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Autore: Selina R84    11/01/2010    7 recensioni
Zoro, sarebbe stato quello il mio ultimo pensiero, sarebbe stato quello il volto che la che mia mente mi avrebbe fatto vedere prima di morire.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Nami/Zoro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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DIVISI MA SEMPRE INSIEME

 

CAPITOLO 1

 

Silvers Rayleigh “il re oscuro” e primo ufficiale del “re dei pirati” Gold Roger, ci stava aiutando a fuggire da uno scontro che in quel momento non eravamo in grado di sostenere, quando era apparso il vero Orso Bartholomew della flotta dei sette, che riuscì a fare quello che nessuno era stato in grado di fare, … dividere la ciurma di Capello di Paglia.

Successe tutto in fretta, il membro della flotta dei sette era davanti a Zoro, e in un attimo lo spadaccino era sparito, avevo già assistito a quella scena, quando eravamo a Thriller Bark avevo visto come aveva fatto sparire Lady Perona.

Ma ora le cose sono diverse, quello scomparso era Zoro, un amico, un compagno di avventure, e tanto altro, lui faceva parte della mia ciurma, della mia famiglia.

Da quel momento accadde il fini mondo, dopo Zoro era toccato a Brook, l’ultimo acquisto della nostra stramba ciurma; poi Usop seguito subito da Sanji, e infine l’ultimo dei miei compagni che vidi svanire nel nulla fu Franky un attimo prima era al mio fianco e un attimo dopo non c’era più. 

Mi ritrovai Orso Bartholomew con la sua enorme mano davanti, mi girai verso il mio capitano, sul mio viso una richiesta d’aiuto che sapevo non poteva arrivare, lo vidi fissarmi sconvolto nella sua impotenza mentre urlava il mio nome.

 

Non so per quanto tempo rimasi incosciente, ma quando aprì gli occhi mi ritrovai in quella che sembrava una foresta, alberi alti e vegetazione selvatica mi circondavano.

Spalancai gli occhi non ci potevo credere ero viva, ma non avevo la più pallida idea di dove mi trovavo; ripensai a quello che era successo, Orso Bartholomew non uccideva con il suo colpo, come avevo temuto, quindi anche gli altri dovevano essere ancora vivi, questo mi rincuorò.

Ma che fine avevano fatto? E Rufy, Chopper  e Robin chissà se erano riusciti a mettersi in salvo o avevano fatto la nostra stessa fine, spediti in un luogo sconosciuto?

Era inutile fare domande a cui non avevo risposte, sapevo esattamente cosa dovevo fare, ritrovare al più presto i miei compagni.

 

Era passata solo qualche ora da quando mi ero risvegliata, e già un senso di inquietudine mi stava invadendo, sapevo di cosa si trattava ma credevo che non mi sarebbe più accaduto.

Sola!!!

Di nuovo sola! Ora era peggio rispetto a qualche anno fa, perché sapevo cosa si provava ad avere degli amici accanto.

-basta!!!- mi stavo arrabbiando con me stessa non potevo lasciarmi prendere dalla disperazione, me l’ero sempre cavata, e anche questa volta ce l’avrei fatta, dovevo solo continuare a cercare i miei amici, se solo quella maledetta foresta non fosse stata così grande, speravo di vedere presto le luci di un abitato.

Come non detto, gli alberi sembrarono diminuire, è in lontananza si intravedevano proprio le luci di un porto, meno male, iniziavo a credere di essere finita in un isola deserta e disabitata.

 

Passarono parecchi giorni da quando mi trovavo in quell’isola, i maggiori problemi che riscontrai furono quelli dovuti al fatto che non potevo girare indisturbata, appena ero arrivata nella cittadina portuale che avevo intravisto appena fuori dalla foresta, mi ero accorta che era tappezzata dai manifesti con le taglie dei pirati tra cui quelle di capello di paglia, e quindi anche la mia, “la gatta ladra”, e questa volta non avevo Zoro che con la sua sola presenza mi rendeva sicura e mi faceva sentire sempre protetta.

Ora che ci pensavo, nonostante non ci potessimo sopportare, quando lui non c’era sentivo la sua mancanza, spesso ero io che lo cercavo solo per il gusto di stuzzicarlo, e quando iniziavamo i nostri litigi stavo bene, non erano parole dette con odio da nessuno dei due nonostante ci andassimo giù pesante alle volte.

Però io sapevo che se avevo un problema lui era sempre pronto ad aiutarmi, non mi aveva mai abbandonato e senza accorgermene mi ero affezionata molto più di quanto credevo a quello spadaccino senza il minimo senso dell’orientamento.

 

La fortuna non era stata dalla mia parte, ero capitata in un isola in cui risiedeva una delle tante sedi della marina.

Non trovando altre possibilità per andare via da quel posto troppo pericoloso per un pirata soprattutto se solo, riuscì a intrufolarmi sulla stiva di un mercantile senza essere notata, la mia abilità di ladra mi era stata molto utile per poter salire senza essere notata, in più ero riuscita a racimolare un po’ di cibo qua e là.

Ma quando fui dentro la stiva mi accorsi che non era così necessario il cibo che mi ero procurata, perché c’era una riserva di alimenti che avrebbero sfamato persino il mio capitano per un mese intero, questo voleva dire che anche se il viaggio fosse durato a lungo avrei potuto sfamarmi senza far notare troppo la sparizione di alcune di quelle provviste.

Mai avrei pensato che quella che mi era sembrata la più grande fortuna mi avrebbe portato a dover affrontare un problema maggiore rispetto a quello che già avevo.

 

Dopo una settimana di navigazione successe qualcosa che non avevo minimamente ipotizzato, il mercantile su cui viaggiavo altri non era che una nave per il rifornimento dei vascelli della marina che non potevano approdare.

Mi accorsi di tutto ciò quando la stiva fu invasa dagli uomini della marina che dovevano caricare tutte le scorte sulla loro nave, io riuscì a nascondermi fino a che le casse dove mi imboscavo finirono, e allora si accorsero della mia presenza.

-cosa ci fai tu qui?- chiese stupito un marinaio.

-quella è la “gatta ladra”, e uno dei componenti della ciurma di capello di paglia!- mi avevano riconosciuta era la fine.

Nonostante sapessi di non aver nessuna possibilità di fuggire, non mi sarei mai lasciata catturare senza combattere, ero un pirata e ne andavo orgogliosa!

In fretta montai il mio bastone, e partì all’attacco, riuscì a resistere abbastanza a lungo da causare alcuni danni sia alle ultime casse che erano rimaste, sia ad alcuni uomini.

Ma come prevedibile mi catturarono, uno di loro con il naso sanguinante mi legò come un salame stringendo forte le corde più del necessario.

-vediamo se continuerai ad agitarti ora!- forse si voleva vendicare del fatto che probabilmente gli avevo rotto il naso con una testata quando mi stava tenendo ferma per legarmi.

Mentre stringeva le corde, sentì un forte dolore, probabilmente a me invece avevano incrinato qualche costola, oltre a essere ricoperta di tagli e segni che probabilmente si sarebbero trasformati in lividi.

Mi portarono sulla nave della marina, chiudendomi subito in una cella umida e buia.

-spero che la tua permanenza qui ti sarà gradita, perché questo sarà il tuo ultimo viaggio prima di essere giustiziata!- affermò il mio carceriere ridendo della mia condizione.

Sola, ero ancora sola, e presto mi avrebbero portato sul patibolo di qualche città sconosciuta, non avevo più speranze, chissà dove si trovavano i miei compagni, mi mancavano tantissimo, ma probabilmente non li avrei mai più rivisti.

Non avrei più potuto mantenere la promessa che feci a Rufy di condurlo alla ricerca del tesoro del re dei pirati e far si che lui fosse il suo successore, e poi non avrei più potuto realizzato il mio sogno, disegnare la carta di tutti i mari.

Una nuova fitta all’addome fu accompagnata da una più forte all’altezza del cuore, ed una lacrima solitaria riuscì a sfuggirmi; non poteva essere vero, ero arrivata alla fine, e quello che più mi faceva male era che sarei morta sola come lo ero stata per la maggior parte della mia vita.

 

Passarono tre giorni da quando mi avevano catturata, una volta al giorno mi portavano il “pasto” se così si poteva chiamare quella brodaglia che mi servivano, e un pezzo di pane duro come la pietra; come mi mancavano i cibi deliziosi di Sanji.

In quella cella buia l’unica cosa che non mi faceva impazzire erano solo i ricordi delle avventure che avevo vissuto con i miei compagni, e mi ritrovavo spesso a sentire la mancanza delle lunghe e snervanti litigate con Zoro, non mancavamo mai l’occasione per stuzzicarci a vicenda, in fondo mi divertivo, ed ero certa che anche per lui era lo stesso.

Quello era il nostro modo di relazionare, entrambi siamo sempre stati troppo orgogliosi e testardi per poter ammettere che ci volevamo bene, e ora non lo avrei più potuto rivelare.

E questa stranamente era la cosa che più mi faceva male, in quel momento capì quanto io tenessi a quello spadaccino rozzo e scorbutico facendomi spuntare un triste sorriso sulla faccia.

-brava Nami, meglio tardi che mai- mi rimproverai sotto voce.

Fantastico ora che non lo avrei più rivisto mi ero accorta di essere …

Non riuscivo neanche a pensare a quella parola, forse perché non mi era mai capitata una cosa del genere e mai avrei pensato che sarebbe successo proprio a me.

Ma ora non aveva più senso neanche pensarci, sicuramente presto saremmo arrivati a destinazione qualsiasi fosse stata la loro meta, quella sarebbe stata l’ultima isola che avrei visto.

Infatti a quanto pare era successo qualcosa ad Impel Down, e da quello che i marine dicevano, avevano al momento dei problemi, quindi per la mia solita fortuna non mi avrebbero portato neanche nelle prigioni ad aspettare la mia condanna, si sarebbero occupati loro di giustiziarmi il prima possibile.

 

La mattina dopo infatti giungemmo al porto di una piccola isola, Fish Town, quando fui portata sul ponte dovetti chiudere gli occhi a causa della luce del sole a cui non ero più abituata dopo il lungo tempo passato nell’oscurità.

Quando infine riuscì a riaprire gli occhi mi si presentò una cittadina portuale sicuramente di semplici pescatori vista la presenza esclusiva di barche adibite proprio a quel lavoro, era piccola sembrava tranquilla e pacifica.

I pochi abitanti si affollarono tutti ad osservare il grande veliero della marina, probabilmente non avevano mai visto una nave da guerra nel loro porto.

 

E così era questo il luogo in cui avrebbero posto fine alla mia esistenza?!

 

-forza bellezza, è già tutto pronto!- disse quello che riconobbi essere una mia conoscenza visto che portava ancora un grosso cerotto che gli copriva il naso, mentre mi spingeva con poca grazia per farmi scendere a terra, esultai internamente gli avevo rotto veramente il setto nasale almeno.

Gli occhi di tutti erano fissi su di me, e cercai di non far trapelare nessuna emozione, non volevo far vedere che avevo paura anche se non avrebbe cambiato la situazione, ma se proprio dovevo morire, allora lo avrei fatto con onore, non avrei mai chiesto pietà, piuttosto mi sarei staccata la lingua a morsi.

Avanzavamo nella piazza dove vidi il patibolo delle esecuzioni pronto per l’uso, erano stati veramente rapidi a sistemare tutto, quando volevano sapevano essere efficienti quelli della marina, peccato che non lo erano stati quando il mio villaggio era stato preso d’assalto dagli uomini-pesce pensai amaramente.

Camminai a testa alta, sicura che gli abitanti di quella cittadina mi guardassero come se vedessero il demonio in persona, per curiosità con la coda dell’occhio osservai alcune espressioni di quelle persone, ma non era odio o disgusto quello che vedevo nei loro occhi.

Alcuni sembravano dispiaciuti, altri erano semplicemente scioccati, forse non si aspettavano che un giorno arrivasse la marina per giustiziare un pericoloso pirata, e poi scoprire che quel il criminale era poco più che ragazzina, quale io ero anche se non avevo mai vissuto la fase della ragazzina indifesa.

Quando arrivai a ridosso delle scale che mi avrebbero portato in cima al patibolo, ebbi un leggero tentennamento, rimasi un attimo ad osservare quei gradini prima di venire strattonata per farmi proseguire.

-che c’è stati iniziando a perdere tutta la tua sicurezza?- chiese colui che era stato il mio carceriere sulla nave.

-pensavi forse che i tuoi compagni venissero a salvarti? Mi dispiace dolcezza ma non verrà nessuno!- si stava divertendo alle mie spalle, e dire che loro erano dalla parte della giustizia, loro dovevano essere i buoni.

Ma erano pochi quelli veramente leali e giusti nella marina.

Però aveva ragione, in fondo avevo sperato che come sempre quando ero nei guai, i miei compagni arrivassero e mi portassero via con loro.

Quando arrivammo in cima potei vedere l’immenso mare davanti a me, se non pensavo al motivo per cui mi trovavo lassù avrei potuto dire che era il posto ideale per poter disegnare la carta dell’isola, da quel punto si aveva una vista che mozzava il fiato, si potevano notare tutte le varie insenature e sporgenze, era perfetto, per istinto diedi un occhiata al Log Pose che avevo sul polso.

In fondo ero sempre una cartografa, e fino alla fine il mio pensiero sarebbe stato per quel sogno che non avrei mai potuto realizzare.

Mi fecero inginocchiare e inclinare la testa, vidi i piedi del boia avvicinarsi sempre di più a me fino a fermarsi, la mia ora era giunta, la mia mente rivide i volti dei miei compagni soffermandosi maggiormente su quello dello spadaccino.

Zoro, sarebbe stato quello il mio ultimo pensiero, sarebbe stato quello il volto che la che mia mente mi avrebbe fatto vedere prima di morire.

Sentì un leggero movimento da parte del mio giustiziere, ora avrebbe calato l’arma e non avrei più sentito niente.

 

Continua…

 

Salve a tutti, sono felice di far parte nel mio piccolo del mondo di One Piece, insieme alla ciurma di capello di paglia.

 

Sono un'estimatrice della coppia Zoro/Nami, e anche nel manga per chiunque appoggi questa coppia può trovare piccoli episodi che offrono qualche speranza ad un futuro lieto fine per loro, è probabile che non sarà così, ma come ci insegna questo fantastico manga non bisogna mai smettere di sognare, e per questo dobbiamo ringraziare chi gestisce in maniera favolosa questo sito che permette a chiunque di poter sognare un'avventura insieme hai nostri pirati.

 

Spero che come primo capitolo vi incuriosisca e vi porti a continuare a seguire la mia storia, mi auguro che in tanti commenterete così da poter capire se scrivo in maniera chiara, quindi fattemi sapere se qualcosa non va bene.

Un bacione alla prossima.

  
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