Salvee,
eccomi finalmente con l'epilogo
di questa storia che finalmente si conclude. So di avervi fatto penare
tantissimo per avere i capitoli, lasciando trascorrere anche
più di una
settimana. Vi ringrazio di aver seguito questo piccolo sclerto della
mia mente,
un enorme grazie a chi ha inserito la storia tra i preferiti e seguiti
e
soprattutto a coloro che hanno commentato.
Spero
tanto che l'epilogo sia di vostro
gradimento. Che altro dire, vi lascio l'indirizzo della mia pagina di
Fb, dove
potrete trovare info sulle altre mie numerose storie. Un bacione a
tutti voi ♪
Epilogo
Dopo
innumerevoli peripezie l’esser
tornata in quell’epoca in cui ero cresciuta dava a tutto
ciò che era accaduto
la parvenza di un sogno.
Un
magnifico sogno che aveva
segnato la mia vita ed il mio destino, riempiendo il mio cuore di
innumerevoli
gioie e dolori che mai più avrei rimosso.
L’amore
aveva segnato inesorabilmente
la mia esistenza, donandomi quelle sensazioni che avevo agognato e
sognato, che
avevo sperato di conquistare e sperimentare.
Che
avevo ottenuto!
Eppure
il senso di amarezza non
pareva volersi dissolvere.
Dire
addio ad Edward era stato
atroce. Le lacrime avevano solcato il mio viso senza freno, mentre lui
mi sussurrava
con dolcezza che tutto sarebbe andato per il meglio.
Tutto?
Avevo
scrutato il suo viso,
scorgendovi la medesima angoscia che affliggeva il mio. Avevo mirato i
suoi
occhi color oro scurirsi nell’istante in cui un flebile
saluto era fuoriuscito
dalle mie labbra.
Non
era un addio… o almeno ciò
era quello che io desideravo sperare.
Crogiolarmi
nella certezza che
nulla sarebbe mutato in quei secoli che ci separavano.
Che lui non sarebbe mutato e così il nostro amore.
Eppure
il timore non pareva in
alcun modo volermi abbandonare. La decisione a cui ero stata costretta
era
inevitabile. Tornare al mio tempo era necessario per preservare la mia
vita e
quella dei miei genitori, onde evitare che la comunità
elfica potesse
nuovamente reclamare le nostre vite. In quel caso nulla avrebbe potuto
salvarci
da morte certa.
Eravamo partiti quello
stesso giorno, insieme,
sotto gli sguardi assenti dei Cullen ed i loro sorrisi spenti.
«
Isabella!»
La
voce di mia mamma mi
riscosse dai miei pensieri e sospirando sommessamente decisi di porre
da parte
la mia tristezza. Velocemente
mi avviai
verso il piano inferiore pronta per la colazione.
Giunta
in prossimità della
porta mi ritrovai a fissare la scena dinanzi a me, con un sereno
sorriso.
Fu
non poco strano notare le
figure di mio padre e di mia madre in cucina, lei a barcamenarsi tra i
fornelli
e pietanze varie, lui incuriosito dalle notizie riportate sui giornali.
A
detta sua era necessario
acculturarsi su ciò che negli ultimi secoli era avvenuto. Le
sue conoscenze si
limitavano al lontano 1800, ed era stato non poco bizzarro osservare la
sua
espressione corrucciata dinanzi alle tecnologie moderne.
O
aggeggi infernali, come
preferiva soprannominali.
Quella
nuova figura entrata
prepotentemente nella mia vita era stato un immenso regalo. Il
comprendere che
l’odio scorto nei suoi occhi non era stata che una mera
finzione era stata una
fonte di gioia incommensurabile.
I
timori che mi avevano
afflitto, pesando su di me come un macigno, erano svaniti in un soffio,
lasciando nel mio cuore un senso di leggerezza mai provato sino ad
allora.
«
Buongiorno! »
esclamai esultante accomodandomi al tavolo, godendo di quelle nuove
attenzioni.
Avrei
recuperato tutto il tempo perso.
___________________________
Giunsi
a scuola in netto
anticipo quella mattina. Per gli umani non era trascorso che un giorno
dalla
mia assenza, l’incantesimo della nonna ci aveva ricondotti al
momento esatto in
cui la pozione mi aveva trasportata.
Quella
stessa sera avevo chiarito
la questione con Jacob, che ben poco aveva compreso della mia repentina
decisione, benché da parte mia fosse stata maturata da non
pochi eventi.
Non
tentai di spiegare
realmente cosa era accaduto, conscia che l’internato in un
ospedale
psichiatrico sarebbe stato il suo primo pensiero. Mi ero limitata ad
illustrargli i miei sentimenti, troppo simili ad una buona amicizia per
poter
essere duraturi, almeno nel senso da lui inteso.
Non
vi era amore nella nostra
relazione ma vedere il suo sguardo ferito aveva risvegliato in me il
senso di
colpa per ciò che era accaduto con Edward, sebbene una parte
di me fosse
consapevole dell’inevitabilità della situazione.
Non
che volessi giustificarmi,
ma di una cosa ero più che certa: il mio cuore non poteva
essere di nessuno all’infuori
di Edward. E, malgrado gli eventi avessero preso una piega inaspettata,
nulla
avrebbe mutato quella mia ferrea convinzione.
Oltretutto
ero certa che la mia
separazione da Jake fosse positiva anche per lui, per quanto potesse
soffrire,
la fine della nostra storia lo avrebbe condotto alla ricerca della
ragazza
giusta per lui. Quella che un giorno avrebbe potuto donargli
quell’amore che
realmente meritava.
E
forse, un giorno non troppo
lontano avremmo recuperato la nostra amicizia.
Sospirando
sommessamente,
tentando di scacciare i cattivi pensieri, mi diressi verso
l’entrata della
scuola, purtroppo senza riuscire ad evitare un incontro mattutino con
Mike
Newton.
Mike
era un ragazzo piuttosto
simpatico, carino anche se con un volto ancora troppo infantile per i
miei
gusti. A scuola riscuoteva un certo successo tra la popolazione
femminile,
forse per i suoi capelli color grano e gli occhi chiari,
perché di una cosa ero
più che sicura, la sua personalità non aveva
alcuna attrattiva.
Era
il classico sportivo,
altezzoso e dotato di un’eccessiva sicurezza nelle proprie
doti.
Decisamente
fuori luogo, a parer mio.
Mi
raggiunse ostentando un
sorriso entusiasta, che tentai di contraccambiare anche se con scarso
risultato.
«
Ciao. »
salutai mesta.
«
Buongiorno. Ho
saputo che tu e il tuo ragazzo vi siete lasciati! »
asserì immediatamente
cogliendomi di sorpresa.
Avevo
dimenticato quanto Forks
fosse piccola e i suoi abitanti pettegoli.
Non
erano trascorse più di ventiquattro
ore dall’avvenimento, eppure la notizia pareva già
aver fatto il giro del
paese.
Pazzesco!
Tentando
di celare la mia
irritazione, per quella palese invasione della mia privacy, mi limitai
ad
annuire, pronta a riprendere il mio cammino.
Purtroppo
per me Mike non era
della medesima idea.
«
Senti…
»
mormorò impacciato.
Oh
no!
Fui
assalita da un pessimo
presentimento che ebbe quasi subito conferma.
«
Mike,
io dovrei andare…
»
tentennai, sperando di sottrarmi all’imbarazzo che da
lì a poco sarebbe stato
inevitabile.
«
No, vedi. – esitò prendendo fiato. – Pensavo che potremmo uscire
insieme qualche
volta, visto che non sei più fidanzata…
»
Il
silenzio calò repentino, mentre la mia espressione mostrava
il palese
sbigottimento ed imbarazzo. Naturalmente per nulla al mondo avrei mai
potuto
accettare la sua proposta e non solo per il costante pensiero di
Edward, ma
anche per il poco interesse che provavo per il mio interlocutore.
E
adesso?
«
Io… ecco. » emisi dei balbettii sconnessi,
incapace di pronunciare frasi
realmente sensate.
«
Mi dispiace, ma lei è già impegnata. »
Una
voce suadente irruppe facendomi sussultare. Il mio cuore prese a
battere
forsennato, preda di
una strana
eccitazione.
Mi
voltai verso la fonte della voce, ammirando il volto di Edward disteso
in un
sorriso sornione. Si avvicinò a noi prendendo la mia mano e
mostrando, con
malcelata soddisfazione, l’anello al mio anulare.
«
Buongiorno amore. » salutò garbato, mentre la
consapevolezza si faceva strada
sul volto di Mike.
Quest’ultimo
strabuzzò gli occhi allibito, volgendo il suo sguardo in
alternanza tra l’anello
ed il mio accompagnatore. Probabilmente si domandava come potesse
essere
accaduto tutto tanto velocemente, considerando che per tutti la mia
rottura con
Jake risaliva al giorno precedente.
Non
che potessi biasimarlo.
Il
suono della campanella lo riscosse dal suo stato di semi incoscienza e
dopo
aver farfugliato una scusa si dileguò, ancora visibilmente
scosso.
Edward non trattenne una risatina
divertita mentre
le sue braccia mi avvolgevano tirandomi a sé.
«
Ci rivediamo signor Cullen. - mormorai scuotendo il capo per la piccola
recita
che aveva inscenato. – Sei stato molto crudele con il povero
Mike. »
lo ammonii scherzosamente,
guadagnandomi un’occhiata torva.
«
Nessuno può aspirare a ciò che è mio. »
sentenziò perentorio.
Il
sorriso sulle mie labbra si accentuò e mi strinsi a lui con
maggior vigore.
Per
me non era trascorso che un giorno dal nostro ultimo incontro, ma la
sua attesa
era stata di ben altra portata. Non so come avrei potuto sopportare un
simile
supplizio e non era minimo il mio timore che lui, stanco di attendere,
potesse
decidere di rivolgere le sue attenzioni altrove.
Ciononostante
non avevo rimosso l’anello dal mio anulare, con la speranza
di vederlo
comparire da un momento all’altro, beandomi del suo sorriso.
Ed
era accaduto!
Il
quell’istante il senso di completezza mi pervase, in
quell’istante la mia vita
era finalmente perfetta. Ogni tassello, dopo tante peripezie e tanti
dolori,
era al suo posto.
Avevo
una famiglia, avevo Edward… e come loro tutto
l’amore che avrei mai potuto
desiderare.
« Ti ho aspettata
tanto. – biascicò affondando
il capo tra i miei capelli ed ispirando il mio profumo. – Mi
sei mancata da
impazzire. »
Mi
voltai ignorando gli occhi dei presenti che ci scrutavano sorpresi, non
curandomi delle malignità che sarebbero derivate dal mio
gesto. Fissai lo
sguardo di colui con il quale avrei condiviso la mia
eternità, abbandonandomi
sulle sue labbra e godendo di quel ricongiungimento.
In
quel bacio impressi tutte quelle parole non dette e
quell’amore che provavo per
lui.
«
Non ti libererai più di me. » sussurrai,
sorridendo maliziosamente.
«
È una promessa? » domandò speranzoso.
«
Si, è una promessa! »