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Autore: Kimmy_90    11/01/2010    5 recensioni
Estratto da " 5. Accettazione ."
[ Rimase allibita ed estasiata ad ascoltare due labbra sottili e surreali lievemente posate sulle sue.
   Più per caso che per intenzione.
     Più per follia che per attrazione.
C'era una parte di lei con cui era in conflitto, eppure in amore. E questa parte di lei le si presentava come un ragazzo dalla pelle morbida e setosa, inventato da lei stessa anni prima.
Era una cosa malsana.
Lo sapeva.
     Era andata definitivamente fuori di testa.
]
Lei è una ragazza apparentemente calma e tranquilla.
Lui è un casinista.
Lei tende ad evitare i problemi, è remissiva, cerca il dialogo.
Lui è superbo e sprezzante.
Lei è moderatamente bassa, lui è alto; lei è acqua e sapone, lui si trucca pesantemente; lei beve, lui è astemio; lei non fuma, lui si fa le canne; lei ha gli occhi grigi, lui neri; lei segue i suoi ideali... bhe, lui anche.
Il problema, sostanzialmente, è che sono la stessa persona.
Genere: Sovrannaturale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei è una ragazza apparentemente calma e tranquilla.
Lui è un casinista.
Lei tende ad evitare i problemi, è remissiva, cerca il dialogo.
Lui è superbo e sprezzante.
Lei è moderatamente bassa, lui è alto; lei è acqua e sapone, lui si trucca pesantemente; lei beve, lui è astemio; lei non fuma, lui si fa le canne; lei ha gli occhi grigi, lui neri; lei segue i suoi ideali... bhe, lui anche.
Il problema, sostanzialmente, è che sono la stessa persona.







 Prologue

Una storia romantica non dovrebbe iniziare in bagno.
Voglio dire, potrebbe iniziare in un bagno pubblico - in un Bel bagno pubblico...  anche se nel 90% dei casi finiremmo a parlar d'omosessuali.
Non è questo il caso.
Perchè "bagno" tende a voler dir Bagno, ovvero quel posto in cui una persona si richiude nella sua intimità e fa quello che madre natura la chiama a fare, volente o nolente.
No. Il cesso Non è Romantico.
E la cosa bella del cesso è che esso si chiude a chiave.

Quindi questo lascia pensare che sia tecnicamente impossibile - o per lo meno improbabile - ci siano i presupposti per una buona storia romantica.

  MA
Questa storia inizia in un bagno.
Con una ragazza seduta sulla tazza - vestita, fortunatamente. In mano della carta igenica, inumita unicamente da lacrime.
 ... Potrebbe essere un inizio interessante.

No, effettivamente no.




 1. Andava tutto fottutamente bene

Aria era chiusa lì dentro da qualche ora.
Apparentemente la scelta poteva sembrare stupida, perchè in casa c'era solo sua sorella Kaylee, una persona la cui arte del farsi gli affari propri era molto sviluppata.
Certo, però, che dopo ore di piagnisteo anche Kaylee iniziava a voler intervenire negli affari degli altri - e, soprattutto, iniziava ad avere incombenze fisiologiche. Quindi chiudersi a chiave in bagno poteva essere veramente una scelta ben ponderata, per Aria.
"Ary, esci, per cortesia"
Nulla.
"Ary, cazzo, devo usare il cesso!"
Piagnucolìo.
"Ary!"
"Vattene via, Kaylee!"
"Ma devo andare in bagno..!"
"E io devo elaborare il mio dolore!" strillò quella, da dietro la porta.
Kaylee non fece in tempo a digrignare i denti che giunse un'altra scarica di singhiozzi.
"Stupida donna, io non mi sono mai chiusa in cesso per piangere la fine di una storia!"
"E - Grazie! Te sei una troia!"
"VAFFANCULO, STRONZA"
Piagnucolìo, singhiozzo, singhiozzìo, e un'adolescente rabbiosa che tira un calcio a una porta già di per se' malconcia e si allontana, lasciando la sorella in preda alla disperazione.


Lucas l'aveva lasciata tre giorni prima.
Aria aveva tutto il diritto di dare a sua sorella della sgualdrina, data la quantità di ragazzi avevano violato quella che per suo padre era ancora Verginità, e soprattutto dato che Aria e Lucas erano un binomio che durava da quasi tre anni. Ovvero Svariate Ere Geologiche.
Che fra lei e Lucas le cose non potessero andare avanti era intuibile, a partire dal fatto che lui si era trasferito sulla costa ovest per frequentare il college - pardòn, UN college. Un college anonimo, assolutamente scelto a caso, secondo Aria: il che non giustificava affatto il cambiare drasticamente fuso orario e rendere la loro relazione giusto un pochino impossibile.
Certo, però, che tutto avrebbe potuto aspettarsi da lui tranne che un tradimento spudorato e vigliacco, a migliaia di chilometri di distanza.
Vuoi mollarmi? Ok, mollami, me ne farò una ragione. Con calma, magari, ma me ne farò una ragione. Ma cazzo, tradirmi senza nemmeno prenderti la briga di nascondermelo - questo significa prendermi per il culo.
La parte sfigata della storia era che, se Lucas dopo tre anni era stufo marcio e voglioso di sperimentare 'cose nuove', Aria era ancora follemente innamorata del soggetto.
Sicchè, azione e reazione: nella vignetta l'unica vera vittima era Kaylee, che stava iniziando a pensare troppo seriamente di scendere a usare il bagno del ristorante cinese sotto casa.


"Andava tutto bene... andava tutto bene, diamine." 
Aria fissava il nulla davanti a se'. A dire il vero fissava le piastrelle, ma poco cambia. 
Sola. Si sentiva disperatamente sola.
Che Lucas fosse uno stronzo era assolutamente irrilevante. Lo amava. Lo aveva amato, e continuava a farlo. L'immagine del suo corpo avvinghiato a quello di una puttanella a caso - esatto, A Caso, esattamente come il suo College e come il resto della sua vita - le trapanava le tempie.
L'idea di essere sola le martellava il cranio. Lo sconvolgimento di non avere più niente su cui contare le annodava l'intestino.
Torturata da giorni, rossa in volto e sfinita, continuava a ripetersi tre rassicuranti parole.
"Andava tutto bene"
...
"Andava tutto bene"
...
"Andava tutto bene" 
"E piantala di raccontarti palle!"
Lei arricciò le labbra. La voce maschile le aveva perforato i timpani.
Non mosse lo sguardo, deglutì leggermente,
Non sei ancora a questi livelli, Vero, Aria?
"No, non sei ancora a questi livelli" rispose la voce maschile.
Lei sbattè le paplebre, dondolando leggermente il busto.

Di scatto si alzò.
A passi lunghi e pestati si lanciò contro la porta del bagno, girando violentemente la chiave e irrompendo in corridoio. Prese un paio di boccate d'aria, cercando di ritrovare un minimo di equilibrio.


Kaylee vide la sorella fare capolino dalla porta di camera sua, come un fantasma in preda a un attacco di panico. Aria la guardava con occhi vuoti, eppure lei avrebbe giurato ch'erano iniettati di sangue.
"  ...  Aiuto." mormorò il fantasma, dopo un lungo tempo passato a fissarsi negli occhi.
"Chiedi aiuto a una puttana, adesso? Tu sei superiore, no? Tu ti fai le storie da tre anni, non hai niente a vedere con un'infima troietta come me."
Aria si fece disperata in volto. Non avrebbe detto nulla del genere, normalmente. Ma gli attacchi isterici fanno questo ed altro.
"... mi spiace. Sai che non lo penso davvero."
"O forse lo pensi ma non lo dici se non in questi casi"
Le labbra di Aria si piegarono violentemente all'ingiù.
"Mi spiace."
"Lo sai che l'unica terapia valida che conosco è rifarsi il guardaroba, Vero?"
"... mi rifarò il guardaroba."
"Ottimo."






   
 
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