Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Yvaine    29/12/2009    2 recensioni
Himawari non è una ragazza sola! Parla con tutti, è molto amichevole. Piace a tutti… …Himawari sta bene così. Vicina, ma inesorabilmente lontana da ciascuno. Divisa dal mondo da un muro invalicabile. Sto bene così.
[missing moment dopo il capitolo 118]
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Himawari Kunogi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Grazie al mio Beta*Star (big come sempre XD) e a Mistral ^^


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Livin' under a glass



Una giornata d’Inverno. Una giornata uguale a tutte le altre.
Indosso la mia divisa scolastica ed esco di casa.
Qualcosa mi cade morbidamente sulla testa, tanto che a stento lo sento. Mi guardo intorno e mi accorgo che ogni cosa è ornata di bianco.
Nevica.
Mi fermo qualche istante ad osservare i fiocchi di neve che delicatamente si posano a terra: è uno spettacolo fantastico.
Non fanno rumore, si adagiano uno sull’altro, quasi a scaldarsi.
Ma, se realmente si scaldassero, morirebbero: possono stare uno vicino all’altro, possono sfiorarsi, ma non più di così.
Mi assomigliano, ma il destino che mi incatena è forse peggiore.
Non posso nemmeno toccare le persone a cui voglio bene. Più provo affetto per qualcuno, più devo, voglio, stargli lontana.
Devo essere come la neve, cadere in silenzio, confondermi con tutti gli altri senza lasciare traccia di me.
Sciogliermi e scivolare via.
Chissà cosa potrebbe accadere altrimenti a chi mi sta a cuore.

Ma va bene così!
Sorrido al nulla davanti e dentro di me.
Himawari non è una ragazza sola! Parla con tutti, è molto amichevole.
Piace a tutti…
Il sorriso di spegne lentamente, mentre abbasso la testa e lo sguardo.
…Himawari sta bene così.
Vicina, ma inesorabilmente lontana da ciascuno. Divisa dal mondo da un muro invalicabile.
Sto bene così.

Mentre contemplo la neve e lo spettacolo meraviglioso che mi offre nel suo candore, vedo qualcuno appena fuori dal cancelletto che delimita il piccolo giardino di fronte a casa mia. È un volto che conosco molto bene.
Mi tende la mano e piano piano sussurra:
“Per me è stata davvero una fortuna averti incontrata”.
Sorride.


Lentamente apro gli occhi e mi accorgo di essere nel mio letto, al caldo sotto una leggera coperta.
Il sole primaverile penetra attraverso la finestra.
Mi alzo strofinandomi piano gli occhi e guardo il mio viso assonnato riflesso nel vetro della finestra.
Era un sogno.
Lo era, ma non completamente.

Non posso dimenticare le parole che mi sono state rivolte, non posso dimenticare chi le ha pronunciate.
Ho pensato spesso a come una frase possa penetrare nel profondo di una persona, come possa influenzare fortemente il suo essere.
Per questo credo che ognuno sia responsabile di quello che dice.
Una frase, od una semplice parola, possono legare indelebilmente due persone al significato specifico che ciascuno di esse gli dà, anche se spesso non si ha consapevolezza di quanto peso possano avere le parole che si pronunciano.

Nonostante sia passato un giorno intero, ancora sento gli occhi caldi se ripenso a quel che mi ha detto.
Una fortuna?
Incontrare me, la dea degli avvenimenti nefasti?
Non posso crederci, ma so che ha parlato sinceramente, che ci crede, e questo mi riempie il cuore di un sentimento caldo, così caldo che brucia.
Io che in tutta la mia vita non ho fatto altro che camminare su vetri rotti, calpestare esistenze e deviarle con la mia influenza malsana. Io, ho trovato qualcuno che non scappa.
Qualcuno che non mi odia e allontana.
Qualcuno che mi accarezza come una ventata di aria fresca.

…ma lo merito?
No.
Non ho fatto niente per meritarlo, esattamente come non ho fatto niente per avere la sfortuna di nascere ed infliggerla agli altri.
Tuttavia, come è mio dovere vivere per rispettare i miei genitori, è mio dovere anche restare al suo fianco?
Dovrei rispettare la sua scelta, o scomparire dalla sua vita per salvarlo?
Ferirlo, e ferire me stessa… calpestare ciò che desidera, e ciò che io stessa voglio…

Nonostante mi ponga questi interrogativi, so di aver già scelto.
Non sono in grado di tenerlo lontano, non di mia iniziativa e contro la sua volontà.
Sono una miserabile egoista, ma voglio tenerlo accanto a me e pregare in silenzio di non provocare la sua morte.
Non so immaginare destino peggiore a cui condannarlo con le mie stesse mani, ma non posso aspettarmi altro dalla persona che sono… sovrana della sfortuna e decadenza, non sono in grado di fare altro che votare me stessa alla speranza che almeno lui si salvi.


   
 
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