Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza
alcun scopo di lucro.
Eccomi con una nuova storia. So di averne già quattro da concludere
e vi assicuro che lo farò, ma mi è venuta l’ispirazione quindi ho deciso di
postare anche questa con la speranza che vi piaccia.
BISOGNA
SBAGLIARE PER CONOSCERE LA VERITA’?
Capitolo
1
Prologo
POV BELLA
Ero chiusa in quella stanza da ore e non c’è la
facevo più, mi sentivo sfinita perché Alice e Rosalie non stavano facendo altro
che trattarmi come il loro giocattolino da truccare, pettinare e vestire. Stavo
contando i minuti e perfino i secondi che mancavano prima di potermi ritenere
libera dalle loro grinfie.
- Perfetto. Adesso sei pronta. Puoi smettere di
sbuffare e ti puoi guardare allo specchio – mi disse il folletto.
- Era ora – mi limitai a dire.
- Smettila di lamentarti. Oggi è il giorno più
importante della tua vita e devi essere perfetta – mi disse Rosalie mentre mi
faceva spazio per farmi guardare nel grande specchio della stanza.
Avevo paura di guardarmi allo specchio, paura
di guardarmi e di non riconoscere l’immagine che vi era riflessa. Avevo chiesto
alle ragazze che volevo qualcosa di semplice, ma conoscendole non ero sicura
che mi avessero accontentata. Mi diressi allo specchio con gli occhi chiusi e
dopo aver fatto un respiro profondo li aprì. Ciò che vidi mi lasciò senza
fiato. Ero davvero bellissima.
I capelli scendevano sulle spalle in boccoli fluidi
e morbidi. Alcune ciocche laterali erano state raccolte in alto e sistemate con
delle piccole roselline bianche rendendo il tutto semplice,
ma meraviglioso.
Il trucco era semplice, con colori molto tenui,
ma allo stesso tempo abbastanza visibile. Un trucco che metteva in risalto il
colore dei miei occhi. Il colore delle labbra era lieve, ma faceva esaltare la
forma delle mie labbra e ne esaltava la carnosità.
Il vestito ricadeva perfetto sul mio corpo e lo
stretto corsetto sembrava esaltare il mio seno rendendolo più prosperoso di
quanto in realtà era. Un vestito semplice, ma che sembrava fatto apposta per
me. Il tutto accompagnato da un paio di decolté dal tacco vertiginoso.
- E’ bellissima – dissi riferendomi alla figura
dello specchio.
- Sei bellissima – mi corressero all’unisono
Emmett e Jasper che erano appena entrati nella stanza e mi fissavano
meravigliati.
- Allora che ne dici? – mi chiese Alice.
- Avete fatto un lavoro magnifico – le risposi.
- Te lo dicevamo che ne sarebbe valsa la pena essere
paziente – mi disse Rosalie.
- Charlie ti sta aspettando sotto. Voleva
salire per chiamarti, ma gli abbiamo detto che saremmo venuti noi – mi disse
Jasper.
- Hai fatto bene. Di sicuro mi avrebbe messo
più agitazione di quella che già ho – gli risposi.
Mi diedi un’ultima occhiata e poi dopo aver
fatto un respiro profondo mi diressi verso la porta, ma prima di raggiungerla
qualcosa catturò il mio sguardo. Un poster appeso alla
parate vicino alla porta, un poster che io e i ragazzi avevamo voluto fare con
le nostro foto. C’erano tre foto grandi e tre piccole. Nelle foto grandi in una
c’era Rosalie abbracciata a Emmett, in un’altra Jasper che abbracciava da
dietro Alice e in un’altra Edward che mi teneva per un
fianco e io che gli mettevo il braccio dietro la testa. Nelle tre più piccole
c’era, invece, una in cui Emmett e Rosalie si erano fatti fotografare con
espressione seria, Jasper e Alice con un’espressione sorridente e l’ultima in
cui Edward mi baciava una guancia. Non appena vidi quel poster mi soffermai
pensando al periodo in cui quelle foto erano state scattate e mi ritrovai a
pensare che da allora erano cambiate tante cose.
- Bella sei sicura di quello che stai facendo?
– mi chiese Emmett, forse, l’unico che per carattere era capace di smorzare i
toni in una situazione del genere.
- Se ti dicessi di no cambierebbe qualcosa? –
gli risposi facendogli un’altra domanda.
- Non sei costretta a farlo se questo non è
quello che vuoi – continuò lui.
- Ho già deciso – mi limitai a dire.
- Sei consapevole che entrando in quella Chiesa
firmi la tua infelicità e la sua? – mi chiese Jasper senza fare nomi, tanto
sapevamo tutti a chi si riferisse.
Lo guardai, per poi spostare lo sguardo verso
Emmett e infine verso Rosalie e Alice che non avevano parlavano, considerato
che di tutta questa storia ne avevamo parlato qualche ora prima. Gliene fui
grata. Non sapevo cosa rispondergli o forse lo sapevo fin troppo bene, ma non
avevo il coraggio di farlo, così decisi che era tempo di andare.
- Che stiamo aspettando? C’è un matrimonio da
celebrare – gli dissi regalandogli un finto sorriso mentre, invece, cercavo di
controllare delle lacrime ribelle che lottavano per
uscire e rigarmi il volto.
Aprì la porta e uscì dirigendomi al piano
inferiore dove mio padre mi aspettava per portarmi dritta all’altare.
Voglio ringraziare TanyaCullen,
la mia beta, che ha letto questo prologo e mi ha esortato a pubblicare la
storia. Un grazie di tutto cuore tesoro. Spero che piacerà anche a voi. Fatemi
sapere che ne pensate e se vale la pena continuarla.
Un bacio.
!?...Quando l’amore ti cambia la vita…!?
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