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Autore: TittiGranger    13/01/2010    31 recensioni
Lo sguardo freddo di Scorpius si illuminò - Hai paura di perdere. Rose sbuffò - Non ho paura. Solo che non ho intenzione di partecipare ai tuoi giochetti, Malfoy. - Non vuoi partecipare perché sai che perderesti - Scorpius infilò le mani in tasca, mentre continuava a guardarla con quell’espressione intensa, che mai aveva usato con lei. La provocazione andò a solleticare il profondo orgoglio di Rose, la quale, facendo un lungo respiro, si decise a scendere i due scalini che aveva tanto faticosamente salito, per andarsi a piazzare di fronte a Scorpius. - E in cosa consiste questa scommessa? - chiese a malincuore Rose. Il ghigno di Malfoy si allargò - Una settimana - esordì in tono plateale - Ti mostro che per un’intera settimana riuscirò a convincere gli altri che stiamo insieme.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scorpius Malfoy non aveva mai passato tanto tempo in biblioteca, come negli ultimi cinque giorni

Scorpius Malfoy non aveva mai passato tanto tempo in biblioteca, come negli ultimi cinque giorni.

Seduto sempre allo stesso tavolo, non gli interessava dei libri, di leggere o studiare.

No, aspettava lei.

Ogni giorno si trascinava là, in biblioteca, sperando che lei arrivasse.

Invece lei non arrivava mai. E questo Scorpius lo sapeva.

Rose non era una stupida; sapeva perfettamente che se qualcuno aveva bisogno di lei, sarebbe andato a cercarla in biblioteca.

E così in biblioteca lei non ci andava più.

Scorpius era giunto a questa conclusione, dopo due pomeriggi pieni trascorsi a saltare su quella sedia scomoda, sotto lo sguardo torvo di madama Pince, ogni volta che la porta si apriva.

Aveva provato in altri modi a parlarle, ma non c’era mai riuscito.

Se scendeva ai pasti, quando scendeva, era sempre accompagnata da qualche suo parente e ciò la rendeva inavvicinabile. In particolare, il fratello, Hugo, si era ben preoccupato di avvertirlo di stare lontano da sua sorella.

E nonostante Hugo gli arrivasse alla spalla, Scorpius aveva letto nella sicurezza delle sue parole e nell’amarezza del suo sguardo, che il ragazzino non avrebbe esitato a spaccargli il muso, se ci avesse provato.

 

L’ultima spiaggia era stata Albus. Ovviamente, la sera di Halloween, cinque giorni prima, Albus era andato da lui, furente, domandandogli con modi non troppo civili cosa fosse successo tra lui e Rose per farla stare così male.

Dopo essersi vagamente tranquillizzato, Albus gli aveva detto che Rose, a stento, era riuscita a dirgli che si erano lasciati di comune accordo. Che entrambi avevano capito di non essere fatti per stare insieme.

- E allora, perché cazzo sta così male? - gli aveva chiesto Albus.

Scorpius non aveva risposto. Si era limitato ad abbassare il capo, a prendersi forte la testa fra le mani e a imprecare.

Ma poi l’amico gli aveva posato una mano sulla spalla, senza parlare, senza dire nulla.

E Scorpius aveva trovato la forza di reagire. Di recuperare i pezzi di quella situazione assurda che gli era sfuggita di mano tanto ingenuamente, andandosi ad infrangere in mille pezzi.

 

Nei giorni successivi, Scorpius aveva più volte tentato di avvicinare Rose, ma senza risultati. Aveva persino chiesto aiuto ad Albus, ma dopo vari tentativi, anche lui, mortificato, gli aveva detto che Rose non voleva neanche sentirlo nominare.

- Mi dispiace, amico… io ci ho provato - gli aveva detto, desolato - Ma credimi… ha minacciato di Schiantarmi se avessi nominato di nuovo il tuo nome.

E Scorpius ci credeva. In quei cinque giorni, Rose era stata ben attenta a non incrociare mai il suo sguardo. Anzi, un paio di volte lo aveva fatto, ma solo per dirgli di lasciarla in pace, che lei non voleva avere più a che fare con lui, nelle poche occasioni in cui lui era riuscito a raggiungerla dopo una lezione.

Scorpius aveva saputo da Albus che Rose aveva detto loro che avevano rotto a seguito di un litigio.

- Ha detto che siete troppo diversi… e che avete obiettivi diversi - gli aveva raccontato Albus - Che vuol dire, Scorpius? Obiettivi diversi?

Quell’espressione era bastata a fargli annodare lo stomaco.

Obiettivi diversi…

Sapeva perfettamente a cosa si stesse riferendo Rose.

Ed era tutto sbagliato. Tutto.

Se solo gli avesse dato l’opportunità di spiegarsi…

Ma dal suo atteggiamento, sembrava che Rose non ne avesse la minima intenzione. Se almeno lui fosse riuscito a incrociare i suoi occhi… a poter leggere cosa nascondevano…

Questa cosa lo straziava e la consapevolezza di non riuscire a fare niente lo faceva sentire davvero… una merda.

 

*

 

E così, dopo cinque giorni, lui era ancora lì, ad attenderla.

Guardò svogliatamente fuori dalla finestra, osservando quel paesaggio che ormai aveva imparato a memoria.

Fu in quel momento che sentì cigolare la porta della biblioteca. Come ogni volta si drizzò sulla sedia; la gola chiusa per la tensione.

Passi…

Corrugò la fronte, quando la figura attraversò gli scaffali, puntando dritta contro di lui.

Il che non era una cosa molto promettente…

- Weasley - la salutò, quando la ragazza si fermò davanti al suo tavolo, le braccia incrociate e l’espressione non troppo pacifica.

- Salve, Malfoy - ricambiò lei, scansando la sedia dal tavolo e sedendosi decisa - So che, probabilmente, non sono la cugina che speravi di incontrare, ma temo che per stasera non potrai avere di più.

Dominique Weasley era davvero bella, su questo non c’era dubbio. Capelli biondi, occhi chiari, pelle perfetta, fisico mozzafiato.

Qualunque ragazzo di Hogwarts avrebbe fatto carte false pur di uscire con lei; ma mentre la osservava, Scorpius non poté fare a meno di pensare che per lui, Rose batteva il confronto con Dominique su tutti i fronti.

- E allora perché sei qui, Dominique? - gli chiese stanco, abbassando la guardia, senza preoccuparsi di usare un tono abbastanza distaccato. Si passò una mano tra i capelli, in attesa che lei rispondesse. Probabilmente lo sapeva; voleva una ramanzina su quante fosse stato stronzo con sua cugina, schifoso opportunista, malefico Serpeverde e cose del genere.

- Perché hai bisogno che qualcuno ti dia una svegliata, Malfoy - gli disse semplicemente lei, ticchettando con le dita sul tavolo di legno.

Questa non era certamente la risposta che lui si sarebbe aspettato. Corrugò la fronte, alzando lo sguardo verso di lei.

- Cosa intendi?

 

Dominique battè una mano sul tavolo; il rumore rimbombò per la sala.

- Rose sta male, per Merlino! - sbottò la ragazza, indurendo i lineamenti angelici del suo viso - Sta male! E tu non stai facendo niente! - gli puntò contro un dito smaltato - Ti ho lasciato cinque giorni di tempo per fare qualcosa. Cinque! Ma la situazione continua ad essere sempre la stessa… Rose non vuole parlare, ha passato i primi tre giorni a piangere… per di più continua ad avere scatti di nervi improvvisi, urla, scala decine di punti agli studenti per le minime sciocchezze… - continuò Dominique infervorata - E poi… poi, si sente in colpa e… piange. E in tutto questo… tu non hai fatto un bel niente! Santo cielo, Malfoy, non pensavo fossi un coglione fino a questo livello!

Scorpius stava giusto per protestare il fatto che Dominique gli avesse appena dato del coglione, ma al momento, c’era qualcosa di più urgente da risolvere.

E, tra parentesi, non era pienamente convinto di non esserlo.

- Ma io ci ho provato! - rispose lui, passandosi nervosamente una mano tra i capelli - Ci ho provato, ma lei non ha voluto ascoltarmi… ho chiesto anche ad Albus di parlarle ma Rose…

Non potè continuare la frase, perché Dominique gli stampò uno pugno deciso sul braccio.

- Ahia! - si lamentò Scorpius - Ma che ti prende?

Lei lo guardò in cagnesco - Mai usare un tuo amico come messaggero quando litighi con una ragazza! - alzò gli occhioni azzurri al cielo - Santo Merlino, ma siete tutti così?

Scorpius aprì e chiuse la bocca, confuso.  Boccheggiò un paio di volte, metabolizzando l’assurdità di quella situazione. Ma impiegò poco a recuperare il suo cipiglio sicuro.

- Bè… mi sembra che tu stia facendo la stessa cosa. Se Rose ti ha mandato per dirmi che devo lasciarla…

- Cosa? - chiese Dominique, inorridita - Rose non sa che io sono qui! Sei pazzo?  Merlino, mi ucciderebbe… e poi, Malfoy, noi donne agiamo con la nostra testa. Non stiamo là a perdere tempo…

- Forse ti è sfuggito, Weasley, ma io ho provato a fermarla un sacco di volte… - spiegò lentamente Scorpius - Ma Rose non si è mai lasciata avvicinare!

Dominique sbuffò - Oh, certo. Non si è mai lasciata avvicinare - disse, sarcastica - Quel mostro enorme di Rosie. Deve essere stato impossibile riuscire a trattenerla per un paio di minuti, vista la sua mole.

Scorpius sbuffò; sinceramente non immaginava che Dominique Weasley fosse così spiritosa.

 

- Tralasciando il sarcasmo, cosa vuoi da me Weasley? - venne al punto Scorpius.

Lei si lasciò sfuggire uno sbuffo, come se fosse in preda ad uno stress insostenibile - Per aiutarti, visto che da solo non riesci a cavartela.

Scorpius finse di annuire con convinzione - Mi sfugge un particolare; perché? Perché vuoi aiutarmi? Voglio dire… voi donne non avete la vostra “solidarietà femminile” da difendere? Rose è la tua migliore amica, perché vuoi aiutare me?

Dominique lo fissò con gli occhi ridotti a fessure, come se lo stesse studiando - Non lo sto facendo per te, infatti. Lo faccio per lei.

- Ah, grazie tante… - rispose lui ironico, passandosi una mano sugli occhi.

- Sai com’è… solidarietà femminile - disse lei, lasciandosi sfuggire un sorrisetto - Malfoy, forse non lo sai, ma io ho sempre appoggiato il fatto che tu e Rose vi frequentaste. Ho appoggiato Rose nella sua rivolta contro i nostri cugini… Hugo, James… e Albus.

- Bè… grazie… - disse Scorpius, imbarazzato.

- Prego - fu la risposta rapida di lei - Ma poi, tu hai rovinato tutto - lo guardò, ostile - Rose mi ha raccontato della storia con Belinda. Adesso… prima di aggiungere altro, devi dirmi cosa c’è stato con lei.

Dominique incrociò le braccia, scrutandolo seria.

- Niente… non c’è stato assolutamente niente! - si affrettò a commentare lui - E’ stato solo uno stupido equivoco! - sentiva il respiro farsi più affannoso, mentre il ricordo di quella sera minacciava di ritornargli alla mente - Rose non ha voluto sentire spiegazioni, non…

- Bene - lo fermò lei - Lo immaginavo. Conosco Rose… e so quanto può essere orgogliosa. A questo punto… torniamo a noi. Stava andando tutto liscio, finché tu hai fatto il casino. Come ti ho detto, mi sei simpatico Malfoy e ti ho sempre appoggiato con Rose. Quindi, devi trovare il modo di rimediare.

- Fammi capire - stavolta fu lui ad interromperla. Un sorrisetto furbo si stampò sul suo viso - Tu vuoi aiutarmi perché sai che, avendomi appoggiato, se vado giù io, tu annegherai con me.

 

Dominique non si scompose minimamente - Mettiamola così. Ti aiuto perché se Rosie continuerà a stare male per merito tuo, sarò io stessa a spingerti la testa sott’acqua, Malfoy.

Scorpius annuì, abbattuto - Tutto per Rose. Dimmi cosa devo fare.

Dominique sorrise - Sapevo che avresti collaborato. Allora, niente è meglio di un incontro diretto. Tu e lei e basta.

- Le uniche possibilità che io la incontri durante il fine settimana sono la Sala Grande e la biblioteca. Come vedi, in biblioteca non ci mette piedi da una settimana… e la Sala Grande… bè è la Sala Grande.

Un  gesto spiccio gli fece segno di stare zitto - Dimentichi la cosa più importante, domenica ci sarà la gita ad Hogsmade. Rose domani mattina ha la riunione con i prefetti che saranno di turno.

Scorpius strabuzzò gli occhi.

Come non ci aveva pensato?

Come?

Ma certo…

Sarebbe stata sola. O quasi.

Aveva maggiori possibilità di riuscire a spiegarsi.

- Dal tuo sguardo deduco che hai capito - disse Dominique, alzandosi - Il resto dovrai farlo da solo.

Prima che si allontanasse, Scorpius si sentì in dovere di richiamarla - Weasley, grazie.

Lei si limito a sollevare le spalle, prima di sparire fuori.

 

*

 

- Direi che è tutto - si sforzò di sorridere, mentre riavvolgeva la pergamena. Le altre quattro persone presenti nella stanza si alzarono, scambiandosi gli ultimi accordi - Per qualsiasi cambio o imprevisto, fatemi sapere prima di domenica.

Mentre guardava i quattro prefetti uscire, lasciò che il sorriso allegro scivolasse via dal mio viso.

La riunione si era tenuta nella vecchia aula di Trafigurazione, come sempre. Non era stata una vera e propria riunione; serviva solo a confermare gli incarichi per la gita ad Hogsmade.

Per fortuna.

Questo significava che non tutti i prefetti avevano partecipato.

Per fortuna.

Non avrebbe retto lo sguardo di due occhi grigi in particolare.

Un fremito le attraversò le labbra. Stancamente, si mise le mani sul viso, mentre si appoggiava alla cattedra scricchiolante.

Sapeva che non avrebbe potuto evitarlo in eterno, ma meglio rimandare il momento. Ogni giorno che passava, faceva un po’ meno male.

Bugiarda”.

Ogni giorno è peggio. Ogni istante che lui non c’è è peggio.

 

Toc- toc.

Rose alzò lo sguardo verso la porta, abbassando le mani.

La porta era spalancata e lì, fermo sull’uscio, ancora con il pugno alzato c’era…

- Cosa vuoi? - chiese lei  duramente, evitando di guardarlo. Si voltò, dandogli le spalle e cominciando a raccattare le sue cose.

- Solo parlarti - rispose Scorpius, facendo un passo avanti.

Lei prese fra le braccia un libro e pergamene varie e si voltò per uscire - Non ho tempo - disse, guardandolo negli occhi con sfida.

Scorpius diede un calcio alla porta, che si richiuse con un tonfo.

- Voglio la mia ricompensa.

Rose sostenne il suo sguardo, decisa a fregarsene di lui e di tutto quello che era successo fra loro. O meglio, si illudeva di poterlo fare.

- Tu cosa? - chiese lei, confusa.

- Voglio la mia ricompensa - ripetè lui, avanzando di qualche passo, le mani in tasca - Ho vinto la scommessa, ricordi? Ora mi merito un premio.

Rose si sentì totalmente spiazzata da quella richiesta.

- Voglio che tu venga ad Hogsmade con me, domani - continuò lui.

- Scordatelo - fece lei, tentando di raggiungere la porta. Ma lui le si mise davanti.

- Non puoi negarmelo. Ho vinto - disse Scorpius.

Rose chiuse gli occhi, mentre sentiva l’agitazione salire. I libri e le pergamene che fino a quel momento aveva tenuto in mano, erano divenute all’improvviso pesanti.

Scorpius voleva portarla ad Hogsamde. Per umiliarla ancora.

- Perché… perché proprio questo? - gli chiese, senza guardarlo negli occhi. Sentiva le lacrime bruciarle.

- Perché lo voglio - sussurrò Scorpius dolcemente - E lo vuoi anche tu.

Rose scosse la testa, tirando su con il naso - Ti sbagli.

 

Scorpius le si avvicinò ancora, mentre lei restava lì impalata, con le braccia occupate e le mani incapaci di muoversi. Sperò che non si avvicinasse oltre, perché vederlo così, bello e affascinante sotto la tenue luce delle torce che illuminavano l’aula, le ricordava di quando aveva creduto di essere davvero importante…

- E’ vero - disse all’improvviso lui, lasciando che un’espressione amara gli si dipingesse sul volto - Ho chiesto a Belinda di accompagnarmi al banchetto, qualche giorno prima di Halloween.

A Rose mancò un battito.

- Ma è successo dopo che abbiamo litigato - si affrettò a specificare lui - In biblioteca, ricordi?

Rose annuì. Certo che ricordava: dopo che lui l’aveva baciata e lei gli aveva urlato addosso.

Piano piano, Scorpius si avvicinò, sfilandole le pergamene dalle mani, una alla volta e poggiandole sul banco accanto a loro.

Lo sguardo di lui era così sinceramente affranto che lei non ebbe il coraggio di rispondergli male.

Ma quando Scorpius le tolse anche il libro, liberandole le braccia e provò ad afferrarle la mano, lei si scansò.

- La scommessa è finita, Scorpius - gli ricordò, mordendosi le labbra per non piangere - Non dobbiamo continuare.

Scorpius si passò una mano sulla bocca, pensieroso, senza staccare lo sguardo da lei; sembrava che stesse valutando l’ipotesi se dirle qualcosa o meno.

- Ti ho mentito - esordì alla fine lui.

Rose corrugò la fronte. Non era troppo sicura di voler sentire ciò che Scorpius stava per dirle, ma era una Grifondoro: lo incitò a continuare.

- Quando ti ho proposto la scommessa, ti ho mentito - le voltò le spalle, iniziando a camminare lentamente, avanti e indietro - Ti ho detto che avrei dimostrato a tutti che Scorpius Malfoy può conquistare chiunque - sbuffò - Invece non era vero, Rose.

 

Rose si strinse nelle braccia, osservandolo camminare su e giù.

- Invece non era vero - proseguì lui - Non mi interessava dimostrare niente agli altri. Era a me stesso che volevo dimostrare qualcosa. Volevo dimostrare che… no! Non poteva piacermi Rose Weasley, perché io e lei non saremmo mai potuti stare insieme… perché noi siamo gli opposti… - alzò lo sguardo verso di lei, incrociando i suoi occhi azzurri - Non potevo innamorarmi di te…

Una lacrima attraversò la guancia candida di Rose, ma lei era troppo shockata per toglierla.

- E pensavo che questa scommessa me ne avrebbe dato la prova - continuò lui, riprensendo a camminare, senza guardarla - Ma… non è successo un bel niente di tutto questo! - battè violentemente un pugno sul banco, mentre il rumore rimbombava nella stanza vuota - Niente! Perché… cazzo, Rose, mi piaci più di prima! Perché adesso mi sento un emerito coglione se penso che fino alla settimana scorsa credevo di poter fare questa cosa, senza innamorarmi di te…

Sembrò calmarsi; si appoggiò al muro di pietra, coprendosi la faccia con le mani. Ciocche di capelli biondi gli scivolarono sulla fronte - Non volevo tirarti in questo casino, Rose…

Rose non aveva detto ancora niente. Continuava ad osservarlo, la fronte corrugata, troppo confusa per poter parlare, troppo sorpresa per poter formulare un pensiero di senso compiuto.

A passo incerto, si avvicinò alla parete a cui era appoggiato Scorpius e si mise al suo fianco, percependo il freddo della pietra sulla sua schiena.

- Sei un bastardo manipolatore, Malfoy.

Scorpius, suo malgrado, si ritrovò ad annuire.

- E adesso baciami, scemo.

Quelle parole impiegarono qualche secondo in più del necessario ad essere metabolizzate dal cervello momentaneamente in pausa del ragazzo.

Fece scivolare le mani dal viso e si voltò verso Rose, appoggiata al muro al suo fianco, la testa piegata dolcemente di lato, che lo scrutava seria.

- Che… perché? - disse stupidamente lui.

Rose alzò gli occhi al cielo, facendo un passo verso di lui - Vediamo… - disse pensosa - Ah, sì! - esclamò, facendo un altro passo - Perché lo vuoi. E lo voglio anche io.

Senza farselo ripetere due volte, Scorpius l’afferrò per i fianchi, tirandola bruscamente verso di sé.

I loro bacini aderirono.

Le loro bocche anche.

 

Le loro labbra si unirono esigenti, sancendo un accordo che non sarebbe durato una settimana.

Ma molto di più.

 

*

 

Sette mesi dopo…

 

Il clamore di quella sera era differente rispetto a quello delle cene precedenti.

L’ultima sera ad Higwarts. Il giorno dopo sarebbero tornati tutti a casa…

Gli studenti ne erano felici; chi più, chi meno…

Rose Weasley fece il suo ingresso nella Sala, di corsa come sempre e scrutò la stanza affollata, alla ricerca di lui. Lo trovò al solito posto.

- Ciao, bellezza! - la salutò Scorpius con un occhiolino, mentre lei si sedeva sulla panca di fronte a lui - Raccolti tutti i libri? Vorrei evitare la corsa dell’ultimo minuto come è successo a Pasqua.

Rose gli fece una boccaccia, mentre affondava la forchetta nella sua porzione di pollo arrosto - La mia lista è completa - lo tranquillizzò.

- Rose, puoi convincere Scorpius a dirmi dove ha nascosto la mia tartaruga? - le chiese Isidore Nott, sporgendosi oltre il braccio di Scorpius - Ci sono più possibilità che a te dia retta.

Con il passare del tempo, lei e Nott erano riusciti a mantenere un atteggiamento civile, quasi amichevole; non che Scorpius glielo avesse mai chiesto o imposto, ma Rose sapeva che lo faceva star male il fatto che la sua ragazza e il suo miglior amico si lanciassero occhiate di fuoco ogni volta che si incontravano.

Rose si voltò verso di Scorpius, che in risposta assunse un’espressione fintamente angelica - Scorpius, davvero hai sequestrato quella povera bestiola?

Lui scosse la testa, seria - Mi ha chiesto asilo, spontaneamente. Può confermarlo Albus.

Rose rise, poi gli puntò contro la forchetta - Dove l’hai messa?

Scorpius esitò qualche secondo, poi sospirò - E va bene. Ma è solo perché me lo ha chiesto Rosie, Isidore. Prova a cercare nel cassetto della biancheria di Derek.

 

Un’espressione di disgusto si dipinse sul viso di Isidore - Oh, bleah… che schifo! - si alzò - Grazie, Rose… sapevo che avevi una forte influenza su di lui!

E si affrettò a scappare, prima che Scorpius gli rispondesse un qualcosa che avrebbe risollevato il suo orgoglio maschile.

- Sei… ehm… agitato per questo fine settimana? - gli chiese Rose, d’improvviso.

Scorpius strabuzzò gli occhi, mentre il pensiero di quello che avrebbe dovuto fare gli veniva alla mente.

Lasciò cadere la forchetta. Gli era passata la fame.

- Io… no, no. Perché dovrei? - ingoiò il vuoto. Merlino, gli veniva da vomitare.

Lei sembrò soddisfatta della risposta - Bene! - disse, sospirando - Vedrai, non può essere tragica come dicono Hugo e Albus. E poi… non glielo diremo subito! - aggiunse convinta - Aspetteremo il momento giusto.

- Già - annuì Scorpius, con convinzione - Magari glielo diciamo l’ultimo giorno, quando sto per andarmene. Che ne pensi? “Signor Weasley, grazie per l’ospitalità. Ah, a proposito, io e Rose stiamo insieme. Grazie ancora, arrivederci”. Perfetto mi sembra.

Rose non sembrava dello stesso parere - Scorpius, starai alla Tana con noi per più di una settimana. Vuoi che non si trovi un momento adatto durante un’intera settimana? - disse spazientita.

- Non lo so, piccola… - si passò una mano tra i capelli biondi - Non credo sarà così facile come dici tu…

Rose lo fissò un momento, poi sorrise. Si alzò, sporgendosi sul tavolo, per poter avvicinare il suo viso a quello di lui. Gli mordicchiò il labbro inferiore, mentre lui le infilava lentamente una mano tra i capelli.

- Lo farai… per me? - gli soffiò sulle labbra.

- …sì.

E proprio mentre sentiva la pressione della mano di Scorpius sulla nuca, per avvicinarla a sé, Rose si alzò, lasciandolo con un’espressione ebete stampata sulla faccia.

Ma Scorpius impiegò una frazione di secondo a ricomporsi.

- Perfetto allora! - squittì lei, come se niente fosse.

- Megera - fu il commento di Scorpius.

Lei rise e Scorpius, in quel momento, decise che non sarebbe riuscito a tenerle il muso.

Era così bella…

- Salgo su. Ho promesso a Dominique che l’avrei aiutata con i vestiti - alzò gli occhi al cielo - Momentaneamente sono sparsi ovunque nel nostro dormitorio.

Scavalcò e lo salutò con un gesto della mano.

Prima che si allontanasse troppo, Scorpius la richiamò.

- Rose? - le disse - Quando dici che alla Tana questa estate ci saranno tutti, intendi… tutti tutti? - chiese, cercando di sembrare tranquillo.

Lei corrugò la fronte, pensierosa - Sì. Tutti, credo.

- Anche… James?

Rose gli sorrise - Ovviamente.

Eh, già… ovviamente…

 

 

Che tristezza gente, è finita.

Vi dico subito che questo capitolo ha fatto una fatica del diavolo ad uscire fuori.

Però ammetto che ne sono abbastanza soddisfatta, soprattutto per la parte finale. Come avrete notato, ci sarebbero i presupposti per scrivere di una “Summer beat”… e a dir la verità avrei già qualche idea che mi balena in testa in proposito.

Ma c’è una cosa che mi trattiene: il troppo stroppia!

Non so, sono indecisa. Voi che ne pensate?

 

GRAZIE MILLE! 

Grazie, grazie di cuore a voi che avete seguito questa fanfiction dall’inizio senza stancarvi.

Spero che questo finale sia stato all’altezza delle vostre aspettative. Mi dispiace di non potervi ringraziare uno ad uno, proprio nell’ultimo.

Ma cercherò di provvedere!

In attesa di avere “vostre notizie”, vi abbraccio forte.

Titti.

 

   
 
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