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Autore: whateverhappened    11/01/2010    1 recensioni
« Parkinson. » la salutò. Istintivamente lei si morse la lingua, e così aveva scoperto chi era.
« Weasley. - rispose lei con lo stesso tono. - E così ci sei arrivato. »
« Per la verità no, me l'ha detto Fred. » rispose sinceramente, facendole scuotere la testa. Ora che la osservava con cognizione di causa George non poté fare a meno di darsi del cretino per non averla riconosciuta. [...]
« Complimenti per l'intelligenza, eh. C'è da chiedersi come hai fatto a trovarmi. »
« É utile avere come cognato Harry Potter. » rispose lui alzando le spalle, come fosse la cosa più ovvia del mondo.
« Ah certo, come ho fatto a non pensarci? » fece lei ironica, alzando gli occhi al cielo.
« Piuttosto, Parkinson, tu mi devi qualcosa. »
« Io cosa?! - il tono di Pansy era gelido, ma il leggero tremore della mano destra poteva far intuire la rabbia che stava per impossessarsi di lei. Quel Weasley la stava forse prendendo in giro? - Io non ti devo assolutamente, inequivocabilmente niente. »
Inaspettatamente, George sorrise. « Sei carina quando ti arrabbi. »

[George/Pansy]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Life Is Smiling (at You)









At the Beginning.



Il tiepido sole del tramonto pizzicava leggermente sulla pelle nuda delle braccia della ragazza che camminava lentamente ed indisturbata lungo le vie deserte. Ripercorse le stesse tappe che era solita compiere quando era soltanto una ragazzina che doveva acquistare gli oggetti per la scuola, ricordava ancora quanto fosse tesa la prima volta. Tutto era rimasto molto simile, nonostante tutto quello che era successo in quegli anni i gestori dei negozi avevano cercato di risistemare ogni cosa in modo da tornare alla normalità, per quanto fosse possibile. Erano pochi i locali che non esistevano più, sostituiti da altri molto simili, nulla pareva cambiato.
Pansy si sentì fuori posto a Diagon Alley. Non le era mai successo prima, ricordava benissimo quanta gioia provasse ogni anno ad andare per negozi con Draco, lui si annoiava terribilmente e lei di proposito lo trascinava a comprare di tutto e di più, divertendosi ad osservare l'espressione imbronciata del giovane Malfoy. Ma da quei tempi felici erano passati anni che pesavano come secoli, tutto quello che aveva sempre conosciuto era svanito e l'aveva lasciata in balia degli eventi, incapace di riuscire a reagire come avrebbe voluto.
Senza neanche accorgersene era arrivata ad un negozio che non aveva mai visto quando era studentessa ad Hogwarts. Colorato di viola, l'edificio non poteva non dare nell'occhio, e senza rendersene conto Pansy sorrise. Per la prima volta da quando si era materializzata a Diagon Alley si sentiva a suo agio, quel palazzo così insolito era riuscito a toglierle dalla testa ogni rimpianto per il passato ed ogni tristezza.
« Ehi, bella ragazza! - una voce proveniente dall'interno del negozio fece sussultare Pansy – Vieni dentro a dare un'occhiata! »
In silenzio e senza rispondere alle parole che le erano state rivolte Pansy entrò nel locale, più curiosa di capire che genere di negozio fosse che per altro. Rapita com'era dal colore dell'intonaco non aveva neppure guardato l'insegna, ma se ne rese conto solamente una volta che si ritrovò davanti al gestore.
« Non dirmi che sei in cerca di un filtro d'amore! Capisco che i nostri siano i migliori, ma non penso che tu ne abbia bisogno! » alla luce della lampada sul balcone Pansy fu finalmente in grado di vedere le fattezze dell'uomo che le aveva rivolto la parola, che fino a quel momento erano rimaste nascoste per via dall'oscurità.
Dire che Pansy fosse sorpresa è un eufemismo: era quasi sconvolta. Davanti a lei, comodamente seduto su una poltrona in pelle e con il volto appoggiato stancamente ad una mano, George Weasley sorrideva allusivo. Dietro di lui faceva bella mostra di sé un sorriso quasi identico, ma dipinto in un quadro: il ritratto di Fred la osservava con un ghigno in volto, mentre la sua mano la salutava cortese. A Pansy parve strano che George non l'avesse ancora buttata fuori a calci dal suo negozio, poteva essere che avesse perdonato il passato della gente come lei? No, non poteva crederci, non dopo quello che era successo al suo orecchio e – soprattutto – non dopo aver perso un gemello, che era più che una parte di lui. Possibile... possibile che non l'avesse riconosciuta?
« No, no. Volevo solamente vedere cosa vendete. » rispose un po' tesa, decidendo di non rivelare la propria identità, un po' perché si sentiva stranamente a suo agio e un po' perché voleva vedere quanto ci avrebbe messo Weasley a riconoscerla.
« Un po' di tutto, i Tiri Vispi Weasley non si fanno mancare nulla! Dai fuochi d'artificio alle puffole pigmee, tutto al tuo servizio! E anche il sottoscritto, s'intende » George rivolse a Pansy lo stesso sorriso allusivo con cui l'aveva accolta, e lei non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
« E, sentiamo, quanto verresti a costare? »
« Beh, essendo il proprietario del negozio il prezzo è alto, decisamente! - sorrise George – Ma per te posso fare un'eccezione, mi avrai totalmente gratis! »
« Ma dato che non si accettano regali dagli sconosciuti prenderò solamente quella puffola pigmea... »
« Quindi rifiuti di uscire con un attraente uomo in carriera con attività propria? » ridacchiò George mentre batteva lo scontrino e affidava a Pansy una puffola dello stesso colore dei suoi capelli.
« Ti hanno mai detto che sei senza pudore? »
« Decisamente troppe volte. - rise nuovamente George mentre Pansy raggiungeva la porta del negozio – Spero almeno di rivederti da queste parti! »
« Può darsi di sì, può darsi di no! » uscì rapidamente dalla porta e salutando George con un gesto della mano senza dargli nemmeno tempo di rispondere.
Il ragazzo rimase a fissare la sua figura finché non fu fuori dalla sua visuale, come se il suo sguardo fosse stato legato alla donna.
« Non credevo che ti sarebbe mai interessata. » la voce di Fred per poco non fece venire un infarto a George che, immerso nei suoi pensieri sull'incontro, si era totalmente estraniato dal mondo.
« No, fratello, ma l'hai vista? Era... era... wow! »
« É la prima volta che ti vedo senza parole! Non l'avrei mai detto... »
« Fred, dai, sii realista: quanto tempo era che una donna così non entrava in negozio? »
« Oh, di sicuro lei non era mai entrata! - ridacchiò Fred, mentre George fissava dubbioso il ritratto – Parola mia, non avrei mai detto che ti avrei mai visto così per Pansy Parkinson! »
In un attimo l'espressione di George cambiò: il sorriso che aveva in volto si gelò all'istante, mentre il suo colorito diveniva rapidamente molto, molto pallido.
« Non vorrai farmi credere che non l'avevi riconosciuta? - ridacchiò Fred – Certo, è un po' diversa da com'era ad Hogwarts ma ti assicuro che era lei! »
« Pansy Parkinson... Il carlino Pansy Parkinson?! »
« Sai, George, non credo che dovresti più chiamarla così. O, almeno, non dopo aver fatto degli apprezzamenti su di lei! Le hai persino chiesto d'uscire! »
« Ho chiesto di uscire a Pansy Parkinson... Ho chiesto un appuntamento a Pansy Parkinson! » George era a dir poco sconvolto. Ricordava benissimo com'erano i loro rapporti ad Hogwarts, lei era il carlino e lui pezzente-Weasley, mai avrebbe detto che si sarebbe trovato un giorno in quella situazione. Quello che più sorprendeva il giovane era la totale assenza di risentimento o di rabbia che provava: avrebbe dovuto odiarla per tutto quello che era successo, eppure non vi riusciva, in fondo lui non era mai stato in grado di odiare. Anche quando c'era la guerra aveva sempre preso tutto con un sorriso, tutto come una nuova sfida da portare a termine, come uno scherzo più elaborato.
« Però, Fred, non si può negare che non sia diventata bella! » disse dopo qualche momento di silenzio, attimi in cui il gemello lo guardava ghignante dalla sua posizione.
« E non uscirà mai con te, mio caro! » lo sguardo che George rivolse al ritratto del fratello non era semplicemente uno sguardo di sfida, era lo sguardo che aveva sempre avuto quando aveva in mente di combinare qualcosa, lo sguardo delle scommesse, lo sguardo di cospirazione, lo sguardo dei gemelli Weasley.
« Lo vedremo, Fred, lo vedremo. »



















Il titolo del capitolo è la traduzione inglese della splendida canzone di Anastasia Il mio inizio sei tu, mi pareva in qualche modo appropriato!
E' la prima Pansy/George della mia esistenza, siate clementi! *prega e fa occhioni dolci*
   
 
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