ONE THREE HILL - L'ultimo segreto
Titolo: One Three
Hill - l'ultimo segreto (cap. I)
Autore: Mistress Lay
Raiting: R (ma
potrebbe cambiare)
Categoria: triste, drammatico, romantico
Sottocategoria: Alternate Universe (AU), Slash
Personaggi: Harry
Potter, Ron Weasley, Hermione Granger, Draco Malfoy, Albus Silente, Nuovi
personaggi
Pairing:
sicuramente una Harry/Draco ma per ora nn lo so nemmeno io... ci sto
lavorando
Lo dico chiaro e
tondo: nn era mia intenzione scriverla! Un po' perchè mi sn messa nei casini da
sola a scrivere 4 fic contemporaneamente e scartandone altre per portare avanti
qst, un po' perchè nn è il mio genere...
Lo dico fin da
ora onde evitare equivoci ma dal momento che è una sfida eccomi qui, con
una fic imprevista da scrivere, un titolo preso da un telefilm e una trama che
se mi impicco adesso è meglio per la mia sanità mentale.
Basta delirare,
smetto subito.
Prima vi dico
solo che i nomi delle quattro case e dei professori, nei limiti del possibile,
sn nella loro edizione originali ma cmq sn perfettamente intuibili.
Mistress Lay
PICCOLA NOTA:
Le parti in corsivo
sn i pensieri, le altre delimitate dagli asterischi (*) sn i ricordi e con gli
slash (/) sn le parti di un film immaginario
Il sesto anno di
Harry James Potter non poteva cominciare peggio.
Tanto per
iniziare la sua prima lezione dell'anno era stata pozioni doppie con Slyterin,
negli umidi sotterranei e con il professore più odiato, Severus Snape che aveva
creduto opportuno interrogarlo, dargli una bella 'D' di Desolante e togliere
venti punti a Gryffondor solo nella prima ora di lezione. Gli altri
sessanta punti che Snape aveva sottratto alla sua casa erano stati per per
'colpa' di Ron e Neville.
Il primo aveva
preso le difese di Harry quando Snape si trovava in fase 'ora ho voglia di
sfottere un po' Potter', il suo passatempo preferito, Neville non aveva colpa
alcuna se non quella di non essersi accorgerto che Tiger aveva scambiato la sua
radice di purvincolo con la radice di asfodelo causando la prima esplosione di
calderone del suo sesto anno, la sua prima punizione, le prime ferite ai suoi
compagni e cinquanta punti in meno a Gryffondor.
Ma non era finita
lì.
Il pomeriggio
stesso i Gryffondor si sono ritrovati a lezione di Difesa contro le Arti Oscure
con i Slyterin e con... Snape che evidentemente aveva avvelenato Dumbledore con
una pozione confundus per poter assumere quel ruolo così ardentemente
desiderato.
Lì Harry era
stato nuovamente interrogato. Nessuna 'D', ma, con grande scorno di Snape, una
'O', per altro immeritata, doveva essere una 'E' dal momento che aveva risposto
correttamente a tutte le trenta e più domande. Ma dal momento che a Snape non
andava bene, aveva tolto dieci punti a Neville per non essere preparato.
Era finita lì? Oh
no, troppo semplice.
Come se non
bastasse, Snape aveva cambiato le posizioni dei suoi studenti, mescolando
Slyterin e Gryffondor e con chi era capitato Harry? Malfoy.
Ripensando
all'assegnazione dei posti però Harry si era dichiarato abbastanza fortunato.
E questo considerando che Ron era stato appaiato a Goyle e aveva beccato una
punizione e Hermione appaiata a Millicent Bulstrode, la sua anima nera, aveva
preso la prima 'A' della sua carriera scolastica. Che poi è caduta in
depressione non bisogna nemmeno dirlo, era scontato.
Ora era costretto
a passare le ore di Difesa contro le Arti Oscure accanto a Malfoy, vedere la
sua odiosa faccia per altre sei ore alla settimana, ascoltare le sue battute
e... fare ricerche assieme.
Quella sera Harry
era incavolato con il mondo.
Ma a cena lo
aspettava UN'ALTRA sorpresina.
Cosa? Anzi...
chi?
La nuova
studentessa.
Slyterin, occhi
perfidi, ghigno perfetto e la sua nuova compagnia con Pansy.
Lo aveva
scontrato nei corridoi e Harry era caduto come un pesce lesso mentre Malfoy
aveva tolto dieci punti a Gryffondor per aver 'urtato con intenzione' una
Slyterin.
Insomma, primo
giorno di scuola e aveva riconfermato la sua celeberrima sfiga cronica.
E non era tutto.
Eh no, la giornata non poteva finire così.
No, sarebbe stato
troppo chiedere al destino una manciata di ore come tutte le persone normali.
La professoressa
Minerva McGonagall era venuta nel bel mezzo della cena al tavolo Gryffondor e
aveva avvertito Harry di raggiungere IMMEDIATAMENTE lo studio del professor
Dumbledore.
E ci era andato,
ma solo dopo aver incontrato per i corridoi Pix il poltergeist e aver
ricevuto una bella doccia di inchiostro.
Per fortuna era
intervenuta la professoressa McGonagall e lo aveva pulito alla bene e meglio...
e poi nell'ufficio di Dumbledore aveva trovato LUI.
Un uomo sulla
settantina, alto e robusto, capelli bianchi, occhi chiarissimi, abiti babbani
in nero, smorfia orgogliosa del naso, tracotanza nella piega della bocca, rughe
profonde, sguardo duro.
E Dumbledore?
Stanco come mai Harry lo aveva mai visto. Occhi tristi, rughe pronunciate e..
dolore in quegli occhi azzurri e penetranti.
- Siediti, Harry,
abbiamo cose sulle quali discutere - aveva detto solo. La McGonagall era uscita
mentre Harry prendeva posto nella poltroncina comoda accanto a quella dell'uomo
dallo sguardo orgoglioso e penetrante ma Harry lo aveva notato. Lo sguardo duro
della professoressa verso quell'uomo.
Se ne chiese il perchè.
- Harry, questo signore è Archibald Whilher, signor
Whilher questo è Harry James Potter -
Archibald Whilher fissò Harry negli occhi.
Harry si sentì in
soggezione, spiato da quello sguardo duro e fermo. Era un uomo a cui non piace
essere contradetto si disse Harry, assomiglia quasi alla McGonagall.
- Lieto di conoscerla,
signor Whilher - rispose Harry con cortesia ma un sorriso proprio non riusciva
a farlo, sentiva che aveva da dire qualcosa... e non gli sarebbe piaciuto.
"Vorrei
proprio vedere come finire in bellezza questa fortunatissima giornata"
pensò amaramente.
- Salve Harry -
disse il signor Whilher con voce dura e senza veramente provare felicità nel
conoscere Harry. I due lo percepirono.
Dumbledore prese
la parola, stranamente a disagio: - Il signor Whilher, Harry è venuto qui
dagli Stati Uniti per con... -
L'uomo lo
interruppe: - Non esattamente, Dumbledore, io sono qui per portar via con me
Harry - la stessa voce dura, un tono autoritario.
Harry sussultò di
sorpresa.
"Portarmi
via?"
Anche Dumbledore
non era d'accordo evidentemente, aggrottò le sopracciglia, contrariato: -
Questo non è stato deciso, Whilher -
Il viso del
signor Whilher si rabbuiò, oscurandosi e divenendo minaccioso: - Pensavo fosse
scontato, Dumbledore. Il ragazzo mi seguirà a casa -
- Harry è sotto
la tutela dei signori Dursley, Whilher, e DEVE frequentare Hogwarts - continuò
in tono tempestoso Dumbledore.
Ma il signor
Whilher non si fece mettere in soggezione. Era deciso a non cedere. Harry si
chiese, anche se allibito dalla richiesta di quell'anziano, come quel babbano
non provasse paura di fronte a Dumbledore, il mago numero 1.
Anzi, numero 2.
Eh no, Harry era
il numero 1, a detta dell'intero mondo magico.
- Il ragazzo non
è tenuto a frequentare Hogwarts. La minaccia del Lord Oscuro è stata sventata e
quindi verrà con me negli Stati Uniti, lei non ha voce in capitolo -
Harry, a
giudicare dallo sguardo di Dumbledore fisso sul duro Whilher, ebbe
l'impressione che nemmeno lui avrebbe potuto fare qualcosa.
"Bene"
pensò "Degna conclusione della più sfortunata delle giornate"
Ma anche lui
avrebbe avuto voce in capitolo.
Capitolo Primo - VUOI
SAPERE UN SEGRETO?
Harry sospirò,
stiracchiando i muscoli intorpiditi per il lungo viaggio che era stato
costretto a compiere seduto in una scomoda poltroncina dell'aereo. Un viaggio
lungo ore e ore.
Prima il viaggio
in treno Hogwarts - King's Cross di Londra, taxi in un traffico stratosferico,
una lunghissima coda all'aeroporto e... ore e ore in aereo.
Tutto perchè il
signor Whilher odiava ogni forma di magia e non tollerava nè utilizzare
Therstal nè auto sguscia- traffico nè una Passaporta nè la materializzazione.
Niente che fosse lontanamente ricollegato alla magia.
Una stramaledetta
mattina, un stramaledetto pomeriggio, una stramaledetta nottata... una
stramaledetta giornata alla fine.
Stramaledetissima
e sfortunatissima giornata com'era stata la precedente solo che di diverso
c'era che il giorno prima quella giornata l'aveva trascorsa a scuola tra
Slyterin, professori e strani colloqui mentre quella stessa giornata l'aveva
passata tutto il santo giorno ad essere scarrozzato da una parte all'altra
dell'Inghilterra e del mondo.
Harry sospirò
silenziosamente mentre fissava con sguardo vacuo lo schermo proprio davanti a
sè e infilandosi annoiato le cuffie per ascoltare i dialoghi dei due ragazzi
del film... errore, non il dialogo ma il 'litigio'.
/- Non potevi
startene a casa tua? - diceva uno, una faccia antipatica.
L'altro alzò le
spalle, indifferente: - Non era in mio potere decidere -/
"Poveraccio..."
pensò Harry "Stranamente mi sta simpatico..." continuò
amaramente, tamburellando noisamente le dita sul bracciolo della poltroncina
scomoda.
/- Dovevi importi
- lo rimproverò l'antipatico.
- Non ne ho avuto
la forza -/
"Simpatico...
decisamente simpatico"
/- Lasciatelo
dire, William, sei un rammollito -
- Lo so, Lance,
lo so - amarezza nella sua voce. William calciò un ciottolo che venne slanciato
dritto dritto nel lago./
"Chissà
perchè mi sento preso in causa" sorrise interiormente Harry,
accomodandosi di più sulla poltroncina, cominciando ad interessarsi alla scena
dei due ragazzi.
/- Ma non ti
capisco proprio, William! - scoppiò Lance, gesticolando furioso - Perchè non te
ne torni a casa? Perchè non te ne vai se non sopporti stare qua? -/
"Perchè
non ne ha la forza" rispose mentalmente Harry, comprendendo benissimo
lo stato d'animo di William.
/- Non ne ho la
forza -/
Harry stava
decisamente prendendo gusto alla visione di quel film. Si chiese se veramente
il Fato esistesse.
/- Perchè non ti
sei imposto PRIMA di venire? -
William gli
rivolse uno sguardo triste: - Quando cresci con la convinzione che tua madre
amava VERAMENTE tuo padre e poi uno sconosciuto arriva, un bel giorno, e ti
dice senza mezzi termini che tua madre, colei che credevi perdutamente
innamorata di tuo padre, ha avuto una storia con un altro uomo e che con
quell'uomo aveva un figlio, poi abbandonato e quello sconosciuto che ti ha
detto tutto ti portasse via di punto in bianco dai luoghi in cui sei cresciuto,
tu cosa diresti? -/
Harry sussultò a
quelle parole e sentì gli occhi inumidirsi.
Maledizione!
Adesso ci si mettevano anche i film a complicargli l'intrico della sua vita!
Non ascoltò la
risposta e si tolse con la forza della rabbia le cuffie dalle orecchie, scattando
in piedi.
- Dove vai? -
abbaiò Archibald Whilher, disapprovando la sua condotta.
- Al bagno -
rispose a bassa voce Harry, fissando con insistenza tutto ma non quegli occhi
penetranti.
- Fai in fretta.
Atterriamo tra poco -
Harry annuì
solamente e si fiondò in bagno, chiudendo la porta dietro di sè a chiave e
appoggiandovi contro la schiena stancamente.
Perchè tutto a
lui doveva capitare?
Adesso che
finalmente si prospettava davanti un futuro migliore, finito l'incubo di Voldemort,
finito l'incubo dei Dursley... adesso che finalmente poteva essere un ragazzo
normale e condurre una vita normale ai limiti del possibile, adesso che era
Harry e basta e non un'arma... adesso che poteva lasciare Privet Drive e
potersi stabilire lontano dai suoi parenti babbani, adesso che Voldemort era
morto, adesso che era un salvatore, adesso che poteva preoccuparsi solamente
della scuola... adesso che poteva avere una sua vita...
- Maledizione! -
sibilò tra i denti, stringendo i pugni.
... adesso veniva
quell'uomo, quel Whilher, che gli stravolgeva tutta la sua vita, la ribaltava,
la faceva a pezzi e ne aggiungeva anche alcuni suoi...
*"Ti
devo rivelare una cosa, Harry..."
"Cosa,
signor Whilher?"
"Vuoi
sapere un segreto?"*
Harry si lasciò
scivolare fino a sedersi a terra, la schiena ancora premuta contro la porta
chiusa, le gambe conserte, le braccia a cingerle.
*"Riguarda
i tuoi genitori"
"Mi
dica..."
"Riguarda
più precisamente tua madre"*
Sua madre...
quello che vedeva nelle fotografie che aveva di lei lo riempiva di gioia:
sorriso raggiante al suo matrimonio, allegria a tutto spiano quando stringeva
tra le braccia un fagottino, occhi sorridenti, occhi felici, occhi raggianti,
occhi che riflettevano il suo stato d'animo, occhi che ridevano, occhi senza
segreti.
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?"*
Ricordi spezzati
di una madre che lo amava e che amava suo padre.
Era così o no?
Era così bello
pensare di sì.
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?"*
Ma la verità
qual'era? Cosa nascondevano quegli occhi raggianti?
Quali erano i
VERI sentimenti di Lily Evans Potter?
*"Tua
madre ha avuto un altro figlio con un altro uomo"*
Cosa si prova a
veder crollare i ricordi di tutta una vita?
Cosa si prova a
sapere che dietro quegli occhi raggianti c'era un segreto?
Cosa si prova a
scoprire da uno sconosciuto che aveva un fratellastro?
Cosa si prova a
scoprire che sua madre aveva avuto un figlio da un altro uomo?
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?"*
Dolore... tanto
dolore.
Immenso dolore.
E un vuoto
dentro.
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?*
Rabbia nel
scoprire che dietro quegli occhi raggianti c'era un segreto.
Un grande
segreto.
*"Lascerai
Hogwarts, Harry, verrai con me. Conoscerai tuo fratello. Conoscerai Nathan
Wihlher"*
E poi lasciare
tutti i luoghi in cui era cresciuto.
Luoghi amici.
Lasciare gli
amici. Lasciare i ricordi. Lasciare la sua vita finalmente guadagnata con grandi
sacrifici.
Lasciarla per una
nuova e per un segreto che nessuno ha voluto rivelargli su sua madre.
*"Conoscerai
Nathan"*
Suo fratello.
Lo voleva
conoscere davvero?
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?"*
No, avrebbe
dovuto rispondergli, non voglio sapere nulla su di lei.
Ma non l'aveva
fatto e ora era negli Stati Uniti.
Lontano da casa
sua, da Hogwarts, dai suoi amici... dal mondo magico.
Era tornato in un
mondo babbano con un parente inaspettato... non era quello che aveva sempre
desiderato, una famiglia?
"Una
famiglia felice però..." pensò Harry, sospirando.
*"Conoscerai
tuo fratello"*
Fratello...
adesso scopriva di avere un fratello.
"Non lo
voglio conoscere... voglio solo dimenticare che mia madre ha avuto un figlio da
un altro uomo che non era mio padre..."
Ma poi lui
sarebbe riuscito a dimenticare?
Ci sarebbe
riuscito a guardare gli occhi di sua madre e non scorgervi nulla all'interno?
Nessun segreto celato dietro i due smeraldi?
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?*
No, non ci
sarebbe mai riuscito. Mai.
Sua madre...
un fratellastro...
*"Conoscerai
Nathan"*
Nathan. Archibald
Whilher.
Aveva ritrovato
due parenti.
Un fratellastro e
il nonno a quanto pareva.
*"Lascerai
Hogwarts, Harry, verrai con me"*
Qualcuno bussò
alla porta.
- Harry, dobbiamo
atterrare - la voce imperiosa di Archibald Whilher.
Harry desiderò
poter avere sottomano la sua bacchetta, prenderla e lanciare
una bella fattura a quell'uomo che lo aveva brutalmente strappato
dalla sua vita.
Ma non era colpa
sua. Non era colpa di quel vecchio se sua madre aveva avuto un altro figlio.
*"Sono
il nonno di Nathan"*
No, lui non c'entrava.
Si alzò in piedi
stancamente, aprendo la porta e ritrovandosi davanti quell'uomo,
le sopracciglia aggrottate.
*"Perchè
non me l'avete detto prima?"*
*"Non
volevamo darti un dolore"*
*"Professore..."*
*"Lo so,
ho sbagliato"*
*"Perchè
lei non è venuto prima?"*
*"Mio
figlio è morto. Voleva che Nathan conoscesse il suo fratellastro"*
Dolore, dolore
simile al suo in quelle parole.
L'uomo con il
quale sua madre aveva avuto una relazione era morto e come ultimo
desiderio aveva pregato il padre di far conoscere il figlio della sua
amata Lily Evans al proprio figlio.
Sapeva che un
Harry Evans era nato con il cognome di Potter e che abitava a Privet Drive
da Petunia Evans in Durlsey, che era cresciuto e che aveva ora sedici
anni.
Harry non
riusciva a detestare Archibald Whilher.
Era addolorato.
Forse ancora più di lui.
*"Mio
figlio è morto. Voleva che Nathan conoscesse il suo fratellastro"*
Si diressero
senza una parola ai loro posti e si appuntarono le cinture nel più
religioso silenzio.
Harry notò che la
programmazione del film che prima aveva visto era stata sostituita dalle norme
di sicurezza dell'atterraggio mentre il pilota avvertiva i passeggeri che
stavano atterrando e il viaggio era giunto alla conclusione.
Un sibilo alle
orecchie paralizzò Harry per un attimo, nel dolore.
Poi, le rotelle
dell'aereo toccarono terra, sull'asfalto della pista di atterraggio.
Il sibilo diminuì
e finalmente Harry riaprì gli occhi.
Guardò l'ora sul
suo nuovo orologio: 17.52.
A quell'ora a
Hogwarts avrebbe sentito la campanella di fine lezioni e si sarebbe sentito un
languorino in fondo al suo stomaco all'idea di consumare una cena coi fiocchi
preparata dagli elfi domestrici.
A quel pensiero
sentì tornare la sua angoscia.
Ancora poco e avrebbe
conosciuto il suo fratellastro.
*"Vuoi sapere
un segreto su tua madre?"*
Lo avrebbe visto.
Nathan Whilher.
Forse aveva anche
lui gli occhi verdi.
Harry si sentì
completamente solo.
Fissò l'orologio,
come ipnotizzato dal veloce scorrere della lancetta dei secondi.
Ron, Hermione,
Fred, George, Ginny, i signori Weasley, Seamus, Neville, Dean... i professori,
i compagni di casa, i compagni di squadra... gli amici negli altri dormitori, i
nemici...
Adesso avrebbe
dato anche la sua Firebolt per un'umiliazione da parte dei Serpeverde o dieci
punti in meno per la sua casa... tutto, ma di nuovo a Hogwarts.
E invece era lì.
Accanto ad un
uomo duro e orgoglioso che si stava slacciando la cintura.
L'aereo era
fermo. Le persone presero ad alzarsi scompostamente.
Harry si sentì
morire.
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?"*
No, non lo voglio
sapere.
Ma quelle parole
lui non le pronunciò mai.
CONTINUA...
Mistress Lay
Se mi fate sapere…
Grazie