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Autore: dina    29/12/2009    4 recensioni
Una prigione oscura.. uomini reclusi, incatenati fin nell'anima.. una donna che restituirà loro la speranza e che cambierà le loro vite per sempre.. [..] -E' proprio per questo che ho deciso di venire ad insegnare qui.. perchè l'arte è libertà.. libertà dell'anima, della mente, del cuore.. quando dipingi non ci sono muri che tengano, con il pennello in mano sei invincibile..- guardò tutti gli altri -io sono qui per liberarvi.. non posso liberare i vostri corpi, ma le vostre anime vagheranno in cieli senza nuvole.. o in boschi sempre verdi.. o in qualsiasi posto voi vorreste essere.. perchè l'arte è libertà- [..]
Genere: Romantico, Suspence, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Mangiamorte | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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o

Guardò intimorita l'enorme maniero, il vento era violento, ed era come se volesse avvertire e mandar via chiunque provasse a entrare in quel luogo di torture e sofferenze, ma anche di pazzie e sangue.

Grosse nubi nere erano poste sopra di esso e l'acqua intorno all'isolotto era scura come la notte.

Si strinse nel mantello e si costrinse ad entrare nel grosso portone, si avvicinò ad un bancone, dove un uomo sulla quarantina leggeva il giornale.

-Salve, sono Ginevra Weasley e sono qui per..-

-Lasci pure qui il documento e la bacchetta, John l'accompagnerà in aula- la interruppe l'uomo senza nemmeno guardarla.

-Va bene- guardò arrivare un secondo uomo, castano sulla quarantina, e fece come aveva detto.

-Signorina Weasley, sono John Mattews.. si sposti verso il muro così che io possa controllare se è tutto apposto- le disse gentilmente.

-Certo- si spostò e John con la bacchetta controllò che non avesse chiavi o passaporte.

-E' okay, mi segua- percorsero un lungo e grigio corridoio, poi con una chiave aprì una grossa porta blindata, che richiuse dietro di lei.

Dopo qualche metro aprì un cancello e la condusse in un altro corridoio, dove in entrambi i lati vi erano delle celle, il corridoio dove c'erano i detenuti.

Si sentivano urla e commenti sgradevoli al suo passaggio, cosa che la mise tremendamente in soggezione, forse avrebbe dovuto ascoltare suo fratello Ron e rifiutare quel lavoro. Forse..

-Ehi tesoro, vieni qui..- disse una voce.

-No, vieni da me..- esordì un'altra.

-Ma che stai dicendo Dolov, quella è una Weasley..-

-E' ugualmente un bocconcino niente male..-

Ginevra si strinse nel mantello cercando di non far caso agli sguardi e ai commenti che i prigionieri facevano attraverso le inferriate.

-State zitti- venne in suo soccorso John e lei lo guardò grata.

Ad un paio di celle di distanza notò un paio di mani sporte nelle sbarre, nella sinistra vi era un anello d'argento con un simbolo che non riconobbe, e teneva una sigaretta mezza consumata, e lo faceva con una noncuranza che la colpì.

Quale uomo riusciva ad essere così tranquillo ad Azkaban?

Quando fu vicina cercò di guardare all'interno, ma la penombra le impedì di distinguere il proprietario di quelle mani, quindi fu costretta a passare oltre.

L'uomo la portò in una grande stanza impolverata, con delle sedie ed una mezza dozzina di banchi consunti e vecchi.

-Mi spiace Signorina, questo è il massimo che abbiamo- sembrava davvero dispiaciuto.

-Non si preoccupi, andrà più che bene-

-Io sono qui fuori, se ha bisogno non esiti a chiamarmi-

-La ringrazio- l'uomo uscì dalla stanza.

Ginny si tolse il mantello e si rimboccò le maniche, uscì dalla sua valigetta una pezza ed il detersivo e, dopo aver spalancato le due finestre, cominciò a pulire con cura i vari oggetti.

Non appena ebbe finito, prese il mocio consunto che le avevano messo a disposizione e riempì un secchio d'acqua e detersivo per i pavimenti, cercò di lucidare e disinfettare il marmo consunto.

Molto tempo dopo, quando la stanza profumava di pulito, sistemò i mobili come una vera classe e, dopo aver lavato un vaso verde vi mise dei fiori.

Uscì i telai, spargendoli nella stanza, poi unì tre banchi al centro e mise i colori, sparse le tavolozze ed i pennelli.

Si diede una sistemata ed aprì la porta per chiamare John -può farli venire, è tutto pronto..- l'uomo annuì e sparì per qualche secondo.

Ginevra lasciò la porta aperta, aspettò impaziente l'arrivo dei detenuti, che entrarono ad uno ad uno, incatenati ai polsi.

Fece un veloce calcolo e ne contò nove, fece loro segno di accomodarsi e si presentò -salve a tutti, io sono Ginevra Weasley.. sarò la vostra insegnante, o meglio tirerò fuori l'artista che c'è in voi..- fece un sorriso forzato e vedendo che nessuno disse nulla parlò -per cominciare vorrei sapere i vostri nomi.. cominciamo da te..- indicò un uomo moro -come ti chiami?-

-Blaise Zabini- rispose quello atono.

-Piacere di conoscerti Blaise.. poi chi abbiamo?- le presentazioni proseguirono fino ad arrivare ad un uomo biondo dalla barba incolta.

Lo guardò attentamente, seppur sporco, con la barba, i capelli scombinati e degli abiti dozzinali, l'uomo emanava un aura di eleganza e la sua avvenenza era ben distinguibile.

Ma la cosa che la colpì fu il suo atteggiamento, non sembrava stanco o disilluso come tutti gli altri, sembrava.. solo annoiato. Notò nella sua mano l'anello che aveva visto poco prima.

E' lui l'uomo con la sigaretta..

-Io sono Draco Malfoy.. e non ho intenzione di ascoltare le tue idiozie Weasley- disse freddamente.

Draco Malfoy.. ?!

-Come ti permetti..?!- esclamò John.

-Stia tranquillo Signor Mattews, se il Signor Malfoy non vuole assistere alle mie lezioni è libero di andarsene..- lo interruppe pacata lei.

-Libero?! In questo posto non esiste quella parola..- la rimbeccò il biondo.

-E' proprio per questo che ho deciso di venire ad insegnare qui.. perchè l'arte è libertà.. libertà dell'anima, della mente, del cuore.. quando dipingi non ci sono muri che tengano, con il pennello in mano sei invincibile..- guardò tutti gli altri -io sono qui per liberarvi.. non posso liberare i vostri corpi, ma le vostre anime vagheranno in cieli senza nuvole.. o in boschi sempre verdi.. o in qualsiasi posto voi vorreste essere.. perchè l'arte è libertà- tornò a guardare il biondo -e se qualcuno non vuole assistere alle lezioni può anche andarsene- l'uomo non rispose.

-Allora possiamo cominciare.. le prime opere su tela risalgono al XV secolo nei Paesi Bassi, si trattava però di dipinti senza imprimitura.. qualcuno sa cosa vuol dire imprimitura?- nessuno rispose -l'imprimitura è la preparazione del supporto pittorico, consiste nel primo strato di materia che viene applicato sulla tela..- vide i loro sguardi persi, quegli uomini avevano bisogno di vivere, non di imparare la storia -oh al diavolo.. prendete un pennello ed i colori e dipingete ciò che vi piace..-

Gli uomini eseguirono e, con non poca fatica dato che erano incatenati, iniziarono a spennellare.

Man mano che passava il tempo lei osservava i loro lavori, notò che tutti dipingevano il solito paesaggio, il mare con il sole ed una barca.

Ci vuole un cambiamento drastico..

Dopo quasi due ore la donna si complimentò con tutti e li salutò -ci vedremo dopodomani..- aspettò che la guardia li riportasse nelle loro celle ed uscì.

Una volta uscita e percorso il lago con una barca, si smaterializzò a casa e si sedette stanca nel divano.

Ma naturalmente in casa sua le parole silenzio e discrezione non esistevano, quindi non appena la videro tutti quanti la sommersero di domande sul suo nuovo lavoro.

-Si sono comportati bene?-

-Com'è andato il primo giorno?-

-Com'è Azkaban?-

-Vi prego, lasciatemi respirare!- sospirò -si, si sono comportati benissimo.. il primo giorno è andato alla grande e, Fred, Azkaban è come me la sono sempre immaginata, grigia e triste-

Rispose a qualche altra domanda e poi si ritirò nella sua stanza, si cambiò e si mise a letto, pensando a come far emergere la personalità dei suoi nuovi allievi.

Le venne un'idea che avrebbe aiutato molto e che avrebbe attuato l'indomani stesso..

Si svegliò alla buonora e si vestì, bevve al volo un caffè e si smaterializzò al Ministero della Magia.

Tutti la salutarono con rispetto, e lei rispose ai saluti, anche se non aveva mai visto nemmeno la metà di quelle persone.

-Jill, dì a mio fratello che devo parlargli, per favore- disse alla segretaria, la donna annuì e sparì nell'ufficio del ministro. Tornò cinque minuti dopo e le disse che poteva accomodarsi.

Entrò e vide suo fratello indaffarato a scrivere una lettera, si sedette nella poltrona di fronte alla sua scrivania -ciao Percy-

-Ginny.. vuoi lasciare il tuo lavoro?- chiese senza nemmeno guardarla.

La donna alzò gli occhi al cielo -perchè dovrei? Mi piace quel lavoro-

-Allora cosa ti serve? Non dirmi che sei in visita di piacere..-

-No, sono qui a chiederti un favore..-

-Che tipo di favore?- chiese guardingo.

-Oh niente di ché.. solo un piccolo permesso scritto..- fece vaga.

Il rosso la guardò -che permesso?-

-Devi dare l'ordine che ogni volta che faranno lezione con me, i detenuti vengano liberati dalle catene..-

-CHE COSA?! Ginny, ma sei matta?! Sono dei criminali.. non esiterebbero ad ucciderti!- scattò.

-Con cosa, con il pennello e la tela?- fece ironica.

-No Ginny, non se ne parla- esordì perentorio.

-Andiamo Percy.. non ti chiedo molto-

-Mi chiedi troppo-

-Affatto.. ti prego, al primo sgarro ti giuro che torneranno in catene in un attimo..-

-No..-

-.. ed io lascerò questo lavoro che tanto detestate- azzardò.

-Ed insegnerai alle elementari come vuole mamma?- era già più interessato.

-Si.. tutto quello che vuoi-

-Non lo so..-

-Avanti, cos'hai da perdere?-

-Una sorella-

-Non mi accadrà nulla- gli assicurò.

-Ho i miei dubbi-

-Dai Percy.. ed in cambio ti rivelerò lo scherzo che hanno intenzione di farti Fred e George alla cena con il ministro francese..-

-Non..- la guardò stupito -quale scherzo?!-

Ginny sorrise e gli porse un foglio -firma qui-


Entrò nell'aula, questa volta gli uomini erano già dentro che l'aspettavano, lei tolse il mantello e posò la borsa.

-Buon pomeriggio a tutti.. oggi faremo qualcosa di diverso, di completamente diverso.. intanto..- si rivolse a John -la prego di liberare questi uomini dalle catene, nessuno nella mia aula sarà incatenato-

-Cosa?! Sono dei prigionieri, ho degli ordini precisi.. per non parlare della pericolosità di quest'azione, Signorina..-

-Sono la sorella del Ministro della Magia.. servirà pure a qualcosa no?- prese da una tasca del mantello un permesso che aveva ottenuto con non poca fatica da suo fratello Percy.

-E' pericoloso..- disse allarmato dopo aver letto il foglio.

-Non credo che possano uccidermi con dei pennelli.. stia tranquillo- gli sorrise.

L'uomo sospirò e liberò i prigionieri dalle catene ai polsi, tutti la guardarono stupiti.

-Perfetto- sorrise ed uscì uno scatolo dalla borsa -ora voglio che mangiate uno di questi, lo gustiate e poi dipingete tutto ciò che vi fa venire in mente..- tolse il coperchio di cartone e offrì un cioccolatino ad ognuno di essi.

Arrivata al biondo, lo vide esitare e guardarla sospettoso -non è che sono avvelenati, Weasley?-

-No Draco, non lo sono- gli sorrise e lui la guardò per qualche secondo allibito, poi prese un cioccolato e, senza distogliere lo sguardo da lei, lo mangiò.

-Li ho fatti io, quindi capirò se vi faranno schifo.. ma cercate di stringere i denti ed andare oltre- scherzò.

-Qui dentro anche le pietre sono buone se portate dall'esterno- disse un uomo.

-Ah grazie Theodore- rispose ironica e molti sorrisero divertiti -al lavoro..-

Tutti presero i colori ed il pennello, e si cimentarono attenti a dipingere le loro sensazioni.

-Dipingete qualsiasi cosa, nell'arte non c'è il giusto o sbagliato.. qualsiasi cosa vi sia venuta in mente assaporando il cioccolatino, non importa quanto assurda o imperfetta..-

Il tempo passò e naturalmente l'ora di lezione finì, gli uomini non avevano ancora finito le loro opere, quindi si decise di lasciarle in quel modo e che l'avrebbero continuate l'indomani.

Ginevra, come si era aspettata, ottenne grandi risultati, avevano molto talento, tutti quanti, ma tra tutti colui che spiccava era Draco Malfoy.

L'arte del biondo era un qualcosa di indescrivibile, un suo dipinto sapeva colpirti fin nel profondo dell'anima, come sperimentò il giorno dopo la rossa.

-Molto bene Pucey.. è molto bello- annuì entusiasta guardando un dipinto -sapresti descriverlo?-

L'uomo annuì incerto -è casa mia.. o almeno è la casa che sogno ogni notte, una casa bellissima in cui vivere.. una casa che non esiste né esisterà mai- spiegò con tristezza.

-Questa casa esiste Adrian, esiste nella tua mente e qui- indicò la tela -esiste..- lui annuì.

Andò vicino a Malfoy e restò colpita da ciò che vide, aveva dipinto il mare, il mare in tempesta, un'onda s'infrangeva sugli scogli ed i fulmini bluastri illuminavano il tutto, in un angolo s'intravedeva il sole, i suoi deboli raggi non avevano niente a che vedere con la potenza dei lampi. Tutto ciò era assurdamente reale, tanto che per un momento, a Ginevra sembrò di essere dentro di esso.

-E' davvero bellissimo Draco..- ammise sinceramente -sapresti descrivermelo?-

-E' il mare.. un mare furioso che fa esplodere la sua collera, ma che non riuscirà mai a cambiare nulla..- illustrò il biondo criptico.

-Qui si vede il sole.. cosa sta a significare?-

-Non lo so..-

-Posso provare ad interpretarlo?- lui annuì e lei studiò il quadro, assorta -io penso che come hai detto tu il mare sia molto adirato.. i fulmini stanno a significare l'ira inesplosa del cielo.. ed il sole, la sua luce.. per me vuol dire speranza.. anche se fioca e nascosta.. debole e malridotta.. è lì, presente e permette di vivere.. perchè la verità è che se non c'è speranza non si può vivere..- tornò a guardarlo, lui la guardava in modo strano e lei arrossì -o almeno è come la vedo io..- si giustificò imbarazzata.

-No.. forse hai ragione- confessò lui continuando a guardarla intensamente.

-Bene..- sorrise a disagio e si allontanò -avete fatto tutti uno splendido lavoro, sono molto fiera di voi.. purtroppo per oggi la lezione è finita-

La guardia riaccompagnò i detenuti nelle loro celle, ma uno si fermò sulla porta a guardarla -Weasley?-

Ginny si voltò a guardarlo -cosa, Draco?-

-Verrai anche domani?-

Lei lo guardò negli occhi e quello che vide la lasciò interdetta, cosa vedeva negli occhi dello spietato Mangiamorte, dell'arrogante Serpeverde senza cuore?

Timore.. di tornare a vivere le giornate grigie in una prigione altrettanto grigia?

Paura.. di perdere l'ennesima persona che gli aveva dato una piccola speranza?

Terrore.. di essere abbandonato al suo destino?

Gli sorrise dolcemente -si Draco, torno domani e dopodomani.. e il giorno dopo e quello successivo ancora..-

-Va bene.. arrivederci allora-

-Arrivederci..-

E così i giorni passarono, ogni giorno Ginevra visitava la prigione, portando nuove idee e nuova fantasia, un giorno venne con un giradischi e fece ascoltare un pezzo di musica classica che poi fece rappresentare, un altro giorno con un ridicolo cappello chiedendo loro di fare delle caricature su di lei con quello addosso, poi venne con un profumo, dandogli il compito di dipingere ciò che gli ricordava e così via.

Per quegli uomini le sue lezioni erano diventate ragioni di vita, al punto che la sera pregavano che si facesse presto giorno per tornare in quella stanza dove tutto era possibile, dove non erano ex Mangiamorte, ma erano ciò che desideravano essere.

Un giorno Ginevra arrivò con un'enorme torta al cioccolato e panna, dicendo che era il suo compleanno, e festeggiarono insieme.

Quel giorno non dipinsero, mangiarono e scherzarono, senza catene né impedimenti.

Draco si avvicinò piano a Ginevra, che stava cercando qualcosa nella borsa e le chiese -perchè lo fai?-

-Come scusa?- lo guardò interrogativa.

-Mi sono informato, hai una laurea in Storia dell'Arte alla Sorbona, potresti insegnare ovunque tu voglia.. quindi, perchè hai scelto di stare qui, tra i rifiuti della società?-

-Voi non siete rifiuti della società..- scosse la testa.

-Perchè?- ripetè lui curioso.

-Non lo so, forse perchè sentivo che ne avevate bisogno.. perchè l'arte rende libero ogni uomo, e chi ha bisogno di libertà più di un prigioniero?-

-E non pensi alle occasioni che hai perso? Ti avranno offerto molti prestigiosi lavori..-

-Io non mi pento di nulla, sono fiera di voi e dei vostri lavori, e non vorrei essere in nessun altro posto che qui-

Lui sorrise di un sorriso sincero, come ne aveva fatti ben pochi nella sua vita -tieni, questo è per te.. buon compleanno- si tolse l'anello d'argento e glielo diede.

-Io.. ti ringrazio, ma non posso accettarlo..- arrossì.

-Si che puoi.. so che non è granchè, ma è lo stemma della mia famiglia.. e voglio che lo tenga tu..-

-Io non so cosa dire..-

-Dì solo che lo accetterai.. e che ne avrai cura-

-Va bene, te lo prometto- lo mise all'anulare.

In quel momento si sentì veramente felice, felice come non lo era mai stata, si era sempre sentita un'emarginata tra i suoi coetanei o i suoi amici, ma lì, in quel luogo pieno di dolore e pazzia, aveva trovato il suo posto nel mondo. E quei ragazzi, quegli ex assassini spietati, le avevano cambiato la vita.

Ma come ogni periodo di gioia, anche quello era destinato a finire, tre mesi dopo, per le elezioni fu eletto un nuovo Ministro, un austero e severo uomo che vietò ogni forma di carità per i detenuti di Azkaban.

L'ultima lezione infatti fu molto triste, Ginny cercò di trattenersi dal piangere, ma dopo che li ebbe abbracciati tutti non riuscì a trattenersi.

Pianse per quegli assassini visti con disprezzo dalla gente, ma che nel suo cuore avevano conquistato dei posti d'onore.

Malfoy fu l'ultimo ad essere riportato in cella, ed il suo addio fu qualcosa di estremamente toccante e malinconico.

-Allora non ci vedremo più..-

-No, soltanto se questo governo cade.. ma non credo- disse sconsolata.

Il biondo le accarezzò una guancia -che cos'è quest'espressione triste?-

-E' ingiusto..-

-Non preoccuparti per noi, ce la caveremo.. e tu, tu continuerai la tua vita.. dimenticandoti di noi.. e di tutto ciò che siamo e rappresentiamo..-

-No, non è vero.. te lo giuro non vi dimenticherò mai- tirò su col naso -mai-

-Tu hai ridato la speranza alle nostre anime.. forse per gli altri non sarai mai nessuno, ma sei stata tutto per noi.. per me- e dopo un ultimo malinconico sorriso se ne era andato.

Ginevra era corsa fuori e si era smaterializzata nella sua stanza, aveva pianto tutta la notte, mentre nel suo cuore si faceva spazio la dolorosa consapevolezza di essersi innamorata di lui, e che non l'avrebbe rivisto mai più.


Cinque anni dopo..



Sistemò il fermaglio nei capelli, spruzzò un po' di profumo. Il suono del campanello la fece sussultare, diede un ultimo sguardo alla sua immagine riflessa e, dopo aver preso il mantello e la borsetta, scese di corsa le scale.

-Sono pronta!- fu il suo saluto.

-Menomale, l'ultima volta che sono passata a prenderti mi hai fatto aspettare tre quarti d'ora..- uscirono e salirono in macchina.

-Allora Herm, dove mi porti?- chiese curiosa all'amica.

-Ti piacerà..- prese dal cruscotto un volantino e glielo passò.

-Cos'è?- lo lesse con attenzione -non ci credo, una mostra! Mi porti ad una mostra d'arte!- urlò entusiasta.

-Si.. infondo te lo devo, l'altro giorno mi hai accompagnata a quella conferenza sull'alimentazione..-

-Ma chi è questo.. Alexandre Royal?- domandò leggendo il nome dell'artista.

-Non lo conosci?- la rossa scosse la testa -è un artista di gran talento, è stato scoperto da soli quattro mesi ed è già considerato uno dei migliori pittori di tutti i secoli.. il New York Times lo ha definito “il nuovo Michelangelo”.. non sai che fatica per trovare i biglietti della sua prima mostra qui a Londra-

-Davvero? Non vedo l'ora di vedere le sue opere allora..- esordì entusiasta.

Dopo qualche minuto, finalmente arrivarono, parcheggiarono la macchina ed entrarono.

Era una stanza grande, dalle pareti candide ed il pavimento in pregiato parquet, al centro di essa vi era il rinfresco con champagne e stuzzichini.

Vi era molta gente, elegantissimi signori che sorseggiavano le loro bevande e guardavano incantati i dipinti.

-Per prima cosa proporrei un bel bicchiere di champagne.. che ne pensi Ginny?-

-Si, sono d'accordo- si avvicinarono al tavolo ed un cameriere riempì loro dei bicchieri.

-Hermione cara.. cosa fai qui?- si voltarono entrambe e riconobbero la moglie del capo della mora.

-Signora Spencer, sono lieta di vederla- la salutò con rispetto -questa è la mia amica, nonché sorella del mio ragazzo, Ginevra Weasley- le presentò.

-Lieta di conoscerla- si strinsero la mano cordialmente.

-Piacere mio-

Le due intavolarono una lunga e noiosa, ad avviso della rossa, conversazione di lavoro, quindi Ginny, sentendosi di troppo, si scusò e decise di fare un giro ed osservare i dipinti che tanto la incuriosivano.

-Vogliate scusarmi- sorrise.

-Prego, mia cara-

La rossa si avvicinò al primo, su uno sfondo bianco vi era un elegante pianoforte nero, e sopra di esso vi era dipinta una pallida ragazza nuda, girata di spalle, i lunghi capelli color del fuoco erano sparsi nei tasti. Era davvero bello, e sembrava così reale da poterlo quasi toccare.

Si costrinse a passare ad un altro, questo raffigurava il un enorme castello grigio, dove in un balcone c'era una donna, anch'essa dai capelli rossi, che guardava malinconica l'alba.

Proseguì osservando gli altri quadri, erano tutti stupendi, quel pittore esprimeva sentimenti violenti ma al contempo dolci, in tutto vi era un alone di tristezza.. quasi nostalgia, che era più che percettibile.

Forse è davvero il nuovo Michelangelo..

La cosa che la colpì maggiormente, però, fu che la donna dai lunghi capelli rossi e dalla pelle lattea era presente in ogni singolo dipinto. Lei c'era sempre, nei temporali, nei boschi verdi, in disegni astratti, sempre.

Provò un moto d'invidia per lei, per dipingerla così di frequente, l'autore doveva amarla profondamente, lo si vedeva da come la raffigurava, un'eterea figura che emergeva in ogni dove.

-Le piace la mostra, signorina?- una voce suadente poco lontano da lei.

La rossa, così assorta e rapita dal dipinto, non si voltò nemmeno, limitandosi a dire con sincerità -non ho mai visto niente di più bello..-

-Si, molti lo definiscono..-

-Il nuovo Michelangelo..- si voltò sorridente a guardarlo, ma il sorriso le si bloccò sul volto.

Quell'uomo.. quell'uomo aveva un che di familiare.

Lo osservò, aveva corti capelli di un biondo chiarissimo, era alto e muscoloso, il suo volto era sottile e delicato e di un'avvenenza disarmante, ma quello che la colpì furono gli occhi, immense pozze di un colore indefinito, forse paragonabili solo al metallo.

Aveva già visto quegli occhi, aveva già sentito quella voce ma.. dove?

Non è possibile.. non.. può essere lui.. lui è ad Azkaban.. il cuore le mancò un battito ed il respiro le si mozzò in gola.

-Ciao Weasley..- le sorrise quando fu chiaro che lei l'aveva riconosciuto.

-Draco.. Malfoy..- pronunciò il suo nome stupita ed incerta, come per convincersi che non stesse sognando.

Lui annuì -ne è passato di tempo..-

Ginevra cercò di riprendersi dallo stato confusionale in cui era, c'erano milioni di domande che le vorticavano incessantemente nel cervello, come: cosa ci fai qui? Oppure, sei fuggito da Azkaban? O ancora, sei davvero tu?

Invece si limitò a fare una banale constatazione -ti trovo bene..-

-Sto bene..-

La rossa si schiarì la voce, non sapendo più cos'altro dire, ed il biondo le venne in soccorso -ti va se ti accompagno nel tuo giro?- le porse il braccio.

Lei inerme lo accettò, voleva toccarlo per capire se era un fantasma partorito dalla sua fervida fantasia.

La accompagnò a vedere le altre tele, ma lei non prestava attenzione, le guardava senza realmente vederle, era troppo sconvolta dalla vicinanza del biondo.

-Deve amarla molto, secondo te?- si accorse di aver parlato ad alta voce soltanto quando lo sentì rispondere.

-Chi?-

-Questo pittore, Alexandre Royal, alla donna dai capelli rossi.. lei è in tutti i quadri-

Draco guardò il dipinto e poi lei -si, credo proprio che l'ami più della sua stessa vita-

-Lo penso anch'io- sospirò sognante -e credi che lei lo ricambi?- domandò dopo qualche secondo.

-Non lo so.. forse lei nemmeno sa di essere amata da lui-

Lo guardò e dopo un po' si decise a fare la domanda che più le premeva in assoluto -cosa fai qui, Draco?-

Lui aggrottò le sopracciglia -guardo la mostra, con te-

-Sai cosa intendo-

Lui sospirò e la guardò serio -sono libero, Ginevra. Ho scontato la mia pena-

-E' fantastico- fece un gran sorriso felice, il suo Draco era libero.. libero di stare con lei, libero di parlarle, di abbracciarla, di..

Frena Ginny.. la tua fantasia sta correndo un po' troppo.. Malfoy non può essere interessato a te..

-Si, lo è.. mi sembra ieri che stavo in quella topaia, ed invece sono passati sei mesi..- inspirò profondamente una boccata d'aria.

-Sei mesi..?- cercò di mascherare il suo tono deluso, da sei mesi lui era uscito di prigione e non l'aveva mai cercata.. nemmeno per un saluto.

-Qualcosa non va?- chiese premuroso.

-No, è tutto.. va tutto bene..- cercò di trattenere le lacrime, che minacciavano di scivolarle sulle guance da un momento all'altro -se vuoi scusarmi.. ho bisogno di un po' d'aria- si staccò dal suo braccio.

-Ti accompagno..-

-No.. non c'è bisogno.. continua pure a guardare i dipinti- sorrise forzatamente ed a passo svelto raggiunse la porta.

Uscì fuori e si allontanò, avvicinandosi alla ringhiera che separava la strada dalla spiaggia sottostante, e lì si permise di piangere in silenzio.

In sei mesi.. non è venuto a cercarmi, mai.. nemmeno una lettera per sapere come stavo.. nemmeno..

-Weasley, va tutto bene?- la sua voce confusa fu come una pugnalata allo stomaco.

Tirò su col naso ed asciugò con un gesto secco le lacrime -si.. si, torna dentro-

-Non senza di te-

Lo sentì avvicinarsi e, sempre voltata verso il mare, con una mano alzata lo fermò -ho bisogno di qualche momento.. per stare da sola..-

-Porti ancora il mio anello..- si accorse allibito.

Lei l'abbassò immediatamente e se la portò al petto, sfiorando con l'altra mano l'anello che non si era mai tolta. Mai, nemmeno per un secondo.

-Io..-

-Perchè Weasley?-

-Io..- cosa poteva dirgli? Che lo amava e che non aveva mai smesso di amarlo?

-Perchè?-

Una voce venne in suo soccorso, interrompendo le domande del biondo -Signor Royal, devo farle i miei complimenti.. non ho mai visto dei dipinti più espressivi e belli in vita mia-

Come.. come l'ha chiamato?..

Si girò di scatto ad osservare esterrefatta il biondo, che la stava ancora fissando -la ringrazio Signor Deverout..- disse inespressivo.

-E vorrei proporle un'offerta molto vantaggiosa.. mi dica le piacerebbe esporre i suoi dipinti a Parigi?- continuò l'uomo.

-Molto Signore, ma adesso non è il momento più opportuno..-

-Lascio il mio biglietto da visita al suo mecenate, mi chiami domattina.. con permesso- si congedò.

-Come..- deglutì -come ti ha chiamato?-

-Royal. Alexandre Royal.. il mio nome d'arte-

-Sei tu l'artista di..?-

-Si-

-Io.. devo andare..- lo superò confusa.

-Ginevra, perchè hai ancora il mio anello?- ripetè la domanda.

-Chi è la donna dei quadri?-

-Ti facevo più intelligente, Weasley..- rispose con indifferenza.

-Sono.. io?- si azzardò a chiedere, sebbene avesse paura di una sua risposta negativa.

-Si-

-Perchè..?-

-Tu perchè hai tenuto il mio anello?- ripetè ancora.

Lei fece un mezzo sorriso, mentre il cuore minacciava di scoppiarle -ti facevo più intelligente, Malfoy..-

Draco sorrise a sua volta e in un batter d'occhio ridusse la distanza, la prese tra le braccia e la baciò con trasporto. Quel bacio che aveva sognato ed agognato fin dalla prima volta che l'aveva rivista, quando era passata davanti alla sua cella.

Fu lei la prima a scostarsi, non poteva lasciarsi andare in quel modo, doveva prima avere delle risposte.

-Perchè non mi hai cercata in questi mesi?- gli fece la domanda che in quel momento le premeva di più.

-Perchè non era giusto.. non è giusto.. tu meriti di meglio di un Mangiamorte redento ed ex galeotto.. non posso condannarti a questa vita..- si staccò da lei.

-E quello che voglio io non conta?!- fece irritata -non hai mai pensato che una tua visita.. o anche un tuo gufo, mi avrebbe fatto toccare il cielo con un dito?! O forse la tua era una leggera infatuazione, che con il tempo si è affievolita, fino a spegnersi completamente.. magari mi hai dipinta perchè mi trovavi artistica ed ispiratrice.. o per gratitud..- con una mano il biondo le tappò la bocca.

-Hai finito di dire sciocchezze?!- chiese adirato e lei annui ancora arrabbiata, lui la lasciò -ascoltami.. in quella prigione io ero morto Ginevra.. ero un morto vivente.. mangiavo, bevevo, il mio unico piacere era una sigaretta, una volta al mese.. ero morto dentro, senza credo né speranza.. ma quando sei venuta tu, il mio cuore ha ricominciato a battere ed il sangue a scorrere..- sospirò -io cercavo la libertà, l'anelavo, e tu me l'hai data.. tu mi hai riportato alla vita..- le accarezzò una guancia e le sorrise -ed io mi sono innamorato di te.. anche se non dovevo e non potevo, è successo.. per questi cinque anni il tuo pensiero è stato la sola cosa che mi ha permesso di sopravvivere.. e l'unica cosa che potevo fare per ricompensarti, quando sono uscito, era di lasciarti stare e non cercarti mai..-

-Non ti importava se in questo modo mi avresti fatta soffrire?-

-Credo che soffriresti di più ad avermi al tuo fianco- confessò mesto.

-No.. io voglio stare con te- lui distolse lo guardo -permettimi di stare con te.. ti prego- lui chiuse gli occhi contrito e lei insistette -ti prego..-

Draco le prese la mano sinistra, dove vi era l'anello -sai quest'anello è il simbolo della famiglia Malfoy.. e la tradizione vuole che io lo regali alla mia sposa..- lo guardò attentamente.

-Tu l'hai donato a me..-

-Si.. e adesso ti chiedo.. rispetteresti la tradizione con me?-

-Assolutamente si!- gli saltò al collo e lo abbracciò.

Lui la strinse a sé e la baciò, per anni l'aveva sognata, l'aveva amata ed adesso non riusciva a credere di averla tra le braccia, di stringere il suo miracolo.

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Nuova FF.. strana e che ho scritto in una notte ihih.. cosa dire poi.. fatemi sapere se vi va:D ringrazio tutti in anticipo

  
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