Auguri
Harry!
Era da troppo tempo che non postavo un oneshot, perciò perché non inviare quella stupida, scema su una coppia che non ho mai trattato come Harry/Ginny. Sono molto emozionata di rovinare questo pairing perciò recensite per dirmi quanto ho fatto schifo.
Buona lettura, Mia
Mi
stiracchio nella mia sedia dopo questa lunga giornata, no, non abbiamo
combattuto contro mangiamorte o altri maghi oscuri, né
abbiamo salvato ragazze
in difficoltà. Sono stato tutto il giorno seduto nella mia
sedia con delle
chilometriche ed infinite pratiche. Magia minorile, o davanti a
babbani, e
tutte questo genere di cose. Poso una mano sulla bocca per reprimere
uno
sbadiglio e incrocio le mani dietro la nuca.
Ho
dimenticato di avere un fondoschiena da non so quanto tempo, penso
facendo una
smorfia di dolore. Non vedo l’ora di arrivare a casa, di arrivare da Ginny, la
mia Ginny, la prenderò
da dietro per la vita mentre lei sta
lavando i piatti (perché è più
romantico se lei sta lavando i piatti, anche se
quando arriverò io al massimo sarà dietro i
fornelli) le coprirò il collo di
baci e...
Okay,
fermati Harry, sei ancora al lavoro, è inutile pensarla
sempre se per adesso
non la puoi avere tra le braccia. Perfetto, adesso parlo anche da solo.
“chissà
quanto starà impazzendo con Jamie e Al” inizio a
chiedermi mentre qualcuno
bussa alla porta del mio ufficio facendomi sobbalzare, preso
com’ero dei miei pensieri.
«sì?»
chiedo mentre mi siedo composto e cerco di scacciare una testolina
rossa dalla
mia mente.
Entra la
mia segretaria, Emily ... ... ... non ricordo il cognome, anche
perché la
chiamo solo per nome, e devo anche ammettere che in questo periodo sono
piuttosto distratto e scordo velocemente le cose, dimenticherei anche
il mio
nome se una targhetta nella mia scrivania non me lo urlasse ogni
secondo, e se Dustin,
un mio collega molto più giovane, mi chiamasse solo per nome
e cognome, come se
fosse un solo nome.
Emily
è
molto alta, anche grazie agli inutili tacchi che porta sempre facendo
riecheggiare quel rumore in tutto il ministero, ha i capelli fin troppo
lisci
(dovrà usare la magia, almeno, Ginny dice così) e
castani come gli occhi.
Ginny
dice che è bella, ma a me non sembra nulla di speciale.
Ma
Ginny in questi giorni è fin troppo strana, e io la conosco
da secoli, e non
l’ho mai vista così strana.
«mi
scusi, sig. Potter, ma la reclamano al telefono» dice la
ragazza diventando
leggermente rossa.
Sì,
avete sentito bene, nel mio ufficio c’è un
telefono, ottima idea per comunicare
con maghinò o fare qualche appuntamenti con loro, che sanno
qualche cosa su
mangiamorte in libertà. Questa è stata una delle
grandi idee di Hermione.
«Emily,
mi sembrava di essere stato chiaro: se non si tratta di
un’urgenza non passarmi
nessuno: non ho molto tempo da sprecare, tra non molto devo andare a
casa» le
dico massaggiandomi la fronte dolorante. Sono i miei occhiali appannati
o i
suoi zigomi si sono alzati in un sorriso?
«dirò
a
sua moglie che è impegnato» dice lei mentre fa per
uscire dalla stanza girando
rumorosamente i tacchi.
«è
Ginny?» le chiedo fermandola. Lei si volta verso di me
borbottando un sì.
«allora
passamela» le dico sorridendo come un idiota.
Perché
Ginny mi aveva chiamato?
Di
solito mi chiamava con il telefono solo per le urgenze, e ancora era
rimasto
inutilizzato... okay, non proprio inutilizzato dato che ieri mi aveva
chiamato
per comprare carne, e l’altro giorno mi aveva chiamato per
ricordarmi che quel
giorno dovevo andare direttamente alla Tana per la festa a sorpresa di
Fred
Junior.
Forse
c’entrava Jamie?
Magari
ne aveva combinata una delle sue.
Sobbalzo
come uno stupido sentendo il telefono squillare, e alzo la cornetta con
la mano
destra, mentre con la sinistra la affondo nelle mie ciocche ribelli per
calmare
la mia tensione.
«pronto?»
chiedo inutilmente.
Dall’altro
capo un rumore come se fosse caduto qualche cosa di vetro. Rumore
sinistro, che
può appartenere solo ad una marachella di Jamie.
«James
Sirius Potter!» la voce aspra di Ginny mi regala un sorriso,
lasciandomi
immaginare la scena. James doveva aver rotto qualcosa di prezioso con
la magia.
Ha solo 3 anni, ma già fa magie, e come birichinate porta
onore ai suoi
antenati, di cui porta il nome.
«ti
avevo detto di non toccare... NO SPOSTATI! Fermo. Reparo! Harry sei
ancora lì?»
mi chiede dopo un po’ lei sottovoce, ma non abbastanza per i
piccoli.
«È
PAPÀ?» chiedono le vocine di Jamie e Al.
«Shh,
papà sta lavorando, tra non molto torna» la sua
voce è stranamente più bassa,
la sua è piuttosto altisonante di
solito
–cosa che i nostri figli hanno largamente ereditato
–, deve aver allontanato la
cornetta, o messo una mano sul ricevitore.
«pottiamo
parlare con lui?» la voce di Jamie è supplichevole
e forte nonostante sia
lontano dal telefono. Posso dire che i miei figli si fanno sentire.
«no,
se
non finite di mangiare!» dice lei autoritaria. Mi ricorda
molto sua madre, la
signora Weasley quando sgridava i gemelli. Al pensiero di Fred mi viene
da
sospirare con lo sguardo basso.
«Ginny?»
la richiamo con dolcezza sperando di poter sentire la sua voce serena
che sa
accendere le mie giornate.
«scusa,
Harry», inizia lei stanca «mi sa che
dovrò trovarti un nome in codice la
prossima volta che ti chiamo, così possiamo parlare in
pace» mi risponde lei
fiacca e sono certo, conoscendola, che sta lanciando delle occhiatacce
ai
piccoli.
«mmm
che ne dici di: “uomo stanco che non vede l’ora di
abbracciare la moglie”?» le
propongo chiudendo gli occhi ed emettendo un respiro profondo.
«temo
che sia troppo lunga» replica lei mischiando le parole ad una
risata cristallina.
È
bello
sentirla così di buon umore.
All’improvviso
mi ricordo che non perché mi ha chiamato, ma se non
l’ha detto subito, non deve
essere grave, mi tranquillizzo.
«Ginny,
perché mi hai chiamato? È successo
qualcosa?» le domando apprensivo.
Il suo
tono diventa leggermente offeso.
«Ho
interrotto qualcosa d’importante?»
Leggermente.
D’ho
un
occhiata alle mie pratiche infinite. Più che interrotto mi
ha salvato.
«nient’affatto,
solo che questo è il numero delle urgenze,
perciò...» come può anche solo
lontanamente
pensare che io non voglia sentirla?
Lei
è
l’unico modo che ho per evadere.
«devo
dire che ero, e sono... terribilmente curiosa» mi spiega lei
con semplicità.
Mentre
parlo con lei prendo una nostra foto, dove siamo tutti e quattro
insieme: Io, Ginny,
James e Albus.
«curiosa
di che?» glielo chiedo ma la mia concentrazione è
tutta sulla foto che mi
sorride.
«come
di che? Del regalo d’anniversario!»
Merda.
Mi cade
dalle mani la foto, grazie al cielo nella scrivania senza rompersi, ma
con il
suo bel casino. Mi sono completamente dimenticato che oggi è
lo stesso giorno
di quando ci siamo rimessi insieme dopo la battaglia.
«Harry?
Sei ancora lì? Cos’era quel rumore?» mi
domanda non sentendomi.
Mentire,
mentire spudoratamente.
«certo
tesoro, niente solo Dustin che fa
cadere
le cose.» le dico con una risata molto simile a quella di un
pazzo «Dustin,
stai più attento» prima parlavo da solo, adesso
parlo al vento.
«allora?»
chiede lei impaziente.
«allora
cosa?» le domando a mia volta terrorizzato.
«il
mio
regalo»
«non
voglio rovinarti la sorpresa»
e che sorpresa
«scusa, amore, ma devo
andare, mi chiamano»
Bugiardo.
Non
aspetto la sua risposta e chiudo. Inizio a correre alla ricerca di Ron,
mentre
Emily mi richiama.
«RON!
ASPETTA!»
«Fammi
capire, tu, il marito perfetto, dolce, carino, sensibile, quello che
dovrei
essere io, a detta di Hermione, che ancora non ha dormito nel divano,
ha
dimenticato l’anniversario con sua moglie, nonché
mia sorella?» enfatizza Ron.
Siamo
vicino al Ministero della Magia, c’è un bar dove
gli Auror vengono spesso nelle
pause.
Ecco,
cerchi consiglio verso il tuo migliore amico ed ecco cosa ricevi: una
ramanzina. Da Ron non me lo sarei mai aspettato, forse da Hermione.
Spero solo
che non si arrabbi, dopotutto è sua sorella. Ma
perché è sua sorella, non
potrebbe essere una ragazza qualunque di cui noi possiamo parlare e
discutere
normalmente?
«sì,
Ron, ho dimenticato uno schifo di anniversario, mi puoi dire cosa posso
fare?»
gli chiedo con la voce di uno schizofrenico.
Chiude
gli occhi in modo teatrale e tende una mano verso di me facendomi cenno
di
stare zitto.
«è
un
momento importante, aspetta, non capita tutti i giorni che sbagli
tu» riapre
tutt’a un tratto gli occhi allegro «non vedo
l’ora di vedere la faccia di
‘Mione quando glielo dirò» come
può pensare di dirlo ad Hermione
«non
pensarci nemmeno, vile traditore, pensavo che almeno tu mi potessi
aiutare,
quando succede a te che fai?»
Lui
chiude gli occhi a fessure per pensare e poi il suo sorriso si allarga
fra le
labbra.
«dormo
nel
divano, semplice, spero che la tua schiena sopravviva, io ogni volta ho
la
schiena a pezzi» dice sghignazzando, facendo nascere in me la
voglia di
cruciarlo.
«grazie
Ron, adesso sì che mi sento meglio»
«comprale
un regalo, no?» mi consiglia lui.
«fin
qui
ci sono arrivato anche io. Ma a quest’ora tutti i negozi sono
chiusi, a parte
questo bar... ma che faccio? Le compro un Whisky Incendiario?»
Ron
stringe le spalle.
«meglio
di nulla»
Roteo
gli occhi. Perfetto, è in questi momenti che gli amici ti
aiutano, come non
detto. Ci deve pur essere un modo per salvarmi la pelle.
Uhm,
forse i “Tiri Vispri Weasley” sono aperti... ma che
faccio? Il massimo che
posso fare è comprare la polvere buio pesto mentre mi
urlerà contro.
Ha
già
una puffola pigmea, l’anno scorso le ho già
comprato un anello, mi sembra
ridicolo comprargliene un altro. Dovrebbe essere qualcosa... qualcosa
di bello,
non dei “soliti regali d’anniversario”.
Solo
che all’ultimo minuto non posso fare granché.
In
questo momento vorrei tanto sapere chi è stato
quell’idiota ad inventare gli
anniversari, e posso mettere una mano sul fuoco che è stata
una donna.
«ehi,
Harry, hai trovato?»
...
«Harry?»
…
«Ehi,
Harry, mi senti?»
Sì!
«Ho
trovato!» salto su dalla sedia
«che
cosa?»
Mi
volto verso Ron.
«secondo
te? Che cosa fare come regalo a Ginny» sento una vena nella
fronte pulsare. A
che altro potrei riferirmi?
«e
cioè?»
«la
porto a cena fuori»
«e
Albus e James?»
Ops,
non ci avevo pensato. A chi posso lasciare quei piccoli diavoletti?
Deve essere
qualcuno di cui mi fido e che conosco da tempo, ma non Molly,
è sempre molto
dolce, e so che accetterebbe, ma merita un po’ di riposo.
No,
deve essere una persona che conosco... un amico.
«Ron...»
mi volto verso il mio amico che beveva tranquillamente la sua
burrobirra, mi
guarda ora spaventato.
«non
mi
piace come mi guardi, Harry»
Mi
avvicino a lui
«Ron,
io e te siamo amici per molto tempo, giusto?»
«sì,
ma
non so se lo saremo ancora per molto. Sai, mi spaventi»
«dai,
per favore, li tieni tu, solo per questa sera, ti farò
qualsiasi favore, ma ti
prego, fammi questo piccolo enorme favoruccio»
«tenerti
Al e Jamie? Ma scherzi? E poi io ho già una figlia a cui
badare» protesta lui.
«sì,
ma
Rose è tanto dolce, vuole tanto bene al suo cuginetto Al,
non vorrai negarle
questa amicizia? E poi James potrebbe ingelosirsi ritrovandosi solo
soletto»
«Harry,
mettiti il cuore in pace: non ti farò da baby sitter, devo
recuperare anch’io
con Hermione... sai, l’ultimo anniversario...»
Sbuffo.
«e
che
fai?»
«andiamo
tutti e tre al cinema, o meglio, tutti e cinque, ci sono pure i
suoi»
Lascio
la testa pesante sul tavolo davanti a me.
«sono
un uomo morto»
Ron
ghigna alle mie spalle.
«oh,
sei unico, Harry, non ti sei fatto uccidere da Voldemort, e ora rischi
la vita
con mia sorella? Ah ah»
Alzo
la testa per offrirgli un occhiata torva.
«Ronald
Weasley, stai per
morire»
Rincorrere
Ron per tutta Londra magica non è un buon modo per trovare
il regalo di Ginny.
E nemmeno aiuta a fare una bella figura davanti ai tuoi colleghi.
Così
mi ritrovo davanti a casa mia con un mazzo di rose rosse
–leggermente rovinate,
perché le ho date anche in testa a Ron-, aspettando che
qualcuno mi apra,
cercando di ritardare il più possibile il mio arrivo.
Ma
Ginny, con la magia, apre la porta. Grazie al cielo è troppo
occupata a
rimproverare a James e ad Al.
Potrei
sgattaiolare nella stanza da letto facendo finta di dormire come un
sasso,
troppo stanco.
Ma
non ho nemmeno il tempo di smaterializzarmi che mia moglie corre ad
abbracciarmi.
«fantastica
giornata oggi, eh? Come è andata al lavoro?»
«bene...
cioè, è stato tutto molto stancante, sai credo
che andrò a ...»
«PAPÀ!»
due piccoli monelli mi imprigionano nel loro abbraccio.
Ginny
sorride allontanandosi.
«avete
fatto disperare la mamma oggi?» domando sorridendo.
Che
bello ritornare a casa, ed essere accolto come un padre, in una
famiglia che ho
formato con Ginny. Possibile che debba rovinare tutto?
«tì
è tato Jamie, io no» mi risponde il più
piccolo Albus.
«non
è vero» replica il maggiore.
«bambini,
che cosa abbiamo detto» li zittisce Ginny. «su, ora
a nanna, forza»
I
piccoli sbuffarono e protestarono, ma alla fine andarono nella loro
stanza.
«Sai,
Ginny, stavo iniziando a pensare di separare le stanze di Al e Jamie,
sì,
insomma, combinano i loro guai insieme.... Ginny?»
Mia
moglie mi guarda sorridendo, e credo che non abbia dato retta nemmeno a
metà di
ciò che ho detto.
Bé,
Piano Cambia Discorso fallito.
«Allora?
Il regalo?»
«eh...
ehm... uhm ...ecco, vedi... tatà» gli mostro il
mazzo di rose mezzo rovinato,
sperando di farcela.
Il
sorriso che fino a poco fa era tra le sue labbra scomparve. Il suo
occhio sinistro
sembrava in preda ad un tic.
Ok,
sono nei guai.
Il
suo occhio adesso è fermo, ma il suo viso è
contrito in un espressione, come
dire? Poco amichevole? Ma anche sconfitta.
«lo
sapevo, lo sapevo che te ne saresti dimenticato»
Sbuffo.
«senti
Ginny, io ho molte cose a cui occuparmi tra il lavoro, i bambini,
....» ma lei
non mi fa finire.
«credi
che io stia a casa a girarmi i pollici? Ho lasciato il lavoro solo
per.... per
stare con i bambini. Ti rendi conto che non potevamo lasciarli sempre
da mia
madre»
Le
faccio segno di tacere, e vado nella camera dei bambini.
«Muffliato»
bisbiglio ad ognuno dei due, che nonostante facciano finta di dormire
so che
ascoltano.
«mi
dispiace, okay? E sono lieto, però che i piccoli non stiano
soli con Molly,
sono due pesti. Ma... ma Ginny, stiamo iniziando un litigio solo
perché ho
dimenticato un anniversario» cerco di banalizzare io.
Pessima
idea.
«oh
oh, non è solo l’anniversario, sono un sacco di
cose, tu... tu stai sempre a
lavoro insieme a quella stupida ragazzina, lo sai che ha 19
anni?»
Aggrotto
le sopracciglia.
«che
cosa vuoi dire? È la mia segretaria, Ginny,
nient’altro. Chiaro? Sei ridicola
quando fai queste scenate»
Altra
pessima idea.
«ah,
io sarei ridicola! Bene, però quando tu infastidisci Dean?
Chi è quello
ridicolo ora?»
Non
infastidisco Dean, sia chiaro. Solo non sopporto vederlo girare attorno
a lei.
Mi fido di lei, non di lui.
«Dean
è un idiota»
«pensavo
fosse tuo amico»
«pensavi
male, non sarebbe la prima volta» la rimbecco io.
Si
avvicina pericolosamente a me con i pugni serrati e gli occhi chiusi a
fessure.
«Harry
James Potter, sei un idiota, io...» inizia a darmi colpi con
i pugni chiusi, ma
deboli, nonostante sia arrabbiata, di solito è molto forte.
Ma
la cosa più strana di tutte è che perde
l’equilibrio, e se non avessi presa
sarebbe caduta per terra.
«Ginny,
stai bene?» mormoro io spaventato. Ha il viso pallido e
sembra che debba
vomitare da un momento all’altro.
Infatti
scappa dalle mie braccia per correre in bagno.
La
seguo.
«Ginny...
tutto bene?» chiedo quando lei ha finito.
Prima
di rispondermi si pulisce la bocca con l’acqua. E poi mi
guarda truce.
Brutto
segnale.
«allora,
ho vomitato, non sono riuscita a colpirti decentemente poco fa e, ah,
mi sento
uno schifo, secondo te va tutto bene?»
«vuoi
qualcosa? Non so, Burrobirra, Whisky incendiario»
«no,
niente di alcolico» risponde lei prontamente.
«acqua?»
Fa
un bel respiro. «acqua» afferma lei
«perché
poco fa litigavamo?» mi domanda.
«perché
ho dimenticato l’anniversario, e tu credi che
c’entri Emily» le rispondo
scettico.
«allora
lo ammetti! Comunque, io intendevo perché adesso litigavamo,
di solito non
succede molto spesso.»
In
effetti ha ragione, litighiamo di rado, spesso per cose molto serie,
mentre
Hermione e Ron litigano per qualsiasi cosa.
«non
lo so, ma trovo che sia normale, lo stress, e tutto il resto»
dico alzando le
spalle.
«io
ho un’altra teoria»
«sarebbe?»
«tu
sei un idiota» mi risponde lei semplicemente facendo ridere
entrambi.
Da
quanto tempo è che non ridiamo?
Tra
le notti insonni per James e Al, sono pochi i momenti di
serenità in famiglia.
Lei è strana, distante, debole, a volte isterica, e, ora che
ci penso, è da
molto che non beviamo in pace un po’ noi due.
«Ginny,
sei sicura di non volere un goccio di Whisky?»
Lei
ride.
«che
c’è? Vuoi farmi dimenticare la lite?»
«a
proposito, che regalo mi avevi fatto tu per
l’anniversario?»
Lei
diventa immediatamente rossa.
«che
c’è? Non mi dire che l’avevi
dimenticato» la beffeggiò.
Ginny
inizia a mordersi il labbro inferiore.
«ehm,
ecco...»
«e
hai fatto la ramanzina a me quando tu non avevi fatto nulla?! Sei stata
molto molto
scorretta»
Ora
il suo volto è serio.
«non
l’ho dimenticato»
«no,
davvero?»
«davvero
no, non so però... pensavo che tu l’avevi capito,
invece ti sei dimostrato più
sciocco di quanto avrei mai immaginato»
Che
vuole dire?
«non
ti capisco»
«siediti
tesoro, sono piuttosto debole, e non mi andrebbe di sollevarti per
terra» mi
ordina lei ridendo.
«mi
devo spaventare»
Ride
di nuovo. È bella.
«dipende
dai punti di vista»
Mi
siedo sul divano davanti a lei.
«...
ecco, diciamo che il mio regalo arriverà in ritardo...
diciamo... tra 9 mesi»
...
Padre?
Per la terza volta?
...
Buio.
Sento
solo una voce prima di svenire.
«andiamo
Harry, magari questa volta è una femmina»