terra sotto il peso del ragazzo più grande, ed era costretto a portare le mani sopra la testa per avere più spazio.

“Stè…non respiro…”

“Si, lo so che ti lascio senza fiato.”

“No, cretino, pesi, non riesco a respirare!”

“Oh, scusami.”

Stefano si tirò su sulle ginocchia, lasciando l’altro prendere un paio di boccate d’aria.

“Meglio?”
”Decisamente.”
”Posso…?”
”Si, si. Mi hai solo preso alla sprovvista.”

Stefano si abbassò di nuovo sull’altro, stavolta dolcemente, giocando con le sue labbra, carezzandogli il volto, lasciandogli spazio d’azione.

Spazio che l’altro non lasciò vuoto- prese la maglietta di Stefano che gli ricadeva appena addosso e la sollevò quel tanto che bastava per infilarci una mano e sentire la sua pelle morbida, la sua carne tenera di adolescente imberbe, i suoi muscoli asciutti e le sue ossa flessuose.

Erano riusciti a sfuggire alle rispettive famiglie in pausa tè nel portico con la scusa di andare a fare un giretto nel bosco- mentre in realtà si erano fermati a pochi metri per poter tenere la situazione sotto controllo.

Si conoscevano da un’intera vita, forse da due.

Non si erano mai dovuti dichiarare niente.

Un giorno si erano guardati e si erano semplicemente resi conto che erano attratti l’uno dall’altro.

Niente di eccessivamente smielato o sentimentale.

Così ogni volta che ne avevano la possibilità si nascondevano in qualche angolo e giocavano uno con il corpo dell’altro, come due bambini che smontano un giocattolo per vedere come funziona.

Stefano si sfilò la t-shirt dalla testa, restando a torso nudo, e la gettò sopra al cespuglio.

L’altro era ipnotizzato dal disegno delle sue iridi, dalla sfumatura dorata che assumevano in giornate tardo-primaverili come quella.

Forse lui era un po’ cotto, ma non poteva certo rivelarlo e rovinare tutto.

“Cos’è quell’aria spaventata? Non ti mangio mica!”
”Eh?”
L’altro si era perso in fantasticherie, con le mani sulla vita di Stefano a cavalcioni sopra di lui.

“Dico, non ho intenzione di mangiarti. Al massimo di assaggiarti un pochino”, disse sorridendo, mentre ammorbidiva il collo dell’altro.

 

  
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