Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: Himechan    20/01/2010    4 recensioni
Uccidimi due volte, perché una non ti basterà… My Lord.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gemini Kanon, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Piccola shot nata in un attimo di disperazione.
Brevi, folli pensieri del gemellino sulla Viverna.
Ha fatto tutto lui, non mi prendo responsabilità -.-
Ringrazio ancora tutte le fantastiche recentrici che hanno commentato “L’uomo che guardava le stelle”
Baci e buona lettura!


Hime
                                            
                                 CASTIGO INFERNALE


 



                                                                                             





Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.

Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

                   Catullo, Carme LXXXV





Non avrei mai creduto di provare uno strazio peggiore della consapevolezza di essere stato il traditore più infimo di Dike.
Non avrei mai creduto di subire un dolore più intenso dell’idea di rappresentare la pars destruens di mio fratello. Sangue del mio sangue.
Io, Kanon di Gemini, traditore e spergiuro, peccatore di ubris, credevo di essere un dio, in realtà non ero altro che un piccolo, insignificante uomo.
E oggi sento questa condizione disperante ancora di più.
E mi odio per questo.
Perché ora che Atena mi ha di nuovo accolto a sé, nel suo abbraccio confortevole e pieno di calore, ora che i miei compagni hanno compreso il mio pentimento sincero, ora che dovrei pensare solamente al compito sacro che la dea ha riposto in me…ecco, proprio adesso sento di essere maledettamente uomo.
E sono un uomo diviso a metà e lacerato dal senso di colpa schiacciante.
E per questo mi tormento.
La quiete potresti darmela solo tu.
Ma tu sei lontano, e non mi ascolti, e il tuo silenzio non mi parla, è assordante e gelido  come i tuoi occhi scrutatori e inquieti.
Per te c’è solo lei.
E lei sola.
Non hai occhi e cuore che per lei.
E daresti la vita per la tua nobile e oscura signora.
E io ti guardo, specchiandomi nell’oro lucente dell’armatura riflesso nella tua surplice color della notte più tetra. Quella notte cala implacabile sul mio cuore martoriato.
Ti guardo e invidio la tua freddezza e il tuo distacco, e il rispetto profondo per quella che è la tua missione. Tu riesci a dimenticare di essere stato uomo e lo dimostri ogni giorno, soppesando i peccati infernali dei poveri mortali che a te umilmente si prostrano.
Non sai invece che il mio peccato più grande sei tu.
Non puoi saperlo, perché morirei nello stesso istante in cui tu dovessi scoprire la mia colpa.
E non c’è punizione infernale che potresti infliggermi.
Perché siamo già in Ade, e le fiamme lambiscono la mia pelle di Saint come tenere e implacabili lingue che mi torturano costanti, ricordandomi la mia dannazione e la mia ossessione per ciò che non sarà mai mio.
Un Santo all’Inferno. Non c’è beffa più crudele che tu potessi infliggermi.
E non c’è niente che tu possa fare per togliermi questo peso dal cuore, se non donarmi il tuo.
Ma ciò a cui sei destinato è una priorità che ti toglie ogni barlume di umanità, tu servitore e giudice di un mondo senza luce.
Io però quella luce la vedo in te, che risplendi di un’oscurità abbagliante, senza pari, e quello che vedo, ogni volta che incrocio i tuoi occhi, mi mozza il respiro, annichilendomi.
Trovo in te quella fierezza e quella devozione al tuo ideale che per tanto tempo ho cercato anch’io, come un povero pazzo errante, finchè non l’ho trovato… O almeno così ho creduto, fin quando non ho incontrato… Te
E ho capito di essere nuovamente spergiuro e traditore e colpevole di un volere che non riuscivo a controllare. Stavolta però non era il divino Poseidone a guidarmi…no, stavolta era un Dio più caldo, ardente, piacevole, ma anche incredibilmente distruttivo, era Eros a condurre il mio spirito bruciante come le valli dei gironi, come il tuo respiro caldo sul mio collo, nella nostra ultima battaglia.
Vorrei stringermi a te, accarezzarti l’ampio petto coperto dai fregi della tua armatura oscura, e ascoltare i battiti del cuore, pulsante, vivo, umano. Perché so che c’è. C’è un cuore che batte nel corpo del giudicante infernale.
Tu sei il dio e giudice e uomo, ma a me non è permesso che considerarti come coloro che hanno terrore di te. Vorrei soltanto l’uomo, mi basterebbe questa piccola e insignificante parte della tua grandezza, in fondo che importa agli dèi se amo ostinatamente l’uomo e non il Giudicante infernale?!
Ma neanche questo mi è concesso.
Giudice implacabile e spietato nella tua immensa forza.
Allora, ucciderti è il solo modo che ho per tacitare questa mia ossessione che mi toglie il respiro, e me ne andrò con te, perché solo così potrò averti, librandoci insieme, nell’infinito spazio, ridiventando polvere nell’immenso della galassia.
 Solo così potrò fondermi a te.

La tua morte è il mio amore.

Diventare parte estrema dello spazio sarà come unirmi a te, in una presa che non lascia scampo, in un’esplosione da cui non rimarrà niente se non un bagliore accecante.
Solo così avrò il tuo spirito e la tua anima, appartenuti ad Ade fin dall’era mitologica, e il tuo splendido corpo…
My Lord
Il mio destino è quello di vivere nell’ombra. Lo so. Prima confinato dal mio stesso sangue in una prigione ai confini del mondo, immerso nella solitudine e nella consapevolezza di essere dalla parte del giusto, poi all’ombra delle tue ampie ali di Viverna.
Ma quelle ali non mi proteggono.
Quelle ali di drago infernale mi stritolano, mi soffocano, mi rendono inerme e mi uccidono. E i suoi artigli si conficcano sulla pelle, lacerandomi, dilaniandomi, straziandomi a poco a poco.
Ma a te poco importa.

Non vedrò mai il sole.

Tu sei il mio sole.
Io sono l’ombra.

E ti seguo in silenzio, senza proferir parola, muto, sono i miei occhi a parlare per me, ma tu non hai attenzioni che per la tua Lady. Io la mia l’ho ripudiata tanto tempo fa, quando il mio sangue mi confinò al promontorio, in una prigione senza scampo, e ora che lei mi ha accordato di nuovo il suo volere, torno a tradirla per una chimera fugace, illusoria, effimera ma che se solo potessi, strapperei a viva forza, con ogni fibra del mio essere per goderne un solo istante.
Un solo, brevissimo, istante.
Il mio odio e il mio tormento è colmo di angoscia, my Lord
Ho creduto di controllarlo, di respingerlo, di non avvampare di fronte ai tuoi occhi gialli come oro lucente di giustizia…

Ma non ce l’ho fatta.

Forse solo la morte purificherà la mia anima nera e peccatrice.
O forse neanche quella.
Perché morire significa percorrere senza più speranza l’oscurità dell’Acheronte.
E io all’Inferno ci sono già.
E non posso andarmene.
Puniscimi se vuoi.
Uccidimi due volte, perché una non ti basterà…

My Lord
Usa il tuo colpo più potente contro di me, nudo e inerme.
Non mi opporrò.
So già quello che mi aspetta.
Un eterno vagare senza riuscire a trovare pace.
La pace…e l’Elisio…
Mia vana speranza.
All’Inferno come tutti coloro che hanno peccato, è il mio destino.
E tu con me.
Perché fra dieci, cento o mille anni tu possa ricordarlo, impresso sulla pelle come fuoco che brucia. Non c’è niente che tu possa ridarmi.
Non c’è niente che io possa confessarti.
Se non una sola, ultima cosa. Non mi importa di bruciare nell’orrore di vortici senza fondo.
Non mi importa di essere nuovamente traditore.
Perché muoio con l’unica mia certezza nel cuore.
L’unica che mi tormenta e mi tiene vivo.
Non ho paura, perché, tra spazi infiniti, ed ere lontane, a dividerci una dimensione intera…


Il mio castigo infernale…
Sarai sempre e solo tu.

                                                                         FINE



   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Himechan