Non
importa
di
slice
Perché,
Naruto lo sa, Sasuke non è solo uno stronzo; è freddo e
intelligente, ma anche passionale e impulsivo, in un'incoerenza degna
della sua natura, ed è innamorato, anche se non lo dirà
mai perché alla fine non ce n'è bisogno: sta tutto lì,
in quei gesti, in quei baci, e Naruto si accontenta, sorridendo
beato.
A riprova ci sono le loro labbra che si scontrano, c'è
irruenza ed esigenza, e i denti che sbattono insieme, come la testa
di Naruto e il muro dietro di lui mentre un debole lamento si perde
nel bacio.
Naruto lo sa che è sempre così, che il
genio accumula. Sa che gli dà dell'idiota sbuffando, ma che si
appunta ogni bel gesto, ogni bella parola, che se le segna tutte e
poi scoppia in quelle scene frenetiche, calde e umide. Naruto sa
anche che Sasuke pensa di non meritarsi il suo “ti amo”,
e che quell'insulto a mezza voce significa “anch'io”.
Ed
è per questo che il genio gli si preme addosso, come se
dovesse tenerlo fermo, e sfrega il bacino contro il suo, piegando la
testa di lato per approfondire il bacio. È per questo che
sposta una gamba tra le sue e tira la cerniera della felpa verso il
basso, spogliandolo.
Naruto lo asseconda; risponde con lo stesso
ardore, ma quando viene il momento gli lascia carta bianca,
seguendolo, irretito.
Le labbra si spostano sulla sua guancia e la
vista gli si appanna mentre la lingua del genio entra nell'orecchio,
poi passa sul lobo, scende sul collo, e Naruto reclina la testa
indietro smozzicando il suo nome.
Sasuke annega in quel lamento,
passa le mani ovunque può sulla pelle accaldata del compagno,
senza riuscire a fare pensieri coerenti mentre l'altro gli morde il
collo.
Quando viene strattonato verso il tavolo, Naruto fa in
tempo solo a pensare di volersi togliere i pantaloni, che
Sasuke glieli strappa di dosso, quasi spazientito, prima di
riprendere a baciarlo.
Naruto a volte si chiede come può
una persona sembrare così fredda e avere in realtà
tanto calore da dare, spesso però la domanda perde significato
quando il tocco di Sasuke gli brucia il respiro in gola, e arriva
quindi alla conclusione che non gli interessa granché, fin
tanto che il privilegio è solo suo.
L'Hokage boccheggia
quando la mano del genio raggiunge la sua erezione, si strozza nel
piacere di avere quelle dita pallide e vagamente fredde su di sé,
per sé. Cerca di non gemere il suo nome come farebbe una delle
ragazzine che lo seguono ovunque, mordendosi le labbra. Tuttavia è
contento, perché anche il genio in queste occasioni perde la
sua maschera, che di solito langue sul pavimento insieme a mutande e
copri fronte. Poi Naruto legge disappunto in quegli occhi neri che lo
fissano quando lo scoprono a trattenersi.
“Fammi sentire,”
mormora il genio, affannato.
Niente insulti, niente nomignoli o
battute, non c'è spazio per nient'altro che loro in questi
momenti. Ed è bellissimo cercarsi e trovarsi subito.
Owari
(500 parole)
Auguri suni!
Com'era
quella cosa del seminare pioggia e raccattare tempesta? Beh, qui c'è
un uragano, mannaggia.
Hai visto quanto è corta? Mi ci sono
voluti quasi due mesi... ti rendi conto?
Spero che almeno ti
piaccia. Ci ho messo quanto più avevo, e l'ho fatta betare e
vedere a non finire. Non sarà un capolavoro, ma voglio solo
farti gli auguri, non voglio fare la scrittrice. XD
Che sudata. Mi sono dissanguata. Ora basta SasuNaru per un po', non intendo impelagarmi oltre negli insani ingranaggi di questa coppia.
I personaggi e i luoghi non mi appartengono, e non c'è lucro.