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Autore: JhonSavor    31/12/2009    2 recensioni
Un grande torneo... un premio in palio eccezionale... guerrieri provenienti da ogni parte del mondo... Naruto, Onepiece, Inuyasha, FMA insieme per una fanfiction di tutto rispetto (o almeno, questo dovrete deciderlo voi...XD) Ehilà raga qui è JhonSavor che vi parla e questa è la prima fan che ho deciso di postare e ho una voglia matta di sapere cosa ne pensate. Leggete quindi e fatemelo sapere, please XD "Sono partiti in tanti, ma solo uno si ergerà sui corpi dei sui avversari sconfitti venendo proclamato e ricordato come il più forte"
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CLV IL PASSATO CHE RITORNA? È FORSE UN PROBLEMA?


La folla si dilettava ancora una volta degli scontri che il torneo le offriva, e sempre con maggiore entusiasmo, come se non ne fosse mai ebbra.
Ogni volta che nuovi gladiatori scendevano nell’arena, gli spettatori si schieravano, inneggiando forsennati i loro novelli beniamini; ad ogni scambio di colpi un nuovo urlo di ovazione.
-Konoha Senpu!-
-Haevy Gong!-
Il rinculo dell’impatto spinse i due combattenti indietro di alcuni passi. Erano già diversi minuti che lo scontro perdurava e i due non riuscivano ancora a sfondare le rispettive difese. Ciò risultava alquanto frustrante per entrambi ma produceva emozioni divergenti: Rock Lee si stava esaltando sempre più, felice che il suo avversario fosse già durato così a lungo, Tonytony Chopper invece si massaggiava le nocche mezze sbucciate delle mani, impensierito della potenza del ragazzo verde vestito.
Quest’ultimo si tirò in piedi, ritto come un fuso, indirizzandogli il braccio destro alla sua maniera come gesto di sfida:
-Non hai idea di quanto mi stia divertendo, tanuki-san!- gli disse sorridendo  
-Quante volte lo devo ripetere che sono una renna!?!?-
Rock Lee rimase alquanto scosso da quella risposta. Lo scrutò bene da cima a fondo: no, non assomigliava per niente ad una renna, sembrava più un grande e grosso uomo coi tratti leggermente scimmieschi.
-No, davvero, da qualunque punto di vista non assomigli per niente ad una renna te l’assicuro…- gli disse infine
Chopper pensò di essere giunto al limite: gli veniva voglia di piangere per la disperazione.
-Sono una renna umana! Ho mangiato il frutto del mare Homo-Homo e adesso mi trovo nello stadio umano, che è uno dei tre stadi base della tipologia Zoo-zoo, hai capito o no?- gli spiegò seccato
Rock Lee per tutta risposta gli mostrò il pollice alzato accentuando ancora di più il suo splendente sorriso –Sai che ti dico? Che in fondo non importa cosa sei, l’importante è che dentro di te scorra il grande spirito della giovinezza!-
Chopper rimase estasiato da quelle parole: pochi altri lo avevano trattato così naturalmente come aveva fatto quel ragazzo.
-Tu… tu sei davvero una brava persona Rock Lee- ammise il giovane dottore
-Eh lo so!- disse mettendosi una mano dietro la testa e ridendo- come ti ho detto è tutto merito dello spirito della giovinezza!-
-Me la faresti rivedere?- gli chiese Chopper
-Cosa?-
-La tua posa di prima… quella col pollice…-
-Ah, intendi questa?- disse il moro rimettendosi nella posa precedente
-È una mossa fighissima!- disse Chopper con gli occhi pieni di luccichii – Sei un mito!-
-Spirito…- lo shinobi si mosse cambiando angolazione per poi riprodurre nuovamente la posa-… giovanile!
-Grandissimo!-
L’arbitro nello sconcerto più totale, cercò di richiamarli all’ordine
- D’accordo Rock Lee ora preparati a vedermi al mio massimo-
Il medico estrasse da una delle tasche dei suoi pantaloni una piccola sfera gialla. Se la portò alla bocca e la ingoiò.
“Cos’era, un tonico da guerra?”
-Rumble Ball… Changed!-

-Finora questo è l’incontro più insulso che abbia mai visto…-
Dal loro loggiato privato i quattro organizzatori osservavano serafici gli scontri
-Non pensi di esagerare Hiromu-chan?- le disse Kishimoto, daimyo dell’Est
-Non badarci Masashi-kun, è dal primo incontro che ha l’aria di non importarle più niente del torneo e credo che perdurerà così fino al secondo turno- disse la daimyo del Sud, Takahashi Rumiko, facendosi aria con un ventaglio
-Questa è una infamia palpabile come l’aria, Rumiko! In quanto organizzatrice non verrò meno ai miei doveri!- rispose stizzita la daimyo dell’Ovest.
-Devo ammettere che sei migliorata nell’arte di fingere te lo concedo- ridacchiò allegra la donna
-Graz… cosa?!-
Kishimoto dal canto suo si stava divertendo un mondo ad ascoltare il battibecco delle due dame. Si voltò d’istinto verso colui che completava il quartetto,  l’uomo alla sua destra, il daimyo del Nord, Oda Eiichiro-sama.   
Si stupì di trovarlo pensieroso, con il mento poggiato sulla mano destra a osservare, con occhi vacui, lo scontro.
-Masashi…- incominciò prendendolo di sorpresa -… cosa ne pensi del giovane Uchiha?-
La domanda gli suonò strana –Beh mi pare un buon combattente, questo credo che nessuno possa negarlo…-
-Non lo sto chiedendo a “Kishimoto il daimyo”… lo sto chiedendo a “Masashi Yon no Sennin”… riuscirà a passare il prossimo turno?-
-Capisco cosa intendi… non è facile da definire… per quanto riguarda le tecniche credo che abbia ancora poco da dare: si è lasciato trasportare dall’impeto e incautamente ha voluto schiacciare il suo avversario con tutto il suo bagaglio tecnico; credo che l’unica cosa che potrebbe metterlo ancora in discussione sia la sua dojutsu… però se il mondo degli shinobi girasse davvero intorno ai jutsu innati delle famiglie di ninja, i grandi uomini come Hizuren Sarutobi non sarebbero stati quello che sono stati…-
-Per essere precisi il destino del piccolo degli Uchiha si baserà solo su un particolare…- intervenne Arakawa - chi sarà il suo avversario! Non è un concetto così ovvio… Sasuke-kun dovrà puntare sulla sua astuzia e sulla sua capacità di improvvisazione…  non ha altre possibilità-
Rumiko osservò il volto dell’amico, cercando di capire cosa gli passasse per la testa  – Oda-kun, questo torneo si presenta più interessante di quello che pensassimo, se ti porta a crucciarti in quel modo-
Il daimyo le sorrise, compiacendosi delle sue parole. Avrebbe voluto dire quanto il suo animo si infiammasse di fronte a queste dimostrazioni di forza, abilità e poteri. Avrebbe voluto partecipare egli stesso al torneo per scontrarsi con quei fenomeni. La sua Ambizione gridava vorace dentro di lui, vogliosa di lottare.
-Kiryu, Harui!- esclamò all’improvviso –venite avanti!-
La porta in penombra si aprì di scatto con un forte rumore secco e due ragazzi fecero il loro ingresso sul terrazzo.
Il primo era un ragazzo alto e slanciato sui diciassette anni; i capelli argentei e gli occhi viola, che trasmettevano uno sguardo glaciale, risplendevano nell’ombra.
La seconda era invece una ragazza, che si poneva in netto contrasto con il suo compagno: vestita di una candida divisa bianca con ricami dorati, rispetto a quella nero ebano dell’altro con i medesimi ricami, che terminava in una gonna corta verde, sfoggiava un sorriso smagliante che le illuminava il viso, incorniciato da un caschetto di capelli castani, legati da un nastro giallo. Una ragazza estremamente solare.
-Kiryu, ai vostri ordini mio signore-
-Harui, è pronta ad agire in qualsiasi momento!-
Oda si alzò avvicinandosi a loro –Ormai la prima parte del turno sta per finire e voglio che voi in quanto capitani della sicurezza, pattugliate l’arena per evitare che possano scoppiare scontri o litigi tra i partecipanti. Conto su di voi-
-Sarà fatto! Non permetteremo che qualcosa vada storto!- esclamò allegra la ragazza
-Harui…- la richiamò fermo Kiryu -… ricordati chi hai davanti, non prenderti tutte queste libertà-
La ragazza lo guardò seccata, scostando poi lo sguardo –Ma sta zitto ghiacciolo… com’è che con questo caldo non ti sei ancora sciolto?-
Il ragazzo si mantenne imperturbabile e ciò provocò l’ilarità dei daimyo -Non per niente vi chiamano “il sole e la luna” del clan Oda!-
Il daimyo del Nord si avvicinò al ragazzo con fare paterno –Però Harui ha ragione, dovresti provare a sorridere di più Kiryu… e ad essere meno formale; siete le persone a me più vicine tra coloro ho accolto nel mio clan, non dovreste farvi problemi a parlare più francamente-
Il ragazzo sembrò pensarci un attimo, poi accennando un leggero piegamento delle labbra, talmente leggero da non poter essere nemmeno notato da terzi, rispose –Proverò a cimentarmi-
Contento della risposta, con un gesto li congedò, e i due ragazzi se ne andarono oltrepassando la porta.

-Zoccolo Bisturi Incrociato!-
Rock Lee ringraziò per l’ennesima volta il cielo di avergli fatto incontrare il maestro Gai. Se non fosse stato per i suoi allenamenti e i continui suggerimenti, in quel momento si sarebbe ritrovato a terra con un incavo a forma di croce sugli addominali, invece di una semplice escoriazione sul fianco sinistro.
“Che razza di tonico è mai questo?… Non ho mai visto niente di simile…”
Lo shinobi spiccò un balzò per compiere un attacco dall’alto. Non ebbe modo di reagire: Chopper era già sopra di lui; il corpo nuovamente modificato, era ora snello con un manto peloso che gli attorniava le spalle e il petto.
Il ninja si sentì la testa serrata da quelle strane dita adunche. Poi uno strano senso di vertigine.
Il pirata era roteato su se stesso, scagliando Rock Lee verso il terreno.
A pochi metri dal suolo, con un colpo di reni, volteggiò nell’aria riuscendo a cadere in piedi, ma solo per poi cascare a terra, avendo perso l’equilibrio.
“Dannazione… non posso permettergli di colpirmi di nuovo… sono ancora convalescente…”

-Rock Lee, l’operazione è stato un successo, potrai tornare ad essere uno shinobi a tutti gli effetti, tra qualche giorno-
-È appunto di questo che vorrei parlarle, Godaime-sama… ecco… ho saputo dai miei compagni che il team Gai insieme ai team sette, otto e dieci, parteciperanno ad una missione particolare e mi chiedevo se…-
-No-
-M-ma… sarà un torneo di arti marziali! Il mio pane… ciò che mi ha permesso di poter essere un ninja!-
-Ho detto di no, Rock Lee, sarai ancora nel periodo di convalescenza, non posso permetterlo-
-Ma saranno soltanto gli ultimi giorni della convalescenza! Mi lasci andare, non è un capriccio… è il mio credo di ninja che me lo impone!-
-Io… d’accordo, ti lascerò partecipare.  Ma dovrai essere prudente, più di quello che di solito ti raccomandiamo,
e dovrai prendere le medicine  e i  farmaci  che ti prescriverò. Sei pronto a  promettermelo?-

“Un solo colpo… uno solo… in combattimento non servono tanti colpi sferrati a casaccio, ma uno solo potente e preciso”. Con questo pensiero in mente Rock Lee si fermò in mezzo all’arena ad occhi chiusi.
Chopper gli stava correndo in torno, nella sua forma animale, confuso dall’immobilità del suo avversario.
“Ho perso troppo tempo… avrò ancora quindici secondi al massimo… devo compiere un’azione evasiva e poi puntare tutto sul Metel…”
L’uomo renna compì ancora due giri intorno allo shinobi; all’inizio del terzo si lanciò contro il ragazzo che si ostinava a rimanere immobile. All’ultimo secondo sterzò sulla destra arrivandogli alle spalle.
Trasformatosi nella sua forma ibrida, iniziò a mutare le braccia facendole ridiventare enorme e muscolose.
Tutto questo in una manciata di secondi.
-Zoccolo Bisturi… Roseo Metel!-
-Konoha Dai Senpu!-
Le braccia si sgonfiarono e il calcio arrivò. Rock Lee ad una velocità impressionante aveva compiuto un balzo, ruotando su successivamente se stesso. I fatali tre minuti del farmaco Rumbe Ball erano cessati nel momento peggiore.
Il calcio rotante del ninja colpì con incredibile forza la spalla di Chopper scaraventandolo letteralmente dall’altra parte dell’arena, come se fosse un sasso preso al volo, facendolo infine rotolare nella polvere.
L’arbitro si diresse subito verso il medico, per controllare le sue condizioni. Era svenuto.
L’uomo chiamò subito la squadra medica per prestargli immediato soccorso.
-Signore e signori…- proclamò infine alzando il braccio dello shinobi -il vincitore dell’incontro è Rock Lee del Villaggio della Foglia!-.
La folla esultò inneggiando il nome del ninja e quello della sua patria.

-Harui, che ti prende?-
I due ragazzi camminavano per i corridoi del Colosium, l’uno affianco all’altra.
-Perché che sto facendo?- chiese solare la ragazza
-Stai sorridendo, compiaciuta e in silenzio… è un brutto segno…-
-Solo perché una certa persona non si lascia mai andare, non significa che sorridere sia una cosa negativa- sentenziò
-Nel tuo caso si…-
La ragazza imbronciò il volto e mise le braccia conserte, fingendosi offesa. Kiryu la osservò e lei distolse lo sguardo. Il ragazzo continuando a guardarla le chiese –Allora mi vuoi dire a che cosa stavi pensando?-
Harui smise di fare la sostenuta, mantenendo però sempre una espressione immusonita, e gli rispose –Pensavo al fatto che sia davvero bello che sua signoria ci voglia trattare con più familiarità…-
-Uhm…-
-… A me fa piacere, e credo che in fondo anche a te piaccia…-
Il ragazzo rispose sprezzante –Solo perché sono orfano non significa che cerco una figura paterna in ogni persona adulta con cui ho a che fare…-
-E questo che centra?- rispose stupita la ragazza – Anche io lo sono ma non è per quello che mi fa piacere: Oda-sama sarà anche un nobile ma non si comporta assolutamente come certi boriosi della sua risma… non si è fatto corrompere dal potere, è un brav’uomo-
Kiryu continuava inesorabile a camminare –Speriamo non sia solo una facciata…-   
Harui stavolta si sentì davvero preoccupata. Questa astiosità era troppa anche per Kiryu
-Piuttosto che tu a me, dovrei essere io a chiederti che cos’hai e a cosa stai pensando. È da stamattina che sei nervoso che ti prende?-
Sul volto del ragazzo scese un leggero velo di tristezza, che venne subito colto dalla sua compagna.
-Non dirmelo, centra Yuki, vero?-
Kiryu la guardò male, ma la ragazza non fece una piega –Quando assumi quest’espressione è perché ti viene in mente il tuo grande amore perduto e bla, bla, bla… ma andiamo!-
-Non si può considerare “storia d’amore” o “relazione” qualcosa che non è mai iniziato Harui…- le rispose atono
-Non fare il furbo con me! E poi in ogni caso è qualcosa che ti fa star male, chiamarla in un altro modo non cambia nulla-
Il ragazzo riprese, a quel punto, la sua solita espressione mentre Harui mise le braccia incrociate dietro la testa e assunse un aria saccente –E poi lei e Kaname mi sono sempre stati qui, se proprio lo vuoi sapere! Non fosse perché fanno parte del gruppo gli avrei già detto il fatto loro! Anche questa cosa che stanno insieme… che schifo, sono fratelli dopo tutto!-
-Harui te lo già detto mille volte, non sono fratelli di sangue. I genitori di Kaname accolsero Yuki quando era ancora piccola, sono fratellastri…-
-Bah se non è zuppa è pan bagnato…- rispose sbuffando la ragazza – Chi si crede di essere poi, quel Kaname? Se la tira tanto, fa il figo e si atteggia solo perché è forte in combattimento, ma in realtà è solo uno sbroffo, ecco-
Kiryu incurvò leggermente le labbra e ciò non fu perso da Harui –Kiryu… miracolo stai sorridendo!-
-Non è vero- disse tornando serio
-Si invece hai sorriso! Hai sorriso perché ho preso in giro un po’ Kaname! Appena lo racconterò, Kyon e Ichijo non ci crederanno!- gridò entusiasta
-Approposito, ma non eri tu quella che si era presa una cotta per Kaname quando siamo entrati in squadra?-  le domandò con una certa non curanza Kiryu -Mi ricordo ancora quando lo chiamavi con il suffisso  “-kun”-
La ragazza divenne tutta rossa per la vergogna.
-Uhm- sul volto di Kiryu si dipinse un espressione maligna –chissà che sghignazzate si faranno Kyon e Ichijo solo al ricordo… morirà dalle risate anche Yuhi-
-Bastardo!- esclamò la ragazza più imbarazzata che mai, tempestandogli di pugni la  spalla
-Ora però smettila di fare la scema e chiama gli altri, li voglio a raccolta il più velocemente possibile-
Ancora rossa in viso, mentre schiacciava il pulsante per avviare la comunicazione con la sua ricetrasmittente, Harui sorrise, di un sorriso particolarmente compiaciuto.

-Signore e signori è venuto il momento di dare in inizio al prossimo incontro: alla mia destra il pirata con una taglia da centoventi milioni, eccezionale spadaccino proveniente dal Mar Orientale… Roronoa Zoro!-
Uno scroscio di applausi fluì dagli spalti in direzione del ragazzo dai capelli verdi.
-Alla mia sinistra invece un altro pirata, anch’egli proveniente dal Mare Orientale, forte di una taglia di diciassette milioni… Don Creek!-
Una certa freddezza e pochi applausi accolserò invece il gigantesco pirata. Il pubblico non si era scordato il comportamento suo e del suo sottoposto nell’incontro precedente, ma questo atteggiamento non sembrava importare al ex-marine. A Don Creek le ingiurie della feccia non facevano né caldo né  freddo.
I due contendenti si trovavano ad una notevole distanza tra loro, non fidandosi nell’avvicinarsi di più.
-Bene signori, siete a conoscenza del regolamento quindi… Tre… Due… Uno… Fight!-
Don Creek balzò all’indietro, per portare ancora maggior distanza tra se e il suo nemico, d’altronde gli attacchi a distanza erano la sua specialità, ma il “Cacciatore di Pirati” non si mosse neanche di un millimetro.
Il pirata allora sogghignò –Beh non avrai scelto di arrenderti spero!-
Ma Zoro non colse la provocazione e serio gli chiese –Che cosa ci fai qui Creek? Ti abbiamo lasciato mezzo morto nel Mare Orientale, sconfitto e umiliato. Che ci fai sulla via della Rotta Maggiore per giunta a non molta distanza dal Nuovo Mondo?-
Creek rise di una risata folle –Per vendetta mi sembra ovvio. Voi, anzi Cappello di Paglia mi ha privato dell’orgoglio. Di fronte alla sua perdita anche il trono del Re impallidisce. Lui ha bloccato la mia vita quel giorno, ora voglio riprendermela-
-E Gin?- Zoro non si era fatto per niente impressionare dal monologo del ex marine –Che fine ha fatto Gin, ti aveva portato in salvo se non ricordo male?-
-Taci!-
Don Creek sbatté la lunga asta della sua lancia al suolo, zittendo Zoro. La lancia vi rimase incastrata, indirizzando la sua punta verso il cielo.
-Non ho intenzione di ascoltare le tue domande inutili. Ho atteso mesi questo momento, ora spazzerò via te e poi toccherà a quel moccioso del tuo capitano!-
Il giovane sbuffò leggermente –Scusa non potrò mostrarti i miei miglioramenti con la mia arte a tre spade, ma una sola basterà- disse afferrando il fodero bianco allacciato alla sua cinta –E poi uno se uno scontro durasse troppo poco il pubblico potrebbe annoiarsi-
L’ex marine iniziò ad irritarsi; pigiò un pulsante nella parte interna di uno dei suoi spallacci e da dietro il mantello cadde pesantemente una palla chiodata con catena.
-Vediamo se avrai ancora voglia di ridere dopo aver assaggiato la mia collera!-
Zoro si tenne in guardia. Si ricordava dei particolari attacchi di Creek, ma ora tutto era cambiato: quell’uomo non poteva più essere considerato una minaccia. L’eredità di Kuina sarebbe bastata ad eliminarlo.
L’enorme palla chiodata iniziò a roteare sopra la testa del pirata, dando con i suoi spostamenti d’aria un ritmo scandito. Poi la sfera sfrecciò dirigendosi a tutta forza verso Zoro.
Il secondo dei Mughiwara le andò incontro, fodero al fianco. Un solo colpo e la palla si spaccò in due lasciando libero il percorso alla corsa del ragazzo.
Velocissimo Don Creek si staccò uno degli spallacci e lo indirizzò verso il suo avversario, attaccandogli un caricatore.
Dall’effige dello scudo si formò un apertura e una selva di piccole lance venne sparata fuori.
Zoro vedendole arrivare, estrasse anche l’altra sua spada la Sandai Kitetsu, senza arrestarsi minimamente.
A pochi passi dalla raffica, iniziò a torcere il busto, mettendo le spade in una strana posizione.
Poi scomparve.
Zoro compì un movimento così veloce risultare invisibile agli occhi di semplici uomini. Ricomparve dall’altra parte della raffica. Le lance caddero a terra, molte delle quali tagliate di netto dalle lame delle due spade.
-… Toronagasaki-
La maglia bianca era stata in paio di punti tagliata e una delle lance gli si era conficcata nella spalle destra.
La mancanza di una terza lama si faceva sentire, senza di essa non si formava l’equilibrio a cui era abituato.
Ma neanche stavolta Zoro si fermò, procedeva imperterrito sulla sua via. Invincibile, imbattibile.
Don Creek scagliò lontano lo spallaccio e afferrò con la destra la sua lancia, pronto a respingere l’assalto. Zoro era a pochi metri da lui ormai.
Afferrò con entrambe le mani la sua Grande Lancia e caricò l’affondo.
Zoro mise la mano sull’elsa della sua spada della Fenice, che aveva in precedenza rinfoderato insieme alla Sandai.
Mancava ormai pochissimo al loro scontro… fu un istante.
-Tecnica della Grande Lancia!-
-Tecnica ad una spada… Canto del Leone-
Zoro si arrestò pochi passi dopo aver superato il suo avversario. Con un rapido movimento della mano rinfoderò la  spada e infine si voltò verso Creek.
L’uomo era crollato al suolo, la grande armatura dorata spaccata, la grande lancia troncata di netto, e un rivolo di sangue stava fuoriuscendo da sotto l’enorme corpo, macchiando il terreno di un rosso vermiglio.
-Creek sei giunto fin qui spinto dalla vendetta, gettando al vento quelli che consideravi i tuoi sogni più ambiziosi, sui quali un tempo eri pronto addirittura a sacrificare i tuoi stessi uomini… è triste sapere ciò; non capivi un tempo, e ora anche con un obbiettivo diverso non capisci lo stesso… ci sono molti motivi per cui combattere, e ognuno di noi può pensare che siano importanti, più importanti di altri o di tutto il resto, ma solo i risultati ci sanno dire se lo sono davvero, che siano essi morali, ideologici o anche solo materiali. Guardati e dimmi a cosa ti hanno portato la tua vendetta e il tuo rancore-
Zoro inspirò un po’ d’aria fresca che gli rinvigorì la gola –Non so che cosa sia successo a Gin e se non vuoi dirmelo non importa. Spero solo che stia bene-
La voce dello spaccino venne oscurata da quella tonante del arbitro che annunciava la fine dello scontro
La squadra medica era appena giunta sul posto per trasportare al sicuro il corpo dello sconfitto. Ci vollero almeno otto uomini per sollevare senza procurare ulteriori danni, l’enorme corpo di Creek.  
Poi alcuni medici si avvicinarono anche a Zoro parecchio preoccupati
-Roronoa-san! Ma lei è ferito!-
Il pirata sembrò non capire, poi si accorse della piccola lancia conficcata nella spalla destra. Il sangue scendeva con un ritmo abbastanza sostenuto, ma non sembrava farci caso.
-Ah questo… non è niente è solo un graffio-
-Come solo un graffio?! Ha una lancia nella spalla!- gridarono i medici sconvolti –Lei ora viene con noi!-
Zoro non ne voleva sapere. Fu così che venne presero a tradimento, posizionato sulla barella e portato di peso fuori dell’arena, sotto gli occhi divertiti di tutti.


Okay questo cap. è una schifezza, ma come tutti i cap. di passaggio, sono giusti e necessari. Solo che voi miei cari lettori ve lo siete beccato in un periodo alquanto brutto per me: oltre alla scuola che stressa sono rimasto senza computer per pezzo, a momenti esplodeva! (immagine di me che cerca di capire che cavolo succede e poi sente uno scoppio e una puzzolente nuvoletta bianca inizia a fuoriuscire e intanfare tutta la taverna, XD)
Comunque dai non è poi così brutto, sono comparsi anche dei nuovi personaggi! Anzi voglio sfidarvi: provate ad indovinare a che manga appartengono (anche se ovviamente questi non sono la versione originale bensì dei loro alter-ego, XD).
Va beh lasciamo perdere le baggianate e passiamo a cose più importanti:

BUON ANNO NUOVO A TUTTI I MEMBRI E LETTORI DI EFP!!!!!!!!!


In modo particolare a tutti i lettori di questa fanfic e in modo ancor più particolare a coloro che mi hanno messo tra i preferiti e tra i seguiti! Auguri ancora a tutti!

  
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