Anime & Manga > Host club
Segui la storia  |       
Autore: RobyLupin    06/01/2010    2 recensioni
A tutti gli scrittori, anche ai più geniali, capita, prima o poi, un periodo di crisi nera, dove le idee e le parole sembrano essere entrate in sciopero coatto e non si sa più dove sbattere la testa. E, in quei casi, con chi prendersela, se non con chi avrebbe il dovere di ispirare gli uomini, ovvero le Muse? Peccato che, ad un certo punto, anche loro si stanchino e decidano di entrare in azione. Con risultati non sempre convenzionali, dimostrando che anche i grandi capolavori possono nascere nei modi più impensati. Leggere per credere.
Genere: Commedia, Parodia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Haruhi Fujioka, Tamaki Suoh
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ecco a voi il primo capitolo. Vi avverto: è stupido. Tanto, tanto stupido. Assurdo, per meglio dire. Se ci tenete ai vostri neuroni, seguite il mio consiglio: non leggetelo.

 

Prima di lasciarvi alla lettura, però, i ringraziamenti sono d’obbligo: insomma, ci sono delle povere martiri che hanno letto e pure commentato. Mica pizza e fichi, eh. u_ù

-          Lady Hawke: Gli dei sono dei nullafacenti, I know. Per questo è tanto divertente usarli. XD Grazie di essere passata, zietta. X33 A presto. X33

-          Lely1441: Scarpa? Io non ti lancerei mai una scarpa, tesoro mio. ^^ *prende la mira con l’armadio* Tornando seria (?)… Sciagurata, pure te contro ‘Romeo&Giulietta’? ma che famiglia degenere mi ritrovo? ò_ò Oh beh, pace amen, questa ho scritto, questa ti tieni. u_ù Gentaglia… u_ù Talia l’adoro. x33 Mi fa morire scrivere di lei. X°D LLui ancora non entra in scena in ‘sto capitolo, ti avverto. XD Ti tocca attendere un altro po’. XD Spero che questo capitolo risolva qualche altro punto oscuro, comunque. XD Besos x33

-          Eragon1001: Spero che la storia mantenga le promesse, Eragon. XD L’idiozia la farà da sovrana, quindi in teoria non dovrebbero esserci problemi in tal senso, ma si sa mai. Mi dirai tu. XD grazie mille per il commento. ^^

 

 

 

 

 

ATTO I – Protagonisti Narcisi e Annunci Scioccanti

 

Questa storia ha inizio nella bella e trafficata Edo, dove due famiglie, nobili e schifosamente ricche, portano avanti una faida lunga generazioni. Pietra della discordia fu un boccone guasto di Ootoro, la specialità della famiglia Suou, servito all’allora Capofamiglia Fujioka ad una festa. Fatto questo che fu la causa di una lavanda gastrica, dell’inizio delle rappresaglie e del giuramento di Trisavolo Fujioka di non consentire mai più ad un membro della sua famiglia di assaggiare tonno pregiato.

Ai tempi in cui la nostra vicenda si svolge, era unico erede delle sostanze – monetarie e non – dei Suou il giovane Tamaki. Era egli un giovane di sublime aspetto, modi gentili, altruismo senza pari e immensa modestia, ma che tuttavia aveva un unico, grande problema che tormentava i suoi giorni e le sue notti: l’amore.

“Oh, dolce viso, come si può non amare una bellezza e una purezza come le tue?” era solito ripetere ogni sera ai suoi fidi consiglieri, Hikaru e Kaoru. “Oh, dei crudeli, come avete potuto creare un tale essere umano? È così ingiusto nei confronti di tutti gli altri comuni mortali…”

“Seriamente, Lord,” interveniva immancabilmente uno dei due a questo punto. “Inizi ad essere ridicolo: abbassa quello specchio e trovati una ragazza, per l’amor della Hatori, nostra dea suprema!”

Sì, l’amore era verso se stesso. Perché? Problemi con un protagonista lievemente narcisista? Amen.

Comunque sia, Tamaki allora abbassava lo specchio d’oro antico che portava sempre con sé e fissava i suoi due fidati seguaci.

“Ragazza? E perché mai?”

“Per la pace delle nostre menti?”

Solitamente, a questo punto, Tamaki rispondeva con un “Ma nessuno può prendere il posto di una tale magnificenza nel cuore e nella mente miei!”, provocando una sonora alzata di spalle dei due gemelli che si sentivano liberi di tornare al loro passatempo preferito: devastare, con incredibile solerzia e sistematicità, villa Suou.

Quella particolare volta, però, vuoi per spezzare la monotonia, vuoi per esigenze di scena, i due decisero di non demordere. Placcarono quindi il primo, povero martire che vagava in bici per le vie della città con una lunga pergamena in mano.

“Ehi, tu, con il berretto passato di moda almeno cinque anni fa! Fermati!” lo apostrofò Hikaru, piazzandosi sulla sua strada; il poveretto inchiodò di colpo, rischiando il cappottamento.

“Dici a me?”

“Sì, proprio a te con la canottiera da muratore!” insistette Kaoru con un ghigno, affiancandosi al fratello. “Chi sei e che ci fai in giro a quest’ora del mattino?”

Il ragazzo li fissò con sguardo ebete per qualche secondo.

“Sono Arai, servo fidato dei Fujioka, e svolgo un servigio segreto per i miei padroni.” Rispose infine quello, fiero. Il ghigno dei gemelli si allargò, così come il sorriso ingenuo del ragazzo.

“Servigio?” chiesero i due in coro.

“Segreto.” Confermò Arai; gli occhi degli altri due luccicarono furbi.

“Devi essere davvero molto importante, agli occhi del tuo padrone, per affidarti incarichi così delicati.” Iniziò quindi a dire Hikaru, dopo un’occhiata al fratello. Il viso di Arai si illuminò d’immenso.

“Dici?”

“Certo che sì!” rincarò la dose Kaoru, con sguardo divertito. “Incredibilmente importante, vorrei specificare. D’altronde, non sono molti i servi che possono dire di essere così nelle grazie dei loro signori. Giusto, Hikaru?”

“Parole sante, Kaoru. Non avrei saputo dirlo meglio.”

Arai si ritrovò a grattarsi il mento con l’indice, lusingato e imbarazzato al tempo stesso.

“Beh, sì,” ammise. “Suppongo di sì… In effetti, il mio padrone sa che non tradirei mai la sua fiducia.”

“Ovviamente.”

“Tu non parleresti mai di nulla di segreto…”

“… Per questo si fidano di te e non degli altri.”

“Esatto! Per esempio, avrebbero potuto chiedere a chiunque altro di andare in giro per Edo ad invitare i suoi compari per la festa in maschera di stasera, quella segretissima che si terrà nella sua villa con laghetto artificiale incorporato, e invece l’ha chiesto proprio a me!” concluse, con una risata orgogliosa.

“E questo perché sei il migliore, caro Arai!”

“Trovate?” Il tono speranzoso in cui lo chiese fece ghignare ulteriormente i sadici gemelli.

“Certo che sì, caro Arai!” esclamarono all’unisono, il sarcasmo vivo in ogni lettera. Il povero servo però non parve farci caso, perché iniziò a ridacchiare, sempre più lusingato.

“Ma non vogliamo rubarti altro tempo prezioso, ragazzo! Vai e porta a termine l’incarico affidatoti dal tuo padrone!”

“Incarico segretissimo!” ribadì di nuovo lui, improvvisamente di nuovo serio.

“Segretissimo, infatti.” Confermarono in coro. “Ora vai: non vorremmo che il tuo signore si arrabbiasse con te, caro Arai!”

“Oh, non sia mai!” rispose quello, preoccupato. “È meglio che vada, allora!” e si issò nuovamente sulla sua bicicletta, partendo a razzo mentre salutava i suoi “gentili, nuovi amici.”

I gemelli aspettarono pochi secondi soltanto prima di scoppiare malvagiamente a ridere.

“Oooh, i servi dei Fujioka sono scandalosamente facili da raggirare, non trovi, Kaoru?”

“Troppo, Hikaru! Non c’è nemmeno gusto, quasi!”

“Però sono utili, direi. Pensi anche tu quello che sto pensando io, fratello?”

“Ti riferisci forse alla graziosa figlia dei Fujioka?”

“Già. Forse, vedendola, finalmente il Lord sposterà la sua attenzione verso altri lidi, lasciando finalmente in pace le nostre povere orecchie.”

“Ma tu sai che si dice che la ragazza sia del tutto indifferente all’amore, vero?”

“Vedila così, fratello: mal che vada, potremmo avere un piacevole diversivo per spezzare la monotonia dei nostri giorni.”

“Come darti torto?”

“Impossibile, Kaoru. Io ho sempre ragione.”

Inclinarono la bocca in un ghigno felino perfettamente speculare, quindi si voltarono entrambi verso Tamaki che, fino a quel momento, aveva seguito la scena senza capirci assolutamente nulla. L’espressione sadica dei loro volti fece tremare il giovane – e unico – erede dei Suou.

“Che c’è?”

I gemelli risero in coro, prendendolo sotto le ascelle e iniziando a trascinarlo verso villa Fujioka. Il povero Tamaki tentò invano di liberarsi; pregò la Hatori di sopravvivere a quei due demoni.

 

A vari quartieri di distanza, a villa Fujioka, il padrone di casa e la moglie avevano fatto chiamare la loro unica pargola. Fu la balia, donna (?) di assai poche parole, ad annunciare la figlia ai genitori.

“È qui.”

Haruhi entrò, lanciando un’occhiata sorpresa alla balia: poche volte l’aveva sentita dire così tante parole di fila; era quasi impressionata.

“Grazie, Mori cara. Puoi andare, ora.” Disse Ranka, moglie (?) del padrone della casa. Era ella una personcina sottilmente eccentrica, che amava la figlia in un modo che faceva di lei il tipico esempio di maniaca ossessivo compulsiva.

“Oh, Haruhi!” esclamò, saltandole al collo. “Papà e mamma hanno delle notizie fantastiche da riferirti!” e si voltò raggiante verso il marito.

Usagi – chiamato Usa-chan dalla moglie per affetto e, ovviamente, da noi per pura comodità – capofamiglia dei Fujioka, restituì alla moglie uno sguardo criptico. Era egli un coniglio rosa dalle mille sfaccettature interiori, che metteva il bene della famiglia al di sopra di ogni altra cosa. O quasi.

“…”

“Come, caro?” gli chiese improvvisamente Ranka. “Vuoi dirlo tu ad Haruhi? Ma uffiiiiiii!”

“…”

“Ma uffiiiiiiii!”

“…”

“Sei cattivo, Usa-chan! Non ti voglio più bene, ecco!”

“…”

“Oh, grazie caro, come sei galante!”

“…”

“Ma caro, non dire queste cose davanti alla bambina!” rise Ranka, arrossendo e stritolando ancor di più la figlia, in preda all’imbarazzo.

“…”

“Oh, va bene, diglielo pure tu, birichino che non sei altro!”

Usa-chan si voltò verso la figlia, ormai cianotica, e annunciò, fiero: “…!”

“Come?” esclamò Haruhi, liberandosi dalla stretta materna. “Vuoi entrare ufficialmente in concorrenza con i Suou aprendo un ristorante in cui servirai esclusivamente sushi al salmone, distruggendo così il posto che per secoli ha occupato nel cuore dei cittadini di Edo il tonno pregiato? E per farlo vuoi che io mi sposi col figlio del principe di Edo, Yoshio Ootori, che da tempo mira all’eliminazione dei Suou dal settore ristorativo della città, in modo che le due famiglie di uniscano e il salmone regni sovrano?”

“…!” esclamò Usa-chan, confermando le parole della figlia con un sorriso soddisfatto sul suo volto conigliesco; Haruhi lo guardò sconvolta.

“Ma… Ma…”

“…”

“Ma…”

“…!” ribadì il signor Fujioka, iniziando ad alterarsi per la reazione della figlia: ormai tutto era stato deciso, che c’era ancora da discutere?

“Ma…”

“….!”

“Oh, Haruhi, non sei oltremodo felice? Kyouya-kun è talmente un bravo ragazzo! Dai modi impeccabili, giuro!” esclamò Ranka, eccitata.

“L’hai già incontrato?” chiese Haruhi, vagamente curiosa.

“Oh, certo che no, sciocchina!” ribatté l’altra, ondeggiando emozionata e dandole una vigorosa pacca sulla schiena che rischiò di farle sputare i polmoni. “Ci siamo scritti delle e-mail!”

Perché questo non la stupiva affatto?

… No, un attimo, aspettate: biciclette? E-mail? Nel Seicento? Qualcosa non torna…

 

“Talia?”

“Sì, sorella?”

“Hai risolto col drammaturgo?”

“Ci sto lavorando, Calliope.”

“Bene.” Piccola pausa soddisfatta. “Oh, Talia?”

“Sì?”

“Ti sei ricordata che vive nel Seicento inglese e non alla fine del Ventesimo secolo, vero?”

“… Ops.”

 

Oh. Ehm… Come potete vedere, è palese che la nostra beneamata Musa aveva intenzione di mischiare il moderno con l’antico, in modo da… da… Uff, sì, d’accordo, diciamo che Talia è una Musa lievemente distratta, ogni tanto. Ma che volete farci? Lei abbiamo, quindi vediamo di accontentarci. Perciò facciamo finta di nulla e continuiamo, volete?

Dicevamo… Haruhi, per nulla stupita dalla rivelazione materna, si congedò dai genitori. Una volta nella propria stanza, si lasciò cadere sul letto, sospirando pesantemente: passasse che decidessero per lei; passasse pure il matrimonio con un completo sconosciuto; ma l’Ootoro... perché i suoi genitori dovevano odiarlo tanto? Eppure aveva un aspetto così invitante…

Scosse la testa con forza, cacciando quei pensieri dalla sua mente: era una Fujioka, non avrebbe dovuto pensare a quanto fosse succulento l’Ootoro. O a quanto fosse appetitoso. O a quanto avrebbe desiderato mangiarlo, almeno una volta nella vita. O a quanto… Sì, insomma, avete capito: a dispetto dell’odio che avrebbe dovuto nutrire per eredità familiare, infatti, Haruhi andava pazza per l’Ootoro. Lo amava follemente, come non avrebbe teoricamente potuto. Non che non amasse anche il sushi al salmone, eh, per carità, ma l’Ootoro… quello era decisamente tutta un’altra cosa. Un altro livello, proprio. Oh, se solo i suoi genitori avessero potuto capirlo… E invece no, dovevano continuare questa stupidissima faida familiare fino al punto di voler eliminare quella meraviglia per il palato dal mercato. E senza nemmeno lasciarle assaggiare prima un boccone! Doveva fare qualcosa, per forza!

Fu con questo pensiero in mente che la nostra inconsapevole eroina, alla fine, si addormentò profondamente.

 

 

 

 

 

Se siete sopravvissute alla mia demenzialità, complimenti vivissimi: ora siete pronte per qualunque altro sport estremo vi venga in mente di provare. ^^

Ok, seriamente: sono consapevole dell’assurdità di questa storia, giuro. Ma che volete farci? Avevo bisogno di tornare alla buona e vecchia demenzialità. È rilassante. XD

Grazie mille a tutti coloro che hanno letto e a chi commenterà. X3

Al prossimo capitolo!

Besos x33

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Host club / Vai alla pagina dell'autore: RobyLupin