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Autore: Malia_    24/01/2010    6 recensioni
Sei nei battiti forzati del mio cuore ormai morto, sei negli attimi di vita che percorrono la mia strada dall’alba al tramonto, semplicemente sei… me. Non posso salutarti, non posso parlarti, nella mia anima solamente nome, nome macchiato da un ricordo di complicità, tanto forte da aver scavato nel mio spirito ed averlo marchiato con un segno indelebile che ora rischia di distruggere tutto il mio mondo. Chi sei? Non ne ho idea.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa shot l'ho scritta tempo fa, in un pomeriggio un po' nero, per me stessa. In realtà non avrei mai pensato che l'avrei postata un giorno, anzi... volevo tenerla per me. Ma poi ho pensato che questi chiamiamoli "pensieri" erano gli stessi che Bella poteva aver fatto quando Edward se n'è andato lasciandola sola, quello che poteva aver sentito lei stessa, percepito dentro di sè. Lo stesso dolore, la stessa angoscia, sofferenza che ho provato io. E quindi ho deciso di condividere questa piccola one-shot sperando di farvi in qualche modo riflettere o beh... diciamo vivere insieme a me e a Bella lo stesso dolore se vogliamo. Spero vi possa piacere e in qualche modo farvi capire quanto amo la scrittura. ^^ Un bacione a tutte e buona serata!!!! Malia


Per sempre tua.
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Sei nei battiti forzati del mio cuore ormai morto, sei negli attimi di vita che percorrono la mia strada dall’alba al tramonto, semplicemente sei… me. Non posso salutarti, non posso parlarti, nella mia anima solamente nome, nome macchiato da un ricordo di complicità, tanto forte da aver scavato nel mio spirito ed averlo marchiato con un segno indelebile che ora rischia di distruggere tutto il mio mondo. Chi sei? Non ne ho idea. Forse un mostro, un mostro… sì, chiamato Amore. E tu nella tua sofferenza osservi cieco lo stesso buio, la stessa paura che dilania la mia anima alla costante ricerca della tua, qualunque cosa, darei qualunque cosa per averti. Inevitabile il mio pensiero e tu, tu non lo sai, non lo saprai mai. Quale pazzia giace in fondo ad un sentimento? Quale passione, quale dolore, quale forza può permettere ad Emozione di divorare la coscienza? Notte insonne, porta consiglio di vita, fantasticare conduce al dolore dell’anima. Eppure… sono vicino a te, ogni sera al buio della stanza le mie mani sono tra i tuoi capelli e tu, ignaro bimbo, tenti di addormentarmi e spegnere i miei incubi, il volto del male che mi hai fatto, il volto del male che uccideresti con la tua rabbia assetata di sangue. Potessi essere io… oh potessi essere io solo per qualche minuto colei che si siederà al tuo fianco e osserverà i tuoi occhi tristi chiedere amore! Oh Dio, Dio del mio cuore, della mia anima, dimmi cosa sta succedendo. Ti desidero, desidero vivere di te, desidero morire di te, consapevole che questo amore mi porterà alla distruzione del pensiero e del cuore, ma non importa. Le mie mani pregano giunte ogni sera perché il tuo cuore sia protetto, segretamente piango tutte le mie lacrime perché tu possa essere felice. Sei un’ossessione, ti sto donando tutto, tutta me stessa, sperando che il mio pensiero ti raggiunga, che tu possa sentire le mie labbra sulle tue alla sera, quando steso ripensi alla tua vita, così silenziosa, incessante e inevitabilmente ancora… hai paura del mondo. Io sento la tua paura, mi fa battere il cuore, che rimbomba e non mi dà tregua, il tuo terrore è il mio. Cosa darei per calmare i tuoi timori, cosa darei per tenerti stretto e non lasciarti andare. Ho paura che venderei la mia anima per vedermi accanto a te solo una notte, ho paura che io mi stia distruggendo e spegnendo lentamente, perché senza te ogni cosa sta diventando maledettamente inutile. Da quando… da quando vivo la prigione delle mie giornate in agonia, aspettando un momento, solo un momento che non verrà mai. Aspetto l’addio… che assurdità, aspetto l’addio che mi ucciderà, nel sangue, nel dolore, lo attendo felice perché potrà per un attimo, un solo attimo, farti rimanere vicino a me e così potrò godere del tuo tempo per qualche secondo, godere della tua presenza non reale. Amore lo chiamano, amore… sinonimo di ossessione, di paura, di dolcezza, di sentimento, di immagine, di pensiero, di passione, di corpo, di felicità, di Inferno e Paradiso, di labbra e di sguardi che io non avrò mai. E urlo, grido la mia rabbia. Non doveva succedere, non doveva succedere, non sono così, è impossibile, cerca di capire che è impossibile, ti prego! Eppure sei così vivo dentro me, ti sento sbattere ridondante nel mio spirito, protetto dalle mie fantasie, sei così reale, come posso fingere che tu non sia amore? Ideale, sei ideale… no, non lo sei, so chi sei, non perfezione, sei tu! Tu, le tue parole, il tuo dolore, i tuoi sorrisi, ti immagino così ragazzo, così uomo, camminare facendoti domande, sederti sul letto e guardarti allo specchio pensieroso. Domandarti perché… perché tutto questo. Ora sento le mie lacrime che calde scendono sulle mie guance e mi chiedo cosa starai facendo, e perché sei lontano da me, un groppo mi chiude la gola e io rido… sono ridicola.  Un’esagerata, non so più distinguere realtà e fantasia, ma per prenderti la mano e vedere un tuo sorriso  venderei il mio corpo. Allora ditemi, voi che potete giudicare, che cosa è se non amore? Non lo conosco. Aspetto… ma dove sei? Aspetto… ma tornerai? Porto le ginocchia al petto tentando di ricordare me stessa… tante volte ho combattuto il dolore, vincendo, perché niente è in grado di sconfiggermi, ed è bastata un tua parola, una sola, per far crollare le mie difese, per far crollare il mio mondo. Non è giusto… non è giusto!! Grido nell’oscurità tentando di graffiare il mio viso, disgustata dal mio petto, nauseata dalle immagini di te che attraversano la mia mente. Non sono io, non sono io, non sono io e la consapevolezza mi spegne, mi distrugge e mi getta in uno stato di apatia confusa che non mi fa pensare razionalmente. Piango… guarda le mie lacrime, sentile, oddio, toccale! Oh… oh, ti dispiace, lo so, ma in fondo che importa, sarò io a strappare le vesti alla mia anima denudandola di fronte a te, io a umiliarmi per amore, io a credere in te, o forse… o forse no, ti caccerò non lo so, ti allontanerò perché non voglio stare male, non voglio sentirti dire che hai paura di ferirmi, ma credimi, sono già morta. Cosa devo fare? Non posso pensarti, adorarti, rimuginare sulle tue parole, né posso dimenticarti, farei male a me stessa. Non mi resta che prendere tempo, sconfitta, solo lo scorrere dei minuti a lenire la mia ferita, che tristezza… impotenza, meglio la morte all’impotenza del tempo incessante, meglio dormire un’eternità che rimanere senza la consapevolezza di questo sentimento. Verrà un altro e avrà il tuo volto, tento di illudermi, di rincuorarmi, ma non è così, lo so. Sensazioni e sentimenti che mi sconvolgono raramente, ho sempre scelto, non ho mai lasciato scegliere all’amore, questa è la prima volta, e l’ultima. Non voglio più sentire questo dolore, mai più, voglio dimenticarlo e lasciarlo scivolare su di me come se non fosse mai esistito. Almeno… questo è quello che vorrei… mi illudo che tutto possa passare velocemente. Il giorno riesco a comprimerti nel cuore e limitare l’esplosione di questo sentimento, al buio diventi tortura, la notte il desiderio di te diviene insistente e uccide lentamente la mia anima di passione e voglia, toccarti e sentire l’odore della tua pelle mentre le coperte avvolgono il tuo corpo nudo diventa una necessità che fa smaniare la mia anima.  E allora mi soffoco col cuscino pensandoti, provo a morire senza ossigeno, quando in realtà sono già morta senza di te. Che ironia! Il destino gioca a farsi beffe del mio cuore. Non riesco a controllare il desiderio di capire chi sei e parlo costantemente di ciò che di te conosco, arrivando a non comprendere più me stessa e il mio essere, arrivando ad annullarmi per cercare di afferrare quel poco che so di te. E non c’è altro, il resto è noia, il resto è nulla, il resto non è. Potrei rimuginare ogni secondo su ciò che sei, su ciò che sono, ma non lo so, non lo so più e rischio solamente di provare dolore, sofferenza, ed è sempre dannatamente reale, anche se tu non ci sei e non ci sarai mai. Posso vivere con la costante consapevolezza di averti dentro la mia anima, lo so, ma non potrei mai convivere con la coscienza del tuo rifiuto. Mi uccideresti… ho paura. Non voglio, non voglio parlarti, ma ne sento il bisogno, non voglio conoscerti, ma morirò se rifiuterò di farlo. Non ho scelta, morire per morire, voglio scegliere la morte più dolce, lasciarmi cullare dalle note lontane della tua durezza, oppure della tua voce, non so cosa mi riserverà il futuro, fammi male, pugnalami, sanguinerò, griderò amore, ucciderò me stessa allungando le mani e tentando di arrivare a te, ma almeno potrò assaporare almeno una volta l’emozione della tua presenza, l’emozione di una tua parola. Questo mi basta per scegliere di morire, questo mi basta per continuare a vivere. Ora, oggi, per sempre tua.
   
 
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