Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: PattyOnTheRollercoaster    02/01/2010    4 recensioni
Abbiamo lasciato Ellen con un'importante decisione da prendere. Che cos'avrà scelto? Seguire l'amato Murtagh e tradire Eragon, oppure abbandonare il sentimento, lasciarselo alle spalle e continuare a combattere per la libertà di Alagaesia?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Passato Presente & Futuro'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo diciannove: Stelle cadenti

I funerali del soldati caduti, di Nar Garzvogh e di Galbatorix vennero celebrati pochi giorni dopo. Una fiumana di persone si riversava nella capitale, per onorare i guerrieri e dire loro grazie. Villaggi interi si erano mossi, portando con loro cibo e bevande da regalare ai soldati.
Alagaesia si stava lentamente riorganizzando. Il Surda venne reintegrato come parte di Alagaesia, e non era più un piccolo stato indipendente. Re Orrin era abituato a governare il Surda, ma non credeva di essere all’altezza di governare tutti gli uomini sparsi per il mondo. E nonostante questo molti desideravano che diventasse lui il successore di Galbatorix. La verità era che Re Orrin aveva paura di sbagliare qualcosa, nella politica di Alagaesia, di non riuscire a soddisfare il suo popolo. Per questo, un giorno, prese coraggio e andò da Nasuada.
Dopo aver sentito la sua proposta, la ragazza era rimasta sorpresa, ma felice. Disse: “Questa scelta dimostra che sei un grande sovrano, Re Orrin. Sarò lieta di dividere con te il potere”.
E così Alagaesia venne governata da Nasuada e Orrin, assieme. Venne formato il Consiglio dei Saggi, che comprendeva Eragon, Saphira, Rukan il coraggioso Ibrido, Trushkren capo degli Urgali, Orrin e Nasuada, dodici studiosi, esperti delle più svariate materie (fra i quali vi erano Angela e Solembum), e un rappresentante per ogni città e villaggio. Quella fu l’era in cui l’eguaglianza e la giustizia si avvicinavano, per mano di Orrin e Nasuada.
Tutti lo avvertivano: c’era un nuovo odore nell’aria, odore fresco di cambiamenti, profumo leggero di gioia e l’odore penetrante della vittoria, che per un attimo aveva inebriato tutti i popoli di Alagaesia, che mai come prima si erano sentiti uniti e forti come allora. La gente non camminava più curva, ma a testa alta, i bambini non si nascondevano più dietro le loro madri, piuttosto uscivano a giocare e a correre per le strade. Tutti avevano qualcosa da fare, era come se l’intera Alagaesia stesse ricostruendo qualcosa. E in effetti, era proprio così: ricostruivano le loro vite, segregate per troppo tempo nel terrore.
Fu così che incominciò un’era di pace per Alageasia.

Dopo circa una decina di giorni dalla fine della battaglia, Katrina arrivò a Gil’ead sopra un carro trainato da un mulo. Non appena la vide Roran corse al suo fianco e la baciò con passione, scatenando l’ilarità generale. Ormai la nascita del bambino era prevista fra qualche giorno, e nonostante Roran si fosse offerto di fare lui il viaggio a sud, Katrina aveva detto di voler rivedere Eragon ed Ellen, così aveva compiuto il viaggio che l’aveva riportata da suo marito.
Ellen e Murtagh avevano occupato una casa che avevano trovato vuota. Stavano passeggiando per le vie della capitale quando la scorsero, mezza distrutta e disabitata. “Non ci vorrebbe molto a metterla a posto e abitarci” aveva detto Murtagh osservandola con occhio critico.
“Potremmo farlo davvero” disse Ellen avvicinandosi all’entrata.
Murtagh sorrise e la guardò. “Potrebbe essere casa nostra” aveva azzardato.
Non era sicuro che la ragazza volesse vivere con lui, in realtà aveva timore che rifiutasse. Era da mesi ormai che non si vedevano, e molte cose che erano successe li avevano cambiati. E poi, ci aveva pensato lungamente, la loro storia era iniziata in periodo di guerra, ed aveva paura che fosse solo quella a tenerli uniti. La paura di morire, il timore che ci fosse poco tempo… forse era solo per quello che la loro storia era inziata. Chissà che nella vita reale non fossero totalmente diversi l’uno per l’altra?
Ellen, dal canto suo, quando Murtagh pronunciò quelle parole s’illuminò. “Dici davvero?” chiese, senza riuscire a reprimere un sorriso a trentadue denti.
“Ma certo” rispose Murtagh abbracciandola.
Nelle seguenti settimane sistemarono la casetta. La ricostruirono e l’arredarono. Ellen la riempì di fiori, la dispensa era piena di marmellate, carne sotto sale e formaggi. In un piccolo giardino posteriore Murtagh, sotto l’insegnamento di Eragon, coltivava tutto ciò che poteva.
Una sera, mentre Ellen finiva di mettere a posto le ultime cose, Murtagh le disse di uscire in giardino. Ad Ellen piaceva molto occuparsi della casa, non lo faceva da anni, e le faccende erano per lei qualcosa di nuovo. Le piaceva occuparsi della casa, mentre Murtagh lavorava nel piccolo orticello, le piaceva preparare una cena calda a Murtagh, dopo tutte le fatiche aveva fatto. Le piaceva quando sistemavano la casa, la dipingevano e facevano assieme lavori manuali. Le piaceva la sera, quando si stringevano nel letto, e si abbracciavano.
“Ellen!”. Murtagh corse in cucina e la tirò per un braccio. “Vieni fuori Ellen!”.
“D’accordo” disse lei sorridendo.
Murtagh la trascinò fuori e le indicò il cielo. “Guarda quante stelle nel cielo” disse stringendola a sé.
“Sono bellissime” sussurrò Ellen.
“Anche se ovviamente non possono reggere il confronto con te” disse Murtagh dandole un bacio sulle labbra.
“Ellen … è da un po’ che volevo chiederti una cosa” disse poi a voce bassa. “Ma la verità è che in queste cose non me ne intendo molto. Ho cercato di organizzare una cosa carina, che ti potesse piacere. Però non ci sono riuscito”. Abbozzò un sorriso, si frugò nella tasca interna della giacca di pelle ed estrasse un bellissimo anello dorato. “Ellen, lo so che non sono poi molto in confronto a te. Si, un Cavaliere dei Draghi, ma tu sei una principessa. Però ti chiedo almeno di considerare l’offerta”.
Ellen tratteneva il respiro, guardando con stupore l’anello fra le dita di Murtagh.
“Ellen, vuoi diventare mia moglie?” chiese il ragazzo in un sussurro, guardandola negli occhi.
Il cuore della ragazza batteva così forte che sentiva male al petto. “Si!” esclamò, aggrappandosi al collo di Murtagh con tale slancio che il ragazzo dovette indietreggiare di parecchi centimetri.
“Hey, hey … calma. Sto andando a finire fra le aiuole” disse sorridendo.
“Davvero t’importa delle aiuole in questo istante?” chiese Ellen baciandolo e insinuando le mani sotto la sua maglietta. I muscoli di Murtagh erano caldi e lisci, e così belli, sotto le sue dita.
“Nah. In fondo non tanto” rispose lui stringendola più forte, respirando il suo profumo.

Non ci volle molto a ricevere la benedizione di Islanzadi per quella che lei considerava un’unione voluta dal destino. Gli elfi erano in tripudio ad Ellesmera e desideravano che il matrimonio si tenesse là. Ellen pensò che se avesse rifiutato sarebbe sembrato scortese, così invitò Eragon e Arya, Tegrish, Roran e Katrina, con il figlio da poco nato di nome Travis, Angela con il suo inseparabile gatto Solembum, Nasuada e Re Orrin, oltre che Orik, la moglie e qualche altro nano, a fare un piccolo viaggio fino alla capitale degli elfi.
Ma non era qualcosa di così urgente! La regina Islanzadi voleva delle nozze in grande stile per la figlia, così dovettero attendere quasi tre mesi per sposarsi. Ellen non capiva il perché di tanti preparativi, e ogni giorno che passava Murtagh era sempre più nervoso.
Un giorno Castigo, volando sopra la città assieme a Saphira, ebbe una notizia alquanto sconcertante. Chiama Eragon, io avviserò Murtagh. Dovrebbero saperlo anche loro, no? Disse quando si fu ripreso abbastanza da accettare la notizia e dire qualcosa di sensato.
  Hai assolutamente ragione, concordò Saphira.
Eragon e Murtagh furono così invitati dai due draghi a salire sulla piccola collina poco fuori Gil’ead. Era il tramonto, e il sole tingeva di arancio intenso tutte le prateria lì attorno. Saphira e Castigo si sedettero solennemente di fronte ai loro Cavalieri.
  Dobbiamo darvi una notizia, esordì Saphira. Molto importante. Niente di cui preoccuparsi, disse poi scorgendo l’espressione ansiosa dei ragazzi.
Castigo fece un piccolo grugnito e sbuffò del fumo caldo, poi disse con voce burbera: Saphira avrà presto un uovo.
Murtagh rimase alquanto stupito, mentre Eragon trattenne il fiato. Saphira! Non mi hai mai detto nulla!, disse poi indignato.
Saphira, confusa, sbottò: Avresti dovuto comunque capirlo da solo, sei il mio Cavaliere.
  Si, l’avevo capito di Castigo. Ma non l’uovo! E … Castigo, non mi hai nemmeno chiesto il permesso!
  Non … non  sapevo di doverlo fare, ribatté il drago un po’ ansioso, come uno sposo davanti al genitore della sua amata.
Murtagh scoppiò a ridere e si portò una mano alla pancia. “Ma che dici?” chiese all’amico. “Non sarai mica geloso?”.
“Io? No, ma figurati” borbottò Eragon guardando per terra.
Saphira fece un risolino e avvicinò il muso al suo Cavaliere. Parlò solo a lui, in modo che solo Eragon potesse sentire. Eragon, sarai sempre il mio piccolo.
Eragon abbozzò un sorriso e le accarezzò il muso squamoso.
Circa due mesi dopo una lunga carovana viaggiava verso Ellesmera. Una volta entrati nella foresta trovarono moltissimi elfi ad accoglierli. Non appena videro Ellen e Murtagh scoppiarono in grida di giubileo e andarono ad abbracciarli. Lungo tutto il viaggio cantarono e ballarono in mezzo alla foresta. Quando giunsero in vista di Ellesmera la regina in persona li fece entrare in città. Abbracciò a lungo la figlia e, con grande stupore di Murtagh, lo baciò sulle guancie e sulle labbra.
Eragon, soffocando un risolino, si accostò a lui e gli disse da dietro la spalla: “E’ un’usanza elfica. I genitori baciano lo sposo della figlia”. Murtagh considerò una fortuna che non ci fosse il marito di Islanzadi.
Dopo preparativi vari che fecero andare i nervi a mille ad Ellen, e dopo diverse usanze che fecero imbarazzare Murtagh fino a fargli diventare le orecchie rosse, finalmente arrivò il giorno della cerimonia.
Si tenne in una spaziosa radura, al centro della città, e quella sera le stelle brillavano forte, come se volessero assistere anche loro. Gli elfi si assediavano ai lati della radura, alcuni stavano sugli alberi e guardavano dall’alto. In un angolo Saphira, Castigo e Gylda stavano stretti fra di loro per non occupare troppo spazio.
Ellen portava una veste con lunghe maniche a sbuffo verde chiaro, stretta sotto il seno da una sottile cintura, per poi ricadere morbida ai suoi piedi. Ad ogni suo movimento la veste frusciava, e il suono che emetteva pareva lo stesso frusciare delle foglie al vento. Fra i capelli aveva fiori e foglie, intrecciate in una coroncina. Tutto in lei era perfetto e magnifico, era bellissima e, quando la vide, a Murtagh balzò il cuore in petto. Si sentì quasi svuotato di ogni sensazione. C’era solo lei in quel momento, lei con i suoi occhi neri e le ciocche di capelli fluidi che cadevano sulle sue spalle. Lei, con il suo sorriso dolce e la sua anima pura e perfetta.
Al contrario, Ellen venne assalita da tantissime sensazioni quando vide Murtagh. Si sentì riempire il cuore, la gola, le gambe e le braccia fino alla punta delle dita, da un calore confortante e quasi doloroso, tanto era l’amore che sentiva. In quel momento sapeva, era certa, che Murtagh era la persona che amava. Per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa. Si sarebbe gettata nelle fiamme ardenti e rosse come l’inferno, o sarebbe invecchiata lentamente assieme a lui.
A celebrare la cerimonia fu Islanzadi stessa. Con voce vellutata e dolce unì Murtagh, Cavaliere dei draghi, ed Ellen, principessa degli elfi, in matrimonio.
I festeggiamenti durarono a lungo. La musica che suonava stordiva chi non era abituato alla magia degli elfi. Roran sorrideva di continuo e faceva girare fra le braccia il piccolo Trevis, seguito dalle raccomandazioni di Katrina, che lo pregava di stare attento. Saphira svolazzava sopra di loro assieme a Castigo. Gylda soffiava piccola fiammelle per il divertimento di alcuni bambini elfici. Tegrish conversava amabilmente con suo padre e Oromis, mentre Eragon e Arya ballavano tenendosi per mano.
Ad un tratto Saphira richiamò l’attenzione di Eragon. Eragon guarda! Ci sono le stelle cadenti.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. “Ellen! Murtagh! Venite!”. Prese per mano Arya e la trascinò in un punto più buio della foresta. Da lì, in piccole porzioni di cielo, si potevano vedere le stelle brillare forte, con la loro coda bruciante, passare nel cielo.
“Dobbiamo esprimere un desiderio” disse Arya sorridendo.
“Davvero?” chiese Ellen.
“Si certo. Dicono che se esprimi un desiderio quando vedi una stella cadente quello si avvera”. Eragon guardò Arya e le strinse la mano più forte. Si guardarono negli occhi a lungo.
“Non credo di aver motivo di chiedere un desiderio” bisbigliò Ellen a Murtagh. “Ho già tutto quello che mi serve”.
Murtagh le sorrise le diede un dolce bacio sulle labbra.
Per l’ultima volta, tutti assieme, alzarono lo sguardo. La notte era chiara, le stelle piangevano di gioia. Ad un tratto due sagome nere fendettero l’aria leggera.
Saphira emise un ruggito di felicità e si volse verso Castigo. Il drago rosso la seguì nel cielo e avvicinò il muso al suo. Si guardarono negli occhi senza dire nulla, condividendo il turbine di sentimenti che ognuno provava scatenanti nel loro cuore. Poi, Saphira si tuffò di nuovo nella notte, e Castigo, ruggendo, la seguì.
Le due sagome si persero in lontananza. A terra, i quattro ragazzi si presero per mano e s’incamminarono sereni verso il futuro, sicuri di avere affianco qualcuno cui dare e ricevere amore.
Nessuno le guardava, ma le stelle ancora cadevano su Alagaesia, illuminando il mondo con la loro speciale luce.






Fine

I personaggi di questa storia appartengono per la maggior parte a Cristopher Paolini, ideatore del Ciclo dell’Eredità e detentore di tutti i diritti. La storia non è stata scritta a fini di lucro.










Parto subito col rispondere alle recensioni.

KissyKikka: caspita! Spero che questo capitolo finale ti sia piaciuto. Strano a dirsi, ma è stato più complicato degli altri da scrivere. Comunque ti ringrazio per tutto! Sei stata davvero gentile, hai seguito la storia dall'inizio alla fine (tutte e due le parti!). Le tue recensioni sono state utili anche per farmi notare certe cose che, dal punto di vista dell'autore, non si vedevano. Ti ringrazio davvero di cuore, sono felicissima che tu abbia letto la mia storia, e mi ritengo fortunata per questo, hai davvero esperienza nei racconti e nei libri, si vede che scrivi anche tu. Spero che avremo modo di risentirci, un bacio! <3


Allora...
non so proprio cosa dire. Ho iniziato a postare la prima parte di questa storia ad Aprile dello scorso anno, e ascriverl anacora prima (penso a Gennaio). E' strano, adesso, mettere l'ultimo capitolo. Era quasi diventata parte integrante delle mie giornate! XD
Questa storia mi ha dato molte soddisfazioni, e di questo devo dire grazie solo a voi lettori. Chi ha recensito, o anche solo letto, sappia che mi ha davvero fatto un grande favore. Sapere che eravate lì, che seguivate la storia, è stato bello. Sappiate che, senza di voi, nulla di tutto questo sarebbe esistito.
Lo so che sembrano le solite parole buttate al vento, le frasi fatte, ma non ci posso fare nulla se è così! XD E' quello che penso e, anche se è banale, ve lo dico con il cuore.

Grazie a tutti.

Un bacio.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: PattyOnTheRollercoaster