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Autore: Mrs C    28/12/2009    3 recensioni
Forse, la mezzanotte e un minuto del 25 dicembre di quell'anno non l'avrebbe passata a piangere. Quando una tragedia, dopo tanti anni, riesce a trasformarsi in un sogno...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Retasu Midorikawa/Lory, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mezzanotte e un minuto

Mezzanotte e un minuto del 25 dicembre



Retasu aveva imparato a convivere con il fatto che lei sarebbe stata l'ultima del gruppo in tutti i casi. Non che non facesse la sua parte, anche durante le battaglie contro gli alieni combatteva con tutte le sue forze. Ma non era mai abbastanza, alla fine erano sempre le sue amiche a salvarla, lei non riusciva mai a fare niente se non cacciarsi nei guai o nei pasticci. Cosa sarebbe successo se fosse improvvisamente scomparsa? Non penso proprio che sentirebbero la mia mancanza, pensò la ragazza con un sorriso amaro ed un sospiro affranto. Forse doveva smetterla di fare certi pensieri proprio la sera di Natale. Non che lo festeggiasse, odiava quel giorno, e tutta quell'aria di festa proprio non faceva per lei... anzi, a ben guardare la rendeva ancora più triste e sconsolata. Oh, basta, devo smetterla! Scuoté la testa, prendendo una sedia e posandola con delicatezza sopra il tavolo del Caffè. Ryou aveva deciso di chiudere il locale per qualche giorno, in vista delle vacanze di Natale così eccole lì, tutte a fare le pulizie per lasciare lindo e pulito il locale: avrebbero faticato sicuramente di meno al ritorno.

Ichigo spostò una pila di piatti fino alla cucina saltellando contenta. A quanto le ragazze erano riuscite a scoprire, quel pomeriggio del 24 dicembre la ragazza aveva un appuntamento segreto con il suo ragazzo, Masaya-chan come l'avevano soprannominato loro. Minto, Purin, Zakuro e Berry avevano organizzato una specie di complotto a cui Retasu aveva gentilmente omesso la sua partecipazione. Passare la vigilia di Natale a pedinare Ichigo e il suo ragazzo era allettante ma quella sera non sarebbe stata una serata normale. Quella sarebbe stata una pessima serata e lei non aveva voglia di andare in giro a bighellonare perciò aveva balbettato una scusa a cui le sue amiche non avevano abboccato, questo lo sapeva anche lei ma aveva fatto finta niente con il suo solito sorriso dolce sulle labbra. Sapeva che doveva parlarne, almeno alle sue amiche ma era una cosa troppo personale per poterlo dire così, in una giornata di festa come quella. Avrebbe fatto scomparire la gioia a tutti e non voleva che accadesse.

Sospirò per l'ennesima volta prendendo in mano cinque o sei bicchieri e dirigendosi a passi lenti verso la cucina. Lì, nel locale sentì la voce di Ichigo urlare che stava uscendo e qualche altra parola che non riuscì a capire poi ci fu un trambusto generale e quelle, immaginò Retasu, dovevano essere le altre ragazze che seguivano fuori la prima. Rise fra sé e sé, riponendo i bicchieri nella mensola e pensando che Ichigo le avrebbe sicuramente scoperte prima della fine della serata: succedeva sempre così.

«Retasu-chan? Che ci fai ancora qui?»

In un secondo, quei pochi bicchieri che le erano rimasti in mano finirono a terra, in un rumore frastornante e tremendamente familiare. La ragazza si maledisse sottovoce: perché davanti a lui doveva sempre fare queste figure? Piegandosi su sé stessa, per raccogliere i cocci, alzò lo sguardo incontrando le sue pupille azzurre. Arrossì, e abbassò gli occhi, tentando di mettere insieme una frase concreta per non risultare un'analfabeta agli occhi di Ryou... ma quello che ne uscì fu un balbettante tentativo di mettere insieme quattro parole. Malamente riuscito, tra l'altro.

«S-Shirogane-san... ecco, io... stavo mettendo a posto i bicchieri solo che mi hai presa alla sprovvista... cioè non che io non sia felice di vederti qui però...» Resasi conto della faccia sorpresa di Ryou e della sua affermazione si affrettò ad aggiustare il tiro, scuotendo la testa e agitando le mani. Ma questo ebbe solo l'effetto di farlo risultare ancora più divertito dalla sua reazione. «N-non nel senso c-che pensi intendevo dire che... cioè... nel senso che... oddio ho rotto i bicchieri!»

Con la coda dell'occhio vide le labbra di Ryou piegate in un ghigno divertito, le spalle allo stipite della porta con le braccia incrociate e un piede appoggiato sull'anta dell'entrata. Le venne da pensare che, in quella posizione che assumeva spesso era tremendamente sexy.

«Aia!»

Ecco, questo perché mi metto a pensare a certe cose mentre raccolgo i pezzetti di vetro, che stupida.

Guardò le goccioline scivolare giù dall'indice sinistro con una faccia strana, quasi evocativa. Sangue... sangue significava morte... morte significava Re-chan...

«Re-chan...»

Un sussurro. Un debole, sussurro. Era diventato solo questo...

«Retasu-chan? Retasu-chan ci sei?»

E la voce di Shirogane-san è così lontana.

«La stiamo perdendo! Kei-chan la stiamo perdendo!»

«Mi-kun, il battito è assente! Non lo trovo!»

«Vi prego salvatela! Re-chan! Re-chan, ti prego svegliati!»

«... Kei-chan... ora del decesso?»

«No... Re-chan, no!»

«Mezzanotte e un minuto del 25 dicembre.»


«Re-chan, no! No!»

Il motivo per cui Retasu non festeggiava il Natale era solo uno ed era molto semplice: non si può celebrare una festività se la persona più importante della tua vita è morta proprio quel giorno.

Retasu lanciò un flebile grido prendendosi la testa fra le mani, sconvolta.

Raramente ricordava quell'episodio della sua infanzia ma quando lo faceva il suo corpo veniva scosso da tremendi singhiozzi e tremiti, quasi stesse vivendo un incubo ad occhi aperti. E, forse era davvero così.

«Re-chan...»

Altre lacrime, altro dolore.

«Retasu-chan, per l'amor di Dio, che ti prende? Retasu!»

La ragazza spostò lo sguardo allucinato sugli occhi azzurri e preoccupati del ragazzo. Abbassò gli occhi, cercando di riprendere il controllo di se stessa. Aveva un forte mal di testa e non riusciva a mettersi in piedi.

«Re-chan... chi... chi è Re-chan?»

Domandò Ryou con una voce piatta e leggermente tremula.

Retasu ebbe la forza di guardarlo negli occhi per dargli la risposta. Non sapeva nemmeno lei perché glielo stava per dire. Forse per la reazione che aveva avuto lei... si sentiva in colpa verso di lui per averlo fatto assistere ad uno spettacolo quasi raccapricciante, secondo lei.

Le lacrime le rigarono le guance, nuovamente facendo irrigidire il ragazzo davanti a lei.

Strinse i denti, cercando di controllare la sua voce ma non ci riusciva. Era stanca di fingere.

«Reika... era mia sorella.»

Ebbe un tremito involontario che fece sussultare entrambi. La ragazza sentì una stretta intorno al cuore, sempre più forte ogni secondo che passava. Alzò gli occhi notando uno strano luccichio in quelli del ragazzo. Cercò di sollevarsi, aiutata dalla stretta gentile di Ryou che non accennava a dire neanche una parola. Voleva che fosse lei a parlare, se avesse voluto.

Forse fu in quel momento che decise. Forse, con Ryou ne avrebbe potuto parlare.

Lui s'era rivelato così gentile con lei... sapeva bene ch'era solo perché lei era la più debole del gruppo, non s'era mai illusa che fosse per qualcos'altro, ma in tutti i casi era stato molto gentile con lei.

Forse poteva fidarsi... forse poteva parlare con lui.

«Mia sorella è morta q-quando avevamo otto anni... ed è stata t-tutta colpa mia.»

Lo disse quasi in un sussurro ma Ryou fu in grado di percepirne la nota triste della sua voce. Retasu dopo quella confessione non capì più nulla. Si ritrovò tra le braccia del ragazzo che amava da tempo e lui la stringeva contro il suo petto vigoroso, come a volerla proteggere. Lo sentiva tremare, le sue mani da pianista sfiorarle i capelli e la fronte premuta contro il suo capo. La ragazza pensò di stare per svenire in quel preciso ma fortunatamente il ragazzo la lasciò appena in tempo perché non succedesse.

Le prese una mano, recuperando i loro giubbotti da sopra una sedia e trascinandola fuori dal locale senza che lei potesse opporre resistenza.

«Shirogane-san, dove stiamo andando? I-il locale, dobbiamo sistemare il...»

«Ah, lascia perdere. Voglio farti vedere una cosa.»

La protesta della ragazza fu stroncata sul nascere dal proprietario stesso del locale che fece un ampio gesto della mano facendola zittire immediatamente dalla vergogna.

Ma dove vorrà portarmi?

Non dovette aspettare molto per ricevere una risposta. Persa in chissà quali pensieri non s'era accorta che Ryou s'era fermata già da qualche secondo. Oltre la sua schiena s'estendeva il mare. L'aveva portata al mare... ma perché?

Il ragazzo le lasciò andare la mano, fermandosi a pochi passi dalle onde.

«Tua sorella è morta in mare... vero?»

Retasu ebbe un sussulto e sgranò gli occhi. Come diavolo faceva a saperlo? Lei non aveva mai detto a nessuno di questa storia. Nessuno sapeva che aveva una sorella né tanto meno che fosse morta in mare. Ryou invece era sicuro di ciò che diceva...

«Ecco perché hai sempre avuto paura dell'acqua... che stupido avrei dovuto capirlo che c'era qualcosa sotto.»

Retasu alzò gli occhi, notando le nocche strette a pugno del ragazzo davanti a lei.

Sembrava stesse parlando più con se stesso che con lei, come se si stesse prendendo la colpa per qualcosa che non riusciva a comprendere.

«S-stavamo giocando...» Sussurrò Retasu stringendo le labbra « poi è a-arrivata un'onda... io s-sono riuscita ad uscire. » La vista le si appannò di nuovo, impedendole di avere una visuale chiara di ciò che stesse facendo il ragazzo.

Ma gli occhi puntati su di lei, quelli riusciva perfettamente a sentirli. Erano come una lama che la trapassava. Una lama che le procurava un calore disumano.

«Lei no. E... e q-quando l'hanno t-tirata fuori era t-tardi.»

In quell'ultima frase scoppiò letteralmente a piangere, prendendosi la testa con le mani. Quella storia era tremenda da raccontare ma mille volte di più era tremenda da vivere.

«Retasu-chan...»

La ragazza alzò lo sguardo, notando la voce quasi fredda del giovane. Sgranò gli occhi quando lo vide entrare in acqua, dopo essersi tolto tutto ciò che aveva addosso tranne i pantaloni. L'acqua era in tempesta, quel giorno. Le onde s'intravedevano da lontano, pericolose come quel giorno. Retasu avanzò di qualche passo, con il cuore che batteva a mille per la paura.

«S-Shirogane-san torna qui per favore. E' pericoloso stare in acqua con questo tempo!»

Il ragazzo non l'ascolto nemmeno, immergendosi sotto le onde fredde del mare.

Non riemergeva. Erano passati già trenta secondi e non riemergeva.

Era tutto troppo uguale a quel maledetto giorno. Le lacrime presero a scorgere dagli occhi per poi caderle lungo le guance. Aveva paura. Aveva maledettamente paura.

Il nero dei mari era inquietante. Nonostante ora avesse imparato a nuotare non era mai entrata in acqua con quel tempo. Eppure qualcosa le diceva di gettarsi in mezzo alle acque...

No, non posso permetterlo ancora.

Lanciò gli occhiali a terra e si tuffò in acqua senza minimamente pensare a trasformarsi. Questa volta avrebbe dovuto farcela da sola, senza l'aiuto di Mew Retasu.

Spalancò gli occhi, muovendo le braccia come se stesse nuotando anche se in realtà era sballottata da una parte all'altra dalla forza delle onde.

Le pupille bruciavano, non riusciva a distinguere niente con il buio dei mare e l'aria iniziava a mancarle. E Ryou... non riusciva a trovarlo. Forse era stato risucchiato in una tromba d'acqua ed era già...

No, anche lui no. Ryou...

Scrollò il capo, togliendosi immediatamente quel pensiero dalla testa. Se Shirogane-san fosse morto, beh quella volta sarebbe morta anche lei.

Perché io non posso stare senza di lui.

Riaprì gli occhi, nuotando più velocemente e cercando Ryou fra le alghe, fra i pesci e fra il buio che contraddistingueva per loro. Poi, qualcosa. Il suo cuore fece una capriola, nuotando più velocemente che poteva per avvicinarsi. Spalancò gli occhi ancora più di prima, allungandosi e prendendo Ryou per una mano. Lo circondò con le braccia, ringraziando il cielo di averlo trovato e poi, con tutte le forze che le erano rimaste trascinò entrambi in superficie e successivamente fuori dall'acqua.

Retasu si lasciò cadere sulla spiaggia, tossendo per aver bevuto acqua marina e per il poco ossigeno che era riuscita a catturare prima di buttarsi in mare.

Aprì gli occhi, avvicinandosi al ragazzo accanto a lei, gattonando. Lui no. Lui non aveva aperto gli occhi.

«Shirogane-san... S-Shirogane-san!»

Si asciugò gli occhi, che avevano ripreso a lacrimare e si chinò su di lui. Pregò con tutta se stessa di riuscirci. Di trasmettere un po' del suo potere a quel ragazzo che aveva capito ormai di amare. Non era corrisposta ma... ma se fosse riuscita a salvarlo sarebbe stata contenta lo stesso.

«Shirogane-san...»

Poggiò le sue labbra fredde su quelle del ragazzo, pregando che il suo potere riuscisse a scorrere nelle sue vene... ma non c'è ne fu alcun bisogno.

Le labbra del giovane si schiusero, approfondendo quel bacio che all'inizio era dolce e casto. Sì, proprio come Retasu. La ragazza si sentì sollevare dalle forti braccia del giovane, facendo aderire le sue mani al petto vigoroso e caldo del ragazzo. Aprì gli occhi di scatto trovandosi a navigare nelle pozze azzurre di Ryou.

Era vivo. Stava bene.

Si allontanò da lui, mentre calde lacrime le rigavano le guance.

«Sei uno stupido... pensavo che... pensavo che stessi per... Dio, pensavo che... »

Ryou le posò un dito sulle labbra facendola arrossire e zittire al tempo stesso.

Le accarezzò una guancia, sfiorandole il il viso con le labbra. Ad ogni centimetro che toccava, Retasu arrossiva ogni volta di più. Stava per perdere i sensi, lo sentiva.

«Non è stata colpa tua.» La sua voce si fece sicura e roca «Reika è stata sfortunata. Il mare è insidioso Mew Retasu, lo sai anche tu.»

Retasu strinse la maglia di Ryou, tremando e singhiozzando.

«Diamine, eri solo una bambina...» Continuò Ryou alzando un po' il tono della voce. Retasu alzò gli occhi, incrociando le sopracciglia corrucciate del ragazzo. Le accarezzò una guancia, baciandole le labbra castamente.

«Tu mi hai salvato. E avresti salvato anche Reika se fossi stata forte come lo sei ora.»

Retasu scoppiò in lacrime, imbarazzata e si gettò fra le braccia del ragazzo davanti a lei. Pianse per minuti... per ore forse, ma Ryou non disse nulla se non accarezzarle la testa e sussurrarle che non era colpa sua.

Mentre il sole tramontava, le lacrime di Retasu smisero di cadere, asciugate dalle amorevoli cure del ragazzo.

«N-non ho mai più festeggiate il Natale... p-perché lei se n'è andata q-quel giorno.»

Retasu alzò gli occhi, imbarazzata su quelli splendenti e determinati del ragazzo.

«V-vuoi passare questo giorno con me, Ryou?» Domandò titubante la giovane.

«Oh, non lo so. Forse...» Borbottò divertito il ragazzo ricevendo in cambio un colpetto sulla spalla da Retasu che scoppiò in una risata cristallina.

Ryou le tirò buffetto sul naso, facendole la linguaccia.

«Sciocchina, certo che lo passo con te.» Disse sorridendo.

Retasu sorrise, arrossendo e abbracciò il ragazzo ridacchiando.

Forse, la mezzanotte e un minuto del 25 dicembre di quell'anno non l'avrebbe passata a piangere.


Intanto...


«I-Ichigo-chan... ehm, come te la passi?»

«Che accidenti ci fate voi qui?!»

«Oh, non te la prendere I-chan, abbiamo solo voluto vedere come ve la passavate tu e Masaya-chan.»

«Ma-Masaya-chan?»

«Sì, noi è così che ti chiamiamo.»

«Come sei spudorata, Za-san!»

«Basta, vi prego, ragazze! Per favore!»

«Ma è il mio appuntamento questo!»

«Ora è anche il nostro!»

«Oh, vi pregooo!»


In fondo, Retasu l'aveva detto: Ichigo le avrebbe sicuramente scoperte prima della fine della serata: succedeva sempre così.



Spazio pseudo-scrittrice folle


Oh santa pace. o.o

Non avrei mai immaginato che avrei scritto una cosa del genere. Iniziavo dal principio... volevo spiegare in modo differente come mai Retasu-chan avesse paura dell'acqua o almeno perché non volesse più entrarci così è nata Reika, un'ipotetica sorella gemella della protagonista, morta proprio in mare.

Lo so, non è il massimo essendo in periodo di Natale, ma io odio il Natale perciò ci calzava a pennello. Peccato che a me non sia successo come Retasu altrimenti sarei stata più che contenta di festeggiare il Natale... comunque! Lo so, dovrei scrivere il capitolo dell'altra mia fic ma non sono riuscita a trattenermi dopo aver visto due o tre video su questa coppia che adoro. Ne approfitto per augurarvi buone feste e buon Natale anche se in ritardo. E buon 2010, ovvio. Ora mi dileguo prima che mi prendiate a pomodorate. Spero di aver tenuto gli IC dei personaggi sempre attivi, in caso contrario fatemelo sapere. Un bacio a voi tutti, asta la vista.


Disclaimer: i personaggi, tranne Reika, non sono miei ma della Sensei Mia Ikumi e della Sensei Reiko Yoshida di chi ne detiene i diritti. Questa fic non è scritta a scopo di lucro ma semplicemente per un mio sfizio personale, indi per cui non violo nessuna legge copyright. Bye e grazie per aver letto la mia storia. Sempre che l'abbiate letta e non vogliate prendermi a pistolettate in faccia. xD


_Lily_

   
 
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