Con gli occhi di Bailey
Capitolo 1
Biip.
Biip.
Biip.
Perché non rispondeva? Era tutto il giorno che la cercava.
Bailey posò la cornetta, amareggiata.
Era
tanto tempo che non sentiva Maddie, la sua migliore
amica, e le avrebbe fatto piacere parlarle. Da quando
si era trasferita nel Minnesota non si sentivano più
tanto spesso come avrebbe voluto… Maddie, con i suoi
genitori, era stata l’unica presenza costante nella sua vita, e adesso che non
c’era più Bailey si sentiva sola.
Sola e triste, perché significava che non aveva altri amici. Significava che non
aveva amato e non si era fatta amare abbastanza.
Per
una normale ragazza di dodici anni non era poi così grave.
Una
normale ragazza di dodici anni aveva una vita intera davanti per riparare ai
suoi errori.
Bailey no.
Assorta in questi pensieri, scese in cucina, dove trovò la
madre che preparava uno strano intruglio di verdure. Fece una smorfia.
L’odore non era dei migliori.
La
madre la notò e, con un velo di preoccupazione, le chiese: “Tutto bene,
tesoro?”
“Sì…
Cos’è quella roba, mamma?” domandò
scoccando alla pentola uno sguardo di diffidenza.
“Questa
non è roba, Bailey,
questo è un piatto sano che rinforza i muscoli e le ossa. Ti assicuro che è
molto meglio dei tuoi soliti hamburger” la rimproverò
la signora Graffman.
“Se lo dici tu…”
La
ragazza si appoggiò al tavolo con le mani e sollevò lievemente i piedi da
terra. Si sentì leggera. Non che non lo fosse: era molto
magra. E non perché mangiava poco.
“Bailey… sicura che vada tutto bene?” le chiese ancora la
madre, guardandola. “Sembri… triste. Che c’è? Sei riuscita a parlare con Madelaine?”
Bailey valutò per un istante l’idea di dire una bugia a sua madre.
No, non valeva la pena.
“Mmm… Veramente no. Non risponde
nessuno. Come al solito.”
La
madre la guardò apprensiva. Capiva quello che provava la figlia. O perlomeno,
lei ne era convinta.
“Prova
a chiamare più tardi. Saranno fuori. Sicura che non siano già
partiti?”
“Non
credo. Di solito vanno in vacanza a fine luglio. E comunque
non importa. Non dovevo dirle nulla di urgente” e
senza aspettare una risposta dalla madre, uscì dalla stanza.
Tornò in camera sua, aveva voglia di ascoltare un
po’ di musica. Non aveva uno stereo, di solito usava
il lettore cd portatile. Lo preferiva, perché quando ascoltava una canzone
voleva che quella canzone le appartenesse, voleva essere trasportata via dalla
melodia, ma da sola. Per questo non aveva bisogno di uno stereo.
Inserì
un vecchio cd dei Green Day e schiacciò il pulsante fino a quando non arrivò
alla sua canzone preferita.
Another
turning point
A
fork stuck in the road
Time
grabs you by the wrist…
Il
lettore si spense. Dovevano essersi scaricate le pile.
Bailey, seccata, scese di nuovo in cucina per dire alla madre che
andava al Wallman’s a comprare delle pile.
Una
volta fuori, si impose di non pensare a Maddie. Era una bella giornata di sole, poteva fare un
giretto per il quartiere, nonostante Bethesda non
fosse certo un panorama così piacevole.
Ma
era comunque meglio del Wallman’s,
constatò entrando nel supermercato pochi minuti dopo. Era come
entrare in un enorme frigorifero. Solo che i frigoriferi quando sono
chiusi sono completamente bui, mentre quello stanzone, con le pareti così
bianche e le luci al neon accecanti era decisamente
ben illuminato.
Bailey notò anche, come tutte le volte che vi entrava, che il Wallman’s somigliava terribilmente a
un ospedale. E di ospedali Bailey
ne aveva abbastanza.
Si
diresse verso il corridoio due, dove presupponeva si trovassero
le pile che cercava. Guardava avanti, ma non si rendeva bene conto di quello
che vedeva, poiché la sua mente, nonostante gli sforzi, tornava insistentemente
ai biip del telefono di Maddie.
E fu proprio perché non vedeva dove andava che inciampò in una
piramide di deodoranti. Non riuscì a recuperare l’equilibrio, e cadde sul
freddo linoleum del supermercato perdendo conoscenza.
***