Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: eleanor89    20/01/2010    11 recensioni
«Sì, è un caso perso, sì.» risponde Sakura senza prestarle attenzione, sfogliando una rivista che si è portata da casa. Ino si avvicina e gliela strappa di mano, rimproverandola con lo sguardo. «Scusa. Naruto, fa come ti dice lei e basta.»
«Ma...» comincia lui.
«E basta.» ribadisce Sakura, minacciosa.
Naruto sospira.
«E prima comunque prova a rubarle un appuntamento.» suggerisce la Yamanaka, soddisfatta dal supporto ricevuto.

Sono passati solo tredici mesi dalla dichiarazione di Hinata a Naruto, e il nostro eroe ha finalmente deciso di risponderle. Ma dopo che per più di un anno si è finto che non fosse successo nulla, sarà davvero così facile tirar fuori le parole, anche per un ragazzo estroverso come lui?
Fanfiction scritta per Laly, che desiderava una NaruHina allegra e non troppo smielata.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Naruto accenna una breve risata falsa e si tuffa nella propria scodella di ramen, nascondendocisi dietro.
Kakashi, Sasuke, Sakura e Sai, ugualmente perplessi, ne seguono le mosse, chi in maniera palese e chi fingendo di avere di meglio da fare che tenere d'occhio un dobe. Teuchi intanto, ingenuamente lusingato da tanta partecipazione, continua a snocciolare aneddoti intrappolando sua figlia Ayame e Yamato in una discussione a senso unico infarcito di battute insipide.
Dall'altro lato del bancone, dove questo si snoda in una curva e permette agli avventori di guardarsi negli occhi, o in questo caso di spiare ogni mossa di chi ci si trova davanti, Kiba sta gesticolando animatamente e raccontando qualcosa di inudibile per loro, mentre Shino regge la piccola Sarutobi, che sembra incantata dai suoi occhiali da sole, e Kurenai fruga nella propria borsa alla ricerca di qualcosa. Poi c'è Hinata, che ascolta Kiba e ogni tanto ride, scuotendo la testa e facendo dondolare i lunghi capelli corvini che, Naruto ne è convinto, devono essere morbidissimi e tutte le donne per legge dovrebbero portare così, di sicuro, pensiero che potrebbe costargli la testa per mano di Sakura, che ancora sfoggia una corta zazzera rosa.
Così come è altrettanto sicuro che Kiba andrebbe soppresso e dato in pasto ad Akamaru, già che sembra voler entrare così tanto in simbiosi col suo cane, e chi se ne importa se è suo amico, posto che lo sia mai stato davvero. Non è ben chiaro perché in questo momento gli vorrebbe fare la pelle, ma se non la pianta di fare il buffone non vedrà l'alba di domani.
Il fatto è che, essendo la guerra finita, la ricostruzione di Konoha terminata, il processo a Sasuke un ricordo, insomma, il fatto che non ci sia nulla da fare, permette a Naruto di sentire con chiarezza non desiderata le parole che sono rimaste stampate nella sua mente di adolescente in piena fase ormonale, prima nascoste da questioni di vita o di morte e ora libere di torturarlo giorno e notte.

“Quindi io non ho paura di morire per te! Perché io... ti amo!”



Si può rispondere in diversi modi a una dichiarazione: “anche io”, “mi dispiace, sono innamorato di un'altra”, “mi dispiace, sei come una sorella per me”, “ci devo pensare”. Sono tutti modi molto validi, se non commetti l'errore di far passare tredici mesi da quando la dichiarazione in questione è avvenuta, perché allora riprendere l'argomento diventa grottesco, o perlomeno imbarazzante da morire.
E se hai quasi diciassette anni e hai amato una ragazza soltanto, con tutto l'entusiasmo e la sfacciataggine che ti contraddistinguevano a dodici anni, trovarti ora a dover rispondere a un'altra persona totalmente diversa, molto più timida e, diciamocelo, che ti ha dimostrato un coraggio che neanche sospettavi avesse e quindi ti fa vergognare per la tua superficialità nel non averla mai calcolata, beh... ti senti nella merda.
Kiba si batte una mano sul petto strabuzzando gli occhi sottolineando chissà quale aneddoto, e Hinata stavolta scoppia a ridere forte, nascondendo la bocca dietro una mano, paonazza in viso. L'amico, perché di questo deve trattarsi, ride a sua volta e si appoggia alla sua spalla.
Naruto guarda i loro visi vicini, poi la spalla di lei, il collo, poi scende, no, errore, torna su velocemente, di nuovo la spalla, il viso di Hinata, il brutto muso di Kiba, il viso di Hinata, la bocca nascosta di Hinata, la bocca di Kiba troppo vicina alla pelle di Hinata.
Spacca la scodella vuota con la pressione delle mani, determinato, non accorgendosi neppure dello sguardo allibito degli altri su di sé.
Ora tocca a lui dichiararsi.
E continua ad essere una merda.


Tredici mesi dopo.




Sakura sta facendo dondolare le gambe, reggendosi al ramo con le mani e guardando con la coda dell'occhio Sasuke, che prende i raggi del sole morente accanto a lei, lasciandosi illuminare dal tramonto consapevole di fare più o meno l'effetto di una martellata sulla testa alla sua compagna di squadra.
«Naruto, non ci siamo, non ti stai concentrando.» rimprovera bonariamente Kakashi, che per l'occasione ha persino potuto riaprire il suo amato libro senza che l'allenamento ne disturbasse la lettura.
Naruto sbuffa, contrariato, pallida imitazione di Sasuke che stupisce il maestro e fa distogliere l'attenzione di Sakura dalla bellezza del genio Uchiha.
Il ninja-medico salta giù dall'albero, raggiungendolo e squadrandolo con sguardo inquisitorio e mani sui fianchi.
«Si può sapere che hai?» sbotta, sospettosa.
«Ma io? Niente! Non essere ridicola, Sakura-chan!» esclama Naruto con voce fin troppo acuta, facendo voltare un perplesso Sasuke e guadagnandosi un pugno che lo manda a gambe all'aria.
«Io non sono ridicola, sei tu che sei più stupido del solito.» puntualizza piccata.
«Ahia. Crudele...» borbotta l'Eroe di Konoha, tirando su col naso in un pianto immaginario, «A Sasuke le fai passare tutte, anche quando ti dice che sei noiosa, ancora. Sei troppo di parte.» si lamenta.
Sakura arrossisce, non potendo ribattere alle accuse fondate, e lancia uno sguardo di disapprovazione a Sasuke per non essere intervenuto in suo soccorso. L'Uchiha, ovviamente, ricambia sprezzante e non dice nulla.
«Sicuramente mi hai rotto qualcosa!» esclama Naruto in pieno melodramma.
«E finiscila... Fa vedere, su.» offre generosamente la kunoichi, sentendosi leggermente in colpa.
«Per oggi l'allenamento finisce qui, allora. Sakura, ti affido gli altri due. Naruto, mi aspetto che tu sia più concentrato la prossima volta.»si raccomanda Kakashi, sparendo prima che lei possa obbiettare qualcosa.
«Allora io me ne torno a casa.»conclude Sasuke, alzandosi.
«No, aspetta!» tenta di fermarlo Sakura, bloccata da una mano di Naruto che l'afferra a un polso, rischiando di farle perdere l'equilibrio.
«Resta con me, devi visitarmi!» la supplica, e Sasuke sbuffa e fugge via, senza degnarli di un saluto.
«Noo...» geme l'Haruno, lasciandosi cadere in ginocchio, «Naruto, sei un essere detestabile!»
Ma quando si volta a guardare il compagno di squadra, resta sorpreso di trovarlo serissimo, senza più alcuna traccia del buffone di poco prima sul suo viso cupo.
Quasi ha un infarto, e si guarda velocemente attorno prima di chiedere: «Che c'è?»
«Mi serve un tuo consiglio, tu sei l'unica che conosco che non mi prenderebbe in giro. Sei anche la più esperta quando si parla di sentimenti, sei una persona qualificata.» afferma Naruto, tentando di arruffianarsela e di prendere il discorso più alla larga possibile al tempo stesso.
Sakura, leggermente compiaciuta ma soprattutto perplessa, si limita ad annuire con aria rapita.
«Mi... Io... Devo... Io...» farfuglia lui, tracciando con l'indice linee sul terreno e senza più alzare lo sguardo, «Devo rispondere a una dichiarazione.» mormora infine, abbassando la voce man mano che parla e risultando inudibile.
«Come dici?» domanda subito Sakura interessata, «Alza la voce.»
Naruto sbuffa, arrossisce, si scompiglia i capelli, poi si schiarisce la gola dando un colpo di tosse: «Devo rispondere a una dichiarazione.» ripete controvoglia.
Sakura spalanca gli occhi verdi all'inverosimile, l'ultima volta che l'ha fatto in quel modo era perché si era ritrovata davanti Sasuke dopo tre anni di ricerche, con tra l'altro i vestiti indecenti che indossava a Oto e certo non l'aiutavano a controllarsi dal mangiarlo con gli occhi.
«Di chi?» squittisce con la medesima faccia sconvolta, «Quando te l'ha fatta? E gli hai detto che ci devi pensare o vi hanno interrotti?» lo aggredisce, afferrandolo per un braccio con presa ferrea che quasi lo spolpa, «Chi, Naruto?»
«Mi stai strappando il bracc-Oh, va bene, Hinata.» si arrende subito, con le lacrime agli occhi per il dolore. Sakura inspira rumorosamente, liberandolo, gli resterà il segno per giorni, e si batte una mano contro la coscia.
«Questa poi! Non pensavo che avrebbe mai trovato il coraggio! E tu sei venuto subito a chiedere a me?» chiede poi, fiera e in parte sollevata. Temeva che, quando il giorno sarebbe arrivato, Naruto l'avrebbe involontariamente esclusa. Sorride, sentendosi ancora parte della sua vita.
«Beh, non proprio subito subito...» precisa Naruto a voce bassissima.
«In che senso?» domanda Sakura, sorridendo rassicurante.
«Eh, sai... Con tutte le cose che c'erano da fare...» fa il vago lui, infrangendo il sollievo di poco prima.
«Quando si è dichiarata?» si informa allora la ragazza, inclinando leggermente la testa e continuando a sorridere con allegria artificiale.
«L'anno scorso.»
Quando Naruto rinviene, Sakura ha le braccia incrociate e la testa voltata altrove, per segnalare quanto realmente ce l'abbia con lui, come se il pugno che gli ha rotto il naso non fosse sufficiente.
«Perché?» sussurra, straziato.
«Imbecille.» ringhia Sakura, senza ancora guardarlo. «Lo so io il perché. E non ti mollo qui giusto perché la povera Hinata non merita di dover attendere ancora... Ah, voi uomini! Ringrazia che non chiamerò Ino, te le darebbe lei di santa ragione!»
«Va bene.» acconsente Naruto stordito, senza capire molto di ciò che dice, «Quindi mi aiuterai? Nonuccidermi!»aggiunge frettolosamente, trovandosi di fronte a una nuova occhiata assassina.
«Purtroppo per me e fortunatamente per te, sì. Ti aiuterò.» dichiara solenne Sakura, «Ma non mi sembra il caso di restare a parlarne qui, si sta facendo anche buio ormai. Vediamoci domani a casa tua. A che ora passo da te?»
Naruto pensa alle confezioni vuote di ramen e ai cartoni vuoti di latte impilati sul tavolo, all'acqua che bagna il pavimento sotto il lavandino pieno di piatti sporchi, alla polvere che si è accumulata nel pavimento e che negli angoli ha formato gomitoli a cui ha dato un nome.
«Facciamo alle undici. Ho qualche commissione da sbrigare.» risponde, agghiacciato all'idea di ciò che Sakura gli farebbe se scoprisse come vive.
«D'accordo.» concorda lei, di nuovo sospettosa.

«Prima di tutto devi riuscire a parlarle da solo, senza Kiba e Shino nei dintorni.» comincia Ino, facendo avanti e indietro per la stanza a passo di marcia.
Naruto, con la borsa del ghiaccio premuta sulla testa e un cerotto sul naso, la segue con gli occhi.
«Avevi detto che non le avresti parlato.» rantola rivolto a Sakura.
Lei lo liquida con un gesto delle mani, «L'ho incontrata e mi è sfuggito.»
«Come no.» ironizza Naruto, prima di accorgersi con orrore che Ino non passeggia più.
«Mi stai ascoltando?» abbaia la Yamanaka con occhi infuocati.
«Sissignora!» risponde spaventato, pentendosi di non aver chiesto aiuto a qualcuno di meno pericoloso, come Sasuke o, eventualmente, qualche mukenin di classe S appena catturato.
«Però non puoi cominciare il discorso dal nulla. A parte il fatto che Hinata morirebbe sul colpo, ma sarebbe comunque poco carino. Non che non sia già orribile, ovvio, ma evitiamo di peggiorare le cose. Direi che le devi strappare un appuntamento oppure, se siete proprio impediti come sembrate, almeno un'uscita casuale.»
«Casuale?» ripete Naruto senza capire, e Ino si schiaffa una mano sul volto.
«No, io non ce la faccio con questo così.» si rivolge a Sakura, supplice, e anche il ragazzo guarda la compagna di squadra in cerca di soccorsi.
«Intende dire che fingerai che sia casuale. Ti troverai casualmente dove sarà lei, e le farai compagnia. Un appuntamento non programmato, non ufficiale.» spiega allora l'altra, compita.
«Ah.» mormora, soltanto, Naruto.
«Ecco. E poi, a fine serata, riprenderai l'argomento alla lontana. Tipo “ti ricordi quella volta...”?» riprende Ino, più entusiasta.
Naruto è palesemente scettico: «“Ti ricordi quella volta in cui Pain ti ha infilzata?”»
«Sakura, non collabora.» constata Ino, inespressiva, ancora come se parlasse di qualcuno assente.
«Sì, è un caso perso, sì.» risponde Sakura senza prestarle attenzione, sfogliando una rivista che si è portata da casa. Ino si avvicina e gliela strappa di mano, rimproverandola con lo sguardo. «Scusa. Naruto, fa come ti dice lei e basta.»
«Ma...» comincia lui.
«E basta.» ribadisce Sakura, minacciosa.
Naruto sospira.
«E prima comunque prova a rubarle un appuntamento.» suggerisce la Yamanaka, soddisfatta dal supporto ricevuto.

E' facile, si dice Naruto, ho chiesto a Sakura di uscire almeno mille volte. Che sarà mai?
Hinata si è appena buttata un asciugamano sulle spalle, avendo appena terminato l'allenamento, e Kiba sta bevendo una generosa sorsata d'acqua.
Strozzatici, augura Naruto, aspettando che si allontani per potersi rivolgere a lei senza che nessuno si intrometta.
«Ehi, Naruto.» lo saluta la voce profonda di Shino, facendolo sobbalzare.
«Ah! Ehi, sì. Come va?» butta lì Naruto, sorridendo nervosamente.
«Stanco per l'allenamento, ma per il resto va bene. Cerchi qualcuno?» indovina subito l'altro.
L'agitazione è una brutta bestia per una persona iperattiva già di per sé, quindi il meglio che riesce a rispondere, così impulsivamente, è: «No, sì. Sì. Hinata. Cerco Hinata, ovvio.»
«Ovvio, sì.» ripete Shino, tetro, «Sarebbe assurdo che tu volessi parlare con me.»
Il sorriso gli si ghiaccia in volto, mentre Naruto tenta di rimediare: «Ma che dici, dai...»
«No, no, è giusto. Siamo amici soltanto da più di quattro anni ormai, che vuoi che sia.» lo anticipa l'Aburame, offeso a morte.
«Ma, Shino...» mormora Naruto, mortificato e soprattutto spaventato. Non è la sua giornata, tra quella strega isterica e la paranoia permalosa dell'insettomane. La pazzia dev'essere comune in tutti coloro che hanno “ino” nel nome.
«Naruto-kun?»
La voce dolce di Hinata lo fa voltare con un gran sorriso, dimenticando per un momento Shino e tutti i mali del mondo.
«Hinata! Proprio te cercavo! Cioè...» si corregge, ma Shino sta già marciando verso Kiba borbottando tra sé e sé sugli amici ingrati. «Mh. Questa non me la perdonerà tanto presto.» commenta, meno interessato di quanto vorrebbe.
«Che succede?» chiede Hinata, confusa.
«Oh! Tu, vuoi, non so... Ti accompagno a casa?» azzarda, e se non fosse che parla sempre di getto forse batterebbe i denti come per un gran freddo.
Hinata sgrana gli occhi e poi arrossisce, «Ecco... Non... Prima dovrei...»
«Devi fare altro?» l'aiuta Naruto, nascondendo l'infinita delusione. Forse, se glielo avesse chiesto Kiba, avrebbe acconsentito subito. Forse, dopo tanto tempo, le è passata. Forse, il Teme l'ha contagiato col suo inguaribile ottimismo.
«Hanabi è malata, le ho promesso che sarei passata a prenderle degli okonomiyaki caldi.»
Non balbetta più, Hinata, ma non riesce neppure a guardarlo troppo a lungo, e Naruto sente uno strano rimescolamento tra calore e emozione, giù nello stomaco.
«Con la tua famiglia va meglio, vero?» domanda, addolcito, e Hinata annuisce subito con un fugace sorriso che lo premia cancellando la delusione.
«Molto.»
«E se ti accompagnassi a comprare gli okonomiyaki?» propone, prima ancora di pensarci. Le parole sono sfuggite naturali come accadeva con Sakura, e il danno è fatto. Ora potrebbe prenderlo per il seccatore che è, e se fosse davvero Sakura lo stenderebbe, o caccerebbe a male parole.
Hinata invece arrossisce di nuovo, ma si illumina, e gli occhi chiari brillano.
«Mi farebbe piacere.» accetta, unendo le mani e torturandone le dita.
«Bene!» esclama Naruto a voce un po' troppo alta, «Benissimo allora! Io aspetto... qui.»
«Bene...» ripete Hinata, voltandosi con grazia e andando a passo spedito verso la borsa. Kiba, mentre dà da bere ad Akamaru, lo saluta con un cenno della mano cui Naruto risponde con sincera allegria. Non ricorda neanche più di avergli augurato la morte fino a poco prima.
Hinata inciampa e quasi cade, Kiba ride con voce rauca, e lei si china e ficca l'asciugamano in borsa senza neppure piegarlo, perché le mani le tremano troppo.
Naruto questo particolare non lo sa, pensa soltanto alle parole di Ino: li ha chiamati “impediti”, e probabilmente, se li si mette vicini, è la verità. Però non importa, perché ci può pensare lui a Hinata.
E considerando che lei si è quasi fatta uccidere per lui, si è dichiarata, e senza avere risposta lo ha affrontato faccia a faccia per quei mesi, sentendosi di sicuro peggio di come si sente lui ora, probabilmente è più vero il contrario. Il pensiero lo innervosisce, e si ritrova a dondolare sul posto, facendo schioccare la lingua contro il palato, guardandosi attorno, sfiorando la corteccia di un albero con la mano.
E adesso?
La voce di Sakura gli viene in soccorso: “Non urlare e non agitarti troppo. È bello avere una persona che ti dimostra di essere felice di vederti quando ti ha vicino, eh, se solo Sasuk... Dicevo: è bello, ma non è bello aver paura di ricevere una manata mentre gesticoli o di non recuperare l'udito mai più, tanto fai casino.”
Non deve urlare e non si deve agitare, ecco. Questo può essere utile.
Hinata saluta tutti, Shino risponde con un cenno torvo della testa e Kiba solleva un braccio imitato da Akamaru, e Naruto alza un pollice in segno di saluto vittorioso, sentendosi molto Sopracciglione e poco intelligente.
Comincia a camminare, concentrandosi sul non agitarsi troppo e ammutolendo, con la fronte aggrottata e gli occhi puntati sui propri piedi. Solitamente avanza baldanzoso e non bada a come si muove, stavolta si preoccupa di mettere i piedi sempre sulla stessa linea immaginaria avanti a sé, finendo col trovare innaturale la propria camminata e rallentando il passo.
Hinata lo scruta perplessa, indecisa se chiedergli spiegazioni o meno.
«Hai mai badato,» accenna Naruto concentrato, «al fatto che se ti fissi sul modo in cui cammini per risultare naturale, finisci col non ricordarti come cammini di solito e non riesci a fare il disinvolto?»
Lei, ovviamente, lo guarda come se gli fosse spuntato un terzo occhio. Il ragazzo ridacchia nervosamente, passandosi una mano tra i capelli. «Dimenticatelo. Quindi, okonomiyaki, uh?»
«Sì.» conferma Hinata, sconcertata ma con un mezzo sorriso.
“Quindi, okonomiyaki, uh”? Ma che vorrebbe dire? E non gesticolare troppo, che Ino ti spezza le braccia... pensa lui, scoraggiato.
«E a te... a te cosa piace mangiare?» azzarda poi, con la disperazione abbastanza udibile nella sua voce perché lei gli rivolga uno sguardo penetrante.
«Va tutto bene?» domanda, con gli occhioni chiari che gli sondano il viso.
«Non proprio...» mormora Naruto, evitandoli. Poi, all'improvviso, sorride come folgorato: «Ehi, ti va di allenarci assieme, qualche volta? Tipo domani?»
«Certo!» risponde di getto Hinata, poi si corregge: «Ma domani non posso, scusa, ho già promesso a Kiba.»
«Kiba? Non Kiba-kun?» crede di pensare e invece dice, lui.
«Beh, o-ormai... Si offenderebbe se non lo chiamassi senza suffissi...» si giustifica Hinata, sorpresa dal tono di disapprovazione.
«No, beh, chiaramente!» si affretta a dire Naruto, dandosi dell'idiota. «Guarda, lì vendono okonomiyaki!» trilla, con palese ansia.
Hinata si ferma in mezzo alla strada, e lo fronteggia. Lui non ha vie di fuga e se ne rende drammaticamente conto. Arrossisce, e si rende conto che per lei la situazione non doveva mai essere stata molto diversa dalla sua ora, e che se prova il desiderio di chiudersi in casa e non uscirne mai più per evitare momentacci simili, Hinata ha avuto più coraggio di lui.
Ciò è insostenibile.
«Sicuro di stare bene?» ripete Hinata, seria. Si è abituata ad avere Naruto vicino senza aspettarsi nulla dopo la sua dichiarazione, e crescendo ha imparato a ingoiare l'imbarazzo, almeno in parte. Ora il cuore le batte a mille e sta arrossendo pazzamente ad ogni secondo di silenzio, però perlomeno sa che non sverrà, e riesce a non balbettare accantonando la tensione a favore della preoccupazione: che Naruto debba andare via di nuovo, per anni, da Konoha?
Non è normale che lui prima stia zitto per minuti e poi parli a casaccio di cose tipo “come si cammina” per poi sembrare così nervoso.
«Io non ho mai risposto alla tua dichiarazione.»
Appunto, non è normale.
Lo dice così, incredulo lui stesso della facilità, o svagatezza, con cui ha parlato. Hinata, ovviamente, è impietrita, e in un primo momento pensa di aver capito male. È confortante questa idea, tanto che quasi tira un sospiro di sollievo, poi incrocia lo sguardo di Naruto e una parte di lei muore. Le sue spoglie mortali sono ancora catturate da quegli occhi azzurri e questo evita loro di crollare a terra, ma i suoi pensieri sono svaniti da qualche parte.
«Forse dovevo dirlo meno direttamente... Beh, ormai è fatta.» rimugina Naruto, con un'alzata di spalle. «Ti chiedo scusa per non averti parlato prima, ma c'era il Teme da andare a salvare.» aggiunge, perché Ino ha sottolineato che è importante scusarsi.
«Mh.» accenna quello che resta Hinata. Pensa: Ora muoio.
«Da dove cominciare... Ecco, io non avevo mai pensato a te in quel modo.» premette lui, chiedendosi se non dovesse prepararsi il discorso prima, e già che c'era magari riflettere su cosa, effettivamente, volesse dirle. È tardi ormai, pazienza. «Ero troppo... E non l'ho mai fatto. Non mi aspettavo che tu pensassi quelle cose. Cioè, mi avevi anche detto, quella volta prima dell'esame di selezione dei chunin, che mi ammiravi, ma pensavo finisse lì. Ricordi, sì?»
Mi sta davvero chiedendo se me lo ricordo? E mi sta davvero rifiutando dopo un anno, invece che continuare a fare finta di niente? si domanda Hinata, annichilita. Annuisce meccanicamente.
Naruto non sembra dar peso al suo colore cereo, abituato ai suoi svenimenti improvvisi, e prosegue.
«Però mi hai aperto gli occhi, con le tue parole e con il tuo gesto. E quando ho creduto che Pain ti avesse uccisa, è stato terribile. Ho perso il controllo infatti. Beh, questo lo sai. Ma poi c'era Sasuke con l'Akatsuki, e poi Sakura che lo voleva uccidere, e Danzo, Madara... Non ci ho pensato più.» ammette, imbarazzato.
Ho bisogno di sedermi. pensa Hinata, stordita, e: Perché non sono ancora morta?
«Però, se sei ancora d'accordo, mi piacerebbe conoscerti meglio, uscire con te.» dichiara, piuttosto formale, «Scoprire di più su quella ragazza che mi è sempre stata vicina senza che me ne rendessi conto e che è quasi morta per me. Perché, poi, quella volta te l'avevo anche detto, che mi piacciono le persone come te.»
Nella mente di Hinata torna il silenzio. Batte le palpebre un paio di volte, perché gli occhi sono sul punto di lacrimare per essere stati aperti troppo a lungo, e il suo viso perde ancora colore. Si rende conto che Naruto sta aspettando che dica qualcosa, e lei lo farebbe se si ricordasse come si pensa.
«I-io...» sfiata, con una voce fatica a riconoscere come sua, senza avere la più pallida idea di che rispondere.
«Non c'è bisogno che me lo dica subito!» la interrompe Naruto, «Posso aspettare anche io, anche tredici mesi!»
«Tredici mesi?» ripete Hinata, atona.
«Tredici mesi e quindici giorni.» specifica Naruto mortificato, che di recente non ci ha dormito all'idea di aver lasciato passare tanto tempo.
«Io... Io...» cerca di dire lei in un pigolio.
«Sakura-chan dice che non mi devo aspettare nulla. Non sentirti obbligata.» la anticipa ancora.
«Sakura-chan?» ripete ancora Hinata, aggrottando la fronte. Si è definitivamente persa nell'insensatezza di tutto.
«Uhm, beh, sì. Beh...» si incarta Naruto. «Ne ho parlato con lei. È la migliore in questo campo. Nel team sette almeno. Anzi, fa schifo in questo campo, però è comunque molto meglio di me e di Sasuke, perché è una ragazza.»
«Chiaramente.» commenta la Hyuga, scegliendo un avverbio a caso. Non ha ancora capito perché nomini Sakura, proprio in quel momento.
«Ah, ma... a me non piace certo più lei, non in quel senso! È roba passata!»
Hinata è ragionevolmente sicura che questa non sia una frase adatta da dire ora.
Se non fosse così innocente... e se io non fossi io... pensa, cercando di focalizzare l'attenzione altrove, leggermente divertita all'idea di come reagirebbe un'altra al suo posto.
«A te invece... piace qualcun altro ora?» continua Naruto, nel suo ormai monologo.
Lei sussulta, non aspettandosi neppure simili sospetti, dato che è scontato che non amerà mai nessun altro. Si è rassegnata, si è rassegnato anche il suo team, sono tutti rassegnati all'idea che si consumerà d'amore per lui fino alla morte, quindi come può chiedere una cosa simile?
«No.» afferma sicura, ed è l'unica cosa su cui non deve riflettere.
«Quindi ti piaccio io!» conclude Naruto vittorioso.
Perché mi odi così tanto? chiede Hinata con gli occhi, mentre il suo viso assume l'abituale colorazione rosso carminio.
«Non lo so neanch'io perché non penso mai prima di parlare...» bofonchia Naruto, «Non svenire adesso.» la prega, temendo per la sua incolumità con tutto quel sangue che va e viene dalla sua faccia.
Hinata raccoglie il coraggio, “fingi di essere in punto di morte e sii sincera” si consiglia, e fa un respiro profondo.
«Hai ragione.» riesce a dire, e sa che questo è molto più imbarazzante ora che non ha l'adrenalina sparata a mille come la volta scorsa e che la situazione non è delle più romantiche. Quasi le viene da piangere.
«Io, uh, sarebbe la prima volta.» constata Naruto onestamente. Poi arrossisce anche lui, non con la violenza di Hinata ma con la stessa inesorabile voglia di sprofondare.
L'amore dovrebbe essere sentirsi sempre felici, non ci dovrebbe essere la sensazione continua di stare per dire una scemenza e il mal di stomaco. O almeno questo è quello che ha sempre pensato Naruto, che si sfiora con discrezione la pancia dolente come se l'avessero presa a pugni.
«Me lo immaginavo meglio, questo discorso.» aggiunge, desolato.
Hinata, al massimo della tensione, scoppia a ridere alla sua espressione, e lui sente di riacquistare punti.
«Anche io...» ammette, esilarata. È impazzita, probabilmente, il colpo è stato troppo forte, quindi si concede di ridere liberamente ancora un po'. Anche Naruto comincia a ridacchiare, beandosi di come tutto ora vada secondo i piani, o perlomeno è ciò che si dice per non guardare in faccia la realtà, dato che non aveva programmato nulla.
«Gli okonomiyaki li offro io, vieni.» la invita allegro, e Hinata non ha cuore di ricordargli che non sono per lei e neppure le piacciono. Continua soltanto a ridacchiare, euforica, mentre si rende conto che Naruto era felice all'idea di piacerle. Lo supera senza notarlo, e alle sue spalle lui si passa le mani sul viso sino ai capelli, poi alza di scatto le braccia e i pugni verso il cielo. Ha ancora la sensazione che il cuore gli sia caduto nei dintorni dello stomaco, ma insieme a lei c'è la voglia di saltare e ridere ancora più forte.
Hinata si volta, sorridendo, e lui ricambia stordito, lasciando cadere le mani verso il basso precipitosamente e trovandola così carina da non notare lo spuntone di roccia su cui riesce a inciampare come un pivello, finendo faccia a terra senza emettere un suono.
Sasuke lo sfotterebbe per il resto dei suoi giorni.
«Ecco il futuro Hokage.» sbotta appunto qualcuno, qualcuno la cui voce somiglia pericolosamente a quella dell'ultimo degli Uchiha, beffarda nello stesso fastidioso modo.
«Ah, Hinata, che brava, riesci a farlo cascare ai tuoi piedi!» sfotte una voce femminile che non può essere Sakura perché il destino non può essere così crudele e lui non ha aspettato tredici mesi perché finisse tutto così male.
«Oh, no, io...» farfuglia Hinata, mentre Naruto si arrischia a sollevare la testa e a controllare quanto le sue allucinazioni siano ben fatte a livello visivo.
«Dobe. Eccoti finalmente stare al tuo posto.» lo saluta Sasuke, guardandolo dall'alto in basso non soltanto metaforicamente, purtroppo. Sakura, accanto a lui, si porta una mano alla bocca per nascondere la sghignazzata perfida che le è salita alle labbra.
Naruto riabbassa lentamente la testa fino a toccare il terreno col naso. Forse, se finge di essere morto, se ne andranno.
Sente dei passi in avvicinamento, e poi la voce di Hinata, che a confronto con quella dei due sciacalli sembra soave: «Ti sei fatto male?»
Sorride rassicurante mentre tira su la testa, incrociando le braccia sotto il mento come se fosse steso su un divano e non al centro della strada.
«No, figurati.» chioccia, per nulla credibile, avendo l'autostima a pezzi sotto di sé.
Hinata si china, porgendogli il palmo della mano perché si alzi. Lui lo afferra, tirandosi su con l'aiuto dell'altra mano, e si ferma a metà movimento, col viso vicino al suo. Strabuzza gli occhi, mentre Hinata si ritrae istintivamente di qualche millimetro e di nuovo arrossisce. Naruto, per puro istinto primordiale, continuando a mantenersi a lei con la sinistra, le sfiora la spalla con le dita della mano destra mentre sale verso una sua guancia, e lì la appoggia, sentendo il suo viso bollente. Stanno leggermente tremando entrambi, lui se n'è reso conto soltanto in quel momento accarezzandola, e si inumidisce inconsciamente le labbra.
Adesso la bacio, decide, e si blocca di conseguenza.
Lo scalpiccio di Sakura che scappa via trascinando Sasuke per un braccio lo distrae, allontana leggermente la mano da lei ed entrambi saltano come se avessero preso la scossa. Hinata ondeggia per qualche istante, priva di equilibrio. Lo guarda raggiante per un secondo, poi la consapevolezza piomba come un macigno e quasi sviene per l'imbarazzo, guardandolo con incredulità.
«Vado a casa! Grazie! Cioè, ci vediamo!» squittisce, dimenticando la sorella, gli okonomiyaki, il mondo, e correndo nella direzione esattamente opposta a quella giusta. Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta! è il suo pensiero fisso, mentre fugge a casaccio e non si accorge neppure di averlo ringraziato per nulla.
Naruto si siede definitivamente per terra, deciso a restare lì per sempre.
Poi sorride, si alza, e si dirige con determinazione a comprare gli okonomiyaki per Hanabi. Non sia mai che una povera fanciulla debba restare senza cibo, ci penserà lui a portarglieli.
Direttamente andando sotto alla finestra della sorella maggiore, e per pura generosità disinteressata.





Sasuke e Sakura li vedo a influenzarsi negativamente a vicenda, per chi conosce Scrubs nominerei Cox e Jordan, per chi non lo conosce consiglierei di andarselo a vedere. Nel caso non si capisca, Sakura prende a pugni Naruto sia perché si è comportato male non rispondendo subito a Hinata, sia perché non gliel'ha riferito subito. E sì, Ino l'ha picchiato di nuovo per solidarietà femminile. E vissero tutti felici e contenti.
Laly, spero tu abbia gradito 
   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: eleanor89