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Autore: ginnyx    27/12/2009    4 recensioni
Dimenticatevi il Billie Joe che avete sempre conosciuto, perchè in realtà non è mai esistito, per lo meno non in questo modo. Il mondo di cui vi parlo io, quello dove vivo, è un po' diverso da quello che conoscete. Qui Billie Joe non ha mai pubblicato tutti quegli album, i Green Day non esistono (non ancora). L'unica cosa intatta, anche nei modi paralleli, sono i legami. Forti, indissolubili. Si potrebbe parlare del filo rosso del destino, nonostante Billie Joe sia in manicomio
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mental

Mental

 

Quanta neve era scesa,

tanta tanta.

Era bianca come la sua stanza,

fredda come l’ambiente in cui si trovava.

Illuminata dal sole mattutino,

come luccicava!

Voleva toccarla, voleva impossessarsene.

Bastava solo allungare la mano e aprire la finestra.

Peccato che la sua stanza ne fosse sprovvista.

 

Questo posto è enorme, stranamente enorme per essere un manicomio.

Ci sono molti malati mentali, proprio come Gideon…

No basta non sono venuta qua per abbandonarmi ai ricordi, sono venuta qui per capirli.

Il dottore che ha il compito di accompagnarmi ha degli strani capelli platinati, ma sa il fatto suo. Mi spiega che il mio primo paziente come specializzando sarà un giovane ragazzo americano di nome Billie Joe Armstrong affetto da cleptomania e allucinazioni.

Cleptomania: disturbo mentale nel quale il paziente si trova vittima di impulsi irrefrenabili: non riuscirà a controllare la voglia di impossessarsi di oggetti vistosi, luccicanti o preziosi.

Allucinazioni: l'allucinazione riscontra uno stimolo esterno che non esiste assolutamente. Ad esempio una persona sente una voce, senza che vi sia uno stimolo sonoro.
Nel caso di un'allucinazione visiva, esso ripropone un'immagine sovrapposta allo sfondo reale esistente, e poiché questo meccanismo è inconsapevole, il soggetto non ha motivo di non credere che sia reale, parliamo quindi di un realismo sensoriale, forma primaria di conoscenza, la quale dà per scontato l'attendibilità della percezione sensoriale. L'allucinazione può adempiersi come risposta a una condizione emotiva di desiderio o angoscia.

Ricordo tutto perfettamente dall’università di psichiatria. Quello che devo scoprire è la causa della malattia e, possibilmente, trovare una cura che possa allietare il paziente.

Mpf…

Tutte chiacchiere, loro non cercano di capire davvero.

Se ne fregano, come hanno fatto con lui.

Per loro sono come animali, cavie da laboratorio. Non persone umane.

Mi sto innervosendo e gli sguardi del dottore “Ken” non mi aiutano.

Così entro nella stanza del paziente. Scommetto che è bianca, come tutto qui dentro del resto. Apro la porta seguito dall’uomo che mi presenta a quello che sarà la mia “cavia”.

Io sto dietro di lui e aspetto, sembra che il ragazzo non voglia ascoltarlo. Come dargli torto, con la voce baritonale che si ritrova! Solo quando il dottore si sposta fuori dalla stanza sbuffando, mi accorgo di lui.

Una macchia di paradiso in quell’inferno di bianco.

 

È lì, fermo, immobile.

Fissa degli oggetti sparsi sul pavimento.

Un paio di orecchini arrugginiti, un braccialetto alquanto vistoso, per i miei gusti, e tanti altri oggetti che facevano parte della sua “collezione privata”, come l’aveva definita il dottor Queer. Quel comportamento è pienamente lineare con il profilo di un cleptomane, lo è anche lo sguardo soddisfatto che rivolge al suo bottino, assolutamente da manuale.

Si, un normale cleptomane.

Continuo a ripetermelo, ma c’era qualcosa che non mi convince. Ci deve essere qualcosa di strano in quel ragazzo.

Me lo sento.

Comincio a esaminare la stanza con lo sguardo alla ricerca di qualcosa che può aiutarmi a capire quel ragazzo ormai abbandonato perfino dalle infermiere che hanno smesso di tentare di capirlo.

Bastarde.

Io sono una Blackwood. Non mi arrendo, se voglio qualcosa lo ottengo.

Nient’altro.

 

La stanza è bianca le uniche cose di un colore diverso erano il ragazzo e i suoi “tesori”.

Non c’è niente, niente di personale.

Non una foto, non un fiore.

Questo ragazzo non ha nessuno.

Che amarezza, alla fine ci assomigliamo.

L’unica cosa che ci distingue e che io vivo fuori, all’aria aperta,

mentre tu rinchiuso in una stanza bianca senza finestre dove non tolgono neanche la polvere sotto al letto! Un attimo…

TROVATO!

Solo adesso mi accorgo che in mezzo a tutto quello sporco c’è qualcosa: una chitarra di un blu spento con le corde spezzate.

Che strano…

È tutta logora e sporca ma non era per niente vistosa o luccicante.

Forse c’è una speranza.

 

 

 

 

:::::::::::::::::angolino della squinternata:::::::::::::::::::

Allora, innanzi tutto non chiedetemi da dove mi è uscita questa storia, vi basti sapere che il video di Basket Case può nuocere alla salute.

Scommetto che non avrete capito niente da questo primo capitolo ma fatevi forza!

Ce ne saranno degli altri!!!(è una minaccia questa?ndBJ) tu zitto e torna a fare il cleptomane visionario! (e noi invece???ndMike&Trè) oh miei cari non preoccupatevi tra poco apparirete anche voi! EHEHEHE (ok, iniziamo a preoccuparci ndGD)

Tralasciando i miei deliri… cosa ne pensate???

Pensate che dovrei esserci io al posto di B (=Billie Joe) in quella clinica? (mi pare un ottima idea!!!ndBJ)

Oppure questa storia così sconclusionata vi ha fatto così pietà che proverete a seguirla? (non farti troppe speranze, è impossibile!!!ndBJ)

I commenti belli, brutti, buoni o cattivi (non è la fine ndBJ_in_versione_Vasco_Rossi) -.-‘’ sono apprezzati…

Detto questo vi saluto e vi auguro…

BUONE FESTE!!!

Un commentino me lo fate????

   
 
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