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Autore: PaleMagnolia    05/01/2010    0 recensioni
Avete mai pensato che Dirk, Summer, Al e compagnia bella fossero (anche se in buona fede! XD) decisamente, inequivocabilmente e senza possibilità alcuna di redenzione, una gran massa di allegre Mary Sue (sì, anche gli uomini)?
Io, con tutto il bene che voglio a Clive e ai suoi personaggi, l'ho sempre sospettato, in fondo in fondo (sapete, giusto quando parla, ehm, dei capelli più rossi del fuoco, degli occhi più verdi del mare, delle chiappe alte come montagne e sode come marmo, delle notti di passione selvaggia - unghie che si conficcano, sudore che scorre a fiumi, ormoni che girano in ciabatte per la stanza - del coraggio sovrumano e dei muscoli guizzanti); e, con la presunzione e le manie di grandezza che mi contraddistinguono, ho autonomamente deciso che qualcuno dovrà fargli abbassare le penne. E quel 'qualcuno' sarà proprio...
Genere: Parodia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Solito avvertimento. Questa fanfiction è stupida, OOC senza alcun ritegno, volgare e probabilmente anche scritta abbastanza male. Non mi stupirei se qualche sito di critica la prendesse di mira per recensirla - in effetti, avrebbero più o meno ragione.


Hiram Yaeger si sporse oltre lo schermo del suo supercomputer e lanciò un’occhiata a Gunn

Hiram Yaeger si sporse oltre lo schermo del suo supercomputer e lanciò un’occhiata a Gunn.

“Rudi, mi chiedevo...” disse, esitando.

Gunn alzò gli occhi dal suo blocco di appunti della riunione appena conclusa. Nell'angolo in alto a destra, sulla pagina che Gunn stava controllando, c’era il disegnino stilizzato di un omino appeso a un cappio, e la dicitura SUMMER CREPA.

“Dimmi.”

“Voglio dire... non che io disapprovi, eh, sia chiaro... ma non ti stai accanendo un po’ troppo su Mary Su -- su Summer Pitt, ultimamente?”

Gunn si voltò a guardarlo. “Tu dici?” chiese, con aria pensosa.

“Cioè, per me hai tutte le ragioni, quella ragazza se la tira come se l’avesse solo lei, pretende di comandare tutti quanti a bacchetta e in generale sta sulle palle un po’ a chiunque...”

“E quindi, che problema c’è?”

“No, niente, è che mi chiedevo... Quando i due rompipalle sono comparsi, non li odiavi poi così tanto...”

“Beh, probabilmente hai ragione. In effetti, hanno cominciato a darmi l’orticaria da poco tempo, più o meno da quando il loro adorabile paparino mi ha fatto un piccolo... beh, chiamiamolo torto.”

Yaeger era perplesso.“Hai cominciato a trovarli insopportabili più o meno da quando Dirk s’è sposato, no? Ma non capisco che torto ti abbia fatto.”

“Beh, in realtà, non è proprio da quando Dirk s’è sposato. Piuttosto, da quando...”

Gunn aggrottò le sopracciglia, ricordando...

 

[Nel caso la frase precedente, col riferimento al ricordo, i puntini di sospensione, lo spazio e tutto il resto, non fosse sufficiente a farvi capire che ora inizia un flashback, metterò un avviso. E visto che questa è una ficcyna della peggior specie, userò l'espediente più scemo di tutti gli espedienti nel mondo degli espedienti, ovvero scrivere "INIZIO FLÉSCBEC" all'inizio del fléscbec. Così non dovrò mettere tutto il resto del capitolo in italics] [Ma quanto sono furba? Eh?] [Certe volte mi stupisco da sola della mia idiozia galoppante] [Ignorate quel che metto fra parentesi] [Sul serio, ignoratelo] [Oh, Dio!]

 

INIZIO FLÉSCBEC

 

“Più ci penso e più credo di poter essere più utile alla NUMA dalla Casa Bianca che dal mio ufficio attuale”

“E chi dovrebbe sostituirla alla NUMA?” chiese Pitt. “Rudi Gunn?”

Sandecker scosse il capo. “No, Rudi non vuole. Si sente più tranquillo come vice”

 

Clive Cussler, Odissea

 

 

“Eh? Cosa?! Ehi, ma... no, no, no, ragazzi, aspettate un attimo - non è vero! Il vecchio bastardo se l’è inventato! Figuriamoci se mi sento più tranquillo a fare il vice sfruttato e sottopagato - ah, ma per favore!, semmai è vero il contrario, e di sicuro mi sentirei molto più tranquillo se quello scriteriato di Dirk se ne stesse ben lontano dal...”

“Rudi...”, tentò timidamente di interromperlo Darla. Ma Gunn era partito per la tangente.

“... No, questo è davvero, davvero fantastico - vent’anni di straordinari non pagati ad aspettare di diventare il capo di ‘sto stramaledetto buco di posto, poi Dirk arriva, gioca a ‘battiamo le mani un-due-tre’ con l’Ammiraglio, e mi ciula il posto. Oh, ma è grandioso, no, sul serio, davvero grandioso, io non so proprio come...”

Paul Trout tentò di intervenire, prima che a Gunn partisse un embolo. “Rudi, dai, non te la pren...”

“... come diavolo abbia fatto a far credere a tutti quanti che io - no, ascoltami - che io abbia potuto anche solo pensare di... di immaginarmi di.. di sognare di dire una cosa del genere, quando...”

“Oh, dai, ormai è andata così...” Darla provò a calmarlo, dato che il tono della sua voce stava raggiungendo preoccupanti ottave da soprano.

“... quando la metà dello staff della NUMA sa perfettamente - no, anzi, quando tutto lo staff della NUMA - lo sa anche la donna delle pulizie – dicevo, sa perfettamente quanto io abbia sbavato per anni su quel posto e...”

Gamay, la moglie di Paul, gli battè una mano sulla spalla con fare consolatorio. “Su, su, andiamo, Rudi, adesso non...”

“... e – aspetta, lasciami finire – tutti sapevano perfettamente quanto ci tenessi ad evitare che il posto dell’Ammiraglio – il mio posto - finisse, fra tutti, proprio a Dirk ‘Facciamo-casino-ammazziamo-gente-rubiamo-mezzi-di-trasporto” Pitt, viglio dire, proprio a Dirk “Tanto-poi-ci-pensa-Rudi-a-evitare-che-finiamo-tutti-in-galera’ Pitt, e insomma!, – lo sapevano tutti, che avevo gli incubi, perdio, al solo pensiero che la direzione della NUMA potesse finire in mano a quello squilibrato di Dirk ‘Faccio-sempre-quel-cazzo-che-mi-pare-tanto-sono-il-cocco-dell’Ammiraglio’, e invece guarda un po’, Sandecker – Dio lo strafulmini all’istante, quel fedifrago! – s’inventa tutta questa bella storiella che io avrei rifiutato di...”

“Ma tu adori l’Ammiraglio!”, fece Gamay, sorpresa.

Gunn scattò. “Non nominare quel traditore, se non vuoi che io abbia un travaso di bile!”

“Ru-diii...” gemette Darla, che cominciava, dato anche lo stato delle vene del suo collo, a temere che al suo capo venisse sul serio un coccolone.

“E tu non azzardarti a dire niente!, gli hai persino creduto, quando te l’ha detto!”

“Ossignorelamadonna...” mormorò Darla, ormai convinta che Gunn avrebbe preso fuoco per autocombustione da un momento all’altro. Tentò di allontanarsi, con discrezione, per non rimanere coinvolta nel falò.

“... voglio dire, perfino la donna delle pulizie di cui sopra sarebbe un capo migliore di Dirk... Lui non ce la può proprio fare, non ha un minimo di buon senso, finirà per portarsi a letto la figlia di qualche minatore milionario pazzo – e guardate che l’ha già fatto! – così quello s’incazzerà da morire e farà saltare tutta la sede della NUMA per ar...”

“No, aspetta, si è portato a letto la figlia di un minatore milionario pazzo?!” Darla si riavvicinò a Gunn di qualche passo, dimostrando una volta per tutte che la sua avidità di pettegolezzi era più forte anche dell’istinto di sopravvivenza.

“... sì, ma non è questo il punto, Dals, quello che volevo dire...”

“E quando è successo?”

“Dar-la!”

“E dai, sono curiosa anche io!...” intervenne Gamay, punzecchiandolo con l'indice.

“Si, beh, insomma, lei si chamava Maeve, o qualcosa del genere - bionda, occhi azzurri, una figa da paura come al solito – e abitava su un’isola vulcanica strapiena di diamanti, che è esplosa accoppando tutti quanti nel giro di dieci chilometri, e...”

Gunn si interruppe per lanciare un’occhiata a Darla, che aveva assunto un’aria allarmata.

“... hmmm, sì, beh, è una storia piuttosto lunga.” Tagliò corto. “Comunque, se è per questo, l’amico Dirk ha dato una bottarella anche alla moglie di un poveretto di nome Seagram che lavorava al governo, e se l'è fatta giusto sopra un materasso muffoso sul Titanic, quando...”

“Cosa? Ha fatto... l’ha fatto sul Titanic?!

“... sì, e ha fatto ammattire il poveruomo. Per non parlare di quando, dentro ad un tubo di scarico, ha sedotto la moglie di un altro milionario mezzo matto, che si chiamava LeBaron - che poi mi sa che sia morto, accoppato dai cubani... No, aspetta, forse erano russi...”

“Eh?”

Gunn agitò una mano. “Lascia perdere, non ho mai capito veramente cosa fosse successo quella volta. In effetti, ero abbastanza occupato a starmene in un angolo con la faccia maciullata e un paio di ossa fracassate – sempre ringraziando i cubani. O i russi, non so.”

“... Capisco”, disse Darla, che in effetti non capiva affatto, e cominciava a pensare che Gunn fosse andato fuori di testa.

“E, ovviamente, anche quella volta fu colpa di Dirk. Tutte le volte che mi spacco qualche osso, mi rompono la faccia o mi sparano addosso è colpa sua. Qualche volta tentano anche di farmi esplodere, come quella volta sull’isola dei teschi di ossidiana, quando un gruppo di allegri nazisti argentini tentarono di far saltare me e Al per aria...”

“No, aspetta... teschi di cosa?”

“... Ossidiana, Dals, è un vetro vulcanico – ma non interrompermi mentre mi lamento. Lasciami almeno spiegare come mai mi sono trovato su un’isola piena d’oro in mezzo a un fiume dentro una caverna che...”

“... Un fiume. Dentro una caverna.” Darla annuì lentamente, ormai convinta che il suo principale fosse definitivamente uscito di senno.

“... Sì, con in mezzo un’isola...”

“Nel fiume dentro alla caverna?”

“Sì... Non guardarmi così, Dals, è vero. Quella volta mi ruppi quasi tutte le dita, parecchie costole e la testa, e questo perchè Dirk aveva castrato un pazzo psicopatico di nome Tupac, e...”

"Castrato? Che intendi con 'castrato'?" chiese Paul, allarmato.

Tupac?!” fece Darla.

"In che senso castrato?!"

Tupac?!” ripetè Darla.

“... Sì, beh, non gliel’ho mica dato io, il nome, Dals" si voltò verso Trout. "E tu non fare quella faccia. E comunque, se non ci credete, a documentare quella storia c’è una foto nell’ufficio dell’Ammiraglio. Beh, c'era.”

“Quella in cui tu sei ingessato dalla testa ai piedi e indossi una ridicola camicia da notte da ospedale?” saltò su Gamay.

“Ehi, quella foto me la ricordo!” intervenne Paul.

Gunn arrossì leggermente. “Hmmm, sì, beh, quella. Un'altra prova dell'inesauribile buon gusto dell'Ammiraglio. E comunque Dirk recentemente l’ha tolta e l’ha sostituita con un ritratto dei suoi due deliziosi figlioletti... L’adorabile Mary Sue e il simpaticissimo Gary Stu.”

"Ma non si chiamavano Summer e Dirk Jr.?", chiese Paul, perplesso.

Darla scosse la testa e gli battè qualche colpetto sulla spalla. "Lascia perdere, è una storia lunga", disse.

 

[FINE DEL FLÉSCBEC]

 

 

“... Oh, così è a quello che ti riferivi, quando parlavi di ‘piccolo torto’?”

“Già.”

“In effetti mi era sembrato strano, quando l’Ammiraglio mi disse che avevi preferito rimanere vice, ma sai...”

Dallo schermo del computer, Max, la personalità virtuale che Yaeger aveva creato per il suo cervello elettronico superfigo, intervenne. “Guarda che io te l’avevo detto, ma non mi ascolti mai!”, sbuffò.

Gunn si sporse per guardarla, con l’intenzione di ringraziarla per il supporto morale. Max ricambiò lo sguardo col migliore dei suoi sorrisi. Indossava il costume tipico haiwaiano, un paio di Christian Loboutin di pitone rosso col tacco di cristallo, e un cappello da cuoco. Gunn si chiese perchè Hiram si ostinasse ad attribuirle il carattere di quella mezza matta di sua moglie.

Yaeger lo guardò da dietro lo schermo, badando di rimanere fuori dalla visuale di Max. ‘Adesso la spengo’, gli sillabò in silenzio.

 

 

Bibliografia (più o meno):
Maeve Fletcher/Dorsett/quellocheè, l'isola vulcanica e compagnia bella li trovate in "Onda D'Urto", il cui titolo è giustificato dall'esplosione della suddetta Isola e dal conseguente provocarsi di uno tsunami. E' il libro nel quale il Protagonista (di questo capitolo, naturalmente) e l'assistente del Fedifrago (tale Molly Faraday) si esibiscono in un paio di simpatici siparietti a sfondo sessual--sentimentale (cfr. 'lapsus freudiano').

Gene Seagram, al quale Dirk Pitt ha abilmente sedotto la moglie sul Titanic, è (abbastanza ovviamente, in effetti l'ho appena citato), un personaggio di "Recuperate il Titanic!", in cui, caso più unico che raro, il Protagonista (ibidem) non subisce fratture/lesioni/torture fisiche o mentali/sevizie di vario tipo.

Jessie LeBaron e i suoi amici russo-cubani sono rintracciabili in "Cyclops", il libro nel quale la caviglia del Protagonista diventa, parole dell'amico Clive, "grossa quanto una noce di cocco" e la sua faccia "una maschera sanguinolenta". L'Autore è un mago, per le similitudini delicate.

La vicenda dei teschi di ossidiana fa parte della squinternata trama di "Atlantide", nel quale l'amico Protagonista si fratturerà la tibia, o il femore, non mi ricordo. Ah, e i timpani. E poi zompetterà in giro con le stampelle per il resto della storia.

L'isola in mezzo ad un fiume dentro ad una caverna nel deserto (non ha senso? Lamentatevi con Cussler) è l'improbabile nascondiglio dell'oro dell'Inca dell'omonimo romanzo - nel quale sarete felici di incontrare anche Tupac Amaru (la cui voce bianca vi delizierà) e la sua passione per il fratturare le dita della gente... nello specifico, del povero Protagonista, il quale si becca il più alto numero di ossa rotte/sevizie/contusioni/lacerazioni/umiliazioni/tentativi di omicidio, nella storia del personaggio. Eguagliato forse solo dall'episodio di "Cyclops".

E con questo, credo di aver detto tutto.

[MESSAGGIO DELIRANTE] AMATE I PERSONAGGI SECONDARI BISTRATTATI! AMATELI! [/MESSAGGIO DELIRANTE]
  
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