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Autore: francycnarf    24/01/2010    1 recensioni
Aveyond II Ean's Quest
Segreti e menzogne alla corte di Thais, un mistero avvolge le ore notturne del Principe quando è nella sua città, voci che bisbigliano di fatture e stregonerie scagliate su di lui, che ogni notte fugge via per i vicoli deserti della città, lasciando atterriti o delusi ficcanaso, guardie di palazzo e spie, perché tutte le volte che Nicolas Pendragon si muove furtivamente tra quelle vie, qualunque ombra carezzi la sua regale figura se lo porta improvvisamente via nel mistero…
Genere: Malinconico, Fantasy, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note d’Autore: Oh yeah, la voglia di scrivere ritornò u.u! Salve a tutti! XD Mi presento con una fiction ispirata ad un videogioco che ho amato tanto, Aveyond II Ean’s Quest ( scrivo il titolo così in evidenza perché ovviamente non c'è una voce nei videogiochi che sia Aveyond, difatti ho digitato come vedete su Altro, perciò se ho fatto qualche errore nel collocare la fiction, pregherò che un membro dello staff venga a soccorrermi!XD L’idea di fare una yaoi su due personaggi del videogioco mi è venuta dal fatto che si odiavano tanto da non poterli tecnicamente tenere tutti e due nel Gruppo di missione, devi per forza escluderne uno XD! Sì, quelli che hanno giocato a questo fantastico gioco in questo momento staranno ad occhi spalancati a fissare lo schermo e pensare:"Questo è pazzo?" XD Magari senza nemmeno un'interrogazione. Ma la mia mentalità malata ha pensato bene di farci una love story su di essi, che vi devo dire ù.ù E sono anche un po' andato di fantasia su alcuni punti per renderli più realistici in una fan fiction, ma alla fine nulla di importante ^^! Beh non ho molto altro da dire!XD Spero che vi piaccia ^-^ Anche se è molto improbabile che una fiction su un videogioco praticamente sconosciuto abbia tante recensioni. Oh beh! XD L'importante è che mi sia piaciuto scriverla ^^ ( Pensiero dell'autore: forzerò/arruffianerò qualche amichetto/a a recensirmi ù.ù) Buona lettura =3.
Disclaimer: I personaggi principali e quelli che orbitano attorno a loro sono produzione della Amaranth Games, non c’è alcuno scopo di lucro, essenzialmente di intrattenimento e divertimento.

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Gavin Morven è il diavolo. Era ciò che diceva il buon e rispettoso costume della città di Thais. Quando usciva dai cancelli d’ingresso, i cittadini tiravano un sospiro di sollievo, ma quando ritornava per qualche ignoto motivo con quei due Mezz’elfi e l’allegro Ranger, tutti quanti cercavano di stargli alla larga, soprattutto le donne, di qualunque età esse fossero. Era un diavolo proprio perché era uno stregone che utilizzava la Magia Oscura, un Warlock. Ma era anche diavolo perché aveva un certo savoir-faire che avrebbe tentato anche la casta sacerdotessa più pura e devota alla Dea. Non si sapeva se la sua fama fosse retta più dalle sue arti magiche o dal suo carisma, in effetti.

Proviene da Bogwood, quella cittadina è abitata da feccia, di cui egli è quasi un idolo, un simbolo. Le discriminazioni su Gavin erano infinite per i cittadini di Thais; sarebbe stato più facile contare tutte le volte in cui il ladruncolo Jack era finito in prigione per furti stradali.

La compagnia con cui Gavin viaggiava era composta da lui, quarto membro del gruppo in ordine di arruolamento, Rye, un Ranger proveniente dalla cittadina rurale di Ryva, e due mezz’elfi provenienti da un mondo magico lontano da quello degli uomini in cui erano capitati: Ean e Iya erano amici da sempre, ma le loro strade si erano separate e riallacciate a causa degli intenti di dominio della Regina delle Nevi.

Già, era la stessa Regina delle Nevi che stava creando un bel po’ di scompiglio in tutto il mondo degli uomini. Con abile mossa era riuscita a congelare i sovrani di tutti i regni della Terra Principale, se non il sultano di Seri. Gli mancava solo una cosa: Iya, la Cantante Maga, la cui magia elfica le avrebbe concesso il dominio su qualunque mondo.

Era sicuramente un piano molto ambizioso e affascinante, pensava Gavin, ma né lui né il suo villaggio di streghe erano tanto interessati a ritrovarsi la loro orrida palude infestata da neve e ghiaccio. Era una questione di principio: se vuoi renderti più cattiva di una strega, non lamentarti se ti ritrovi le guardie tramutate in rospi o i topi nel letto!

Ma Gavin ora pensava che ci voleva ancora un bel po’ per confrontarsi con la Regina delle Nevi. La compagnia doveva prima di tutto trovare dei piani segreti a Eredar, di cui il principe di Thais, Uthar, amava tanto sproloquiare. Sembrava che potessero annientare le difese della Regina delle Nevi nella sua città, Shaenlir, e consentire un bel contrattacco. A Gavin certe strategie non piacevano: preferiva agire nell’ombra.

Altra missione di minore importanza – almeno secondo Gavin- era ristabilire lo spirito di Iya, che doveva avere una benedizione da sei ninfe spirituali di Gavin-non-sapeva-cosa, situate in Gavin-non-ricordava-dove. Ma continuava a proporre spudoratamente a Iya di uscire con lui, che l’avrebbe fatta sentire come un gatto: con sette vite. Ma ogni volta Iya arrossiva e si riparava dietro a Ean, che gli grugniva di piantarla.

“Bah, elfi”.

Ma bandendo alle ciance e a pensieri inutili, Gavin era rientrato col suo gruppo a Thais per aggiornare Uthar sull’andamento della missione di recupero dei piani segreti.

Entrando nel castello di Thais, incontrarono anche l’altro gruppo affiliato. Mentre loro quattro cercavamo dei piani a Eredar, questi altri si occupavano dell’Unione dei vari regni contro la Regina delle Nevi. Oltre il ladruncolo Jack, la cui utilità era pari a quella di una melma delle paludi, c’erano Ava, una bella “gnocca da mare” –pirata dell’esotico regno di Seri-, Emma, una bella “gnocca da casa” –ex cameriera della città di Candar, la città dell’Amore; purtroppo ora era un’abile combattente: faceva quasi paura quando Gavin provava a parlarle!-, e quel gran sborone, altezzoso, superbo, intrattabile, insopportabile –quasi quanto Gavin stesso- e, ultimo ma non meno importante, nobile principino Nicolas, il guaritore e capo del gruppo, nonché secondogenito del re di Thais- momentaneamente congelato da quella frigida della Regina delle Nevi- e fratello di Uthar quindi.

Eccolo che entrava nella sala del trono. Doveva essere un attimo andato nelle sue stanze a impomatare la sua faccia da Gavin-non-può-dire-cosa e a profumarsi. C’era qualcosa di più orrendo al mondo di un principe con la puzza sotto al naso? Il suo cuoio capelluto era di un argento tendente al biondo ed erano lunghi, un ciuffo scendeva su un occhio, mentre quello esposto era di un freddo azzurro. Il volto era fine e ben curato, tutt’al contrario di Gavin, su cui era presente una leggera barba. I vestiti erano leggeri, costituiti da una semplice toga lunga, azzurra e gialla che lo copriva tutto. Assomigliava ad un leggendario Druido quasi! Appena entrò, tutti i membri dei due gruppi fecero una piccola riverenza, tutti tranne Gavin, ovvio. Forse era proprio per questo che lo sguardo di Nicolas, una volta indugiato distrattamente sui compagni inchinati, era caduto su Gavin; aveva l’espressione di chi effettivamente ha visto la più grande feccia esistente al mondo nel suo palazzo.

- Hmpf… Uthar,eccomi di nuovo- fece sdegnoso al fratello, capirai, è difficile capire con chi Nicolas si mostra gentile e umile – Per quanto riguarda i rapporti a Seri e Candar…- Gavin si degnò di seguire il discorso sino a lì, poi si appoggiò al suo bastone da battaglia distrattamente e adocchiò un paio di cameriere che passavano lungo la sala del trono, una delle quali lo guardava di sfuggita, arrossendo e accelerando il passo.

Se Gavin pensava che originariamente i due gruppi avevano la medesima missione, quella di recuperare i piani a Eredar in qualche modo, ma che sono stati poi separati da un capriccio di prim’ordine, gli montava quasi la rabbia. Certamente, il principino Nicolas non poteva di certo mettersi a viaggiare con una feccia come Gavin stesso! Ne sarebbe andato del suo onore, oltre che della sua immagine! Tanto valeva mettere Ean in condizioni di dover scegliere se tenere o Gavin o lui. Alla fine Ean ha scelto bene: tenere un mago che usa magia offensiva può essere molto più utile di un mago che usa magie passive o curative, almeno secondo il punto di vista di Gavin stesso, ovvio. E per inciso anche lui sapeva curare- anche se non efficacemente come Nicolas! Che poi si scocciasse a curare i suoi compagni dopo uno scontro era un altro paio di maniche… Il fatto vuole che Nicolas, sdegnato di esser stato surclassato e deciso a far qualcosa, era andato da suo fratello e gli richiese(lo assediò di imposizioni) una missione importante, portandosi così come compagni Jack e le due gnocche. Tutto questo perché non sopportava Gavin… Anche se in effetti nemmeno Gavin amava tanto i nobili e i ricchi viziati e arroganti come Nicolas.

Che ragazzino insopportabile…

~

In serata tutto il gruppo tranne Nicolas si intrattenne in una taverna a mangiare qualcosa. Una volta tanto se lo meritavano un po’di svago, no? Peccato che doveva essere sempre e solo Gavin a proporre e organizzare tutto per divertirsi un po’… E peccato che le sue idee dovevano sempre esser smussate, semplicizzate, purificate e anche insultate. Eppure avevano solo un’accesa tonalità di perversione, che male c’era, si giustificava Gavin?! Che bambini, si vedeva che egli era ventottenne e loro, sì e no, ancora degli adolescenti.

Osservava un Ean ed un'Iya che discutevano divertiti con Emma e Rye – oh, che coppiette smielate-, Ava che chiedeva l’ennesima birra come se fosse acqua – mai una volta che si ubriacasse sul serio! Se succedesse, Gavin non esiterebbe a sincerarsi della prosperosità della donna-, e Jack che…

Gavin sospirò. Era inutile anche dire cosa stesse facendo quel cleptomane.

Perciò visto che si annoiava a morte, salutò tutti i presenti con la sua solita formula di congedo:

- La passera chiama, bimbi!- e se ne andò. Sapeva già chi poteva essere la vittima di quella notte. Inspirò l’aria e si leccò il labbro superiore. Quella caccia gli sapeva tremendamente di proibito; adorava il proibito.

~~

Nicolas amava la lettura. Era una di quelle poche cose che sapevano distogliere la sua attenzione, i libri fatti per bene. E ovviamente i libri ben scritti erano quelli della sua famiglia, che domande, la famiglia Pendragon. Il primo libro che lesse della sua famiglia fu scritto dal suo bis bisnonno, un tempo Druido del Sole , Dameon Maurva, in cui narrava tutte le avventurose vicende con la futura consorte e compagna di viaggi, Rhen Pendragon, dal cui utero discese poi tutta la stirpe reale che governava col perenne senso della giustizia a Thais. Erano due le cose che affascinavano Nicolas di quel racconto; prima di tutto il fatto che Dameon, come lui, utilizzava la Magia Bianca, tratto genetico ereditato quasi duecento anni dopo solo e soltanto dall’orgoglioso Nicolas; secondo che i suoi avi s’erano amati durante un’avventura, riportando Thais alla prosperità con l’amore… Era strano potersi innamorare di una persona in una missione in cui in ballo c’è la propria vita, innamorarsi a tal punto da condividerne le responsabilità di un regno da governare. Anche Nicolas sognava segretamente un amore simile. Egli era così dolce e fantasioso nel mondo dei sogni, così duro e freddo in quello concreto. Finora l’unica missione in cui si era mai immerso era quella attuale; ci metteva però così tanto impegno e serietà che non si lasciava andare nemmeno per un attimo. Eppure nel suo gruppo principale c’erano due ragazze, ma una, promettente tirocinante nell’accademia militare di Wars & Magic, era sicuramente sentimentalmente impegnata con Rye, un’altra… Beh… Una piratessa non era di certo un gran bel vedere per la cittadina di Thais, che offriva a Nicolas le più nobili, belle e intellettuali donne sul mercato. Per quanto riguardava Iya, erano due le sorti che l’attendevano: o la morte in missione o il felice ritorno nel suo mondo. Non aveva perciò ancora molte speranze di avere una relazione sentimentale come quello tra Dameon e Rhen.

Sospirò e richiuse il libro che stava leggendo. No, quella sera aveva troppi pensieri per la testa per potersi svagare. Suo fratello Uthar aveva detto che dovevano iniziare a instaurare rapporti diplomatici anche sulle isole delle Terre Selvagge, e Nicolas doveva ancora studiare i giusti approcci da seguire con la gente del popolo. Magari una ricerca in biblioteca delle usanze e del buon costume degli elfi di quelle terre l’avrebbe aiutato. Uscì dalle stanze e si diresse al secondo piano, ove c’era una delle biblioteche più fornite al mondo. Si affacciò per un attimo alla finestra. Ean e gli altri avevano detto che sarebbero andati in una taverna a Thais per svagarsi un po'. Certo, loro si divertono e Nicolas lavora, che gran sdegno per il principe. Ma in fondo non li biasimava se s’erano fatti influenzare da quel fannullone, buono a nulla, arrogante, meschino, menefreghista, gradasso e, soprattutto, feccia di Gavin. Anzi, non osava nemmeno chiamarlo per nome, quasi come se portasse male: lo chiamava semplicemente “la Feccia”. Nicolas sperò di essere così occupato con la missione da non rivederlo mai più.

E sì, a volte capita anche per i principi, non sempre i desideri si avverano, soprattutto perché la scena che gli si presentava davanti sembrava quasi voluta da una divinità malevola: un uomo dai capelli rossi raccolti in una coda, alto e possente, con un’armatura nera e grigia di tutto punto e un mantello marrone gli rivolgeva le spalle, mentre da sotto le ascelle, quasi come fossero una cintura dell’individuo, uscivano delle gambe incalzate con ballerine nere, un paio di mani femminee si aggrappavano alle spalle della sua armatura oscura. Uno squittio represso da un minimo di pudore rimasto usciva dalla bocca della proprietaria di quelle belle gambe e delle mani curate, mentre un verso roco e soddisfatto veniva esalato dall’uomo ogni volta che il suo bacino si spingeva verso la donna.

La rabbia di Nicolas fu tale che quel verso gli sembrava quasi quello di un maiale eccitato. Evocò il suo bastone. Forse usava magia non offensiva, ma il suo bastone faceva comunque male, questo era poco ma sicuro.

Caricò silenziosamente l’individuo alla testa, che smise di spingere, mentre la donna piacevolmente inchiodata al muro represse un urlo, terrorizzata dalla presenza dell’ultimo individuo che li avrebbe dovuti scoprire lì, lungo i corridoi del castello in cui lavorava, a fare cose inammissibili… E, soprattutto, a farlo con l’ultima persona da cui poteva sognarsi di farsi adescare per un paio di minuti di sfrenato ma silente piacere.

- Ha fatto male – gracchiò piatto Gavin, toccandosi la nuca, senza voltarsi verso chi gli aveva procurato dolore. Come se non lo sapesse chi potesse esser stato: il volto della cameriera che manteneva per i glutei diceva tutto. Riprese perciò a spingere, ma ormai la magia era infranta, la cameriera di quella mattina chiedeva disperatamente di smetterla, gli evidenziava furiosamente che c’era il padrone, qualcosa sul fatto che perdeva il posto per colpa sua, cose di questo genere.

E si aggiungeva Nicolas, che con voce ferma e gelida -inutile dire che era un vero e proprio antidoto all’eccitazione- lo minacciò di chiamare le guardie e di sbatterlo in galera senza possibilità di cagione.

- Uff…- uscì dall’antro della cameriera, si portò le mani al bacino e rimise il “bastone” dove doveva stare, facendo così cadere rovinosamente a terra la cameriera, che emise un guaito di dolore e si coprì velocemente le parti basse con la propria gonna lunga, ricamata e abbellita da un bel grembiule bianco. In quel momento, a parer del volto disgustato di Nicolas, non le donava affatto quel grembiulino, come il resto di quel vestiario in effetti.

La ragazza, che non poteva avere più di diciotto anni, si alzò tremante dal pavimento e se ne andò via in lacrime, silenziosa come aveva goduto, mormorando solo un”chiedo scusa” rivolto probabilmente più al padrone che al seduttore.

Rimasero lungo il corridoio solo Gavin e Nicolas. Il primo rivolse i suoi occhi verde smeraldo al secondo, con un ghigno.

- Sei contento? L’hai fatta piangere-

- Sei contento?- rispose a tono Nicolas – Ora o la dovrò punire o la dovrò licenziare direttamente, scegli tu, feccia-

- Fanne quello che vuoi- menefreghista come sempre, Gavin – Era lei che mi desiderava, io l’ho solo accontentata. Se poi voi snob siete una razza a parte che non sa usare l’uccello, mi viene da pensare che siate più frigidi della Regina delle Nev…- ma non pronunziò l’ultima lettera, che Nicolas gli aveva già voltato le spalle.

- Ehi, dove vai?-

- Non ti pare ovvio? Chiamo le guardie: violazione di domicilio reale, abuso del personale del castello di Thais e offesa alla Corona. Che dici? Io penso che sia più che sufficiente per una pena di morte per dolo- affermò Nicolas pomposamente fedele alle leggi del suo paese, ma anche estremamente colmo di vittoria, vendetta e giustizia.

- Oh povero, piccolo principe, si è offeso solo ora che siamo nel suo castello- sogghignò seguendolo, quasi lo canzonasse.

- Certo, in questo momento oltre ad essere un missionario di Thais, sono soprattutto il principe Nicolas Pendragon, non puoi permetterti di comportarti come ti pare e piace in casa mia, contro il mio titolo addirittura- marcò a denti stretti, facendo per aprire la porta che affacciava alla fine del corridoio. Quella mano non toccò mai la maniglia della porta, perché fu presa da Gavin, che lo inchiodò al muro e replicò ostile:

- E certo, quando tu eri a Bogwood e insultavi me, che non ti avevo nemmeno rivolto la parola, questo problema di essere nel mio territorio non te l’eri posto a quanto pare-

- Tu non sei e non sarai mai un regnante, lurido sudiciume- soffiò Nicolas disgustato dal contatto con la sua pelle.

- E’come se lo fossi. Posso esercitare tutto il potere che voglio sulle streghe. Dopo Heptipus sono uno dei migliori, bello- ghignai tenendo ferma la presa sul suo polso.

- Ma cosa può mai governare uno scimmione poco ammaestrato come te? Sei solo un reietto, un fallito e inetto della peggior specie a cui non importa niente né del suo squallido paese in rischio come il nostro, né dei suoi compagni, i quali..- le sue labbra tremarono quando sentì una morsa più fredda sulla sua pelle. Gavin aveva evocato ghiaccio che si condensò sulla propria mano e il polso che stringeva.

Una cosa che Nicolas odiava della magia nera era che, comunque venisse proiettata, causava dolore.

- Non osar dire che questo…- fece con un sorrisino sinistro Gavin. In effetti era la verità, non gli importava molto di loro, ma gli faceva gelare il sangue dallo scandalo sentirselo dire proprio dall’ultima persona che si preoccupasse dei suoi compagni.

Nicolas rimase in silenzio, guardando con rabbia cieca lo stregone. Avrebbe potuto evocare uno scudo dell’acqua per bloccare in tempo il flusso ghiacciato, ma non si sarebbe mai aspettato che Gavin sarebbe arrivato a tanto, nel suo palazzo addirittura. Se fosse stato possibile, Nicolas si sarebbe voluto assicurare che l’anima di quel futuro dannato patisse le pene dell’Inferno per l’eternità.

- Lasciami… Subito…- scandì lentamente Nicolas.

- Oh soltanto se dirai scusa- replicò Gavin. Non sembrava più di tanto speranzoso di udire delle scuse da uno snob come quello.

E come volevasi dimostrare, Gavin ricevette uno sputo in pieno viso a quelle parole. Sollevò il principino e lo portò verso quelle che dovevano essere le stanze di quest’ultimo, visto che lungo il corridoio c’erano solo quadri di Nicolas in qualunque età. Gavin si sentiva tanti piccoli occhi gelidi puntati contro, accusatori e sdegnosi come quelli reali. Rispose a quello sdegno con malignità.

- Ma quanti quadri, sir Nicolas; devo presumere che ti abbiano fatto ritratti anche mentre ti masturbavi-

- Smett..- provò a urlare, così da farsi sentire per tutto il castello, ma Gavin gli tappò prontamente la bocca con l’altra mano. Gli sibilò nell’orecchio:

- Scommetto che le cameriere che si mettevano a pulire la zona di quel quadro cercavano di finir subito il loro operato; che le damigelle che passavano tornavano in sala con le lacrime agli occhi o per le risate o per la disperazione, tanto che ce l’hai piccolo-.

Se le guardie avessero affinato il loro udito avrebbero potuto sentire dei versi nasali quasi isterici, ma ormai era tardi, perché Gavin aveva aperto la porta della camera di Nicolas - che schifo, commentò- , la richiuse e, sciogliendo all’istante il ghiaccio dalla presa, scagliò il principe lungo il suo regal giaciglio.

Accidentalmente era caduto a terra.

- Ops- sorrise e chiuse le finestre, da cui uscì giusto in tempo un vaso di narcisi che fino a poco fa abbellivano il tavolo di studio del principe.

Nicolas sembrava quasi pronto a scagliare un altro oggetto.

- Che cosa credi di fare!?- strillò, ma stavolta sapeva che la sua camera era troppo isolata dalle guardie al di là del corridoio. Dannata sicurezza, non appena quell’energumeno sarebbe stato arrestato, Nicolas avrebbe chiesto a Uthar delle guardie anche fuori dalla sua camera e…

E qualunque altro flusso di pensiero di Nicolas fu soffocato dalle labbra di Gavin, il quale sembrava quasi aver detto una bestemmia, solo che l’aveva trasfigurata in atto con quel bacio! No, forse nemmeno un bacio lo si poteva considerare. Era più un possesso fisico che Gavin deteneva sulla sua apertura orale per evitare che un’altra singola vocale potesse uscire dalla gola di quel dannato stupido.

In effetti stupido era anche Gavin stesso che si era cacciato in quella situazione: che bisogno c’era di fatturare il principe, strattonarlo, insultarlo e spintonarlo? Ma Gavin, realizzò, non usava mai il cervello, era sempre e solo l’istinto a guidarlo, qualunque cosa facesse. Nicolas rispose con una più che meritata ginocchiata ai testicoli, che lo stregone non prese poi così tanto volentieri, dal momento in cui si era staccato dalle sue labbra. Tuttavia ci fu qualcosa di inaspettato in quella specie di bacio. Forse le labbra di Nicolas si erano mosse per cercare di liberarsi, ma…

Ma Gavin ora non poté lasciarlo scappare da quella stanza, non ora che voleva capire un paio di cose. Perciò evocò di proposito una saetta, la quale andò a colpire i nervi di una gamba del principe, che inciampò a terra, a pochi centimetri dalla porta. Sebbene facesse di tutto per rialzarsi, Gavin lo teneva fermo a terra, stendendosi su tutto il suo corpo prono.

Gli tenne una mano sul collo, senza stringerlo troppo, e sussurrò:

- Ma come, non mi fai vedere la tua camera come si deve? E’ così bella nobile che…- gli alzò senza troppe cerimonie la toga che aveva indossato anche quella mattina. Sentiva le mutande calde e, scavando ancora di più, un suo gluteo. Non si fece venire alcuno scrupolo e fece:

- Mi chiedo se… E’ nobile quanto te…- gli toccò il bassoventre tremendamente eccitato.

Allora era vero…

Si alzò dal suo corpo e, mettendosi in ginocchio, fece una silente espressione di chi chiede spiegazioni.

Il principe, dal canto suo, respirava affannosamente, con la schiena che si ampliava e si restringeva in modo irregolare. Il suo cuore batteva all’impazzata.

- Tu… Sei un mostro…-

Gavin non rispose. Sì limitò a prendere la nuca di Nicolas e premette il suo nervo generale, e Nicolas, incapace psicologicamente di evocare alcuna magia in quel momento, iniziò a vergognarsi di essere il pro pronipote di Dameon lasciandosi mettere K.O. tra le braccia del nemico.

~~~

Quando si risvegliò le prime due sensazioni che provò furono l’udito e l’olfatto. Sentiva il rumore di onde del mare lì vicino, un odore salmastro. Erano sulla riva di Thais, sperò. Ma lui e chi..? Gavin? Probabilmente gli aveva fatto un brutto scherzo e l’aveva lasciato là da solo, per qualche motivo. Gli faceva un male atroce la testa. Ricordava solo che Gavin lo aveva colpito al nervo generale.

Iniziò a muovere impercettibilmente le ciglia. Un po’ di pazienza, sarebbe presto tornato a Thais.

Sentì improvvisamente qualcosa che gli leccava le orecchie. Oh no..! Era anche in mezzo ai cani ora! Scacciò via la lingua canina e aprì un occhio. Fece per dire:”Sciò”, ma le parole gli morirono in gola quando vide che non era un cane, non era nemmeno un animale… O forse sì.

- TU!- urlò contro Gavin, la feccia, che sorrideva enigmaticamente e si puntellava su di un gomito.

- Ben svegliato, principino- fece con voce allegra il rosso, avvolgendolo con un braccio che fu evitato come la peste da Nicolas.

- P-perché sei nudo!? – lo indicò. Era completamente nudo da capo a piedi.

- Ma come? I nobili reali possono rimanere nudi di fronte alla gente mentre un umile e sudicio uomo come me non può?-

- No!- esplose scandalizzato, rendendosi conto di essere anche lui nudo come un verme e bisognoso di qualcosa che gli coprisse le parti basse. Ma erano nel bel mezzo della sabbia di una costa che Nicolas non riconosceva a prima vista, era quasi rosata alla luce della luna, c'erano inoltre molti scogli all'orizzonte.

Non c’era niente che potesse coprirlo, se non le sue braccia e le sue gambe. Sembrava un feto. Un feto molto arrabbiato.

- Che cosa mi hai fatto!?- urlò con odio puro.

- Io? Io niente! Hai fatto tutto tu, mio piccolo gattino. Hai imparato a sfogare sì e no una dozzina d’anni d’ormoni repressi, sei stato davvero fantastico- gli sussurrò baciando Nicolas alla guancia.

- Io… COSA!?- strillò prendendo il controllo e non deviando nemmeno il bacio, inorridito.

Doveva essere uno scherzo, uno scherzo di cattivo gusto. Anche perché il suo corpo gli sembrava alquanto stabile. Ma in fondo… Come poteva sapere cos’è che un corpo prova dopo un atto sessuale? Lui non ne aveva idea, poteva anche esser la verità.

- Io non ti credo…- decise di puntare tutto sulle sue sensazioni.

- Pensala come ti pare… Intanto sembra proprio che tu abbia fatto come nella favola della volpe e l’uva acerba, hm? E’ proprio vero, chi disprezza vuol comperare- ghignò Gavin stendendosi supino, con le vergogne esposte alla luna.

Nicolas non vi badò e fece glaciale:

- Dove mi hai portato?-

- Ah giusto, qua non ci sei mai stato, immagino. Questa è l’isola dei Draghi. Sembrava che il Drago del nostro gruppo avesse voglia di tornare nella sua zona natale- fece spallucce Gavin, tirando indietro i capelli e lasciando che l’acqua bagnasse il suo corpo. Difatti Ean, Iya, Rye e Gavin dovevano per forza usare un drago per poter salire sull’altolocata Eredar e trovare qualche indizio inerente alla missione. Nicolas, Ava, Jack ed Emma invece usavano la nave della piratessa.

- Allora sono tranquillo- si alzò e, individuati i suoi vestiti a un paio di metri di distanza, li indossò – Un grosso Dragone viene intercettato abbastanza facilmente, se si è visto in che direzione è andato-

Gavin fece per dibattere, ma Nicolas continuò:

- E quando ci verranno a prendere, sarai così spacciato che nemmeno i tuoi avi potranno rimpiangerti-

- Hai perfettamente ragione, sir Nicolas… Quando ci verranno a prendere, sarai così innamorato di me, che nemmeno i miei avi potrebbero rimpiangermi per aver fatto una scelta simile- sorrise il Warlock alzandosi.

- Stanne certo- ironizzò il biondo – Non potrei mai stare con una persona che è praticamente agli antipodi di tutto ciò in cui vivo, credo e faccio-

- Perché mai?-

- Perché ho dei doveri verso me stesso, la mia famiglia e la mia città. Non potrei scegliere liberamente chi amare. E poi tu…!- aggiunse per ricordargli magari che era un uomo, che era di ceto inferiore e che era di Bogwood!

Ma fu Gavin stavolta a precederlo:

- Rhen Pendragon non la penserebbe così…-

- Scusami?- rimase un attimo sorpreso a sentirsi citare in causa la sua antenata.

- La tua vecchia si è messa con un Druido, se non erro. Anzi no, si è messa con un druido che ha poi rinunciato alla sua carica ed è divenuto un uomo normale, senza alcuna classe nobiliare di gran rilevanza in quel momento. C’erano tanti prìncipi a Thais che sarebbero morti dalla voglia di sposare la tua vecchia, eppure lei ha scelto lui-

- Ma tu… Come mai leggi i libri sulla mia famiglia?- domandò sospettoso l’altro, provocando una risata rauca da parte di Gavin, come se non ridesse così sinceramente da tanto tempo.

- Sì, figurati se mi passa il grillo di leggere vita, morte e miracoli di tutto il tuo albero genealogico. No, piccolo, semplicemente io c’ero quando questi eventi sono avvenuti-

Se le onde del mare avessero potuto rispondere per Nicolas, allora avrebbero parlato molto, considerato il tempo trascorso dalle ultime parole di Gavin. Il principe lo guardava quasi come se stesse parlando con un pazzo:

- Feccia...- lo chiamò poi.

- Sì, snob?-

- Sono passati tipo duecento anni da quell’epoca, lo sai?-

- Lo so- fu la risposta distratta – E mi mantengo ancora in condizioni strabilianti, incredibile eh?- allargò le braccia e fece sfoggio del suo corpo tonico e muscoloso.

- Ma vuoi farmi credere che puoi vivere per centinaia d’anni ora!?- schizzò l'altro scandalizzato e diventando rosso, sebbene al buio non fosse abbastanza evidente.

- E allora? Molte streghe e stregoni sono longevi, grazie alla magia che scorre nelle nostre vene!-

- Ma è magia oscura… Dovrebbe corrodervi, ridurvi allora all’aspetto di un demone… O d’una megera-

- Ma non accade sempre così- tagliò corto il Warlock – Per voi la Magia Nera è dannosa, per noi è ideologicamente come Magia Bianca, perciò ce la lasciamo scorrere come richiede il corso della natura. Anche per te la magia Bianca è il bene, perché è la tua natura che te l’ha fatto credere, perciò con un po’ di fortuna camperai a lungo- si avvicinò a Nicolas, che scosse la testa, incredulo, forse ancora un po’ scettico.

Passarono minuti di silenzio forse imbarazzanti per entrambi: Nicolas non sapeva sinceramente cosa dire in un momento come quello, Gavin d’altra parte attendeva una possibile accusa per aver baciato, toccato ( e chissà cos’altro ancora) un altro uomo, , nobile, certo, nel suo palazzo, più che vero, addirittura più giovane di duecento anni!

Ma inaspettatamente Nicolas riprese il tono impaziente di sempre:

- Perché stai facendo tutto questo? Dove vuoi arrivare? Vuoi umiliarmi?-

- Ho pensato di farlo, all’inizio… Volevo fartela pagare cara, farti perdere tutto ciò a cui tanto ti aggrappavi, anche la tua ricchezza, ma mi sono poi detto: a che scopo? Tu otterresti tutt’al più lo scredito della tua famiglia e del tuo popolo, condurresti una vita solo con il fine di vendicarti e mi romperesti l’esistenza fino al momento della mia morte- annuì convinto.

- Vedo che in più di duecento anni d’età non usi soltanto il pisello per ragionare- ammise piatto Nicolas.

- Modestamente- ammiccò l’altro.

- Dimentichi però che io ti renderò comunque la vita miserabile quando torneremo a Thais, stupido-

- Thais? Oh, chissà se la rivedremo più Thais… Sai, prima che mi interrompessi volevo proprio dirti questo: quando ho fatto planare il Drago, abbiamo preso una strada molto più lunga, abbiamo volato prima verso Sud, dove c’è Eredar, poi abbiamo planato sopra le Terre selvagge verso nord ovest, e poi infine siamo arrivati in questa landa. Credo che passerà molto tempo prima che ci trovino, visto che al momento staranno seguendo una pista erratissima. E le terre di Eredar, sai, sono vastissime, e…-

- D’accordo, d’accordo- tagliò corto Nicolas – Dovrò sopportarti per una settimana, al massimo. Ti ricordo che Ean e gli altri non sono così stupidi però: loro sanno che non c’è da fidarsi di uno stregone- lo provò a intimidire Nicolas.

- Avranno comunque lo scrupolo di chiedersi se ero andato per la direzione che hanno effettivamente visto prendere e quella che effettivamente ho preso- dichiarò Gavin, cominciando a girare lentamente attorno all’altro.

- Non sottovalutare la flotta di Thais, si sparpaglieranno ovunque se necessario- non si smosse d’un centimetro mentre Gavin gli alitava sul collo quasi, ma egli rimaneva composto, perché non aveva paura di lui. Era altezzoso, orgoglioso di sé e dei suoi uomini, superbo, tremendamente superbo.

- Sembra quasi che non dureresti un giorno con me su un’isola deserta, snob, a giudicare dalla disperata fiducia che riponi negli uomini a Thais- ghignò alla sua nuca Gavin.

- Non resisterei nemmeno un’ora con il tuo puzzo da palude!- esclamò quasi urlando. Ma avrebbe dovuto rimanere concentrato, invece di perdere il controllo e permettere a Gavin di toccarlo da dietro, con una mano al petto ed un’altra al bacino; stringevano senza pietà ciò che non era concesso, mentre la sua lingua gli leccava il collo e le sue labbra pronunciavano:

- Scommettiamo?-

~~~~

Come volevasi dimostrare, ancora un volta la lussuria si è rivelata il più grande veleno che quel diavolo di Gavin Morven poteva iniettare nella sua vittima, solo che questa volta la persona malcapitata era un uomo, e non un uomo qualsiasi; nel suo sangue scorreva quello di un Druido e di una Combattente, il sangue anche di una stirpe reale. Era, quello, il sangue di un uomo che Gavin avrebbe disprezzato per l’eternità, ma da cui ormai era indissolubilmente legato, che doveva sedurre se voleva salvarsi e che, soprattutto, gli sembrava tremendamente simile.

Gemette, Nicolas, quando Gavin lo spogliò nuovamente della sua toga e lo rilassò succhiandogli il lobo dell’orecchio. La curiosità erotica di Nicolas precedeva drammaticamente i suoi piani. Non era preparato a tutto quello, soprattutto, non era preparato a farsi toccare da uno come Gavin. Gli veniva il ripudio più totale, lo sdegno più nero che c’era, la voglia matta di ammazzarlo, e allo stesso tempo il bisogno di farsi sofficemente uccidere in quel modo solo ed esclusivamente da Gavin. Ciò contro cui aveva sempre lottato è ormai divenuto ciò che non avrebbe potuto fare a meno di sopportare…

- Ti ho... Mentito... Prima... Non avevi fatto niente che non ricordassi... Hai dormito tutto il tempo- Gavin poggiò il mento alla spalla del ragazzo.

-Zitto..- si sforzò di dire Nicolas - Lì, tocca lì… Ti ho detto di toccare lì…- gli comandò, sentendosi sciogliere nel momento in cui Gavin l’aveva masturbato.

- Agli ordini, mio snob- Gavin, se possibile, divenne ancora più bastardo e rallentò l’andatura della mano sull’asta del biondo.

- Non usare più quel “mio”, io non sono tuo, io sono del Regno della Luce.. Gh… Non… Ah!-

Ma cosa poteva mai aspettarsi Gavin da un discendente del Druido del Sole, invero, se non un discorso tanto assurdo?

- Nicolas…- lo chiamò cingendolo per un attimo – Ti ricordi che arma ha dovuto usare Rhen Pendragon per riuscire nella sua missione?- gli bisbigliò intimamente nelle orecchie. Era la prima volta che pronunziava il suo nome.

- La… La Spada delle Ombre, ma…-

- Non ha avuto paura delle ombre, le ha usate per un bene superiore, che tu, con la sola, abbagliante luce del Sole non troverai mai. Accettali… Accetta le tue percezioni più oscure e intime, non aver paura, nessuno ti guarderà se non io…- non si era mai ritrovato a fare un discorso così serio in vita sua. Ma non era ciò che pensava veramente, era ciò che Nicolas voleva sentirsi dire per riscattare la sua libido. Per Gavin non esistevano Luce ed Buio, tutto era mischiato come all’interno di un calderone; tutto era un piacevole, strabiliante e primordiale Chaos , che reggeva le sue leggi sulla conservazione delle specie animali, sulla Lussuria, poiché era il sesso che faceva girare il mondo. Ma, forse un giorno Nicolas avrebbe capito anche il suo ragionamento. In fondo, in duecento anni si aveva molto da imparare e da osservare.

Dolcemente Gavin girò verso di sé Nicolas, che cercava di nascondere una lacrima traditrice che gli colava lungo il viso. Lo stregone oscuro la catturò con un dito e se la leccò.

- Non c’è nulla di strano…- fu così calmo e profondo nel dirlo, Gavin, che convinse anche se stesso; non si era mai sentito attratto dagli uomini! Nicolas gli lanciò un attimo un’occhiataccia, poi, indugiando su labbra dell’altro, le baciò con passione, non fermandosi nemmeno per un attimo.

- Baciami… Qui…- Nicolas indicò ad un certo punto la clavicola destra con un indice, socchiudendo gli occhi e tirando su col naso. I suoi capelli lunghi gli ricadevano lungo le spalle. Sembrava quasi una ragazza. Ma in fondo, era qualcosa di più: era un bellissimo ragazzo, puro, innocente e a modo suo dolce. Sì, quando voleva, Gavin sapeva vedere le cose belle nelle persone, anche a costo di esagerare.

Si sedettero, l’uno a cavalcioni sull’altro, a scambiarsi effusioni, carezze, talvolta morsi da parte di Nicolas quando Gavin provava anche solo per un secondo a sfiorargli con le dita i suoi glutei sodi.

- Che c’è?!- domandò Gavin al terzo tentativo con una risata simile al latrare di cane.

- Non ti ho chiesto di toccarmi lì-

- Ti sembro uno che si farebbe dare ordini anche per respirare? – Gavin ribaltò la situazione rotolando con Nicolas fino a riva, dove le calde e notturne onde del mare li bagnarono nuovamente. L’aristocratico si ritrovo inevitabilmente sotto la Feccia, che si puntellò con un gomito e lo sovrastò.

- D-devi farlo invece! Perché altrimenti peggiori sempre di più la tua condanna- il Guaritore fece per allontanare dal proprio collo il fiato caldo che Gavin emanava leccando senza alcun ritegno. Provò a dargli dei pugni, ma l’altro gli prese prontamente i polsi tra le mani e lo guardò con impassibilità.

- Cocco, mi lasci fare ciò che faccio da duecento anni o no?- rise sempre più divertito. Unì i polsi di Nicolas in una sola mano, che tenne sopra le loro nuche e sotto le proteste più acute di Nicolas.

- Ah, no…- si morse un labbro, il sottomesso principe – Gavin mi stringi troppo, allenta la presa di queste zampaccie!-

- Uhuh… Come lo pronunci bene il mio nome, piccolo snob- gli prese a leccare il collo, per poi scendere sul petto e i capezzoli turgidi alle prime lappate.

- N…Stron…- Nicolas non riuscì nemmeno a dire una “bassezza”, ché iniziò a sussultare e gemere. La forza che Nicolas cercava di usare per svicolare dalla mano esperta dello Stregone diminuiva, le mani non erano più chiuse a pugno, sintomo del fatto che il metaforico blocco di ghiaccio attorno al suo corpo si scioglieva sempre di più.

- Ha….- esalò soltanto ripetutamente quando Gavin osò portare una mano al bassoventre, girando tutt’intorno all’evidente erezione, ma senza toccarla… Per ora-

Guardò con piacevole sadismo Nicolas che ci godeva e decise di accontentarlo, leccandogli il glande gonfio e arrivando con le labbra sino alla calda base, sotto una nuova ondata di strilli di piacere puro.

Quando infine Gavin sentì addirittura le mani di Nicolas che si intrecciavano alla sua, allentò la presa e prese il giovane per il mento, baciandolo.

- Te la senti..?-

Strinse gli occhi, il principe, ed annuì dignitosamente, con la bocca chiusa, senza quasi nemmeno respirare, perché sapeva che cosa stava per succedere, o meglio, lo poteva solo immaginare in quegli ultimi due secondi di castità; fu penetrato da due dita bagnate e inumidite dall’acqua marina. Fu un breve guaito quello che venne rilasciato dal più giovane. Gli faceva un male pazzesco, ma se c’era qualcosa che odiava era mostrarsi debole. Aveva preso al balzo una missione, ora l’avrebbe portata al termine: terminare quella nottata con Gavin nei panni di un non-Nicolas Pendragon. Perché era sicuro che quella notte sarebbe stata unica, sola e isolata dal resto della sua vita, un libidinoso peccato prima di una vita di freddo ritegno.

- Fa qualcosa anche tu, su, pivello… Non vorrai che la tua unica notte di vita vera la passi senza far niente…- Gavin sembrò quasi aver intercettato il flusso di pensieri di Nicolas, ma lo disse in una maniera così derisoria che l’altro avrebbe potuto ucciderlo.

Perciò il Superbo afferrò con forza l'asta del Lussurioso e prese a masturbarla, mentre mordeva a sangue un labbro di Gavin e ne succhiava il contenuto, volendo quasi levargli via ogni linfa vitale.

- Ecco, bravo così…- fece lascivo l’altro chiudendo gli occhi e spingendo il bacino verso la mano di Nicolas, quasi come se mimasse la penetrazione vera e propria.

- Ih!- le dita si muovevano, si duplicavano, in certi momenti si triplicavano anche, Nicolas però non urlava mai, non sbraitava né altro. Lanciava solo versi di piacere che non credeva d’aver mai avuto modo di pronunciare, così come non pensava che nel suo vocabolario potesse esistere una parola così da “commoner” quale:

- Fottimi…-

Era un sibilo quasi felino quello che uscì dalle fauci di Nicolas, che spinse via il braccio di Gavin all’opera con prepotenza, avvalendosi del diritto/dell’illusione di poter comandare a bacchetta anche la Regina delle Nevi in un momento delicato come quello.

Ma Gavin, nella sua più silvestre delle nature, non poté rifiutare un ordine simile – per lui equivalente ad una cessione preziosa quanto il rango di Nicolas- quando gli veniva offerta carne fresca così volenterosamente.

- Agli ordini, mio Nicolas…- lo penetrò dalla punta fino alla base in un colpo secco, come un dardo che andava a colpire dritto al centro un bersaglio.

- A___H!- urlò Nicolas, non potendone fare a meno, aggrappandosi sempre più al rapitore, disperatamente, come se fosse l’ultimo scoglio a cui potersi aggrappare prima di cadere da una cascata.

Gavin non si fermò per una decina di secondi, ben attento a ritirare il bacino in maniera fluida. Voleva che fosse tutto fatto per bene, e che a Nicolas non facesse troppo male.

- Strano…- sussurrò al giovane dopo una nuova, lenta spinta.

- C-cosa?-

- Non è mia abitudine essere così dolce con i boccioli delicati di una rosa… Come te…- provò a baciarlo.

- Lo… Fai solo… Gah… Per sminuire la tua pena…- Nicolas scosse ripetutamente la testa a destra e a sinistra per deviare il bacio; a quella reazione Gavin gli prese una mano e la poggiò al proprio cuore, per poi baciarlo sofficemente alla guancia che aveva davanti.

- Dì quel che vuoi…- un’altra spinta – Ma ascolta almeno questo –

Rallentò l’andamento delle spinte per permettere a Nicolas di concentrare tutti i suoi sensi tattili sul battito del cuore.

Thum; thum, continuo, rapido thum.

Meraviglioso thum, a cui Nicolas rispose con uno spontaneo bacio alle labbra del seduttore.

I talloni di Nicolas si appoggiarono alle dorsali di Gavin, la magia ebbe un nuovo, fresco inizio, perché anche il freddo cuore del principe- che ironia, solo ora se n'era accorto- batteva forte per quello zoticone. In lontananza Nicolas avrebbe potuto sentire quasi il suono di una voce che cantava, una voce melodiosa che narrava della bellezza di una pioggia di stelle cadenti, il pulsare di una luce intensa che lo inebriava nelle membra, ma forse era tutta una sua illusione uditiva, perché l’unica sensazione che provava era quelle di tante farfalle nello stomaco che si espandevano come fiammelle lungo tutto il corpo in movimento. Gavin lo toccò al membro circa una decina di volte, che Nicolas era già venuto in un lungo fiotto, che si mischiò alla sabbia dell’isola e all’acqua del mare, che tutto trascinò rispettosamente via. Il verso che Nicolas faceva quando raggiungeva l’orgasmo era, secondo il parere di Gavin, dolcemente sensuale.

- Nicolas…- gli prese il mento e lo baciò con passione, per poi spingere con frenesia nel suo retto anale.

- Gavin, stai per..?- era quello che pensava? Il contatto con il corpo cavernoso di Nicolas era inquietantemente e termicamente più caldo.

Ma non ebbe una risposta dalla sua bocca, troppo indaffarata a baciarlo ancora, e ancora, urlandogli nella bocca quando venne.

Le loro mani si intrecciarono tra loro, mentre Gavin appoggiava appagato il mento ad una spalla di Nicolas lievemente lesa dai suoi morsi. Sorrideva, attendendo una parola di Nicolas, sicuro di averlo in pugno, ormai.

Ma fu - Sleep- l’unica cosa che lo sentì pronunciare, quasi in maniera scocciata. E Gavin, indifeso in un momento di stanchezza come quello, si lasciò abbindolare dalla Magia Soporifera, facendo come solo verso un piccolo e quasi comico:

- Oh…-

All’andata era toccato alla preda addormentarsi, evidentemente al ritorno sarebbe toccato al rapitore stesso. Che odiosa ironia.

~~~~~


Il "Principe" di Bogwood si risvegliò sopra qualcosa di… Scomodamente morbido… Nel senso che non era abituato a materassi così molli. Ma dov’era? Si sarebbe aspettato di ritrovarsi i polsi legati in bracciali d’acciaio che lo tenevano sollevato di qualche “bastardo” centimetro da terra; o magari si aspettava di essere completamente sporco, invece, odorandosi, era sicuro di sentire sul suo corpo una fragranza simile ad acqua con rose.

- Eww…- arricciò e si tappò il naso, per poi alzarsi, per scoprire che non era nudo, ma quasi! Indossava praticamente una vestaglia da notte leggerissima, troppo leggera! Aveva il deretano ghiacciato, sebbene ci fosse il caminetto acceso dall’altra parte della stanza… A vedere la struttura, era una stanza del palazzo di Thais. La cosa non lo stupì più di tanto.

Sentì delle porte spalancarsi e un paio di guardie che marciavano amorfe – beh, erano pagate per farlo- verso di lui.

- Gavin Morven, il Principe Uthar ed il Principe Nicolas la attendono-

Detto questo scortarono l’imprigionato – Preferivo di più catene e stracci, che bastardi, erano più o meno questi i suoi pensieri lungo i corridoi- alla sala del trono.

Nicolas, vide, era affianco al fratello, in piedi davanti ai troni di Thais. Era vestito e pulito di tutto punto, guardandolo con aria disgustata, peggiore di quella mattinata, poiché era abbruttita da una cattiveria negli occhi che non lasciava trapelare nulla di buono.

- Gavin Morven- fece invece Uthar, orgoglioso e solenne – In seguito agli atti commessi dalla tua persona alla Corona di Thais…-

Gavin guardava distratto le sue unghie, diventate estremamente interessanti in quel momento.

- …Ti dichiaro Eroe di Thais- fu la fine di un discorso che durò almeno cinque minuti, in un affascinante/spaventoso intercalarsi di subordinate, coordinate e subordinate ancora, mentre l’unica parola secca che Gavin si sentì di dire fu:

- Eh..?-

Sbucarono improvvisamente da chissà dove i compagni di viaggio di Gavin. Rye gli diede una forte pacca sulla spalla e Ean fece festoso:

- Ma come “Eh”!? Salvi Nicolas dal rapitore e fai finta di niente!? Certo che sei macabro!-

- E non era un rapitore come altri!- incalzò Iya, mentre Gavin guardava tutti quanti come se si fossero tracannati qualche botte di vino di troppo – Era un emissario di Ishtar, la Regina delle Nevi!-

- Io… Ma che…- ma non riuscì a dibattere che Emma gli diede una silenziosa e rude pacca sul sedere, che era alle sue spalle assieme ad Aya, che gli aveva invece fatto assaggiare la punta di un suo coltello sui reni.

- Cioè… Volevo dire… Ma che bisogno c’era di fare tutta questa cerimonia!?-

- Cavolo amico ma tu non capisci!- intervenne Jack, mettendogli anche lui una mano sull’altra spalla – Si vedeva l’emissario che volava col Principe in braccio e te a cavallo del nostro drago! Sei stato grande!- evidentemente quella bella spiegazione fittizia era venuta così bene a Jack perché era stato profumatamente pagato dai suoi compagni. Percepiva che in qualche modo, sebbene lo avessero difeso, sapevano… Sapevano, Nicolas gliene aveva parlato, ne era sicuro. Eppure non sembravano nemmeno più di tanto stupiti alla notizia di un rapporto tra uno Stregone ed un Principe! Cioè, non erano di certo cose che succedevano in tutte le ere!

- Ah beh… Alla fine quel bastardo… Mi ha stancato molto, non so se mi spiego- guardò con un ghigno feroce Nicolas. In quel momento sembrava lui quello interessato alle proprie unghie. Difatti quando gli sembrarono un po’ troppo pulite per esser viste una terza volta, si scocciò e annunciò:

- Io torno alle mie stanze, sono stanco. Gavin, ricordati di prendere i tuoi effetti, sono nella mia camera, ma non sognarti che li prenda io in mano- gelido come il ghiaccio se ne andò, sorbendosi l’equivoco commento di Gavin:

- Sì, in effetti qualcosa di mio non ve l’ho mai visto prender tra le mani, principe Nicolas-

Sentì la volontà omicida di Nicolas nel modo in cui sbatteva i piedi nel corridoi e se la sghignazzò silenziosamente mentre si godeva tutte le attenzioni e i festeggiamenti fatti in suo onore quella notte.

~~~~~~

Quando fu quasi l’alba, l'"Eroe di Thais" poté finalmente ritirarsi nella sua stanza. Coincidenza pazzesca, la sua camera era dall’altra parte del corridoio in cui si trovava quella di Nicolas. Questi gli aveva detto di ritirare i suoi effetti, vero, ma non gli aveva detto quando! Perciò di gran carriera superò le guardie addormentate – ma che brave, fu il suo commento- e entrò nella stanza di Nicolas senza bussare.

Lo trovò addormentato nel suo letto a baldacchino. Dalle forme che intravedeva dal fine lenzuolo con merletti, non indossava niente, era completamente nudo, solamente in attesa di lui.

- Ti stavo aspettando- fu difatti la risposta del biondo, che con occhi ancora chiusi continuò – Divertito alla festa?-

Gavin si avvicinò lentamente, muovendosi lungo il letto come un lupo che circondava la preda, ma la sua voce era derisoria come sempre:

- La parte più divertente è stata quando quell’idiota di Uthar mi ha proposto di farti da guardia del corpo-

- E tu che gli hai detto?- fece Nicolas aprendo lentamente gli occhi.

- Ovviamente no! Ti pare che perderei le staffe in un mondo aristocratico, a servire un moccioso viziato? Certo non poteva uscirgli idea più idiota di…-

- Gli avevo chiesto io di proportelo- tagliò corto il Guaritore, alzandosi dal letto e lasciando intravedere la sua figura nuda di spalle, ma per poco, perché fu coperta presto da una vestaglia da notte bianca. Anche Gavin assunse un colore simile in quel momento. Non se l’aspettava una proposta indiretta simile da Nicolas.

- Non mi mandi al patibolo e pensi di condannarmi con una sorte migliore come quella? Facendomi vivere in una prigione piena di snobboni..?- domandò amareggiato il Diabolico – Allora non hai capito davvero come sono fatto...-

- Non ci ho riflettuto quando gliel’ho domandato, va bene?- sbottò sibilando, per non farsi sentire. Ma da quando in qua si metteva a dare giustificazioni per i suoi comportamenti? Nicolas diceva, Nicolas faceva, no? Ma Nicolas sapeva anche… Che se avesse continuato con quell’atteggiamento con Gavin in quel preciso momento, le cose avrebbero preso una piega che non voleva creare.

Gavin sembrò quasi vederla quella piega però… Era così evidente alla fine!

- Stiamo su due dimensioni antitetiche, lo hai detto anche tu-

Nicolas annuì leggermente, ancora senza alcun coraggio di voltarsi ed affrontarlo faccia a faccia.

- Non c’era bisogno che me lo dicessi…-

Calò il silenzio su di loro per cinque buoni minuti. Gavin fissava un ragno che tesseva coraggiosamente una ragnatela sulla cornice della finestra del Principe, forse pur sapendo che le cameriere prima o poi l’avrebbero scoperta e distrutta.

D’altro canto Nicolas guardava uno scudo antico affisso in camera sua, sopra al caminetto, lucido come una perla, o come un diamante. Niente l’avrebbe potuto scalfire, si diceva. Il suo proprietario poteva essere colpito al collo, di lato o alla schiena, ma lo scudo il suo lavoro l’aveva fatto, era rimasto integro per il suo padrone fino alla fine, senza mai essersi rivelato un peso.

Si voltarono quasi nello stesso momento, i due amanti, per poi fare un piccolo sorriso.

- Sarà un segreto…- fece Gavin lentamente, come se ci stesse riflettendo. Ma in fondo non c’era niente da riflettere, non vedeva altre strade da percorrere in compagnia di Nicolas, il quale concordava:

- E’ una cosa tra me e te… Non facciamo del male a nessuno-

- E semmai un giorno la ragnatela che tesseremo verrà scoperta…- Gavin avanzò di qualche passo verso l’amante, fino a trovarsi davanti a lui.

- Ci sarà il mio regale orgoglio a difenderla… E se anche quello dovesse fallire…- fece un attimo incerto Nicolas, prendendo una mano di Gavin nelle proprie.

- Essa sarà distrutta... Soffriremo- tagliò corto Gavin – Com’è giusto che soffrano un Lussurioso ed un Superbo, due peccatori della peggior specie- sfiorò le labbra di Nicolas con le proprie, le loro fronti si carezzavano tra loro.

-Perché non posso fare a meno…-

- Nemmeno io…-

- Di passare il resto dei miei giorni facendo finta che nulla sia successo…-

- Vuoi farlo ancora, Snob?- lo fece indietreggiare fino al letto, dove fu trascinato giù da Nicolas, che in un sussurro rivelò:

- Fammi affogare ancora con te, Feccia-

~~~~~~~

Sette mesi passarono, ed ogni notte divenne uno scenario di segrete passioni per il Pendragon ed il Morven. E se non avvenivano nei sobborghi di Thais, avvenivano nelle loro differenti missioni, sotto lo sguardo delle stelle, oltre che la consapevolezza e l’assenso dei loro compagni di viaggio… Dei loro amici; Ogni notte una ragnatela di Lussuria veniva tessuta . E Nicolas, dal suo incrollabile scudo di Superbia, si lasciava toccare da quelle mani che avrebbe odiato per il resto dei suoi giorni, che l’hanno portato, come accadde al rapitore Gavin Morven stesso, a peccare sempre di più di voluttuosa Gola, ad esser sempre più Avaro di attenzioni, ad esser così Negligente se calpestava i sentimenti dell’altro, ad Invidiare qualunque mossa, parola o performance che l’altro sfoggiava quando continuavano a incontrarsi così clandestinamente, ad essere Iracondo, sì, Iracondo fino a scoppiare, perché oltre a nascondersi, un Principe ed uno Stregone, un Mago Bianco e un Mago Nero, uno “snob” e una “feccia”, non v’era altra alternativa...

  
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