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Autore: Soul Sister    02/01/2010    7 recensioni
salve! questa storia è un EDWARDXBELLA. Edward e Bella sono migliori amici da una vita, sono cresciuti insieme. I Cullen e gli Swan sono una grande famiglia allargata. La loro amicizia è fortissima, indistruttibile. Bella è innamorata persa di Edward, e viceversa. Solo che per paura di rovinare tutto non hanno mai trovato il coraggio di dichiararsi. Un giorno Renèe fa una telefonata a Bella,una chiamata che sconvolgerà tutto: la vita dei protagonisti, l'amicizia... Tutto scombussolato.
Cosa succederà?
Spero che vi abbia incuriosito questo 'piccolo' spoiler.
Vi prego leggete, è la mia prima ff in assoluto!Spero vi piaccia. PS: STO MODIFICANDO I PRIMI CAPITOLI, CHI LA STESSE SEGUENDO,LE DIA UN'OCCHIATA. CREDO SIA MIGLIORE.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Open your eyes- Togli la maschera'
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Open your eyes

Capitolo I

La mia storia

Brrr …brrr... Cos’era quel rumore fastidioso?! Mi dava abbastanza sui nervi. Volevo dormire, che diamine! Decisi di contare mentalmente fino a tre, sperando che allo scadere dei secondi, il baccano cessasse. Ma purtroppo, il rumore c’era ancora.
Misi la testa sotto il cuscino .

<< Bells! >> ma chi…? << muoviti, è tardi!!!>> urlò mio padre, probabilmente dalla cucina.
Aprii gli occhi e sbadigliai. Mi tirai su a sedere e, con la lentezza degna di un bradipo, mi trascinai in bagno. Con calma, aprii il rubinetto della doccia, e con la precedente lentezza, mi spogliai ed entrai nel box. L’acqua era bollente e mi aiutò in parte a svegliarmi. Mi lavai energicamente i capelli, che prima parevano una balla di fieno. Mi sciacquai ed uscii. Dopo essermi asciugata, indossai i capi d'abbigliamento che mi ero precedentemente preparata. Tornai in camera.
Aprii la porta, e mi trovai una sorta di Dio greco sdraiato sul mio letto, che usava il mio orsacchiotto come palla da basket , e lo tirava sul mio soffitto,della mia camera.
Possessiva? forse...

<< Edward! Che stai facendo a EJ?! Gli fai male!>> strillai. Presi la rincorsa e mi buttai sul mio migliore amico a peso morto.
<< Bella!! Ahio! >> esclamò lui. Io scoppiai a ridere come un’idiota, e da tonto qual era pure lui, mi seguì a ruota. Eravamo due idioti, che ridevamo come idioti, per un motivo, senza dubbio, idiota!
Io e Edward eravamo amici da sempre, precisamente da 16 anni e 9 mesi. Avevamo 16 anni entrambi, quasi 17 . Lui era sempre stato il mio migliore amico, il mio confidente, la mia spalla su cui piangere… Praticamente, era tutto per me.
Ed io ero lo stesso per lui. Lo avevo quasi sempre considerato come un fratello. Dico quasi, perché da due anni a questa parte avevo preso una stramaledettissima cotta per lui. Che, da sottolineare, era il mio migliore amico. Ma come si poteva non ritenere attraente e maledettissimamente affascinante, uno come Edward? Slanciato, snello, muscoloso ma non troppo...
Due mani affusolate da pianista, che poi era…
Quel viso d’angelo incorniciato da capelli castano-ramati perennemente spettinati, oltretutto ad arte, che facevano risaltare quegli occhi verde mare, così profondi , incantevoli, stupendi…

Oh, per l’amor di Dio, Bella!! Riprenditi, manca poco che sbavi!

Intanto avevamo smesso di ridere.
Ero sdraiata su di lui, occhi negli occhi... I nostri visi ad un centimetro di distanza. Sentivo il suo fiato fresco sulle labbra.

Troppo vicini- pensai- siamo troppo vicini, potrei fare qualcosa di cui potrei pentirmi.

La sua presenza così prossima mi ubriacava, e io dovevo rimanere sobria.
Quella vicinanza non mi faceva ragionare correttamente. Ero totalmente fusa. Completamente persa nei suoi stupendi occhi.
<< oh, ehm… scusate. Volevo solo avvisarvi che io vado e che… siete in ritardo. Ciao>> disse la testa mio padre, che era sbucata da dietro la porta.
Era bordeaux, e potevo ben capirlo! Ero sdraiata sul mio migliore amico, a un centimetro dalle sue labbra carnose e perfette, in una posizione facilmente pregiudizievole.
Edward era sbiancato mentre io ero piu rossa di capo Charlie Swan, sceriffo della piccola, anzi microscopica, e umidissima cittadina di Forks, nonché mio padre.
<< ehm, Bella… >> incominciò Edward.
<< oh!>> dissi e mi tolsi da lui.
<< ti aspetto giù in macchina>> disse a occhi bassi, poi si precipitò fuori dalla mia camera.

Io e le mie dannate idee!!

Sospirai pesantemente. Mi feci una coda alta, dato che avevo ancora i capelli umidi. Indossai le mie converse e diedi un bacio sulla guancia pelosa del mio Edward junior. Quel peluche me l’aveva regalato lui per il mio quinto compleanno. Nessuno sapeva il nome per esteso dell’orsacchiotto, men che meno Edward. Troppo imbarazzante. Scesi in cucina, afferrai la tracolla e uscii di casa, chiudendomi la porta alle spalle. Mi diressi verso la Volvo c30 grigio metallizzata del mio migliore amico. Entrai nell’abitacolo a sguardo basso, e rossa come un pomodoro troppo maturo. Lui partì verso la Forks High School a tutta velocità. Nell’auto regnava un silenzio imbarazzante, e soprattutto tombale, e questo mi preoccupava. Tra noi non c’era mai stato silenzio, mai.
Da quando ero entrata nell’auto non mi aveva nemmeno guardata. Ma non era successo niente in camera mia, vero? No, assolutamente no. Il mio sguardo era fisso sulle figure sfocate che sfrecciavano fuori dal finestrino. Arrivammo poco dopo all'istituto. Edward parcheggiò affianco all’auto dei nostri fratelli.

Edward e i suoi fratelli erano stati adottati dal dottor Carlisle Cullen e signora, Esme. Erano due persone amorevoli e buone. Li consideravo come dei secondi genitori. Esme, soprattutto mi aveva fatto da madre. La mia vera madre, Renèe, si era separata da mio padre Charlie quando ero ancora piccola.
Ero nata a Forks, città natale dei miei. Mia madre però l’aveva sempre odiata e alla prima occasione se n’era andata. Con lei mi tenevo i contatto attraverso il telefono, mail, e poi andavo qualche volta a trovare lei e il suo nuovo marito, Phil, a Phoenix. Ovviamente preferivo rimanere a Forks, con Charlie, Esme, Carlisle, e i miei fratelli aquisiti, Emmet, Rosalie, Alice, e Jasper, ed ovviamente Edward. Emmet e Rosalie, i figli maggiori, avevano diciotto anni.
Jasper , il mezzano, ne aveva diciassette.
Alice invece sedici, come me e Ed.
Le due sorelle Cullen erano le mie migliori amiche, le mie sorelline, mentre Em e Jazz erano i miei fratelloni.
Aly e Rose erano fidanzate rispettivamente con Jasper ed Emmet .
Prima loro erano semplicemente fratelli, ma si accorsero di amarsi, e non essendo fratelli di sangue il problema non si poneva. Si fidanzarono, e ora lo erano ancora, forse più affiatati di prima.
Il nostro era un legame che difficilmente si trovava. Stavamo sempre assieme. Noi eravamo i “Cullen Brothers” per tutti. Il gruppo poi era diviso dalle tre Cullen Girls, cioè io Alice e Rose, e i tre Cullen Boys, ovviamente costituito da Edward Emmett e Jasper.
Aprii la portiera dell’auto e focalizzai dove si trovavano le mie socie. Le vidi. Appena chiusi la portiera tutti si girarono verso di noi.
L’intero corpo studentesco ci guardava come se fossimo alieni.
Alice, Rose, Emm e Jazz avevano la mascella sotto terra per lo stupore.
Non era mai capitato che io e Ed entrassimo in scena così silenziosi. Di solito ci sentivano da casa Cullen e, di certo, non era vicina. Io, con passo spedito andai dalle mie sisters, mentre lui entrò direttamente a scuola, anche se la campana non era ancora suonata. Arrivai a testa bassa ai miei amici.
<< Bella...Cosa è successo? Che gli prende? >> chiese Alice, la voce trillante in quel momento era tremante.
<< non so cosa gli prende neppure io… quando è arrivato non era così >> avevo le lacrime agli occhi. Non eravamo mai stati così distanti.
<< dai, Bellina! Vedrai che gli passerà!!>> tuonò il vocione di Emmett.
Em era un ragazzo molto bello, dalle fattezze angeliche. Come tutti i Cullen, per altro. Era alto e muscoloso, nerboruto era l'aggettivo adatto. Pareva un orso, da qui il suo soprannome. Aveva i capelli neri e ricci, e gli occhi grigi. Benchè, dall'aspetto poteva apparire cattivo e bullo, non lo era. Anzi, era un ragazzo adorabile, ed un fratello gelosissimo calato perfettamente nel suo ruolo. E poi, la sua caratteristica fisica, assolutamente, magnifica e che aveva fatto innamorare Rose, erano le sue fossette, che gli spuntavano quando sorrideva sul suo viso da bambino. Per cui, erano onnipresenti, dato il carattere comico e burlone del mio fratello-orso.
Rosalie era di una bellezza stravolgente, faceva sfigurare le modelle delle copertine. Alta, bionda, magra e occhi azzurro-ghiaccio. Poteva apparire fredda e superficale, ma era totalmente l'opposto. Era semplicemente adorabile, ed aveva un'irrefrenabile, precoce, istinto materno. Per lei, oltre che sorelle e migliori amiche, eravamo anche delle figlie da proteggere.
Jasper, anche lui biondo e riccio , con occhi castani chiarissimi, quasi ambrati, era alto e muscoloso, ma meno di Emmet. Era un fratello possessivo e geloso, quasi quanto Emmett. Anche lui, poteva apparire distaccato e sempre sulle sue, ma non lo era affatto. Jazz era un ragazzo amabile, dolce ed allegro. Eternamente cotto della folletta. L'unica pecca? quando si alleava con Emmett diventava un mostro! Ed aveva la mania delle scommesse con l'orso.
Alice pareva un folletto. Era bassina, minuta era l'aggettivo, e snella. Ma nonostante l'altezza, era davvero bellissima e ben proporzionata.
Aveva i capelli neri, abbastanza corti, acconciati con una pettinatura sbarazzina. Aveva gli occhi azzurri, magnetici. Ti toglievano davvero il fiato, ed erano la fonte di profitto maggiore per Alice. Infatti lei era un'approfittatrice ed una ricattatrice, furba e scaltra. Ma davvero fantastica. Era fin troppo esuberante ed allegra, animata da una voglia di vivere ed amare impareggiabile. Non si fermava mai, se iniziava qualcosa la doveva finire per forza. Era parecchio cocciuta, la nana. Ma lei diceva che la testardaggine era un pregio, non un difetto.
Come Rose, era una pazza fanatica e dipendente da shopping, e spesso e volentieri mi trascinavano ore e ore per i negozi.
Per me però, il più bello era sempre e comunque Edward.

La campanella suonò, e insieme ai miei fratelli, andai all’interno dell’edificio.

POV. Edward

Sono un emerito idiota!!! Ma che dico!! Un vero e proprio rimbambito patentato!!
Ma come si faceva a voler baciare la propria migliore amica con tutta la propria anima? E soprattutto, chi mai potrebbe prendersi una cotta per la propria migliore amica? Semplice. Nessuno, a parte me...
Isabella Marie Swan, la mia eterna migliore amica.
Lei che mi diceva che non sarebbe mai piaciuta a nessuno, lei che si riteneva “bruttina”, mi aveva stregato. Certo che lei di “bruttino” non aveva proprio nulla. Secondo me, non si era mai guardata allo specchio, oppure la stima di sé stessa era proprio sotto zero.
Perché di Bella si poteva dire di tutto tranne che fosse carina, figuriamoci brutta! Lei era s-t-u-p-e-n-d-a, e non ero di parte. Praticamente faceva sbavare l’intero corpo studentesco maschile della Forks high school!
Alta circa 1,60, snella, con la pelle morbida e liscia, pallida quasi quanto la mia. Aveva i capelli castani, setosi, e abbastanza lunghi, che il più delle volte le ricadevano sulle spalle con morbidi boccoli.
Aveva un bel corpo, ben proporzionato: non aveva da invidiare nulla, a nessuna ragazza.
E i suoi occhi… Dio, i suoi occhi!
Erano profondi, bellissimi… Le iridi erano marroni e calde come il cioccolato fuso, tremendamente espressivi.
Gli occhi sono specchio dell'anima.
E l'anima della mia Isabella era decisamente unica. Era una persona altruista, estremamente buona e gentile. Era una ragazza sincera e rispettosa, per niente volgare. Era un'amica coi fiocchi, adorabile e amorevole.
Non per niente, le volevano bene tutti.

Non per niente me n'ero innamorato...

Adoravo guardarla negli occhi e poter intuire quello che pensava. Io, con lei non riuscivo a mentire, e lei lo stesso con me. Ci conoscevamo troppo bene. Non avevamo mai litigato, né eravamo mai stati divisi… a parte in quel momento. E per di più per un mio stupido problema.
Le stavo alla larga per non fare qualcosa di sbagliato, anche se ci stavo male. E lei altrettanto soffriva.
Ma ne valeva la pena. Per la nostra amicizia non le avevo mai confessato che mi piaceva. All’inizio, quando mi ero accorto che il sentimento che mi legava a lei non fosse solo una semplice amicizia, credevo che dopo qualche tempo mi sarebbe passata. Peccato che erano passati anni, e lei mi piaceva ogni secondo di più.
Nel tragitto dall’aula di storia a quella di computer, incrociai Alice e Rose, che praticamente mi incenerirono con gli occhi.
Bella probabilmente stava soffrendo molto, e la causa ero io. E ci stavo male. Decisi di uscire da scuola e mi rifugiai nella mia Volvo.
Saltare la scuola mi avrebbe aiutato, almeno avrei potuto riflettere sul da farsi. Mi chiusi dentro e feci partire il CD delle mie canzoni.
Le mie composizioni preferite mi aiutavano a meditare. Passò la canzone dedicata a mia madre Esme, poi quella di mio padre Carlisle, poi quella di Aly, Rose, Emm, Jazz… e arrivò anche quella scritta per Bella, ispirata da Bella, quando mi ero accorto di esserne … che mi piaceva. Non sapevo… non credevo di poter provare quel sentimento, così forte, così intenso.. non mi ritenevo degno di poterlo provare.
Ne avevo letto, ne avevo sentito parlare, l’avevo visto attraverso la mia famiglia, ma non avevo mai provato il sentimento chiamato Amore.
Non ero mai stato fidanzato con qualcuna, non mi era mai interessata nessuna ragazza, tranne Bella.
L’ironia della sorte! Lei, per cui non avrei mai potuto e dovuto provare, forse, quel sentimento, mi aveva rubato il cuore.
Se non ero innamorato , mancava davvero poco, pochissimo.
Facevo ancora fatica anche solo a pensarlo!

In quel momento mi sentivo vuoto.
Senza la mia Bella, niente aveva senso.
Certamente, per lei non sarei mai potuto che essere il suo migliore amico Edward. E mi faceva male.
Ma io l’avrei… amata in silenzio, guardandola sorridere, e sorridendo anche io, vedendola gioire, gioendo pure io, consolandola quando avesse sofferto, soffrendo anche io. Perché se lei rideva, ridevo. Se lei piangeva, piangevo. Se lei soffriva, soffrivo. Se lei era felice, ero felice.
E lei stava soffrendo, e soffrivo anche io. Ma un conto era se soffrivo io, un altro se soffriva lei.
Aprii la portiera poco delicatamente e la richiusi allo stesso modo.
Con passo spedito, quasi corsa,attraversai lo spiazzo ed entrai nella scuola. Automaticamente guardai l’orologio: 12.55.
Sarebbe suonata a mom... La campanella suonò, e di riflesso accelerai di più. Tutti i ragazzi stavano uscendo dalle aule per andare in mensa.
Bella aveva trigonometria.
Stavo correndo ormai.
Per sbaglio urtai Alice, che quasi cadde a terra.
<< Edward ma che ca..spiterina!!!>> per fortuna che Emmet l’afferrò, se no mi avrebbe ammazzato. Guai a chi le rovinava i suoi amati vestiti, sopprattutto se erano di Gucci, e se li aveva comprati il giorno prima.
E correvo.
Ma da quando l’aula di trigonometria era così distante?
La vidi.
Stava uscendo dalla classe affiancata da Jessica Stanley e da Angela Weber, due nostre amiche.
Ovviamente il rapporto non era lo stesso che c’era tra noi sei…
Aveva gli occhi arrossati, quindi aveva pianto. Teneva lo sguardo basso, e non mi vide. Quando alzò lo sguardo ero gia lì, e l’abbracciai di slancio.
<< scusa, scusa, scusa, scusa!! Sono un cretino! >> le dissi all’orecchio. Lei, che fino a quel momento non aveva ricambiato l’abbraccio, mi mise le braccia al collo e appoggiò la testa sul mio petto.
<< scusa, sono un'idiota >> le tappai la bocca con l’indice.
<< ssh, tu non sei affatto un’idiota, capito?>> dissi mentre le asciugavo con due dita le lacrime, che erano sgorgate copiose dai suoi magnifici occhi. Lei mi sorrise,e si strinse più a me.
In quel momento, con lei tra le braccia, mi sentii completo, a casa. Capii che il mio posto era affianco a lei, alla persona che mi aveva fatto innamorare: a Isabella Marie Swan. Accanto alla mia migliore amica.

POV. BELLA

Lì, tra le sue braccia mi sentivo finalmente completa, felice. E capii che il mio posto era accanto a lui. Perché io lo amavo, amavo il mio migliore amico, Edward Cullen.
  
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