Scorpius
Malfoy non aveva mai passato tanto tempo in biblioteca, come negli ultimi
cinque giorni.
Seduto
sempre allo stesso tavolo, non gli interessava dei libri, di leggere o
studiare.
No,
aspettava lei.
Ogni
giorno si trascinava là, in biblioteca, sperando che lei arrivasse.
Invece
lei non arrivava mai. E questo Scorpius lo sapeva.
Rose
non era una stupida; sapeva perfettamente che se qualcuno aveva bisogno di lei,
sarebbe andato a cercarla in biblioteca.
E così
in biblioteca lei non ci andava più.
Scorpius
era giunto a questa conclusione, dopo due pomeriggi pieni trascorsi a saltare
su quella sedia scomoda, sotto lo sguardo torvo di madama Pince, ogni volta che
la porta si apriva.
Aveva
provato in altri modi a parlarle, ma non c’era mai riuscito.
Se
scendeva ai pasti, quando scendeva, era sempre accompagnata da qualche suo
parente e ciò la rendeva inavvicinabile. In particolare, il fratello, Hugo, si
era ben preoccupato di avvertirlo di stare lontano da sua sorella.
E
nonostante Hugo gli arrivasse alla spalla, Scorpius aveva letto nella sicurezza
delle sue parole e nell’amarezza del suo sguardo, che il ragazzino non avrebbe
esitato a spaccargli il muso, se ci avesse provato.
L’ultima
spiaggia era stata Albus. Ovviamente, la sera di Halloween, cinque giorni
prima, Albus era andato da lui, furente, domandandogli con modi non troppo
civili cosa fosse successo tra lui e Rose per farla stare così male.
Dopo
essersi vagamente tranquillizzato, Albus gli aveva detto che Rose, a stento,
era riuscita a dirgli che si erano lasciati di comune accordo. Che entrambi
avevano capito di non essere fatti per stare insieme.
- E
allora, perché cazzo sta così male? - gli
aveva chiesto Albus.
Scorpius
non aveva risposto. Si era limitato ad abbassare il capo, a prendersi forte la
testa fra le mani e a imprecare.
Ma poi
l’amico gli aveva posato una mano sulla spalla, senza parlare, senza dire
nulla.
E
Scorpius aveva trovato la forza di reagire. Di recuperare i pezzi di quella
situazione assurda che gli era sfuggita di mano tanto ingenuamente, andandosi
ad infrangere in mille pezzi.
Nei
giorni successivi, Scorpius aveva più volte tentato di avvicinare Rose, ma
senza risultati. Aveva persino chiesto aiuto ad Albus, ma dopo vari tentativi,
anche lui, mortificato, gli aveva detto che Rose non voleva neanche sentirlo
nominare.
- Mi
dispiace, amico… io ci ho provato - gli aveva detto, desolato - Ma
credimi… ha minacciato di Schiantarmi se avessi nominato di nuovo il tuo nome.
E Scorpius
ci credeva. In quei cinque giorni, Rose era stata ben attenta a non incrociare
mai il suo sguardo. Anzi, un paio di volte lo aveva fatto, ma solo per dirgli
di lasciarla in pace, che lei non voleva avere più a che fare con lui, nelle
poche occasioni in cui lui era riuscito a raggiungerla dopo una lezione.
Scorpius
aveva saputo da Albus che Rose aveva detto loro che avevano rotto a seguito di
un litigio.
- Ha
detto che siete troppo diversi… e che avete obiettivi diversi - gli aveva
raccontato Albus - Che vuol dire, Scorpius? Obiettivi diversi?
Quell’espressione
era bastata a fargli annodare lo stomaco.
Obiettivi
diversi…
Sapeva
perfettamente a cosa si stesse riferendo Rose.
Ed era
tutto sbagliato. Tutto.
Se
solo gli avesse dato l’opportunità di spiegarsi…
Ma dal
suo atteggiamento, sembrava che Rose non ne avesse la minima intenzione. Se
almeno lui fosse riuscito a incrociare i suoi occhi… a poter leggere cosa
nascondevano…
Questa
cosa lo straziava e la consapevolezza di non riuscire a fare niente lo faceva
sentire davvero… una merda.
*
E così,
dopo cinque giorni, lui era ancora lì, ad attenderla.
Guardò
svogliatamente fuori dalla finestra, osservando quel paesaggio che ormai aveva
imparato a memoria.
Fu in
quel momento che sentì cigolare la porta della biblioteca. Come ogni volta si
drizzò sulla sedia; la gola chiusa per la tensione.
Passi…
Corrugò
la fronte, quando la figura attraversò gli scaffali, puntando dritta contro di
lui.
Il che
non era una cosa molto promettente…
- Weasley
- la salutò, quando la ragazza si fermò davanti al suo tavolo, le braccia
incrociate e l’espressione non troppo pacifica.
-
Salve, Malfoy - ricambiò lei, scansando la sedia dal tavolo e sedendosi decisa
- So che, probabilmente, non sono la cugina che speravi di incontrare, ma temo
che per stasera non potrai avere di più.
Dominique
Weasley era davvero bella, su questo non c’era dubbio. Capelli biondi, occhi
chiari, pelle perfetta, fisico mozzafiato.
Qualunque
ragazzo di Hogwarts avrebbe fatto carte false pur di uscire con lei; ma mentre
la osservava, Scorpius non poté fare a meno di pensare che per lui, Rose
batteva il confronto con Dominique su tutti i fronti.
- E
allora perché sei qui, Dominique? - gli chiese stanco, abbassando la
guardia, senza preoccuparsi di usare un tono abbastanza distaccato. Si passò
una mano tra i capelli, in attesa che lei rispondesse. Probabilmente lo sapeva;
voleva una ramanzina su quante fosse stato stronzo con sua cugina, schifoso
opportunista, malefico Serpeverde e cose del genere.
-
Perché hai bisogno che qualcuno ti dia una svegliata, Malfoy - gli disse
semplicemente lei, ticchettando con le dita sul tavolo di legno.
Questa
non era certamente la risposta che lui si sarebbe aspettato. Corrugò la fronte,
alzando lo sguardo verso di lei.
- Cosa
intendi?
Dominique
battè una mano sul tavolo; il rumore rimbombò per la sala.
- Rose
sta male, per Merlino! - sbottò la ragazza, indurendo i lineamenti angelici del
suo viso - Sta male! E tu non stai facendo niente! - gli puntò contro un dito
smaltato - Ti ho lasciato cinque giorni di tempo per fare qualcosa. Cinque! Ma
la situazione continua ad essere sempre la stessa… Rose non vuole parlare, ha
passato i primi tre giorni a piangere… per di più continua ad avere scatti di
nervi improvvisi, urla, scala decine di punti agli studenti per le minime
sciocchezze… - continuò Dominique infervorata - E poi… poi, si sente in colpa e…
piange. E in tutto questo… tu non hai fatto un bel niente! Santo cielo, Malfoy,
non pensavo fossi un coglione fino a questo livello!
Scorpius
stava giusto per protestare il fatto che Dominique gli avesse appena dato del
coglione, ma al momento, c’era qualcosa di più urgente da risolvere.
E, tra
parentesi, non era pienamente convinto di non esserlo.
- Ma
io ci ho provato! - rispose lui, passandosi nervosamente una mano tra i capelli
- Ci ho provato, ma lei non ha voluto ascoltarmi… ho chiesto anche ad Albus di
parlarle ma Rose…
Non
potè continuare la frase, perché Dominique gli stampò uno pugno deciso sul
braccio.
-
Ahia! - si lamentò Scorpius - Ma che ti prende?
Lei lo
guardò in cagnesco - Mai usare un tuo amico come messaggero quando litighi con
una ragazza! - alzò gli occhioni azzurri al cielo - Santo Merlino, ma siete
tutti così?
Scorpius
aprì e chiuse la bocca, confuso.
Boccheggiò un paio di volte, metabolizzando l’assurdità di quella
situazione. Ma impiegò poco a recuperare il suo cipiglio sicuro.
- Bè…
mi sembra che tu stia facendo la stessa cosa. Se Rose ti ha mandato per dirmi
che devo lasciarla…
-
Cosa? - chiese Dominique, inorridita - Rose non sa che io sono qui! Sei
pazzo? Merlino, mi ucciderebbe… e poi,
Malfoy, noi donne agiamo con la nostra testa. Non stiamo là a perdere tempo…
-
Forse ti è sfuggito, Weasley, ma io ho provato a fermarla un sacco di volte… -
spiegò lentamente Scorpius - Ma Rose non si è mai lasciata avvicinare!
Dominique
sbuffò - Oh, certo. Non si è mai lasciata avvicinare - disse, sarcastica
- Quel mostro enorme di Rosie. Deve essere stato impossibile riuscire a
trattenerla per un paio di minuti, vista la sua mole.
Scorpius
sbuffò; sinceramente non immaginava che Dominique Weasley fosse così spiritosa.
-
Tralasciando il sarcasmo, cosa vuoi da me Weasley? - venne al punto Scorpius.
Lei si
lasciò sfuggire uno sbuffo, come se fosse in preda ad uno stress insostenibile
- Per aiutarti, visto che da solo non riesci a cavartela.
Scorpius
finse di annuire con convinzione - Mi sfugge un particolare; perché? Perché
vuoi aiutarmi? Voglio dire… voi donne non avete la vostra “solidarietà
femminile” da difendere? Rose è la tua migliore amica, perché vuoi aiutare me?
Dominique
lo fissò con gli occhi ridotti a fessure, come se lo stesse studiando - Non lo
sto facendo per te, infatti. Lo faccio per lei.
- Ah,
grazie tante… - rispose lui ironico, passandosi una mano sugli occhi.
- Sai
com’è… solidarietà femminile - disse lei, lasciandosi sfuggire un sorrisetto -
Malfoy, forse non lo sai, ma io ho sempre appoggiato il fatto che tu e Rose vi
frequentaste. Ho appoggiato Rose nella sua rivolta contro i nostri cugini…
Hugo, James… e Albus.
- Bè…
grazie… - disse Scorpius, imbarazzato.
-
Prego - fu la risposta rapida di lei - Ma poi, tu hai rovinato tutto -
lo guardò, ostile - Rose mi ha raccontato della storia con Belinda. Adesso…
prima di aggiungere altro, devi dirmi cosa c’è stato con lei.
Dominique
incrociò le braccia, scrutandolo seria.
-
Niente… non c’è stato assolutamente niente! - si affrettò a commentare lui - E’
stato solo uno stupido equivoco! - sentiva il respiro farsi più affannoso,
mentre il ricordo di quella sera minacciava di ritornargli alla mente - Rose
non ha voluto sentire spiegazioni, non…
- Bene
- lo fermò lei - Lo immaginavo. Conosco Rose… e so quanto può essere
orgogliosa. A questo punto… torniamo a noi. Stava andando tutto liscio, finché
tu hai fatto il casino. Come ti ho detto, mi sei simpatico Malfoy e ti ho
sempre appoggiato con Rose. Quindi, devi trovare il modo di rimediare.
-
Fammi capire - stavolta fu lui ad interromperla. Un sorrisetto furbo si stampò
sul suo viso - Tu vuoi aiutarmi perché sai che, avendomi appoggiato, se vado giù
io, tu annegherai con me.
Dominique
non si scompose minimamente - Mettiamola così. Ti aiuto perché se Rosie
continuerà a stare male per merito tuo, sarò io stessa a spingerti la
testa sott’acqua, Malfoy.
Scorpius
annuì, abbattuto - Tutto per Rose. Dimmi cosa devo fare.
Dominique
sorrise - Sapevo che avresti collaborato. Allora, niente è meglio di un
incontro diretto. Tu e lei e basta.
- Le
uniche possibilità che io la incontri durante il fine settimana sono la Sala
Grande e la biblioteca. Come vedi, in biblioteca non ci mette piedi da una
settimana… e la Sala Grande… bè è la Sala Grande.
Un gesto spiccio gli fece segno di stare zitto -
Dimentichi la cosa più importante, domenica ci sarà la gita ad Hogsmade. Rose
domani mattina ha la riunione con i prefetti che saranno di turno.
Scorpius
strabuzzò gli occhi.
Come
non ci aveva pensato?
Come?
Ma
certo…
Sarebbe
stata sola. O quasi.
Aveva
maggiori possibilità di riuscire a spiegarsi.
- Dal
tuo sguardo deduco che hai capito - disse Dominique, alzandosi - Il resto
dovrai farlo da solo.
Prima
che si allontanasse, Scorpius si sentì in dovere di richiamarla - Weasley,
grazie.
Lei si
limito a sollevare le spalle, prima di sparire fuori.
*
-
Direi che è tutto - si sforzò di sorridere, mentre riavvolgeva la pergamena. Le
altre quattro persone presenti nella stanza si alzarono, scambiandosi gli
ultimi accordi - Per qualsiasi cambio o imprevisto, fatemi sapere prima di
domenica.
Mentre
guardava i quattro prefetti uscire, lasciò che il sorriso allegro scivolasse
via dal mio viso.
La
riunione si era tenuta nella vecchia aula di Trafigurazione, come sempre. Non
era stata una vera e propria riunione; serviva solo a confermare gli incarichi
per la gita ad Hogsmade.
Per
fortuna.
Questo
significava che non tutti i prefetti avevano partecipato.
Per
fortuna.
Non
avrebbe retto lo sguardo di due occhi grigi in particolare.
Un
fremito le attraversò le labbra. Stancamente, si mise le mani sul viso, mentre
si appoggiava alla cattedra scricchiolante.
Sapeva
che non avrebbe potuto evitarlo in eterno, ma meglio rimandare il momento. Ogni
giorno che passava, faceva un po’ meno male.
“Bugiarda”.
Ogni
giorno è peggio. Ogni istante che lui non c’è è peggio.
Toc-
toc.
Rose
alzò lo sguardo verso la porta, abbassando le mani.
La
porta era spalancata e lì, fermo sull’uscio, ancora con il pugno alzato c’era…
- Cosa
vuoi? - chiese lei duramente, evitando
di guardarlo. Si voltò, dandogli le spalle e cominciando a raccattare le sue
cose.
- Solo
parlarti - rispose Scorpius, facendo un passo avanti.
Lei
prese fra le braccia un libro e pergamene varie e si voltò per uscire - Non ho
tempo - disse, guardandolo negli occhi con sfida.
Scorpius
diede un calcio alla porta, che si richiuse con un tonfo.
-
Voglio la mia ricompensa.
Rose
sostenne il suo sguardo, decisa a fregarsene di lui e di tutto quello che era
successo fra loro. O meglio, si illudeva di poterlo fare.
- Tu
cosa? - chiese lei, confusa.
-
Voglio la mia ricompensa - ripetè lui, avanzando di qualche passo, le mani in
tasca - Ho vinto la scommessa, ricordi? Ora mi merito un premio.
Rose
si sentì totalmente spiazzata da quella richiesta.
-
Voglio che tu venga ad Hogsmade con me, domani - continuò lui.
-
Scordatelo - fece lei, tentando di raggiungere la porta. Ma lui le si mise
davanti.
- Non
puoi negarmelo. Ho vinto - disse Scorpius.
Rose
chiuse gli occhi, mentre sentiva l’agitazione salire. I libri e le pergamene
che fino a quel momento aveva tenuto in mano, erano divenute all’improvviso
pesanti.
Scorpius
voleva portarla ad Hogsamde. Per umiliarla ancora.
-
Perché… perché proprio questo? - gli chiese, senza guardarlo negli occhi.
Sentiva le lacrime bruciarle.
-
Perché lo voglio - sussurrò Scorpius dolcemente - E lo vuoi anche tu.
Rose
scosse la testa, tirando su con il naso - Ti sbagli.
Scorpius
le si avvicinò ancora, mentre lei restava lì impalata, con le braccia occupate
e le mani incapaci di muoversi. Sperò che non si avvicinasse oltre, perché
vederlo così, bello e affascinante sotto la tenue luce delle torce che
illuminavano l’aula, le ricordava di quando aveva creduto di essere davvero
importante…
- E’
vero - disse all’improvviso lui, lasciando che un’espressione amara gli si
dipingesse sul volto - Ho chiesto a Belinda di accompagnarmi al banchetto,
qualche giorno prima di Halloween.
A Rose
mancò un battito.
- Ma è
successo dopo che abbiamo litigato - si affrettò a specificare lui - In
biblioteca, ricordi?
Rose
annuì. Certo che ricordava: dopo che lui l’aveva baciata e lei gli aveva urlato
addosso.
Piano
piano, Scorpius si avvicinò, sfilandole le pergamene dalle mani, una alla volta
e poggiandole sul banco accanto a loro.
Lo
sguardo di lui era così sinceramente affranto che lei non ebbe il coraggio di
rispondergli male.
Ma
quando Scorpius le tolse anche il libro, liberandole le braccia e provò ad
afferrarle la mano, lei si scansò.
- La
scommessa è finita, Scorpius - gli ricordò, mordendosi le labbra per non piangere
- Non dobbiamo continuare.
Scorpius
si passò una mano sulla bocca, pensieroso, senza staccare lo sguardo da lei;
sembrava che stesse valutando l’ipotesi se dirle qualcosa o meno.
- Ti
ho mentito - esordì alla fine lui.
Rose
corrugò la fronte. Non era troppo sicura di voler sentire ciò che Scorpius
stava per dirle, ma era una Grifondoro: lo incitò a continuare.
-
Quando ti ho proposto la scommessa, ti ho mentito - le voltò le spalle,
iniziando a camminare lentamente, avanti e indietro - Ti ho detto che avrei
dimostrato a tutti che Scorpius Malfoy può conquistare chiunque - sbuffò
- Invece non era vero, Rose.
Rose
si strinse nelle braccia, osservandolo camminare su e giù.
-
Invece non era vero - proseguì lui - Non mi interessava dimostrare niente agli
altri. Era a me stesso che volevo dimostrare qualcosa. Volevo dimostrare che… no!
Non poteva piacermi Rose Weasley, perché io e lei non saremmo mai potuti stare
insieme… perché noi siamo gli opposti… - alzò lo sguardo verso di lei,
incrociando i suoi occhi azzurri - Non potevo innamorarmi di te…
Una
lacrima attraversò la guancia candida di Rose, ma lei era troppo shockata per
toglierla.
- E
pensavo che questa scommessa me ne avrebbe dato la prova - continuò lui,
riprensendo a camminare, senza guardarla - Ma… non è successo un bel niente di
tutto questo! - battè violentemente un pugno sul banco, mentre il rumore
rimbombava nella stanza vuota - Niente! Perché… cazzo, Rose, mi piaci più di
prima! Perché adesso mi sento un emerito coglione se penso che fino alla
settimana scorsa credevo di poter fare questa cosa, senza innamorarmi di te…
Sembrò
calmarsi; si appoggiò al muro di pietra, coprendosi la faccia con le mani.
Ciocche di capelli biondi gli scivolarono sulla fronte - Non volevo tirarti in
questo casino, Rose…
Rose
non aveva detto ancora niente. Continuava ad osservarlo, la fronte corrugata,
troppo confusa per poter parlare, troppo sorpresa per poter formulare un
pensiero di senso compiuto.
A
passo incerto, si avvicinò alla parete a cui era appoggiato Scorpius e si mise
al suo fianco, percependo il freddo della pietra sulla sua schiena.
- Sei
un bastardo manipolatore, Malfoy.
Scorpius,
suo malgrado, si ritrovò ad annuire.
- E
adesso baciami, scemo.
Quelle
parole impiegarono qualche secondo in più del necessario ad essere
metabolizzate dal cervello momentaneamente in pausa del ragazzo.
Fece
scivolare le mani dal viso e si voltò verso Rose, appoggiata al muro al suo
fianco, la testa piegata dolcemente di lato, che lo scrutava seria.
- Che…
perché? - disse stupidamente lui.
Rose
alzò gli occhi al cielo, facendo un passo verso di lui - Vediamo… - disse
pensosa - Ah, sì! - esclamò, facendo un altro passo - Perché lo vuoi. E lo
voglio anche io.
Senza
farselo ripetere due volte, Scorpius l’afferrò per i fianchi, tirandola
bruscamente verso di sé.
I loro
bacini aderirono.
Le
loro bocche anche.
Le
loro labbra si unirono esigenti, sancendo un accordo che non sarebbe durato una
settimana.
Ma
molto di più.
*
Sette
mesi dopo…
Il clamore
di quella sera era differente rispetto a quello delle cene precedenti.
L’ultima
sera ad Higwarts. Il giorno dopo sarebbero tornati tutti a casa…
Gli
studenti ne erano felici; chi più, chi meno…
Rose
Weasley fece il suo ingresso nella Sala, di corsa come sempre e scrutò la
stanza affollata, alla ricerca di lui. Lo trovò al solito posto.
-
Ciao, bellezza! - la salutò Scorpius con un occhiolino, mentre lei si sedeva
sulla panca di fronte a lui - Raccolti tutti i libri? Vorrei evitare la corsa
dell’ultimo minuto come è successo a Pasqua.
Rose
gli fece una boccaccia, mentre affondava la forchetta nella sua porzione di
pollo arrosto - La mia lista è completa - lo tranquillizzò.
-
Rose, puoi convincere Scorpius a dirmi dove ha nascosto la mia tartaruga? - le
chiese Isidore Nott, sporgendosi oltre il braccio di Scorpius - Ci sono più
possibilità che a te dia retta.
Con il
passare del tempo, lei e Nott erano riusciti a mantenere un atteggiamento
civile, quasi amichevole; non che Scorpius glielo avesse mai chiesto o imposto,
ma Rose sapeva che lo faceva star male il fatto che la sua ragazza e il suo
miglior amico si lanciassero occhiate di fuoco ogni volta che si incontravano.
Rose
si voltò verso di Scorpius, che in risposta assunse un’espressione fintamente
angelica - Scorpius, davvero hai sequestrato quella povera bestiola?
Lui
scosse la testa, seria - Mi ha chiesto asilo, spontaneamente. Può confermarlo
Albus.
Rose
rise, poi gli puntò contro la forchetta - Dove l’hai messa?
Scorpius
esitò qualche secondo, poi sospirò - E va bene. Ma è solo perché me lo ha
chiesto Rosie, Isidore. Prova a cercare nel cassetto della biancheria di Derek.
Un’espressione
di disgusto si dipinse sul viso di Isidore - Oh, bleah… che schifo! - si alzò -
Grazie, Rose… sapevo che avevi una forte influenza su di lui!
E si
affrettò a scappare, prima che Scorpius gli rispondesse un qualcosa che avrebbe
risollevato il suo orgoglio maschile.
- Sei…
ehm… agitato per questo fine settimana? - gli chiese Rose, d’improvviso.
Scorpius
strabuzzò gli occhi, mentre il pensiero di quello che avrebbe dovuto fare gli
veniva alla mente.
Lasciò
cadere la forchetta. Gli era passata la fame.
- Io…
no, no. Perché dovrei? - ingoiò il vuoto. Merlino, gli veniva da vomitare.
Lei
sembrò soddisfatta della risposta - Bene! - disse, sospirando - Vedrai, non può
essere tragica come dicono Hugo e Albus. E poi… non glielo diremo subito! -
aggiunse convinta - Aspetteremo il momento giusto.
- Già
- annuì Scorpius, con convinzione - Magari glielo diciamo l’ultimo giorno,
quando sto per andarmene. Che ne pensi? “Signor Weasley, grazie per l’ospitalità.
Ah, a proposito, io e Rose stiamo insieme. Grazie ancora, arrivederci”.
Perfetto mi sembra.
Rose
non sembrava dello stesso parere - Scorpius, starai alla Tana con noi per più
di una settimana. Vuoi che non si trovi un momento adatto durante un’intera
settimana? - disse spazientita.
- Non
lo so, piccola… - si passò una mano tra i capelli biondi - Non credo sarà così
facile come dici tu…
Rose
lo fissò un momento, poi sorrise. Si alzò, sporgendosi sul tavolo, per poter
avvicinare il suo viso a quello di lui. Gli mordicchiò il labbro inferiore,
mentre lui le infilava lentamente una mano tra i capelli.
- Lo
farai… per me? - gli soffiò sulle labbra.
- …sì.
E
proprio mentre sentiva la pressione della mano di Scorpius sulla nuca, per
avvicinarla a sé, Rose si alzò, lasciandolo con un’espressione ebete stampata
sulla faccia.
Ma
Scorpius impiegò una frazione di secondo a ricomporsi.
-
Perfetto allora! - squittì lei, come se niente fosse.
-
Megera - fu il commento di Scorpius.
Lei
rise e Scorpius, in quel momento, decise che non sarebbe riuscito a tenerle il
muso.
Era
così bella…
-
Salgo su. Ho promesso a Dominique che l’avrei aiutata con i vestiti - alzò gli
occhi al cielo - Momentaneamente sono sparsi ovunque nel nostro dormitorio.
Scavalcò
e lo salutò con un gesto della mano.
Prima
che si allontanasse troppo, Scorpius la richiamò.
-
Rose? - le disse - Quando dici che alla Tana questa estate ci saranno tutti,
intendi… tutti tutti? - chiese, cercando di sembrare tranquillo.
Lei
corrugò la fronte, pensierosa - Sì. Tutti, credo.
-
Anche… James?
Rose
gli sorrise - Ovviamente.
Eh, già…
ovviamente…
Che tristezza gente, è finita.
Vi dico subito che questo
capitolo ha fatto una fatica del diavolo ad uscire fuori.
Però ammetto che ne sono
abbastanza soddisfatta, soprattutto per la parte finale. Come avrete notato, ci sarebbero i presupposti per
scrivere di una “Summer beat”… e a dir la verità
avrei già qualche idea che mi balena in testa in proposito.
Ma c’è una cosa che mi trattiene: il troppo stroppia!
Non so, sono indecisa. Voi che ne pensate?
GRAZIE MILLE!
Grazie, grazie di cuore a voi che avete seguito questa fanfiction dall’inizio
senza stancarvi.
Spero che questo finale sia stato all’altezza delle vostre aspettative. Mi
dispiace di non potervi ringraziare uno ad uno, proprio nell’ultimo.
Ma cercherò di provvedere!
In attesa di avere “vostre notizie”, vi abbraccio forte.
Titti.