DIVISI
MA SEMPRE INSIEME
CAPITOLO
1
Silvers
Rayleigh “il re oscuro” e primo ufficiale del
“re dei pirati” Gold Roger, ci
stava aiutando a fuggire da uno scontro che in quel momento non eravamo
in
grado di sostenere, quando era apparso il vero Orso Bartholomew della
flotta
dei sette, che riuscì a fare quello che nessuno era stato in
grado di fare, …
dividere la ciurma di Capello di Paglia.
Successe
tutto in fretta, il membro della flotta dei sette era davanti a Zoro, e
in un attimo
lo spadaccino era sparito, avevo già assistito a quella
scena, quando eravamo a
Thriller Bark avevo visto come aveva fatto sparire Lady Perona.
Ma
ora le cose sono diverse, quello scomparso era Zoro, un amico, un
compagno di
avventure, e tanto altro, lui faceva parte della mia ciurma, della mia
famiglia.
Da
quel momento accadde il fini mondo, dopo Zoro era toccato a Brook,
l’ultimo
acquisto della nostra stramba ciurma; poi Usop seguito subito da Sanji,
e
infine l’ultimo dei miei compagni che vidi svanire nel nulla
fu Franky un
attimo prima era al mio fianco e un attimo dopo non c’era
più.
Mi
ritrovai Orso Bartholomew con la sua enorme mano davanti, mi girai
verso il mio
capitano, sul mio viso una richiesta d’aiuto che sapevo non
poteva arrivare, lo
vidi fissarmi sconvolto nella sua impotenza mentre urlava il mio nome.
Non
so per quanto tempo rimasi incosciente, ma quando aprì gli
occhi mi ritrovai in
quella che sembrava una foresta, alberi alti e vegetazione selvatica mi
circondavano.
Spalancai
gli occhi non ci potevo credere ero viva, ma non avevo la
più pallida idea di
dove mi trovavo; ripensai a quello che era successo, Orso Bartholomew
non
uccideva con il suo colpo, come avevo temuto, quindi anche gli altri
dovevano
essere ancora vivi, questo mi rincuorò.
Ma
che fine avevano fatto? E Rufy, Chopper
e Robin chissà se erano riusciti a mettersi in
salvo o avevano fatto la
nostra stessa fine, spediti in un luogo sconosciuto?
Era
inutile fare domande a cui non avevo risposte, sapevo esattamente cosa
dovevo
fare, ritrovare al più presto i miei compagni.
Era
passata solo qualche ora da quando mi ero risvegliata, e già
un senso di
inquietudine mi stava invadendo, sapevo di cosa si trattava ma credevo
che non
mi sarebbe più accaduto.
Sola!!!
Di
nuovo sola! Ora era peggio rispetto a qualche anno fa,
perché sapevo cosa si
provava ad avere degli amici accanto.
-basta!!!-
mi stavo arrabbiando con me stessa non potevo lasciarmi prendere dalla
disperazione, me l’ero sempre cavata, e anche questa volta ce
l’avrei fatta, dovevo
solo continuare a cercare i miei amici, se solo quella maledetta
foresta non
fosse stata così grande, speravo di vedere presto le luci di
un abitato.
Come
non detto, gli alberi sembrarono diminuire, è in lontananza
si intravedevano
proprio le luci di un porto, meno male, iniziavo a credere di essere
finita in
un isola deserta e disabitata.
Passarono
parecchi giorni da quando mi trovavo in quell’isola, i
maggiori problemi che
riscontrai furono quelli dovuti al fatto che non potevo girare
indisturbata,
appena ero arrivata nella cittadina portuale che avevo intravisto
appena fuori
dalla foresta, mi ero accorta che era tappezzata dai manifesti con le
taglie
dei pirati tra cui quelle di capello di paglia, e quindi anche la mia,
“la
gatta ladra”, e questa volta non avevo Zoro che con la sua
sola presenza mi
rendeva sicura e mi faceva sentire sempre protetta.
Ora
che ci pensavo, nonostante non ci potessimo sopportare, quando lui non
c’era
sentivo la sua mancanza, spesso ero io che lo cercavo solo per il gusto
di
stuzzicarlo, e quando iniziavamo i nostri litigi stavo bene, non erano
parole
dette con odio da nessuno dei due nonostante ci andassimo
giù pesante alle
volte.
Però
io sapevo che se avevo un problema lui era sempre pronto ad aiutarmi,
non mi
aveva mai abbandonato e senza accorgermene mi ero affezionata molto
più di
quanto credevo a quello spadaccino senza il minimo senso
dell’orientamento.
La
fortuna non era stata dalla mia parte, ero capitata in un isola in cui
risiedeva una delle tante sedi della marina.
Non
trovando altre possibilità per andare via da quel posto
troppo pericoloso per
un pirata soprattutto se solo, riuscì a intrufolarmi sulla
stiva di un
mercantile senza essere notata, la mia abilità di ladra mi
era stata molto
utile per poter salire senza essere notata, in più ero
riuscita a racimolare un
po’ di cibo qua e là.
Ma
quando fui dentro la stiva mi accorsi che non era così
necessario il cibo che
mi ero procurata, perché c’era una riserva di
alimenti che avrebbero sfamato
persino il mio capitano per un mese intero, questo voleva dire che
anche se il
viaggio fosse durato a lungo avrei potuto sfamarmi senza far notare
troppo la
sparizione di alcune di quelle provviste.
Mai
avrei pensato che quella che mi era sembrata la più grande
fortuna mi avrebbe
portato a dover affrontare un problema maggiore rispetto a quello che
già
avevo.
Dopo
una settimana di navigazione successe qualcosa che non avevo
minimamente
ipotizzato, il mercantile su cui viaggiavo altri non era che una nave
per il
rifornimento dei vascelli della marina che non potevano approdare.
Mi
accorsi di tutto ciò quando la stiva fu invasa dagli uomini
della marina che
dovevano caricare tutte le scorte sulla loro nave, io riuscì
a nascondermi fino
a che le casse dove mi imboscavo finirono, e allora si accorsero della
mia
presenza.
-cosa
ci fai tu qui?- chiese stupito un marinaio.
-quella
è la “gatta ladra”, e uno dei componenti
della ciurma di capello di paglia!- mi
avevano riconosciuta era la fine.
Nonostante
sapessi di non aver nessuna possibilità di fuggire, non mi
sarei mai lasciata
catturare senza combattere, ero un pirata e ne andavo orgogliosa!
In
fretta montai il mio bastone, e partì all’attacco,
riuscì a resistere
abbastanza a lungo da causare alcuni danni sia alle ultime casse che
erano
rimaste, sia ad alcuni uomini.
Ma
come prevedibile mi catturarono, uno di loro con il naso sanguinante mi
legò
come un salame stringendo forte le corde più del necessario.
-vediamo
se continuerai ad agitarti ora!- forse si voleva vendicare del fatto
che
probabilmente gli avevo rotto il naso con una testata quando mi stava
tenendo
ferma per legarmi.
Mentre
stringeva le corde, sentì un forte dolore, probabilmente a
me invece avevano
incrinato qualche costola, oltre a essere ricoperta di tagli e segni
che
probabilmente si sarebbero trasformati in lividi.
Mi
portarono sulla nave della marina, chiudendomi subito in una cella
umida e
buia.
-spero
che la tua permanenza qui ti sarà gradita, perché
questo sarà il tuo ultimo
viaggio prima di essere giustiziata!- affermò il mio
carceriere ridendo della
mia condizione.
Sola,
ero ancora sola, e presto mi avrebbero portato sul patibolo di qualche
città
sconosciuta, non avevo più speranze, chissà dove
si trovavano i miei compagni,
mi mancavano tantissimo, ma probabilmente non li avrei mai
più rivisti.
Non
avrei più potuto mantenere la promessa che feci a Rufy di
condurlo alla ricerca
del tesoro del re dei pirati e far si che lui fosse il suo successore,
e poi
non avrei più potuto realizzato il mio sogno, disegnare la
carta di tutti i
mari.
Una
nuova fitta all’addome fu accompagnata da una più
forte all’altezza del cuore,
ed una lacrima solitaria riuscì a sfuggirmi; non poteva
essere vero, ero
arrivata alla fine, e quello che più mi faceva male era che
sarei morta sola
come lo ero stata per la maggior parte della mia vita.
Passarono
tre giorni da quando mi avevano catturata, una volta al giorno mi
portavano il
“pasto” se così si poteva chiamare
quella brodaglia che mi servivano, e un
pezzo di pane duro come la pietra; come mi mancavano i cibi deliziosi
di Sanji.
In
quella cella buia l’unica cosa che non mi faceva impazzire
erano solo i ricordi
delle avventure che avevo vissuto con i miei compagni, e mi ritrovavo
spesso a
sentire la mancanza delle lunghe e snervanti litigate con Zoro, non
mancavamo
mai l’occasione per stuzzicarci a vicenda, in fondo mi
divertivo, ed ero certa
che anche per lui era lo stesso.
Quello
era il nostro modo di relazionare, entrambi siamo sempre stati troppo
orgogliosi e testardi per poter ammettere che ci volevamo bene, e ora
non lo
avrei più potuto rivelare.
E
questa stranamente era la cosa che più mi faceva male, in
quel momento capì
quanto io tenessi a quello spadaccino rozzo e scorbutico facendomi
spuntare un
triste sorriso sulla faccia.
-brava
Nami, meglio tardi che mai- mi rimproverai sotto voce.
Fantastico
ora che non lo avrei più rivisto mi ero accorta di essere
…
Non
riuscivo neanche a pensare a quella parola, forse perché non
mi era mai
capitata una cosa del genere e mai avrei pensato che sarebbe successo
proprio a
me.
Ma
ora non aveva più senso neanche pensarci, sicuramente presto
saremmo arrivati a
destinazione qualsiasi fosse stata la loro meta, quella sarebbe stata
l’ultima isola
che avrei visto.
Infatti
a quanto pare era successo qualcosa ad Impel Down, e da quello che i
marine
dicevano, avevano al momento dei problemi, quindi per la mia solita
fortuna non
mi avrebbero portato neanche nelle prigioni ad aspettare la mia
condanna, si
sarebbero occupati loro di giustiziarmi il prima possibile.
La
mattina dopo infatti giungemmo al porto di una piccola isola, Fish
Town, quando
fui portata sul ponte dovetti chiudere gli occhi a causa della luce del
sole a
cui non ero più abituata dopo il lungo tempo passato
nell’oscurità.
Quando
infine riuscì a riaprire gli occhi mi si presentò
una cittadina portuale
sicuramente di semplici pescatori vista la presenza esclusiva di barche
adibite
proprio a quel lavoro, era piccola sembrava tranquilla e pacifica.
I
pochi abitanti si affollarono tutti ad osservare il grande veliero
della
marina, probabilmente non avevano mai visto una nave da guerra nel loro
porto.
E
così era questo il luogo in cui avrebbero posto fine alla
mia esistenza?!
-forza
bellezza, è già tutto pronto!- disse quello che
riconobbi essere una mia
conoscenza visto che portava ancora un grosso cerotto che gli copriva
il naso,
mentre mi spingeva con poca grazia per farmi scendere a terra, esultai
internamente
gli avevo rotto veramente il setto nasale almeno.
Gli
occhi di tutti erano fissi su di me, e cercai di non far trapelare
nessuna
emozione, non volevo far vedere che avevo paura anche se non avrebbe
cambiato
la situazione, ma se proprio dovevo morire, allora lo avrei fatto con
onore,
non avrei mai chiesto pietà, piuttosto mi sarei staccata la
lingua a morsi.
Avanzavamo
nella piazza dove vidi il patibolo delle esecuzioni pronto per
l’uso, erano
stati veramente rapidi a sistemare tutto, quando volevano sapevano
essere
efficienti quelli della marina, peccato che non lo erano stati quando
il mio
villaggio era stato preso d’assalto dagli uomini-pesce pensai
amaramente.
Camminai
a testa alta, sicura che gli abitanti di quella cittadina mi
guardassero come
se vedessero il demonio in persona, per curiosità con la
coda dell’occhio
osservai alcune espressioni di quelle persone, ma non era odio o
disgusto
quello che vedevo nei loro occhi.
Alcuni
sembravano dispiaciuti, altri erano semplicemente scioccati, forse non
si
aspettavano che un giorno arrivasse la marina per giustiziare un
pericoloso
pirata, e poi scoprire che quel il criminale era poco più
che ragazzina, quale
io ero anche se non avevo mai vissuto la fase della ragazzina indifesa.
Quando
arrivai a ridosso delle scale che mi avrebbero portato in cima al
patibolo,
ebbi un leggero tentennamento, rimasi un attimo ad osservare quei
gradini prima
di venire strattonata per farmi proseguire.
-che
c’è stati iniziando a perdere tutta la tua
sicurezza?- chiese colui che era
stato il mio carceriere sulla nave.
-pensavi
forse che i tuoi compagni venissero a salvarti? Mi dispiace dolcezza ma
non
verrà nessuno!- si stava divertendo alle mie spalle, e dire
che loro erano
dalla parte della giustizia, loro dovevano essere i buoni.
Ma
erano pochi quelli veramente leali e giusti nella marina.
Però
aveva ragione, in fondo avevo sperato che come sempre quando ero nei
guai, i
miei compagni arrivassero e mi portassero via con loro.
Quando
arrivammo in cima potei vedere l’immenso mare davanti a me,
se non pensavo al
motivo per cui mi trovavo lassù avrei potuto dire che era il
posto ideale per
poter disegnare la carta dell’isola, da quel punto si aveva
una vista che
mozzava il fiato, si potevano notare tutte le varie insenature e
sporgenze, era
perfetto, per istinto diedi un occhiata al Log Pose che avevo sul polso.
In
fondo ero sempre una cartografa, e fino alla fine il mio pensiero
sarebbe stato
per quel sogno che non avrei mai potuto realizzare.
Mi
fecero inginocchiare e inclinare la testa, vidi i piedi del boia
avvicinarsi
sempre di più a me fino a fermarsi, la mia ora era giunta,
la mia mente rivide
i volti dei miei compagni soffermandosi maggiormente su quello dello
spadaccino.
Zoro,
sarebbe stato quello il mio ultimo pensiero, sarebbe stato quello il
volto che
la che mia mente mi avrebbe fatto vedere prima di morire.
Sentì
un leggero movimento da parte del mio giustiziere, ora avrebbe calato
l’arma e
non avrei più sentito niente.
Continua…
Salve
a tutti, sono
felice di far parte nel mio piccolo del mondo di One Piece, insieme
alla ciurma
di capello di paglia.
Sono
un'estimatrice
della coppia Zoro/Nami, e anche nel manga per chiunque appoggi questa
coppia
può trovare piccoli episodi che offrono qualche speranza ad
un futuro lieto
fine per loro, è probabile che non sarà
così, ma come ci insegna questo
fantastico manga non bisogna mai smettere di sognare, e per questo
dobbiamo
ringraziare chi gestisce in maniera favolosa questo sito che permette a
chiunque di poter sognare un'avventura insieme hai nostri pirati.
Spero
che come primo
capitolo vi incuriosisca e vi porti a continuare a seguire la mia
storia, mi
auguro che in tanti commenterete così da poter capire se
scrivo in maniera
chiara, quindi fattemi sapere se qualcosa non va bene.
Un
bacione alla
prossima.