Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: Himechan    12/01/2010    7 recensioni
Un uomo silenzioso, la sua stella e qualche amico. Feliz cumpleaños, Shu
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Capricorn Shura, Leo Aiolia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Disclaimer: ambientata in una realtà Post Hades da me tanto desiderata, dove i Gold sono vivi e vegeti in tutto il loro splendore, in cui regnano  pace e  giustizia, e quindi non hanno un bel niente da fare se non giocare a playstation tutto il giorno, leggere libri, meditare nello Sharasoju, fare jogging lungo la scalinata delle Dodici Case, coltivare fiori e…ma dove tuttavia c’è ancora qualcuno, che per il suo innato senso del dovere ha un peso opprimente sul cuore da giustificare. Un’altra cosa: la costellazione del capricorno è visibile nell’Emisfero Boreale solamente tra giugno e settembre, quindi ciò che leggerete in questa shot è frutto di una leggera licenza poetica. I personaggi protagonisti ovviamente appartengono interamente a quel genio di Kuru-sama, ma io glieli ho presi beffardamente in prestito perché li adoro entrambi in egual misura.

Cosine varie: questo è un regalino tutto per Shura. Si è infilato anche il mio caro leoncino, ha fatto tutto da solo, perdonatelo u_u  Leggero, leggerissimo shonen-ai tra i due perché sarò pazza ma io li adoro insieme e un po’ di sano fluff nel finale (o almeno ci ho provato XD)…
Perché oggi Shura? Perché lo amo, perché è un cabrito gentile ed educato, perché è silenzioso, perché è tormentato dal rimorso, e perché ha gli occhi tristi. Ed oggi , che è il suo compleanno, voglio farlo sorridere un po’.



 
               
                            L’UOMO CHE GUARDAVA LE STELLE


                                   
                                                                                                                          

                                                                                                                            

                                                                                                                                                                                                           
                                                                                                                                                                                                               
                     Giustizia è malinconia


                                                                                                                                                                                               ~ T. Mann~

Se ne stava immobile, seduto su uno dei gradini della Decima Casa, lo sguardo profondo e inquieto che si perdeva aldilà del Grande Tempio.
Oltre la pianura di Atene.
Oltre il mare placido di Grecia, appena rischiarato  da una pallida luna che allungava come un’amante silenziosa i suoi lunghi raggi d’argento.
Tirava una leggera brezza, che portava con sé l’odore di salsedine, scompigliandogli scherzosa i folti capelli color dell’ebano.
Da quella notte ormai, gli pareva che tutte le altre non avessero mai fine, e fossero una uguale all’altra, lasciandogli continuamente un senso di inquietudine e vaga tristezza.
Sospirò appoggiando entrambe le mani sul freddo marmo della scalinata della Decima Casa, gettando la testa all’indietro e alzando lo sguardo a  fissare il manto scuro e stellato, infinito e quieto sopra di sé.
E la sua costellazione, la costellazione di colui che è fedele alla Dea Atena, la costellazione di Capricorn, che splendeva lucente e armoniosa proprio sopra di sé, custode silenziosa e fedele compagna nelle lunghe notti tristi e senza sogni.
Si accarezzò lentamente il braccio, in cui riposava la lama sacra e pensò che se non fosse stato predestinato a diventare Saint, uno dei più forti uomini della terra, un Gold Saint, probabilmente non si sarebbe sentito così triste e angosciato. Forse non si sarebbe mai separato dal calore materno della sua Sierra Morena, forse avrebbe continuato a vivere in solitudine, tra le montagne come i suoi avi prima di lui, ma poi si disse che no, sarebbe stato praticamente impossibile.
Perché lui era un predestinato.
Semplicemente.
Fin da quando era venuto alla luce, il suo Cosmo si era manifestato raro e potente, e lui non aveva più avuto libera scelta. Servire nobilmente la dea sarebbe stato il suo compito di santo e privilegiato. Difendere colei che avrebbe custodito Dike, anche a costo della propria vita.
Era passato poco tempo da quando la generosa dea aveva concesso a loro Gold Saint una nuova esistenza, e lui, Shura di Capricorn, santo devoto e per lei fedele, non riusciva ancora a capacitarsene. Semplicemente perché trovava ancora inconcepibile il fatto che Lei, e lei sola, avesse deciso di restituirgli l’anima e il corpo di un bellissimo ventitreenne…
Sospirò…
Quasi ventiquattrenne.

Stai invecchiando mi amigo

Eppure nel cuore avvertiva pulsante e viva una ferita che non riusciva del tutto a rimarginarsi. Gli occhi verdi cercavano un punto lontano, sulla volta celeste, alla ricerca di un conforto che mitigasse il suo tormento… il suo continuo senso di prostrazione, la consapevolezza di aver abbandonato la giustizia troppo a lungo.
Dapprima credendo in un folle ideale, cieco alla voce che lo chiamava insistente, poi mentendo ai suoi stessi compagni, tacitando la propria coscienza, e versando in silenzio calde lacrime di sangue.
Due volte spergiuro si sentiva, Shura di Capricorn.
Devoto alla dea, e per lei martire.
Due volte traditore, cieco esecutore di un volere oscuro, ma sempre con una stilla di luce serbata nel cuore.
La sua coscienza assopita prima gli aveva impedito di levare il braccio Sacro su quella neonata, poi lo aveva elevato dal Regno di Hades facendogli accettare il proposito saggio del venerabile Sion e indossare una maschera che non gli apparteneva… Lui il cavaliere più fedele alla dea, costretto a colpire i suoi compagni, coprendosi di disprezzo… Si era macchiato di un’ignominia infame, che lo aveva relegato a ruolo di vile traditore.
Colui che aveva rivolto il colpo proibito contro l’Illuminato nello Sharasoju in fiore, mentre il suo cuore gridava straziato.
Lei però lo aveva perdonato, consacrando nuovamente la lama sacra nel suo braccio possente, e il suo caldo cosmo protettivo lo aveva avvolto, come un abbraccio materno e amorevole, restituendogli la sua vita mortale, il suo corpo, la sacra vestigia di custode della Decima, eppure nonostante le misericordiose parole di Atena, lui, prostrato in ginocchio, gli occhi bassi per non mostrare la debolezza e il rimorso nel suo sguardo cupo e malinconico, non riusciva a tacitare quella voce che strisciava…sibilante…infima…perversa…quella voce che gli ricordava continuamente, nelle lunghe notti senza sogni, che un tempo la sua fibra e il suo essere erano appartenuti alla tenebra, e il suo cuore, troppo a lungo, era stato avvolto da una oscurità che lui aveva scambiato per oro lucente di giustizia.

Tu eres traidor
Tu espada de la justicia
 
Poco a poco se muere el alma

E si risvegliava dai suoi incubi incredulo, con un dolore che gli opprimeva il cuore e che non riusciva a tenere sotto controllo, il cuore che batteva all’impazzata, il respiro affannoso e irregolare, l’animo sconvolto.
Da tempo era convinto di non essere più degno di apparire come il nobile custode di Excalibur nonostante Atena lo avesse riammesso nella cerchia eletta dei suoi sacri cavalieri d’oro vestiti, e gli avesse consegnato una vita nuova, mondata dai peccati dell’esistenza precedente.
Eppure il tarlo della colpa continuava a limargli crudelmente l’anima, come il sottile e affilato taglio sacro.
Debole, inerme e nudo al filo di Excalibur.
Che cosa ti salverà da me adesso?
Niente più, la sorte che ti aspetta è sorte…

Terribile

Chiuse gli occhi e un attimo dopo li spalancò di colpo accorgendosi che qualcuno gli si era seduto accanto.
-Devi smetterla di pensare…- gli disse comprensiva una voce, lieve come la brezza che giocava con i suoi folti capelli scuri.
-Mmmh…- i suoi occhi scintillavano sorpresi nell’oscurità.
-Come mai fin qui?! Non riuscivi a prendere sonno?!- gli chiese spontaneamente tornando a fissare le costellazioni serene sopra di sé, come se si fosse già aspettato la sua visita.
-Passavo a trovare un amico…- gli rispose quello con semplicità alzando le spalle, soffiando su un ricciolo biondo miele che gli ricadeva continuamente sbarazzino su un occhio.
-Un amico solitario e silenzioso…-
-A differenza tua- sogghignò Shura.
-Mpf… Spiritoso… Non è colpa mia se sei un capricorno scostante e altero…- ribattè l’altro accigliandosi.
-E tu un leone permaloso e vivace- rispose tranquillo Shura.
-La vedi quella stella lassù?- gli chiese dopo un po’ indicandogli un punto particolarmente luminoso proprio sopra le loro teste.
Aiolia cercò di seguire la traiettoria del suo dito, mettendo bene a fuoco quello che lui gli stava indicando.
-Forse sì…-
-Ecco…Quello sono io…-
-Tu?!- il giovane leone credette di non aver capito bene.
-Dici che sono altero e silenzioso?! Ebbene te ne do atto…Guarda bene…E’ Algedi quella che vedi…La stella doppia della costellazione di Capricorn…-
-Siamo in vena di metafore stasera?!- sorrise il giovane cavaliere della Quinta Casa prendendolo bonariamente in giro.
-Forse sì… Ti sembra strano che io parli con una stella gemella quando mi sento solo?-

E mortalmente colpevole?

Aiolia scoppiò in una risata gioiosa, allegra, che gli scaldò il cuore.
-No amico mio, non è strano… Ma…Una cosa mi domando… Perché dici di essere tu quella stella che brilla doppiamente nella tua costellazione?!-
Shura sospirò di nuovo tornando a fissare l’amico con i suoi profondi occhi malinconici e inquieti –Perché… Semplicemente perché a volte mi sento doppiamente colpevole rispetto agli altri Cavalieri che hanno tradito e sono resuscitati per il volere di Atena…Ecco tutto- rispose con un sorriso un po’ triste –E sento che Algedi mi ascolta silenziosa e mi comprende…-
-La prossima volta mi troverò anch’io una stella come confidente privata- sorrise Aiolia sfiorando la spalla dell’altro con la punta delle dita, e fissandolo poi con espressione intensa e incredibilmente seria.
-Smettila di tormentarti… Non ha più senso ormai. Siamo qui, di nuovo, la dea ti ha perdonato…e anche noi, lo sai…-
-E tu?! Tu…Come…- disse quasi tremando impercettibilmente -Come hai fatto…a far sì che…- il suo respiro caldo creava una lieve condensa al contatto con l’aria gelida della notte mentre gli poneva quella tacita domanda.
Aiolia capì. Ormai aveva imparato a leggere nei suoi occhi tormentati e nei suoi assordanti silenzi.
-E’ stato quando ho riabbracciato mio fratello in sogno- gli rispose lui semplicemente –Ma in realtà già sapevo cosa era verità e cosa menzogna… Solo che non volevo ammetterlo a me stesso, tutto qui…-
Shura gli sorrise amorevolmente, sfiorandogli con un tocco lieve i folti capelli biondi –Tu hai sempre avuto un cuore puro e nobile, nel tuo animo non hai mai provato cosa vuol dire credere ciecamente in un ideale sbagliato. E’ stato solo perché Saga controllava la tua mente se hai agito malvagiamente, ma lo facevi inconsciamente, perché eri dominato da una volontà che non ti apparteneva… Io invece… Ho creduto in quello che facevo. Ho tentato di uccidere la dea e colpito colui che a te è più caro, e questo…questo nessuno lo potrà mai cambiare… Neppure il suo perdono incondizionato…-
-Tu hai creduto solamente in quella che ritenevi fosse giustizia… Per te in quel momento il Sommo Pontefice incarnava giustizia e hai solamente obbedito alla sua volontà. Ma neanche tu sei mai appartenuto al Male. Il  cuore di un Gold Saint non tradisce i propri ideali. Il cuore di un Gold Saint sente nel suo profondo cosa è verità. Il cuore di un Gold Saint è puro come questa armatura che indossiamo con fierezza e coraggio. E se Atena ha dato a tutti noi una nuova esistenza, è giusto che ne godiamo appieno, dimenticando il passato e impegnandoci a proteggere sempre ciò in cui crediamo fermamente- gli occhi blu del leone brillavano di orgoglio stringendo di più la spalla dell’amico silenzioso.
Poi gli sorrise di nuovo, e la sua espressione tornò calda e amichevole –Hai il naso congelato cabrito… ora vieni… Offrimi una tazza di caffè a Casa tua che qui fra un freddo del diavolo!- esclamò sfregandosi energicamente le mani per il freddo.
Shura scoppiò in una risata divertita.
Era bello sentirlo ridere. Aveva una risata calda, profonda, di gola, e i lineamenti del suo bel viso dai tratti decisi e spigolosi, si distendevano, rivelando un’espressione serena e tranquilla.
-Sei sempre il solito…Bueno, vieni- disse alzandosi e mentre si dirigevano a passo lento verso l’entrata della Decima Casa, continuò a sorridere in maniera riconoscente al suo giovane amico.
-Forse devo smetterla di fissare troppo le mie stelle e parlare di più con gli amici…- ammise dopo qualche istante.
-Ma guarda che tipo…- Aiolia arricciò il labbro in segno di disappunto, ma poi gli sorrise di nuovo -Certo le stelle ti comprendono, ma non possono risponderti e dirti di smetterla di continuare a roderti per il rimorso, non ti pare?!…-
La casa era buia ma il piacevole calore che li avvolse non appena misero piede dentro li avvolse immediatamente.
E un attimo dopo lui non capì più niente.

Feliz cumpleaños, Shura!

La luce si accese magicamente senza che lui premesse l’interruttore, lasciandolo a bocca aperta.
Davanti a lui i suoi amici cavalieri d’oro lo aspettavano per festeggiare il suo compleanno!
Possibile?
Possibile!
Il sorriso armonioso di Mu accompagnato da uno scatenatissimo Kiki che soffiava con una trombetta sulle spalle possenti di Aldebaran... E poi tutti gli altri.
Sì, c’erano davvero tutti.
I gemelli terribili, quel figlio di buona donna di Death Mask, il bellissimo Aphrodite, il taciturno Camus, il saggio Doko, il nobile Shaka, e l’adorabile Milo.
E poi i Bronze Saint e Lady Saori, che gli sorrideva gentile e rassicurante.
Gli si fece incontro Aiolos, con il suo incedere fiero e aristocratico mentre lui, il cavaliere impassibile e imperscrutabile rimaneva completamente spiazzato da quell’ondata inaspettata di affetto, e da quei Cosmi pieni di calore, e accecanti nella loro luce confortante. Profondamente imbarazzato e incredibilmente stupito si passò una mano dietro la nuca. Non era da lui commuoversi, ma in quel momento dovette fare uno sforzo incredibile per ricacciare indietro le lacrime.
-Tu…tu lo sapevi?!- mormorò Capricorn con gli occhi velati girandosi a guardare il giovane leone, mentre Aiolia per tutta risposta alzava le spalle con un sorriso di finta noncuranza.
-Buon compleanno, caballero- gli disse solamente il suo più caro amico. La stella che lui stesso aveva tentato di oscurare tanto tempo prima.
E un attimo dopo si ritrovò avvinto nell’abbraccio dolce e virile di Sagitter, e degli altri Gold Saint che lo circondarono impetuosamente, sommergendolo letteralmente.

Di nuovo insieme.
Ancora una volta.
Dodici uomini straordinari.
Dodici Cavalieri devoti e fedeli ad un’unica Dea.
Dodici stelle destinate a splendere ancora a lungo.
E una che sfolgorava silenziosa e altera, nel nome di Dike, in quel gelido dodici gennaio,  ancora più brillante e devota delle altre.




                                                                                                                                           FINE



                                                                                  







                                                                                    
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Himechan