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Autore: Lachesis_    22/01/2010    5 recensioni
[Il diario perduto di Jane Austen]
Che cosa succede quando si perde l'amore di una vita, quello che non si è mai dimenticato nonostante tutto? Cosa succede quando i rimpianti tornano a galla, prepotenti, e il dolore toglie il respiro? I pensieri di un uomo nell'oscurità polverosa della cattedrale di Winchester, davanti alla tomba di un'amore di eccezione.
Fanfiction ispirata a Il diario perduto di Jane Austen di Syrie James.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thoughts at Winchester

Sedeva là, pensieroso all’apparenza; in realtà divorato dal dolore. Un’ombra scura era apparsa a velare i suoi occhi di cobalto, dove sarebbe rimasta sempre. Sedeva nell’oscurità polverosa di Winchester, a fissare una tomba, la sua tomba. Il semplice epitafio, il nome scritto in caratteri gotici. Te ne sei andata, Jane, sei andata dove non potrai tornare più, sei andata senza di me, mi hai lasciato solo. Mi rimangono solo le tue parole, il ricordo di un tuo sorriso, la traccia evanescente di un avvenimento lontano. E il rimpianto. È una creatura subdola, il rimpianto; si infila nei tuoi pensieri, nei tuoi gesti di tutti i giorni, li riempie di se e di forse e alla fine ti costringe a rivangare il passato, quel passato.
Sarei potuto essere lì, a piangere con i tuoi familiari su quella dannata tomba coperta di fiori. Povero, forse, ma ricco dei tuoi sorrisi, delle tue parole. Di te.
E invece sono qui, rintanato in quest’ombra infida, tetra. Ricco, più ricco di tutti i tuoi fratelli messi insieme; e solo, solo come solo chi ha perso un amore, l’Amore, può esserlo. Solo come tu non sarai mai, mia cara Jane. Ti ho amata, ti amo ancora. Ma l’amore non è come dicono; non rende liberi, incatena. Non fa felice nessuno, causa solo dolore.
Ma sono contento di provare quel dolore sordo, che ormai fa parte di me, perché mi ha portato te.
Addio, Jane. A presto, Jane. Se c’è qualcosa dopo la morte, sarà il momento di cambiare il nostro finale, di costruirlo come lo volevi tu: “Con un matrimonio almeno, se possibile anche due”.
Si alzò, raggiunse l’uscita, la strada.
Non avrebbe più avuto bisogno di tornare.

Note.

Ehm… sì, probabilmente sono impazzita. Che cosa mi è venuto quando ho scritto questa cosa non lo so. Fatto sta che era il primo dell’anno, avevo dormito quattro ore scarse e avevo appena finito questo libro. Mi è piaciuto, tanto che mi sono messa a delirare e mi sono chiusa nel bagno del mio alberghetto di Venezia a scrivere questa… cosa.
Vi piace *faccette scettiche*? Non vi piace? Recensite! Grazie!
Un bacione.
Bea

  
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