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Autore: ShopaHolic    13/01/2010    3 recensioni
Estate 2009. Dopo quattro anni dall’uscita di American Idiot, i Green Day sono tornati con un nuovo album, e il tour è finalmente alle porte. Ma se le cose non andassero esattamente come erano state previste? Se un improvviso imprevisto li costringesse a rimandare la partenza, e la cosa avesse ripercussioni serie sull'animo di Billie Joe Armstrong? E se fosse l'incontro fortuito con una curiosa ragazza dal nome evocativo e dal passato misterioso, totalmente estranea al suo mondo, a portare scompiglio nella vita di tutti?
Dal capitolo 20:
«Mi rendo perfettamente conto che è sbagliato, e che è un errore essere qui adesso. Ed è anche rischioso, considerando l’accanimento mediatico che c’è su di te ultimamente, ma ci sono persone che si sono sacrificate tanto, per me, affinché io fossi felice, e pur sapendo che queste persone non approverebbero mai quello che sto facendo, io sento che è quello che voglio. Io voglio sentirmi viva e felice. E non so per quanto durerà tutto questo, ma io mi sento così, adesso, e se anche dovesse finire tutto nel giro di cinque minuti, io sarò lo stesso contenta di averlo vissuto.»
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fulmine a ciel sereno

Progetti, desideri, aspirazioni, sogni.

E se non bastasse la semplice nostra volontà per realizzare tutto questo?
Se improvvisamente il destino prendesse possesso della vostra vita
e mescolasse con le sue mani tutte le vostre carte,
dimostrandovi che,inconsapevolmente, e certo non di rado,
siamo noi stessi ad allontanarci dai nostri progetti,
e che basta una decisione diversa nella quotidianità di tutti i giorni,
una piccola distrazione, una scelta sbagliata,
per smontare ogni cosa,
voi che cosa fareste?

Accettereste ciò che il destino ha in serbo per voi,
confidando magari in un futuro migliore,
oppure continuereste a lottare con il rischio,poi, di ritrovarvi
con un pugno di mosche in mano?


Una lieve brezza mattutina rinfrescava l'aria mentre Mike Dirnt parcheggiava la sua auto in doppia fila e si affrettava a raggiungere Billie Joe Armstrong nel cortile dell’ospedale. Percorse correndo l'enorme parcheggio all'aperto e quando arrivò di fronte all'entrata lo notò immediatamente, stravaccato su una panchina mentre, con gli occhi chiusi, si massaggiava le tempie con le dita.
«Billie Joe?»
Questo sollevò la testa, e i suoi occhi incontrarono lo sguardo agitato dell'amico.
«Eccoti, finalmente.» mormorò alzandosi e andandogli incontro.
Mike si fermò di fronte a lui, riprendendo fiato e asciugandosi con il dorso della mano il sudore che gli aveva imperlato la fronte.
«Ho fatto prima che ho potuto.» annunciò boccheggiando a causa della corsa.«L’hanno già visitato?»
La fronte era corrugata dall'apprensione.
Se Billie Joe non l'avesse conosciuto meglio di se stesso, avrebbe giurato che in quel momento il suo amico non era semplicemente preoccupato, ma aveva addirittura paura.
Paura di ricevere una conferma alle sue preoccupazioni, e di scoprire che tutto il lavoro svolto in quegli ultimi mesi stesse per andare a monte così, in un batter d'occhio.
«Hanno appena avuto i risultati della radiografia.»Si strinse nelle spalle cacciando un sospiro carico di rassegnazione. «A quanto pare, abbiamo fatto bene a preoccuparci.»
Lo sapeva, sapeva che sarebbe finita così, eppure dentro di sé ancora non riusciva a crederci.
Sollevò lo sguardo verso l’alto, il sole si rifletteva nel vetro delle finestre della struttura, ferendogli gli occhi. Di nuovo abbassò lo sguardo, rivolgendolo questa volta verso il suo amico, senza accennare a parlare. Sembrava quasi che non avesse sentito -o non avesse capito- quello che gli era appena stato detto ma, osservandolo, Billie Joe capì di avere di fronte a sé una bomba a orologeria, e infatti, pochi istanti dopo, Mike Dirnt esplose improvvisamente in una serie incessante di maledizioni e bestemmie rivolte a chissà quali santi in cielo.
Quella notizia era piombata loro addosso come un fulmine a ciel sereno, uno di quelli che arrivano così, quando meno te lo aspetti, e con una furia incontenibile illuminano e squarciano la notte.
Dopo tutto l'impegno, la fatica, l’organizzazione, il loro progetto sarebbe saltato, non c’erano alternative possibili.
E tutto questo, pensava, per colpa di quell'idiota.
«Come cazzo ha fatto, vorrei sapere.» sbraitò completamente fuori di senno sotto lo sguardo interdetto di quelle persone che, incuriosite dal grande trambusto, si erano affacciate dalle porte del pronto soccorso. «Te l’ha detto? Come cazzo ha fatto?» ripeté quella domanda con una rabbia tale da innervosire Billie Joe, e mentre continuava a imprecare e bestemmiare Dio, diede un forte calcio a un secchione di plastica, che cadde a terra con un rumore secco, riversando sull'asfalto tutto il suo contenuto. Ecco che fine stavano facendo i loro progetti, quella di un misero secchio che rotolava a terra.
Billie Joe Armstrong afferrò l'amico per le spalle e fece per allontanarlo dall'entrata, che si stava pian piano riempiendo di sempre più persone.
«Adesso basta, Mike. Cerca di calmarti.» Lo ammonì il frontman dei Green Day.
«Ma tu lo hai capito o no che, se le cose stanno così, dobbiamo annullare tutto quanto?» si rivolse a lui come se veramente pensasse che ancora non avesse capito a cosa avrebbe portato quello che era appena successo al loro amico. «O abbiamo altre alternative?»
Billie Joe Armstrong fece un respiro profondo prima di trovare la calma necessaria a rispondere al suo amico.
«Non ce le abbiamo, altre alternative, lo sai. Il danno ormai è fatto, non possiamo farci niente, e mettersi a urlare non riaggiusterà le cose.»
La sua risposta fu secca, e Mike capì che non avrebbe ammesso alcun tipo di replica da parte sua.
Grugnì contrariato allontanandosi dall’edificio senza aggiungere altro, e mentre camminava a passo spedito verso la sua auto già si vedeva con il collo di Trè Cool stretto tra le sue mani.

[Continua]


Capitolo revisionato il 26-12-11

   
 
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