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Autore: cartacciabianca    29/12/2009    14 recensioni
[ SOSPESA ]
Nel 1459 Bianca de’ Medici sposava Guglielmo de’ Pazzi. Dalla loro unione sarebbero nati 15 figli, ma solo uno questi, consacrando la discendenza diretta di Cassandra della mitologia greca, avrebbe ereditato il dono della veggenza. Grazie alla sua naturale capacità nella pittura, Arianna, accolta nella bottega del Verrocchio di comune accordo con suo padre Guglielmo, intraprese ingenuamente la via dell’arte non a conoscenza del proprio oscuro potere. L’ostinazione della madre Bianca e un matrimonio combinato imminente allontanarono la fanciulla dai pennelli, ma Guglielmo, disperatamente alla ricerca di qualcuno che le insegnasse l’arte perché i suoi quadri (fonte di speculazioni sul futuro) potessero essere il più chiari possibile, permise alla figlia, in segreto e solo 15enne, di seguire le orme di Leonardo da Vinci. A sconvolgere la serena esistenza in bottega fu la condanna a morte della famiglia Auditore, avvenuta nel maggio del 1476 a seguito del processo che vide coinvolti molti, ma non tutti, i membri della famiglia Pazzi.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Leonardo da Vinci , Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Nel 1459 Bianca de’ Medici sposava Guglielmo de’ Pazzi. Dalla loro unione sarebbero nati 15 figli, ma solo uno questi, consacrando la discendenza diretta di Cassandra della mitologia greca, avrebbe ereditato il dono della veggenza. Grazie alla sua naturale capacità nella pittura, Arianna, accolta nella bottega del Verrocchio di comune accordo con suo padre Guglielmo, intraprese ingenuamente la via dell’arte non a conoscenza del proprio oscuro potere. L’ostinazione della madre Bianca e un matrimonio combinato imminente allontanarono la fanciulla dai pennelli, ma Guglielmo, disperatamente alla ricerca di qualcuno che le insegnasse l’arte perché i suoi quadri (fonte di speculazioni sul futuro) potessero essere il più chiari possibile, permise alla figlia, in segreto e solo 15enne, di seguire le orme di Leonardo da Vinci. A sconvolgere la serena esistenza in bottega fu la condanna a morte della famiglia Auditore, avvenuta nel maggio del 1476 a seguito del processo che vide coinvolti molti, ma non tutti, i membri della famiglia Pazzi.

Qualcosa sta ostacolando il corso del tempo e degli eventi.
È predetta un'ultima agghiacciante visione, e poi solo l'oblio della specie umana colmerà il baratro di un mondo giunto finalmente al suo tramonto... perché possa cominciare un nuovo giorno.

Il mitico dono di Arianna sconvolgerà per sempre le sorti dell'ancor più leggendaria battaglia tra Assassini e Templari.



P R O L O G O

Il peccato di nascere e quello di esistere è dettato da un solo volere: gli Dèi. Ci usano come burattini, giocano per diletto con le nostre vite, ma in questo Mondo ne hanno scelta una in particolare che li soddisfa molto: la mia.

Quelli come me si trascinano nell’ombra tentando invano d’ignorare ciò che sono. Quelli come me interpretano il passato. Arrancano nel presente. Vedono il futuro. Quelli come me non ce l’hanno un futuro. Non hanno nemmeno un passato. Non hanno niente, e faticano a credere di vivere nel presente.
Siamo veggenti, siamo maledetti. Siamo sfruttati in tutto il Mondo, siamo usati come un oggetto da gente che inserisce una monetina per ascoltare le nostre parole. Siamo dappertutto e da nessuna parte, siamo in cielo e siamo in terra. Siamo maledetti. Siamo veggenti. Siamo lo strumento degli Dèi in mezzo ad un branco di scimmie. Forse siamo metà Déi, perché alcuni di noi dicono di essere stati cresciuti da loro. Altri sostengono di aver imparato da soli facendo della semplice pratica…
Io appartengo ad un terzo tipo: il mio albero genealogico ha le sue radici nell’Antica Grecia. Durante l’assedio di Troia, Cassandra, una dei 50 figli di Re Priamo, venne stuprata da un soldato miceneo, Aiace, e condotta a forza nella sua patria. Nove mesi più tardi, dopo essere fuggita alla schiavitù di Agamennone, pare che la ragazza si sia rifugiata sulle coste della Sicilia e abbia dato alla luce tre gemelli. I due maschi crebbero forti e aiutarono la madre ovunque lei fosse impedita. La terza figlia, Fenicia, aveva ereditato un potere e una maledizione potenti in egual misura. Mentre Cassandra perdeva quello che per lei era stato un lungo ed inestinguibile tormento, Fenicia imparava a controllarlo, ad usarlo, ad interpretarlo. Apollo aveva decretato che la donna che non si era concessa a lui, Cassandra, soffrisse vivendo a contatto con le disgrazie altrui senza potervi porre rimedio. Alla morte della madre, Fenicia trovò un uomo, sposò quell’uomo e con lui condivise quel segreto inestimabile che, se rivelato alle persone sbagliate, avrebbe significato morte certa per impiccagione. La loro, assieme, fu una vita radiosa.
Nel corso dei secoli una povera famiglia di contadini partecipò alla costruzione di una grande città: Firenze. I contadini divennero mercanti, i mercanti divennero banchieri. E mentre il potere di un prestigioso casato toccava la vetta, un’altra si nascondeva nell’ombra e bramava il dominio della città. Questi erano i Pazzi, proprio quei “pazzi” che danneggiarono Firenze e poi si distrussero da soli senza veder mai coronato il loro sogno.
Questa è la mia storia. La storia dei miei antenati, la storia che ha cambiato la storia.
Mi chiamo Elisa, ho 22 anni e sono una violinsta di strada. Inconsciamente sogno i volti, la vita e la morte di persone che non ho mai conosciuto, esattamente come succedeva alla mia diretta Antenata, Cassandra.
Era una sera come un'altra: suonavo a Manhattan, dietro l’angolo di un pub celebre per la sua musica classica. Avevo tentato di propormi ai proprietari per dare qualche spettacolo, mostrare le mie capacità, ma con scarso successo.
Me ne stavo con le spalle al muro, gli occhi chiusi e l’arco che danzava sulle corde quando un ragazzo vestito di una felpa bianca, jeans e scarpe da ginnastica mi ha lasciato distrattamente qualche dollaro nella custodia del violino. Poco dopo che è scomparso dietro l'angolo, ho avuto la cosiddetta "visione" della sua fuga dall'Abstergo. Quello stesso giorno ho stretto amicizie a dir poco interessanti...

-Molto piacere, Shaun Hastings. Sono un Assassino, ovvero l’uomo che preferirebbe ucciderti piuttosto che permettere a qualcuno di sapere certe cose sul nostro conto- mi sorride affabile.
-Shaun!- lo richiama Rebecca.
Non mi è mai importato cosa sono loro. Devo assolutamente scoprire cosa sono io. Shaun e Rebecca decidono di indagare, ma nella mia mente troveranno ben poco di quello che cercano davvero.

Li ho conosciuti per caso. Uscivano entrambi da quel pub, lui ubriaco come un’inglese dopo qualche birra al derby di troppo, lei fatta di droga naturale (quella del suo cervello).
Quando mi sono passati davanti, come un flash, ho visto…gente armata, lame, sangue, cappucci bianchi, grida e un’aquila… tutto troppo confuso per avere un senso… ho visto quello che ancora non sapevo fossero visioni del futuro. Nessuno me ne aveva mai parlato. Credevo di essere matta. Credevo di essere scappata a qualche manicomio senza ricordare più nulla della mia vita passata.
Ecco perché ho detto che quelli come me non hanno un passato. Perché guardando sempre e solo al futuro, il passato, l’abbiamo dimenticato.




C A P I T O L O 1°


-Sulla rete circolano testimonianze del tutto incerte, ipotesi, supposizioni! Molti pensano addirittura che la mitica Cassandra non sia realmente esistita!- sbotta Shaun.
-A quanto pare tocca a noi svelare il vero- ridacchia Rebecca.
-Sperando che sia una cosa veloce...- borbotta Shaun, -Analizzo la discendenza e vediamo se riesco ad agganciare un primo antenato-.
Mentre il ragazzo lavora sulla ricerca e scannerizza i ricordi, Rebecca mi accenna qualche delucidazione sull’Effetto Osmosi.
-Wow… non pensavo si potesse fare una cosa tanto… impossibile! Ha un che di magico- commento con meraviglia e timore assieme.
-Già, a chi lo dici! A volte la scienza fa miracoli-.
-Ma quale scienza!- erompe Shaun. –Qui lavoro solo io, altro che- brontola.
La caccia all’antenato è stata lunga ed estenuante.
Molti ricordi sono apparsi bloccati, altri incompleti, altri vuoti o inesistenti, a testimoniare un malfunzionamento dell’Animus (il quale, come detto da Rebecca, necessita il prima possibile di qualche piccola modifica).
-Pare che una certa Arianna de’ Pazzi, imparentata con la famiglia de’ Medici attraverso la madre Bianca, sorella maggiore di Lorenzo il Magnifico, avesse…- Shaun si protende a leggere meglio sullo schermo -…strani sogni e visioni che poi ella raffigurava in quadri privati. Dipinti, i suoi, che, soprattutto nell’ultima parte della sua vita, rivendeva a gran pezzo e gran richiesta! Sentite qua!- dice attirando la mia e l’attenzione di Rebecca.
Shaun riprende a leggere con più foga e Rebecca si avvicina a lui. –Nonostante il travagliato passato e l’odio accumulato verso la propria famiglia, la gente sembrava apprezzare la sua arte, a tal punto che Arianna arrivò a conoscere personalmente grandi artisti quali il Botticelli, Michelangelo… e… Leonardo da Vinci, del quale fu apprendista per tutta l’adolescenza! Dio Santo! E ‘sta donna da dove sbuca?!- si chiede con stupore. –Fin ora non si sapeva nulla di una sua apprendista!-.
Rebecca e Shaun si scambiano un’occhiata complice.
-Elisa, abbiamo trovato l’antenata. Ora carichiamo il ricordo- spiega Rebecca.
-E poi che succede?- insisto.
-Viaggetto lampo in Italia- scherza Shaun.
Sgrano gli occhi. –In Italia?!…- balbetto scettica.
-Shaun, così la spaventi. Elisa, adesso non preoccuparti. Goditi il viaggio-.
Detto ciò, una nube di patina bianca mi avvolge e mi sento inghiottire da un vortice di suoni del tutto nuovi: gente che parlava, uccelli che cinguettavano, zoccoli di cavalli, ruote di carri, bandiere nel vento, soldati in marcia e canti di menestrelli.
Successivamente all’udito, anche la vista si adatta a quella splendida visione di una grande piazza con nel centro una bella fontana decorata di piante verdi. Tutt’attorno si estendevano vicoli e tetti di palazzi bassi ma bellissimi, fatti di terrazzi in fiore e finestre in vetro.
-Elisa, ben venuta nel Rinascimento italiano- mi informa Shaun.
-Funziona, non ci credo!- gioisce Rebecca, e le loro voci si odono in eco come sottofondo al chiasso di piazza.
C’era tanta folla da far invidia ai centri commerciali, e tutti vestivano di sfarzosi vestiti colorati dall’aspetto antico. La gente si era riunita attorno ad un ampio spazio allungato lasciato libero e circoscritto da nastri e insegne. Vi erano sbandieratori che portavano i simboli di varie importanti famiglie regali, e tra di questi regnava uno in particolare, in bella mostra nel centro del piazzale.
L’Arma era quella Medicea: su sfondo dorato con sei palle poste in cerchio di cui una, la più grossa, dipinta d’azzurro e tre gigli d’oro.
L’esibizione con le bandiere durò una decina di minuti. I ragazzi erano disposti ordinatamente in file e portavano i vessilli e i colori che rappresentavano i loro signori, sparsi invece per le varie tende erette attorno al campo dove presto, spiegò Shaun, si sarebbe svolta una Giostra Medievale.
Le bandiere volavano in aria, e con esse si accompagnavano la musica dei menestrelli e le urla euforiche e di apprezzamento della folla.
Quando la presentazione degli sbandieratori ebbe fine, questi si allontanarono in file compatte così com’erano venuti, e lasciarono spazio ai cavalieri che vennero a portare gli omaggi alle dame e ai signori sugli spalti, eretti in piazza per l’occasione.
Uno ad uno sfilavano maestosamente in sella ai poderosi destrieri. Avevano accanto il proprio mingherlino e fedele scudiero. Tenevano in una mano le redini e con l’altra si aiutavano nell’inchino che porgevano rivolto agli spalti.
Quando anche i saluti si furono conclusi, a coppie i cavalieri si disposero sulla lizza pronti a sfidarsi. I cavalieri in sella erano in tinta coi manti coperti di tela dei maestosi destrieri. I cavalli nitrivano, battevano gli zoccoli sul selciato portato lì per l’occasione.
La gente applaudiva, i colombi si levavano in volo dai tetti quando i cavalli si scontravano nella giostra.
-Anno del Signore 1476. Siamo a Firenze, in Piazza della Santa Croce- dice Rebecca.
Tra l’emozione e lo sconforto avverto un pizzico di paura, assieme al completo smarrimento dei sensi. Improvvisamente sembro aver perso coscienza del mio corpo. Non riesco a pronunciare parola così come mi è impossibile muovermi.
-La sincronizzazione con l’antenata procede lentamente, ma presto conoscerai Arianna, che è da qualche parte in mezzo alla folla- spiega Rebecca. -Intanto lascia che Shaun ti illustri cosa sta succedendo-.
-Oggi è il 15 Marzo 1476- comincia Shaun. –In piazza si celebra un Torneo di Cortesia, e Giuliano de’Medici è il favorito di tutta la corte medicea, che presiede sull’alto degli spalti assieme alle donne cortesi. Rebecca, vediamo se riconosci Lorenzo il Magnifico- si beffa il ragazzo.
-Oddio…- mormora Rebecca cercando con lo sguardo tra gli spalti attraverso lo schermo del computer.
Bellissime donne tenevano gli occhi puntati sul cavaliere che favorivano, tante damigelle da compagnia e un ristretto gruppo di uomini sedeva più in alto, chiacchierando armoniosamente durante l’esibizione dei concorrenti.
Tra questi vi era nel mezzo un viso che molte volte Rebecca aveva incontrato sui libri di storia, affinché se lo ricordasse. –Eccolo! Beccato! È lui! Lorenzo de’ Medici! Quanto amo il mio lavoro!-.
-Ehi, non montarti la testa!- la rimbecca Shaun. –Andiamo avanti: Giuliano de’Medici è al centro delle attenzioni, in questi anni ancora vivo perché la data della Congiura dei Pazzi è successiva. Siamo nel ’76, e per adesso se la spassa alla grande-.
Era facilmente riconoscibile anche Giuliano, vestito dei colori porpora ed oro del proprio casato e in sella al possente destriero. Salutava il popolo con la mano libera, tenendo lancia e redini nell’altra. La gente di Firenze lo amava e lo acclamava con gran trambusto.
Fu il suo turno, ed egli si confrontò con tutti gli sfidanti sbaragliandogli uno alla volta, fino all’ultimo. Giuliano spezzò un numero incredibile di lance contro gli scudi dei contendenti, i quali parevano poco motivati a rubargli la vittoria, perché insignificanti rispetto al casato che egli rappresentava quel dì sul campo.
Alla fine, come pareva stato già deciso, Giuliano abbatté anche l’ultimo sfidante che piombò al suolo scivolando via dalla sella manco fosse senza staffe. La bravura del Medico incuteva terrore e faceva sbizzarrire la folla dall’euforia, che non appena anche l’ultimo cavaliere fin’ a terra, si alzò gridando tutta assieme come un’onda del mare.
Il cavaliere sconfitto si recò ai piedi del vassallo vincitore. Giuliano per un istante smontò di sella e lo abbracciò come un fratello. I due risero e scherzarono, poi il vinto gli porse gli omaggi e rimontò in sella, allontanandosi successivamente verso una donna che lo chiamava a gran voce dal popolo.
-Rebecca, si può sapere che fine ha fatto Arianna?!- sbotta Shaun già nervoso.
-Ecco, ecco! Ci siamo quasi, altri venti secondi! E ‘sta calmo, eh!-.
-Vabbe’, ammazziamo il tempo: il premio della giostra è un ritratto del Botticelli alla meravigliosa Simonetta Vespucci, musa di molti tra i più grandi artisti dell’epoca, ma favorita dal Botticelli stesso. Da quanto mi risulta, Giuliano ebbe con lei una cosiddetta… relazione di cortesia. Dopo il Torneo i cavalieri si riuniscono a banchettare nel palazzo del vincitore. Lì Giuliano ospiterà anche Simonetta, con la quale passerà… una notte “speciale”-.
-Hai capito il Medico!- fischia Rebecca.
-Tanto ai giorni d’oggi quale conduttore televisivo non si fa le sue veline?- blatera Shaun indignato. -Adesso, per favore, un po’ d’attenzione. Arianna de’ Pazzi è quindicenne all’epoca. Per ora possiede solo fratelli maggiori: Francesco e Cosimo. E una sorellina minore: Alessandra. La coppia avrà i successivi undici figli negli anni seguenti, perché qui ci risulta che… Guglielmo, il padre, volle interrompere la procreazione per dedicarsi con maggiore attenzione ai figli nati, ma la coppia aveva già in progetto di aumentare le nascite. Arianna segue il tirocinio presso il Verrocchio da quasi cinque anni ormai, da quando ella ne aveva appena dieci. Sembra che abbia imparato a dipingere ancor prima di camminare!- si beffa Shaun. –Ma andiamo avanti- dice tornando subito serio. –Bianca e Guglielmo entrano spesso in conflitto tra loro a causa della figlia maggiore. Bianca preferirebbe di gran lunga che Arianna intraprenda degli studi più seri, data la possibilità di istruirsi assieme al cugino Piero, figlio di Lorenzo il Magnifico, con Angelo Poliziano come precettore. Tra un bisticcio e l’altro emerge la questione dei buffi quadri che Arianna sfoggia in bottega. Questi raffigurano impiccagioni, morti, suicidi, congiure, con chiare rappresentazioni via via sempre più… inquietanti. Ovviamente nessuno osa immaginare cosa essi siano realmente, ovvero predizioni di un futuro già certo. Per questo motivo è spesso messa da parte dagli altri artisti. Andrea di Cione, il Verrocchio, è ben lieto di migliorarle la mano e lasciare libero sfogo alla sua “fantasia”, ma non può nulla contro le cattiverie che una fanciulla strana come lei attira su di sé. L’unico che sembra interessarsi davvero all’arte della ragazza, al di fuori dei fratelli maggiori che la stimano moltissimo a modo loro, è proprio Guglielmo, schierato di parte nella battaglia tra l’educazione culturale e quella artistica-.
-In poche parole il padre la idolatra mentre alla madre sta un po’ sul ca…-.
-Rebecca, piantala!- le grida Shaun.
La Crane gli fa il verso con muti movimenti delle labbra. -Ci siamo. La sincronizzazione è completa. Avvio lo status-.
-Rebecca, appuntati da qualche parte che dobbiamo rimediare a queste “lentezze” dell’Animus prima che Lucy si faccia viva-.
Ma chi è questa Lucy? Penso.
-Ah, un’altra cosa: smettila di farmi il verso-.
-Siamo dentro!- gioisce lei.

[Repubblica Fiorentina 1476]

Tra la folla in piazza apparve correndo la figura di una ragazza. Indossava un semplice vestito verde e una camicia bianca a maniche tirate su di chi ha avuto di che lavorare. I capelli di un nero intenso li teneva legati alti, a mostrare delle spalle fine e una scollatura non troppo eccessiva sul giovane seno. Qualche ciocca le cadeva sul viso, altre sul collo. La pettinatura sembrava stesse cedendo, ma nonostante il disordine dei capelli, ella celava un viso grazioso di giovane donna. Gli occhi chiari, di un azzurro glaciale, scrutavano oltre la balaustra che delimitava il campo della giostra, ed erano fissi sull’ultimo cavaliere vinto da Giuliano.
-Francesco! Francesco!- chiamò lei alzando una mano e allungandosi per farsi notare.
Il bel cavaliere era da poco risalito in sella al suo destriero. Quando la vide, il baldo giovane le venne incontro traversando la lizza al trotto.
La giostra si era ormai conclusa con Giuliano vincitore. Le fila dei cavalieri si spargevano per la folla a ricevere gli omaggi della gente.
-Arianna, siete venuta!- osservò sbalordito il ragazzo senza smontare di sella.
-Potevo mancare alla carica del mio fratello maggiore?- sorrise lei. –Messer cavaliere, vi siete battuto con onore e maestria. Giuliano deve aver faticato a buttarvi giù di sella- disse con riverenza, nonostante si stesse rivolgendo ad un membro della sua stessa famiglia.
Francesco di Guglielmo de’Pazzi, per non confonderlo con Francesco de’Pazzi fratello di Guglielmo e padre di Vieri, era un diciassettenne alto, robusto e con gli occhi di ghiaccio e i capelli biondi della madre Bianca.
-Anche lui s’è battuto con bravura, nonostante era certo che gli altri vassalli gliel’avrebbero data facile la vittoria!- gioì Francesco. –Ma Arianna, siete giunta da poco, ve’? Vi ho cercato con gli occhi all’inizio dell’annunciazione, ma non c’eravate-.
-Perdonatemi, Francesco, ma sono rimasta in bottega dal Verrocchio fino ad ora, e fuggita di lì appena il fato me l’ha permesso. Mi spiace essermi persa il vessillo de’Pazzi nel vento-.
-Non darti pensa- fece dolce Francesco smontando di sella e affiancandosi alla ragazza. –Vieni, accompagnami- le propose mentre s’incamminava fuori dalla piazza.
Arianna obbedì come fosse un ordine.
Al seguito dei due apparvero gli scudieri di Francesco. Per la Piazza della Santa Croce erano state messe una dozzina di tende a disposizione dei partecipanti. Mentre Lorenzo si congratulava col fratello e lo stesso Botticelli consegnava a Giuliano il suo premio, Francesco e molti altri cavalieri si dileguarono dalla lizza esausti.
Francesco lasciò il cavallo legato alla palizzata comune con l’incarico ad un uomo di occuparsene e, una volta nascosto dai teli del rifugio, prese a lasciarsi spogliare dagli scudieri dell’usbergo e della cotta di maglia, tenuti indosso solo per bellezza.
Arianna sedé su una seggiola e osservò il fratello giusto qualche istante, prima di concedergli un po’ d’intimità e distrarsi con altro.
-Bianca e nostro padre sono a casa, immagino- disse Francesco con una nota di rancore. Si lasciò indosso solo una linda camicia di seta bianca e dei pantaloni. Si infilò gli stivali con sveltezza, gli scudieri cominciarono a fare ordine in tenda pronti a riportare l’armamentario nella casa del loro signore.
Arianna chinò il capo. –Stamani hanno litigato a colazione, poco prima che lasciassi casa per venire in piazza. Papà si scusa molto con te, mentre mamma… be’, era poco di parte e non avrebbe voluto che fronteggiassi suo fratello, quindi puoi ben immaginare che commenti ne siano usciti fuori-.
-Immagino, immagino…- blaterò Francesco. –Ho gli occhi e i crini di quella donna eppure non la sopporto quanto lei non sopporta un po’ di competizione tra le nostre famiglie!- eruppe sarcastico.
-Ora non darti pena, Francesco- lo consolò lei andandogli incontro. –Piuttosto: hai veduto Cosimo?- chiese.
Lui scosse la testa. –Stavo per porgerti la stessa domanda-.
-Sapeva del Torneo, ho immaginato che almeno lui, libero di poterlo fare, avrebbe presenziato- disse lei.
Francesco sospirò. –Ah, Cosimo, Cosimo…-.
Arianna guardò fuori dalla tenda, oltre il lembo di teli che avevano lasciato aperto gli scudieri, spariti con l’armamentario da riportare a casa. Vide che la gente lasciava la piazza e i cavalieri si preparavano a seguire il vincitore nel suo palazzo per festeggiare con buon vino e leccornie.
-Devo andare- disse Francesco inseguendo lo sguardo della sorella. –Sono atteso al banchetto del pranzo come tutti i cavalieri e non posso mancare, mi spiace. La bella Vespucci deve un bacio a tutti i partecipanti!-.
-Ma dai!- sbuffò Arianna con una risatina. –Un attimo fa avrei detto che vai lì per il cibo, ghiotto come sei!-.
Francesco azzardò una risata e uscì di corsa dalla tenda. Rimontò a cavallo e si unì al corteo di uomini che andavano verso il palazzo residenza dei Medici, ed Arianna seguì la lunga carovana di stendardi e gente in festa fin quando questa non sparì tra le strade di Firenze, lasciando in piazza solo la lizza da smontare assieme all’impalcatura che aveva ospitato la famiglia vincitrice.
















.:Angolo d’Autrice:.
Come prima cosa…
Il Torneo di Cortesia che si tenne in Piazza della Santa Croce il 15 marzo 1476 è realmente esistito. Giuliano de’ Medici ebbe davvero con la Vespucci una relazione di cortesia vincendo in premio il quadro fatto a lei dal Botticelli.
In secondo luogo, so di avervi delusi con questo capitoletto cortino di sole 4 pagine, ma era necessario interrompere qui perché, oltre alle regole della suddivisione in sequenze che lo detta, il cambio di scenario successivo potrebbe confondere un poco le idee.
Il discorsetto che fa Shaun per “ammazzare il tempo” è molto importante per capire lo svolgimento della storia, ma, soprattutto, la caratterizzazione dei personaggi che vedremo di seguito.
La storia ci dice che la coppia Guglielmo de’ Pazzi e Bianca de’ Medici ebbe quindici figli. Tra di essi ne ho scelti quattro che costituiranno la trama della mia fan fiction.
Arianna e Francesco di Guglielmo de’ Pazzi ricalcano le date di nascita di due dei primi figli, ma sono del tutto inventati da me come caratterizzazione fisica e ideologica. Per farla breve, Guglielmo e Bianca non ebbero figli che chiamarono in quel modo e che somigliavano a questi due personaggi.
Parallelamente, però, Cosimo e Alessandra sono proprio “figli della storia”. Il primo, destinato a diventare Arcivescovo di Firenze dal 1508 in poi, iniziò il suo cammino cattolico già all’età di otto anni. Nella mia fan fiction, per motivi prettamente stilistici, resterà attaccato alla famiglia per qualche tempo in più, fino alla maturità, ed è di qualche anno più grande.
Spero solo che gli studiosi della materia non me ne vogliano! XD Chiedo venia a chiunque cominciasse a sentire il doveroso bisogno di tagliarmi la testa per un simile affronto. U.U
La verità del perché sto postando così in fretta è molto semplice: muoio dalla voglia di sapere cosa ne pensate, e avendo già i successivi 13 capitoli pronti non vedo perché restare fermi troppo allungo.
Un'altra cosa... la leggenda di Cassandra è vera solo fino al punto in cui scappa da Agamennone.
Lo ammetto, questa parte iniziale potrebbe sembrare… anzi… è parecchio noiosa. Me ne sono accorta io dovendo rileggere più parti dei discorsi di Rebecca e Shaun e ho notato che… sì, avrei potuto pure risparmiarvi una simile scemenza! XD
L’idea di fondo di questa storia, seppiatelo, è una soltanto: Arianna, apprendista veggente di Leonardo da Vinci, e per chiarire tanto le idee vorrei mostrarvi un GRANDISSIMO spoiler su quello che sono e saranno i capitoli dal 20 al 30-35 ^^ [LINK]. Già dal prossimo post capirete perché, tra i mille artisti che coloravano la Firenze dell’epoca, Guglielmo scelse proprio lui a cui affidare la figlia. ^^
Perciò, un caloroso augurio di restanti festività (oddio O.O Tra due giorni ricomincia scuola °A°) e bacioni per la befana! ^^

***Piazza della Santa Croce [LINK]***
***Ritratto a Simonetta Vespucci (Botticelli)[LINK]***
***Logo della storia (beccato su enthernet sotto la voce "Myth" XD) [LINK]***





   
 
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