Fanfic su attori
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Autore: crazyfred    16/01/2010    3 recensioni
Questa è la mia prima fan-fiction, quindi per favore siate clementi. L'idea è venuta fuori da un gossip letto su una rivista americana, secondo cui Robert Pattinson e Kristen Stewart, la mia coppia di attori preferiti, passeranno insieme a Londra il Natale. Tutta una serie di stravolgimenti e situazioni tragi-comiche accadranno. Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.I personaggi non noti della storia sono frutto della mia fantasia, e le loro interazoni con i personaggi noti sono assolutamente fittizie.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My big complicated Robsten family'
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capitolo 17

Eccomi a voi!!!!!!!! Scusate l'incredibile ritardo, ma ho avuto il pc rotto e non l'ho visto per una settimana. Comunque come si dice, meglio tardi che mai. Visto che è tanto tempo che non riposto, magari vi è utile una rilettuta quantomeno del capitolo precedente...cmq siamo arrivati al fatidico colloquio con la terribile nonna Elizabeth.Spero non sia troppo pesante o troppo banale!

non volevo certo chiudere con il capitolo 17, anche se è un numero che mi ha sempre portato fortuna, però sappiate che questo è il penultimo cpaitolo di questa storia. Mi dispiace averla tirata così per le lunghe, ma tra problemi di ispirazione e problemi prettamente tecnici non è sttao possibile concluderla prima.

Spero che i commenti non si facciano attendere troppo e siano numerosi!!!

Vi ricordo l'angolo dell'autrice a fine capitolo.

Capitolo 17 - P.O.V. Kristen

Robert si fece avanti e prese la parola, prima che lei potesse iniziare qualche sorta di rimprovero. Aveva tutta l’aria di una che mi avrebbe cacciata di casa a calci nel sedere ben volentieri, se fossi stata un’estranea. Ma ero la fidanzata di suo nipote, del suo nipote preferito.

“Nonna, ti presento Kristen” rimase molto serio, e formale. Per la prima volta lo vidi assumere la stessa espressione delle sue sorelle nei riguardi della nonna; di solito invece lui la difendeva, e ne parlava sempre bene, dovevano aver litigato … per me.

“Kristen lei è mia nonna, Elizabeth”

“Vieni qua” mi disse, altezzosa e con un tono di voce curato nei minimi dettagli. La pronuncia inglese dava quasi il voltastomaco per quanto era perfetta, e perdeva su di lei quella bellezza, che invece aveva quando usciva dalle labbra del mio Rob. Per un attimo ebbi quasi la tentazione di fare un inchino, tanto si presentava regale, in confronto a noi. Ma scrollai dalla mia mente all’istante quel genere di tentazione, non dovevo dargliela vinta a quel modo, mi sarei umiliata con le mie stesse mani. “Lasciati guardare” “Si, ma’m”: il suo modo di fare aveva messo ben in evidenza da subito quanto distanti i nostri rapporti sarebbero dovuti essere per il momento, a meno che la sua considerazione di me non fosse cambiata. Prese a girarmi intorno, squadrandomi, soffermandosi su ogni dettaglio che potesse trovare interessante o deludente di me. Allora ringraziai Olivia, per lo splendido cappotto stile impero che mi aveva lasciato, per le scarpe marroncino ed il fermaglio a colore per i miei capelli. “Non senti caldo? Leva quel paltò” A chi non la conosceva sarebbe parsa gentile, ma in realtà nascondeva solo la voglia di scoprire cosa celassi al di sotto. Ma per sua sfortuna, non mi ero fatta trovare impreparata. Robert mi guardava, e dai suoi occhi traspariva disagio, mortificazione, e implorava le mie scuse. Non ne aveva bisogno, mai.

“Beh, alta non lo sei davvero.” Sentii nascere dentro di me una forza inaspettata, forse era una forma di difesa verso il mio bambino, e non esitai per un attimo a rispondere. “Purtroppo no, è vero. Ma è un difetto di famiglia. Mia madre e mio padre non sono certo alti.”

Si accomodò su una poltrona dello studio, ma non ci diede nessun cenno di accomodarci, ne sprecò del fiato per noi: era decisa a farci torturarci anche in quella maniera … tanti piccoli aghetti conficcati alla lunga fanno più male di un solo coltello piantato nel fianco. Perciò rimasi al centro della studio e Robert un paio di passi dietro di me.

Prese un taccuino, e l’appoggiò sulle gambe, e vi scriveva su, e si distingueva una bella grafia, qualcosa. Più in là capii che si trattava delle sue domande e delle mie risposte. Affianco segnava distintamente un più o un meno, a seconda che la mia risposta fosse stata esaustiva, o non la convincesse.

“Parlami della tua famiglia: i tuoi genitori. Qual è il loro impiego?” “Mia madre e mio padre sono anche loro nel mondo dello spettacolo, anche se dietro le quinte, si occupano di produzioni. I miei fratelli invece no.” “Fratelli? Ero convinta che avessi un solo fratello?” “Uno solo di sangue, diciamo così: Cameron, più grande di me. Ma i miei genitori hanno adottato un ragazzo, Taylor di 18 anni, ed una ragazza, Dana, di 15 … io li considero miei fratelli del tutto , al pari di Cam.” “Gesto molto nobile, è giusto condividere i propri averi ed i propri affetti con chi non ne ha.” “Istruzione?” “Ho il diploma di scuola superiore, ma non credo che proseguirò mai gli studi; a meno che non si tratti di una scuola di recitazione” “Per un donna l’unico scopo dell’università è quello di trovare un buon marito, e questo credo che tu l’abbia già fatto.” Non era una domanda quest’ultima, solo una sua personale constatazione sulla situazione attuale. Be’, se riteneva Robert per me un buon partito, doveva essere già una gran conquista, perché Rob mi strinse le spalle, in segno di incoraggiamento; mi voltai e vidi i suoi grandi occhi azzurri strizzarmi un occhiolino: “Stai andando alla grande!!!” mi disse, doveva essere molto orgoglioso di lui, glielo si leggeva in faccia. 2 a 0 per me, pensai. Le cose stavano prendendo la direzione giusta, infatti vedevo Rob più  rilassato. Dovevo essere forte, anche se avevo una gran voglia di piangere, perché ero molto, molto nervosa. Però sapevo che ci sarebbe stato male, e si sarebbe arrabbiato con sua nonna se mi avesse visto cedere. Le vuole troppo bene però, ed ero sicura che se ne sarebbe pentito semmai avesse compiuto qualche gesto malevolo nei suoi confronti. Perciò dovevo stringere i denti … e resiste, quell’interrogatorio non sarebbe durato all’infinito!

“Parli altre lingue, oltre l’inglese?” “Conosco un po’ di francese, perché mio padre è originario di Lione” Di nuovo l’arricciamento delle labbra: probabilmente doveva essere un segno negativo, di disprezzo, perché non tardò a commentare malamente la mia risposta: “Robert parla fluentemente francese, ed ha imparato lo spagnolo quando è stato in Spagna a girare la pellicola biografia su Salvador Dalì. È importante parlare altre lingue oltre alla propria, in un mondo come quello di oggi” e detto questo, scosse la testa mentre segnava un grosso meno, affianco alla mia risposta. Stava vantando il nipote, sminuendo così la mia posizione, ma io conoscevo abbastanza Rob per sapere che i suoi erano solo ingigantimenti: Rob parlava francese, sì, ma si vergognava a morte quando doveva parlarlo, così non ci si cimentava mai e lo spagnolo non ha mai avuto modo di praticarlo dopo le riprese di Little Ashes, per cui in gran parte era stato perso. Mi girai verso di lui, per cercare conforto, e scosse anche lui la testa, ma per dire di non badare a sua nonna.

“Musica?” non un attimo di pausa, la tensione in quella stanza era sempre molto alta, al punto che iniziava ad essere tangibile, se non visibile. “Mi piace, molto.” Corresse la sua domanda: “Suoni qualche strumento?” “La chitarra, … ma molto poco, … e molto male” La sua espressione facciale lasciava intravedere un sorriso, di compiacimento si sarebbe detto, come se pregustasse già la vittoria, perché i suoi sospetti erano fondati, ed io non ero la ragazza giusta per suo nipote. “Ogni membro della nostra famiglia suona uno strumento. Violino, flauto, sassofono, violoncello, ma anche canto … Robert ad esempio è un ottimo pianista, oltre alla chitarra che ha studiato nei ritagli di tempo. E compone, anche. Per non parlare della sua voce! C-E-L-E-S-T-I-A-L-E!!!” “Lo so, signora” dissi, quasi rassegnata.

Eppure una speranza, anzi, una certezza, mi rimaneva. Un particolare che lei non aveva fino a quel momento mai preso in considerazione: lui mi aveva scelta.

“Quali sono i suoi programmi per il futuro, signorina Stewart?” Aveva incominciato con quella precisa domanda a darmi del lei, quasi a volermi escludere dalla cerchia dei familiari, perché non ero degna di farne parte. “Conto di prendermi un attimo di pausa. Ho diversi film da presentare il prossimo hanno, e non voglio impegnarmi con altri progetti, escluso Breaking Dawn, ma sarà autunno, quindi molto lontano nel tempo. “Apprezzo la tua decisione, ci troppo vuole nulla stringe si dice, giusto? Ma più in generale?” Era tornata al tu, forse stavo tornando ad avere i suoi favori. “Be’ continuare il mio lavoro, facendo sempre meglio. E poi … creare una famiglia” e mentre pronunciavo queste parole, mi rivolsi sorridendo verso Robert, anche per celare il rossore che mi era spuntato in volto: sua nonna non sapeva ancora del bambino, quindi fui costretta a mantenermi sul vago: sapeva però che Robert voleva sposarmi e mi domandavo quando avrebbe toccato l’argomento.

“Certo, nelle aspettative di ogni donna c’è quella di diventare moglie … e madre. Ma, mi chiedevo, se in qualche modo la tua risposta sia stata influenzata da mio nipote” “In che modo, non capisco signora” “Mi risulta che Robert abbia intenzione di chiederti di sposarlo, ne eri a conoscenza?” Bene, ci siamo, pensai. Ma che guastafeste: se Rob avesse mai voluto farmi una sorpresa, lei l’avrebbe rovinata in pieno.  “A dire il vero sì. E penso che sia proprio questo il motivo per cui siamo qui, o sbaglio?” “Sei perspicace ragazzina. E cosa ne pensi?” A quel punto avvenne una cosa che non mi aspettai: “Nonna!” intervenne Rob “Mi vedo costretto a correggerti. Perché vedi … la mia … la nostra … non è solo un’intenzione, ma un’azione! IO E KRISTEN SIAMO FIDANZATI NONNA … CI SPOSIAMO” Prese la mia mano, con cui cercai di opporre una strenua resistenza, che non gli fu però difficile vincere, e le mostro l’anello di fidanzamento che mi aveva messo all’anulare neanche 12 ore prima. Se non fosse stata seduta, credo che la nonna si sarebbe accasciata su divano in quel momento, eppure non avvenne ciò che avevo immaginato: la sua faccia era rimasta impassibile, la maschera di cera che aveva in voltò non colò, ne si modellò allo stato d’animo. Eppure i suoi occhi, gli stessi del nipote, bruciavano.

“Sapevo che avrei dovuto fare i conti con una cosa del genere, prima o poi. Immagino dovrò fare un salto da Philip Treacy e vedere la collezione primavera-estate …” “Mi dispiace rovinare i tuoi piani” continuò lui, ed immaginai che fosse pronto per dirle la verità “ma ci sposeremo molto prima, al massimo entro Marzo.” Era confusa, disorientata, eppure cercava di mascherarlo. “In estate avremo qualcos’altro da preparare nonna … la nascita di un bimbo!!!” Era il ritratto della felicità, gli brillavano gli occhi, e sembrava che luccicassero più dei miei. Però era molto cauto nella scelta delle parole, come se temesse di scalfirla. Come se lei potesse essere scalfita.

Lei però si alzò, di scatto, ed andò ad appoggiarsi al piano della scrivania dandoci le spalle. Robert le si avvicinò, ipotizzando un malore o qualcosa di simile. “Uscite immediatamente!” Non avemmo margine di errore in quella frase, ed io sentii il mondo crollarmi addosso. Certo che la notizia del matrimonio non l’aveva propriamente esaltata, ma riuscì comunque a riderci su, sempre che quella fosse una battuta …
Ma stavolta era diverso, non tollerava la nostra, la mia presenza in quella stanza.
Robert mi strinse le spalle e mi condusse fuori dallo studio.

Mi ritrovai in lacrime in men che non si dica: “Io lo sapevo, lo sapevo che sarebbe andata a finire così!!!” “Non mi importa. Siamo noi a doverci sposare e ad dover diventare genitori, quindi quello che pensa lei non mi tocca proprio!!!” Mi strinsi a lui, abbracciandolo con tutta la forza che avevo ed asciugando le mie lacrime sulla sua camicia “E pensare che mi sono resa ridicola, per lei!” Mi voltai verso lo specchio che era nel corridoio e vidi la mia immagine riflessa: il rimmel e la matita per gli occhi stavano incominciando a cedere : “Non sono io quella, sono diventata un maschera per farla contenta, e guarda a cosa è servito!!! A metterla persino contro di te!” “Ha fatto tutto da sola, Kris! Non centri tu, mi sarei messa contro di lei anche per molto meno. E non perché si è opposta al matrimonio, o non sia contenta della gravidanza. Ma perché ti ha offesa, umiliata.  Io non tollero che ti si faccia del male. Non voglio che tu soffra più!” Mi sorrise, con quel sorriso sghembo, che mi faceva sentire rinata, ogni volta. Con il dorso della sua mano mi accarezzò la guancia e fermò l’ultima lacrima che mi stava rigando il viso. “Sistemeremo tutto, ok?” Annuii, ero sempre sicura, se c’era lui al mio fianco, anche se all’apparenza ero io a portare i pantaloni tra i due. 

Le voci dalla zona giorno ci segnalarono che il pranzo era pronto e che dovevamo correre in tavola. Ormai il muro era miserabilmente caduto, più di quello che avevamo fatto, non c’era altro. 

Che pranzo sarebbe stato, quello con la donna che ci aveva cacciati: l’ennesima, inutile recita.

 

 

ANGOLO DELL'AUTRICE

Prima spiegazione: per questa scena mi sono ispirata alla commedia teatrale che preferisco, "The importance of being Earnest" (in italiano - L'importanza di essere Franco), in cui il protagonista maschile subisce un terzo grado dalla madre della sua fidanzata. 

Cito ad un certo punto Philipp Treacy, che è un creatore di cappelli molto noto, se non il più famoso, in Inghilterra. 

Kristen ha davvero un fratello ed una sorella adottivi, ma l'età l'ho immaginata io, perché su un giornale c'era la foto di suo fratello Taylor, ed era molto giovane, La sorella non si è mai vista, quindi suppongo sia più piccola. Le origini francesi del padre le ho estrapolate da Wikipedia, spero fossero corrette.

Non credo ci sia altro da aggiungere, ma per qualsiasi chiarimento sapete che sono a vostra completa disposizione, e vi basta chiedere.

Vi ringrazio come al solito per il seguito della ff e per i commenti, a cui rispondo qui di seguito:

@lindathedancer : sono contenta che ti siano piaciuti gli ultimi capitolo, e tranquilla, ti capisco se non puoi recensire, capita anche a me di essere indaffaratissima, con il ritorno all'univ, chi ha più il tempo di stare tanto al pc...

@enris : sono contenta che le descrizioni sia state d'effetto, perché le ho curate e ricorrette all'inverosimile. Non pensavo di poter addirittura intimorire, col personaggio della nonna, anche se l'idea di fondo era quella di creare una sorta di strega cattiva, che mette i bastoni tra le ruote a Rob e Kris.

   
 
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