Film > Sherlock Holmes
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Autore: manubibi    07/01/2010    14 recensioni
Piccola flashfic basata sulla scena della prigione del film Sherlock Holmes che ho A-DO-RA-TO, anche (dai, diciamolo, SOPRATTUTTO xD) per la componente slash *____* Rob e Jude poi sono amore...comunque spero vi piaccia ^^ pairing: Holmes/Watson
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si chiede se non sia troppo palese, se la sua rispettabilità come uomo e come medico (il pettegolezzo è lo sport preferito dalla classe nullafacente inglese, ma anche di tutte le altre) sia in pericolo. Perché insomma, da come lo guarda, da come gli parla...Holmes potrebbe capire. Anzi, conoscendolo, di sicuro l'ha già fatto da tempo, si dice cominciando ad impallidire.
-Non vi siete mai lamentato dei miei metodi, Watson-, dice l'investigatore, e forse, forse sta ghignando dentro di sé.
Legati l'uno alle spalle dell'altro, Watson non può trattenersi, anche se ci prova. Pure se nel modo, diciamo, negativo, sente il bisogno di sfogarsi, una volta per tutte. Almeno un pò.
-Non mi sono mai lamentato!-, urla, in tono spazientito. -Quando mai mi sono lamentato del fatto che vi mettete a suonare il violino alle tre di notte, o del vostro disordine? La vostra generale mancanza di igiene...o il fatto che mi rubate i vestiti?
Ecco, almeno qualcosa gliel'ha detto. Certo, manca tutto il resto, per esempio quando mai mi sono lamentato del fatto che cercate in tutti i modi di impedire il mio matrimonio, quando sapete che ho bisogno di stare lontano da voi?
Ma si risponde da solo quasi subito: lui non riuscirà mai a stargli lontano. Lontano dal suo corpo, lontano dalla sua voce calda e carezzevole, lontano dalla sua personalità insopportabile e dannatamente adorabile, dal suo carisma, charme, fascino, dal suo odore di tabacco e virilità.
La discussione potrebbe andare avanti letteralmente per secoli, Holmes si lamenterebbe a sua volta delle continue irruzioni di quelle donna nella loro vita, discolpandosi in modo logico eppure sbagliato per averla a) umiliata; b) allontanata. E Watson cercherebbe, ovviamente in modo assolutamente inutile, di fargli capire di avere torto, anche se vorrebbe aver ragione.
Invece si spegne in poche battute, Watson colpisce e Holmes...lui sembra soffrire davvero, per una sola dannatissima volta. Oh, sì, gli capita spesso di soffrire, ma mai di dimostrarlo.
All'improvviso si sente chiamare, e furioso si allontana, lasciandolo lì, da solo, fra tutti gli altri carcerati...
Mary riesce a farlo uscire da quel buco, ma attraverso le grate avverte il suo sguardo ferito e accusatore. Solo per un attimo.
E' forse giusto che lui possa tornare libero e Holmes no? I dubbi si fanno strada attraverso quel minuscolo sguardo che si scambiano, da una parte arrabbiato, dall'altra sorpreso. Oh, forse dovrebbe davvero tornare indietro. Che fare?
Watson sale sulla vettura. E che si arrangi.

Poi quando lo vede raccontare amabilmente barzellette a energumeni grossi il triplo di lui, sorride ironico. Poteva aspettarsi il contrario? Quell'uomo se la sa cavare sempre, col minimo dello sforzo.
-Oh, bene. Cominciavo a finire le barzellette-, mormora, riaggiustandosi il cappotto.
Si è già dimenticato il "litigio", ma Watson non poteva aspettarsi altro, dopotutto.
Perché l'uomo che ama, per qualche ingloriosa disgrazia, gli piace esattamente così.


[No, non sono miei, appartengono a Sir Arthur Conan Doyle, o meglio, in questa versione, a coloro che hanno riscritto i personaggi per il film, così dolciosamente slash *____________* ho amato troppo questa scena, e insomma, mi sono sentita di scriverci una flash xD
se capitate qui, fatemi sapere che ne pensate!]
   
 
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