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Autore: BigMistake    09/01/2010    7 recensioni
Questa storia parla della nostra adorata Nessie al suo decimo compleanno che si trova ad affrontare verità scomode, problemi adolescenziali tutto corredato da una profonda crisi mistica. E poi potranno mai mancare i Volturi a cercare di complicare le cose! Insomma come farà la nostra piccola Nessie a trovare un posto nel mondo quando la sua vita risulta assolutamente intricata? E ora che di mezzo c'è anche l'amore? Scusate se ho profanaticamente provato a sviluppare la storia che ci ha tanto appassionato,ma voglio condividere con altri la mia idea! spero vi piaccia e perdonate gli eventuali errori voluti o non!Buona lettura! PS sarà quasi tutta sotto il punto di vista di Renesmee con qualche piccolo pov qua e là per rendere la storia più dinamica! Rinnovo il mio augurio!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'GREY DAY IN DARKNESS'
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PARTE 1: Renesmee Carlie Cullen


INTRODUZIONE


(POV Jacob)
Avete mai visto dei temibili predatori, in cima alla catena alimentare, nascondersi dietro ad un divano per far divertire una bambina? Vi assicuro che lo spettacolo è uno dei più divertenti in assoluto, soprattutto se quei predatori succhiasangue sono i Cullens. Passavo così tanto tempo con loro che persino l' odore era diventato sopportabile. Anche Barbie sembrava meno lei ultimamente, come se la mia presenza fosse diventata più tollerabile. Non che non fosse sempre pronta a chiudersi il naso ogni volta che entravo in casa o sempre pronta a dirmi di tornarmene a sotterrare ossi o sempre pronta a spruzzare del deodorante per la casa dietro alle mie spalle. Però ora, quei gesti sembravano più un divertimento, un rituale a cui non poteva sottrarsi, visto il suo essere stizzosa. Tutti eravamo accumunati dallo stesso scopo, ormai vitale. Tutti nutrivamo lo stesso identico amore smodato per quel bocciolo di rosa che ogni giorno cresceva e diventava sempre più incantevole rivelando la sua natura assolutamente singolare. 
“Ecco a voi la storia del folletto!”
“Del leone!”
“Dell’orso!”
“E del maiale… un momento! Per quale motivo voi avete pupazzi che vi rappresentano ed io ho il maiale!”
“Preferivi il lupo?”
“Ok! Meglio il maiale!” una dolcissima risata argentina risuonò nella stanza, illuminando il grigio torpore della giornata. Sembra solo ieri che la piccola Nessie stava tra la bionda psicopatica e Bella, a godersi lo show organizzato da i suoi zii e suo padre. Quella meravigliosa creatura dai perfetti lineamenti, con due delicate fossette che le scavavano le guancie quando rideva e due occhi grandi e profondi tinti con il caldo colore del cioccolato. Mi salutò silenziosa, per non  interrompere i suoi parenti a cui aveva mandato il cervello completamente in pappa. Ma come poteva essere altrimenti? La piccola riusciva a stregarti con quel suo essere speciale, con la risposta sempre pronta, con quel suo fare arguto e il suo aspetto da angelo.  Alice, Jasper, Edward ed Emmett continuavano ad improvvisare una storia da un ora circa. Ormai avevano attirato l’attenzione anche di Esme e Carlisle. Era bello vedere il dottore spogliato del suo aspetto austero ed autoritario, quando sorrideva per la sua nipotina sembrava quasi ritornare umano. Non che non fosse una persona di compagnia, ma aveva sempre quell’aria posata di chi ha vissuto in un epoca lontana. Nessuno però poteva sottrarsi a quell’incantesimo: Renesmee. La storia giunse alla fine e dalla piccola partì un applauso a cui tutti seguimmo. I quattro performer si alzarono in piedi increduli vedendo che gli spettatori erano aumentati. Ma lo spettacolo era lei che agitava i piedini entusiasta, esprimendo tutta la sua felicità, con quel sorriso sublime.
“Bravi la storia era bellissima e papà non preoccuparti, eri un maiale perfetto!” a quel punto io ed Emmett sbottammo, non trattenendoci. Andavo d'accordo con lui, soprattutto quando si trattava di schernire sondacervelli-Cullen. Ma Nessie, che stravedeva per suo padre, si alzò infuriata, ed allora fu Edward a ridere, e di gusto, forse perché aveva letto i pensieri della figlia intenta ad ucciderci con uno sguardo “Voi due smettetela di prendere in giro il mio papà! Lui è il migliore del mondo!” aveva un bellissima luce negl’occhi. Quella luce che s’infuocava ogni qual volta la travolgeva qualcosa con passione. Mi ricordo di averla vista in tante occasioni oltre a quella: quando la zia le aveva comprato le scarpe in vernice che le piacevano tanto (non mi chiedete come faccio a sapere come sono fatte le scarpe in vernice), quando era riuscita a catturare un cervo più alto di lei, quando per la prima volta aveva preso in mano il suo violino iniziando a mostrare una stupefacente capacità di suonarlo. Spesso mi sono chiesto quale strano scherzo del destino mi aveva legato a quella creatura che aveva tutta l’aria di essere oltre qualsiasi abitante della Terra. Eppure, senza che le chiedessi nulla, mi ripagava con amore e affetto. Ed io la amavo già da allora seppur in maniera diversa, come se fossi un fratello, un compagno di giochi, il suo angelo custode. Ma ora che di fronte a me c’era una giovane donna era diventato tutto diverso. Il suo corpo esile ma forte allo stesso tempo; il suo sguardo accattivante che captava ogni mio cambiamento; i suoi pensieri che ora erano diventati complessi ed articolati nei ragionamenti. La osservavo mentre leggeva, sulla poltrona bianca scenario di molte sue avventure immaginarie e fantastiche.  Ascoltavo il suo cuore e il suo respiro. Tutto di lei mi diceva che era viva, diversa. Perfetta nelle sue imperfezioni. Perfetta nel suo carattere sconsiderato ed allegro, perfetta quando con la grazia si muoveva veloce nella foresta alla ricerca di qualche animale, perfetta nell’essere sul filo di due mondi distinti. Si perché Renesmee era splendente nel suo essere in armonia tra l’essere umano ed il vampiro. Le ero stato sempre accanto, spesso dormivo con lei e le raccontavo le fiabe. Ma ora quello che voleva non era più scritto su libri colorati. Tutto era personale e profondo. Lei cresceva e troppo in fretta.
“Jake, vuoi restare lì impalato o mi vieni a salutare?” quello sguardo furbo e malizioso, mentre si alzava posando la sua lettura sulla poltrona dove si trovava. Allungò il passo allacciando le sue esili braccia dietro al mio collo, invadendomi con quel suo profumo delizioso. A differenza di tutta la sua famiglia quella parte dolciastra, disgustosa se presa da sola, si fondeva con quello del sangue che scorreva veloce nelle vene. La mia anima si sentiva completa solo quando ero in sua compagnia, e la cosa cominciava a pesare sempre di più. Il bisogno crescente che mi legava a doppio filo a lei diventava sempre più impellente ed invasivo, tanto che spesso mi trovavo sull’orlo di dichiararmi, spiegandole quanto io l’amassi. Ma non potevo rischiare di rovinare tutto quello che ero riuscito ad ottenere durante gli anni passati. Non dovevo obbligarla, non dovevo forzare le cose. La sua vita doveva essere naturale e spontanea, tutto era nelle sue mani e non avrei di certo io cambiato le cose imponendole un sentimento che magari non voleva.
“Sai Jake, i miei hanno deciso di iscrivermi a scuola! Vogliono che io saggi un po’ di vita da umana per decidere quale strada intraprendere nel mio futuro” lei si è sempre confidata con me e così fece anche in quella occasione non potendo celare la sua profonda preoccupazione. I suoi occhi non erano imperscrutabili, ma rivelatori di tutto quello che rappresentava il suo universo
“Non sei contenta?”
“Più o meno, in realtà sono spaventata! Non credo di essere adatta alla vita da studentessa!”
“I tuoi sanno quello che è meglio, e poi dai sarà una bella esperienza!”
“In fondo hai ragione, Zio Emmett mi ha detto che avrò una schiera di ragazzi a farmi il filo ma non capisco il perché…”
“Neanche io!” facevo il finto tonto, mascherando la rabbia che provavo al sol pensiero di quel qualcuno che avesse provato a fare il cascamorto. Mi ricordo di una volta, quando mi raccontò di un suo compagno che non faceva altro che commentarla poco galantemente e la riempiva di sguardi poco carini. Io stavo già pregustandomi il modo migliore per torturarlo ma poi le mi disse di avergli dato una bella lezione, regalandogli una sonora ginocchiata nei gioielli di famiglia.
“Ah si! Mi stai dando della brutta!?”la sua voce squillante mi riportò alla nostra conversazione mentre cominciava a riempirmi di pugni sulla spalla e  sul fianco, senza provocarmi alcun dolore. “Allora la vogliamo regolare da vampiro e licantropo? Una corsa fino alla spiaggia, chi arriva per ultimo paga il cappuccino!” era sempre così con Nessie. Una sfida continua: a chi corre più veloce, a chi salta più in alto, a chi uccide il cervo più grosso. Ogni giorno diverso, unico e speciale. Perché a renderlo così nella mia vita c’era lei. Lei stessa era la mia vita.

   
 
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