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Autore: shining leviathan    21/01/2010    4 recensioni
Eri un ragazzo come tutti, normale. Ma hai saputo rubarmi il cuore come nessun altro ( RoxasxOlette)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts II
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La prima cosa che ho notato di lui?

Bhè, sinceramente non saprei dirlo. Era un ragazzo perfettamente normale, uno di quelli che osservi distratta per un minuto e poi non ci fai più caso. Come se non potesse toccare la tua vita in una maniera così profonda, ecco.

Invece lui l’ha fatto. Non subito forse. Ma imparando a conoscerlo sono rimasta affascinata dal suo carattere sempre mite e allegro, così diverso dall’irrequietezza infantile di Hayner che ho sentito l’impulso irresistibile di avvicinarmi a lui quanto potevo.

Prima come amica e confidente poi, chissà, magari come qualcosa di più. Era troppo presto per scoprirlo, e io non avevo alcuna intenzione di rovinare la complicità che avevamo creato per uno sciocco impulso.

Io che ero considerata da tutti la più razionale e calma del gruppo. Una sorte di angelo custode, mi dicevano.

Effettivamente, più volte mi ero intromessa per pacificare una lite tra Hayner e Seifer e più di una volta quest’ultimo mi aveva fissato con uno sguardo pieno di sottointesi che probabilmente solo io, presa da qualche insidiosa paranoia, potevo scorgere.

Arrossivo violentemente mentre il gruppo di bulletti se ne andava, e molte volte Pence mi aveva detto ridendo che somigliavo ad un peperone marinato.

Sempre al mangiare pensava.

Hayner, dal canto suo, urlava insulti tali da far arrossire una pescivendola e lui….. lui mi guardava.

Guardava me, poi Seifer e il suo viso si incupiva. Si incupiva talmente tanto che io, povera pazza, pensavo fosse geloso. Magari.

Di sicuro non ero io il motivo della sua rabbia repressa nei confronti del biondo.

Dopo le liti andavamo sempre a mangiare il gelato, in cima al campanile. Ci piaceva guardare la città e quell’eterno tramonto dall’alto. Ma soprattutto ci piaceva fare lunghe discussioni sulla giornata appena trascorsa.

In quei momenti potevo guardarlo senza temere di essere scoperta.

Mi piacevano i suoi irti capelli biondi e quegli occhi così azzurri da somigliare ad un lago di montagna. Era bellissimo mentre guardava il cielo con un’espressione pensierosa ed era ancora più bello quando rideva.

Un suono gradevole eppure allo stesso tempo dolce.

Mi piaceva anche il calore delle sue mani, perché tante volte me le aveva inavvertitamente sfiorate. E tante volte si era scusato con un sorriso così tenero da farmi salire le lacrime agli occhi.

Sarebbe mai esistito un altro ragazzo come lui? No, non credo proprio.

Lui era perfetto, in ogni cosa. Almeno per me.

Quando si allenava con Hayner ed io e Pence li osservavamo seduti su una panchina, non commetteva mai un errore.  In poche mosse ,audaci ma calcolate, Hayner finiva puntualmente al tappeto con la mazza puntata alla gola.

“Ti ho insegnato troppo bene” borbottava amareggiato e Pence esplodeva in una grassa risata, sputando ovunque i pezzi del panino che stava mangiando. Io applaudivo scherzosa, ma in realtà gli facevo i complimenti nel modo più discreto possibile. Se c’era una persona più permalosa di Hayner a Crepuscopoli non ne conoscevo l’esistenza.

Lui pareva apprezzare il tentativo. Infatti mi ringraziava sempre con un sorriso, e credetemi quando dico che quel gesto ,per me, valeva più dell’aria che respiravo. Ormai vivevo solo per quello.

Ogni tanto io e lui uscivamo senza Hayner e Pence ma erano occasioni più uniche che rare.

Eravamo  sempre in gruppo, quindi era difficile organizzare qualcosa separatamente. Ma qualche bugia raccontata al bruciapelo mi aveva permesso di guadagnarmi delle ore da sola con lui.

Lo ammetto, non è stato facile. Spesso provavo imbarazzo a stargli troppo vicino, una cosa che quando stavamo insieme agli altri non mi succedeva mai. Ma due parole da parte sua mi calmavano subito, e io tornavo ad essere la solita Olette di sempre.

Ridevamo come due pazzi, scherzavamo, ci prendevamo in giro forti della nostra complicità. Talmente forte che un giorno, passando davanti alla bottega dei dolci, la proprietaria ha esclamato “ Siete davvero una bella coppia!”

Io ero arrossita all’istante e l’avevo trascinato lontano da lì. Non mi parve turbato e nemmeno imbarazzato, forse non aveva neppure sentito.

Continuava a guardare davanti a sé, perfettamente calmo. Perfettamente perfetto.

“ Guarda Olette! Il negozio di armi struggle è aperto!”

Mi prendeva per mano e io esultavo intimamente di quel contatto, godendo del rassicurante tepore della sua pelle. Lascivo poi che mi tirasse verso la bottega, anche se la lotta non era esattamente il mio hobby, ero felice di poter stare un po’ con lui.

Provava tutti i caschi, con la gioia infantile di un bambino, ed insisteva perché anchio ne mettessi uno.

“ Vediamo come stai in versione struggle” mi infilava quel grosso copricapo prima che io potessi ribattere, e osservava compiaciuto il risultato.

“ Sì” concordava annuendo “ Ti sta veramente bene”

Io gli rifilavo uno scalpellotto e mi toglievo l’ingombrante cappello, gemendo nel vedere la mia chioma castana tutta scarmigliata dallo specchio appeso vicino agli scaffali.

Sentii nuovamente le sue mani, stavolta sul capo, che mi andavano a riordinare le ciocche sfuggenti ed elettriche con una delicatezza tale da somigliare a carezze.

Anche il suo sguardo era cambiato, non c’era più divertimento ma….. affetto?

Abbassavo gli occhi per non far vedere il rossore delle gote, e speravo con tutta me stessa che non notasse il tremito che mi percorreva la spina dorsale.

Uscimmo che era molto tardi e allora lui propose di andare a mangiare un gelato. Io accettavo con entusiasmo.

Quel giorno provammo due gusti nuovi e ci sedemmo sul muretto vicino alla gelateria.

In silenzio, gustavo il mio alla viola finchè lui non mi chiese se poteva assaggiarlo. Glielo porsi senza esitazioni. Si allungò leggermente verso di me, sfiorandomi la spalla coi capelli, e diede un piccola leccata, porgendomi poi il suo cono perché facessi lo stesso. Esitante, un po’ dalla vicinanza creata un po’ dal suo sguardo dolce, acconsentii. Il sapore amarognolo del caffè si mischiò a quello dolciastro della viola e sorrisi. Non era male. D’altronde con lui vicino tutto sembrava bello.

Davanti ai suoi smaglianti sorrisi le tenebre impallidivano……. E anchio.

 

 

“ Credi che staremo per sempre insieme?”

“ C-cosa?” sussultai a quella domanda e lo guardai aspettando risposta. Lui alzò sguardo al cielo ,perdendosi in quell’immensità arancione, e rispose malinconico “ Sarebbe bello che le cose rimanessero così per sempre. Hayner, Pence, io e te” concluse sottolineando le ultime due parole e il mio cuore fece una capriola.

“ Le cose cambiano ,sempre.” Dissi a voce bassa sperando che invece non cambiassero mai “ Ma noi resteremmo per sempre amici. Non importa quanto tempo possa passare”

“ Amici?”

“ Uh-uh”

 Rimanemmo in silenzio per un po’.

Ad un certo punto le sue dita mi sfiorarono il viso e mi irrigidii.

“ Eri sporca” si giustificò, mostrandomi la mano sporca di gelato.

Guardammo il tramonto spalla contro spalla e ad un certo punto mi appoggiai a lui, vinta da quella tenerezza inespressa. Non sembrò infastidito, anzi mi circondò la vita portandomi più vicino a sé.

Anche se il futuro ci faceva paura l’avremmo affrontato insieme.

Per sempre.

 

Bug nel sistema operativo…. Intrusione estranea nel programma H-7326

 

Ciauuuuuuuu!!!! Bhè cosa posso dire, una piccola RoxasxOlette senza particolari pretese. Un po’ sdolcinata ma abbiate pazienza, ho mangiato la nutella e mi fa sempre questo effetto! XD XD

Allora. La Rolette ( che nome orribile! Qualcuno inventi un nome migliore please!  -_________-“) è una delle coppie che preferisco. Secondo me Olette e Roxas potrebbero benissimo fare coppia e sarebbero troppo teneriiiiii * occhi a cuoricino* vabbè, ditemi cosa ne pensate. Era solo un piccolo esperimento ma spero che vi sia piaciuto ^__________^

Alla prossima fanfic gente, ciaoooo!

 

  
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