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Autore: PattyOnTheRollercoaster    08/01/2010    2 recensioni
Alla fine dei suoi giorni Galbatorix ripensa alla sua giovinezza. Un episodio in particolare affiora alla sua mente...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Galbatorix
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Passato Presente & Futuro'
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L’uomo che infrangeva le promesse


Parte prima

Mi ricordo quando la vidi per la prima volta.
Era una mattina d’estate, e come mio solito mi stavo allenando. Da quando avevo scoperto che i Cavalieri di Drago avevano avuto un altro uovo donatogli da una coppia di draghi selvatici, non facevo altro che quello: allenarmi. Avevo intenzione di propormi all’uovo. Chissà che, con un po’ di fortuna, non sarei stato scelto. Certo, mi dicevo continuamente che un orfano come me, che era stato abbandonato persino dai genitori, non aveva molte possibilità di riuscire. Ma a volte pensavo di avere le stesse identiche potenzialità di chiunque altro.
Un mercante di pellicce che passava spesso per la città mi aveva detto di aver incontrato uno dei Cavalieri, un elfo di nome Oromis, che gli aveva detto che sarebbero passati per le città a chiamare tutti coloro che volessero proporsi all’uovo. Diceva, il mercante, che sarebbero passati per il nostro villaggio dì lì a due settimane.
Avevo quindici anni allora. E’ passato molto tempo, ma me lo ricordo come se fosse ieri. Stavo nel cortile sul retro di casa. Avevo rinchiuso tutte le galline nel pollaio e legato i cani per non avere nessuno attorno mentre mi allenavo. Ma venni lo stesso disturbato.
Mi buttai in avanti, fendendo l’aria con la vecchia spada dell’uomo per il quale lavoravo.  La presi poi con due mani, scagliando fendenti a destra e a sinistra. Scivolai a terra simulando un attacco, rotolai e mi rialzai. Girando su me stesso feci un altro movimento secco con la spada, ma mi bloccai all’improvviso.
Ansimante, rosso in viso e sporco di terra, osservavo l’essere più bello che avessi mai visto. Aveva i capelli mossi e dorati, lunghi fino alla vita. Portava un vestito verde sbiadito, lungo fino alle caviglie, dei sandali marroni e aveva stretto fra le braccia un cesto con dentro dei fiori bianchi. Ma la cosa più luminosa era il suo viso. La pelle vellutata e fresca, gli occhi azzurri sorridenti e le labbra piene, rosate.
Abbassai la spada leggermente imbarazzato e borbottai un “Salve”, che si sentì appena.
Lei sorrise e avanzò fino alla staccionata che circondava il recinto. “Salve. Il mio nome è Dorey”, disse tendendo la mano.
“Galbatorix”. La presi e la baciai, come avevo visto fare ai nobili.
Dorey sorrise, si sistemò fra le braccia la cesta con i fiori e ne prese uno. Me lo porse dicendo: “Ogni cavaliere dovrebbe avere un dono da una dama”.
Lo presi, facendo sfiorare le nostre dita, e la vidi arrossire. Sorrise e si voltò per andarsene, facendo un saluto con la mano. Mi aggrappai alla staccionata, facendola cigolare pericolosamente, e le urlai dietro: “Tornerai?!”.
“Domani!” rispose lei sorridendo.
La guardai fino a che non fu sparita dalla mia vista, in mezzo alle case. Il suo abito verde si muoveva alla cadenza del suo passo, e i suoi capelli dorati venivano mossi da un leggero vento. Non appena fu sparita presi il fiore bianco e, tenendolo fra due dita con un timore reverenziale, lo portai fino in casa. Una volta lì presi un bicchiere, lo riempii di terra, ci misi dentro il fiore e lo annaffiai un po’.
Rimasi a fissarlo, ripensando a Dorey.

Nei giorni seguenti Dorey tornò, come promesso, ogni giorno, alla stessa ora. Ogni volta mi facevo trovare mentre mi allenavo. Cominciai anche a preoccuparmi del mio aspetto. Ogni tanto mi guardavo allo specchio, e mi osservavo. Mi assalivano mille dubbi, sul mio corpo e sul mio modo di essere. Forse erano sbagliati, forse a Dorey non sarebbero piaciuti.
Ogni volta che arrivava l’ora prescelta aspettavo fremente che Dorey arrivasse. Oltre al fiore mi regalò anche un fazzoletto con una G sopra ricamata a mano, e mi portò una fetta di torta, fatta da lei stessa. Ogni giorno la mia voglia di vederla cresceva, ogni volta pensavo a cosa avrei potuto fare io per lei. Forse avrei potuto aiutarla in qualche lavoro pesante, forse potevo riaccompagnarla a casa.
Una sera si era fatto particolarmente tardi, mentre noi stavamo lì a parlare. Così, quando lei dovette andarsene, le chiesi: “Vuoi che ti riaccompagni a casa? Non è sicuro per una ragazza andare per strada al buio”.
Dorey sorrise e disse: “Si, grazie. In realtà sono felice che tu me l’abbia chiesto”.
Ci incamminammo a passo lento, e le porsi un braccio, al quale si appoggiò delicatamente. “Ho saputo che domani arriveranno i Cavalieri di Drago con il nuovo uovo” disse Dorey.
“Lo so. Ho intenzione di provare anch’io a propormi al drago” dissi fieramente.
“Davvero? Vorresti diventare un Cavaliere dei Draghi?” chiese Dorey con sguardo brillante.
“Si, mi piacerebbe. Avrei tante cose da fare, tanti posti dove andare!” esclamai, fantasticando come sempre.
“Oh…” disse Dorey abbassando lo sguardo, “Quindi non torneresti più qui. Al tuo vecchio villaggio. In effetti è così calmo e tranquillo che non c’è ragione per cui vi debba venire un Cavaliere di Drago” disse con falsa allegria.
“Dipende. Tornerei ogni volta se qui ci fossi tu” dissi, arrossendo visibilmente. Ringraziai il buio che non permetteva a Dorey di vedere bene il mio viso, altrimenti mi avrebbe visto rosso e imbarazzato.
“Dici davvero?”. Il viso di Dorey s’illuminò, mentre mi guardava negli occhi.
Le misi una mano sulla sua e mormorai: “Si, davvero”.
Un pizzico di follia s’impossessò di me in quel momento. Mi chinai su di lei e la baciai sulle labbra.
Mai avevo assaporato tanta morbidezza, mai le mie labbra avevano sentito un sapore così dolce. Mai avevo respirato un tale profumo. Un brivido mi percorse la schiena, mentre il cuore mi si gonfiava di felicità, di aria, di  amore, di tutto.
Mi allontanai e guardai Dorey negli occhi. Sorrideva debolmente, ed era molto rossa in viso.
“Domani diventerò un Cavaliere dei Draghi, farò tutto il possibile!”, dissi, prendendo una sua mano nella mia, “E poi, quando avrò finito il mio addestramento, verrò a prenderti Dorey”.
“Io credo in te e nelle tue capacità. Ma cosa succederebbe se l’uovo non fosse quello giusto?” chiese lei con un pizzico di ansia nella voce.
“Se non è quello giusto pazienza. Vorrà dire che non mi dovrai aspettare. Tornerò subito da te” dissi, accarezzandole la guancia.
Dorey sorrise. E quel sorriso illuminò il mi cuore. “Lo prometti?” chiese.
“Te lo prometto”.
Con una nuova fiducia, il giorno dopo mi recai dai Cavalieri di Drago che erano venuti nel villaggio. Non appena la mia mano sfiorò l’uovo sentii una specie di vibrazione. Una scarica di adrenalina che mi percorse e mi fece venire la pelle d’oca.
Forse fu allora, in quel preciso istante, che la mia lenta ma costante trasformazione iniziò. Perché la prima cosa che pensai non fu Dorey, come accadeva di lì a qualche settimana, fu la mia spada, e le mie braccia, e tutto il mi corpo assieme alla mente e al cuore pulsante. E la voglia improvvisa di dimostrare che cosa potevo fare con tutti questi elementi messi assieme. Un bruciore prese il mio cuore avvampò, e fu allora che sentii, per la prima volta, voglia di potere.






Galbatorix è un personaggio che mi è sempre sembrato molto interessante. Si, è il cattivo, ma lo fa con un tale carisma che a me viene voglia di vederlo comparire sempre! XD Proprio per questo suo modo di essere ho pensato che sarebbe stato bello rappresentare un Galbatorix giovane e un po' impacciato, proprio per vederlo vestire anche questi panni per lui inusuali.
Comunque, sebbene questa storia sia legata (la seconda parte) all'altra che ho scritto su Eragon (L'ombra del passato e Battaglia per il futuro), si può benissimo leggere senza aver nemmeno sfiorato quell'altra! ^^
Be', grazie a tutti per aver letto. Questa è una storia corta corta, infatti il capitolo principale avete già finito di leggerlo, se siete arrivati fin qui! XD La seconda parte è una specie di epilogo, ed è molto molto corto. E? una storiella senza pretese. Comunque sia, grazie in anticipo a tutti i lettori! ^^
Patty.
   
 
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