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Autore: Psyker_    26/01/2010    1 recensioni
Ed ecco il primo racconto di una serie che mi accingerò a pubblicare: i vari casi di un particolare detective più unico che raro che tra la sua peculiare ironia e sbadataggine riesce il più delle volte a risolvere anche i casi più difficili. In questa vicenda si vede coinvolto nell'omicidio del signor Nordon, un noto imprenditore Americano assassinato in casa sua.
Genere: Comico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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oleioleiolei

La quiete di una comune giornata estiva stava per essere nuovamente sconvolta da alcuni avvenimenti che Steaven Montralk definisce il più delle volte “Noiosi”.

Lattina di birra nella mano sinistra, pizza in quella destra e divano davanti la tv accesa sul canale di una partita di calcio descrivevano meglio di qualsiasi carta d’identità la persona a cui stava per essere assegnato un caso alquanto interessante.

Il telefono squillò peggio di una sveglia alle sei del mattino e Steve si catapultò giù dal divano per poi rispondere al telefono dopo una serie di goffe cadute:

“Pronto?”

“Steve sei tu?”

“Scusa tu chi hai chiamato?”

“Dai non mi sembra il momento di fare dello spirito, c’è stato un omicidio”

“Gary! Anch’io sono felicissimo di sentirti, la famiglia dici? Macchè vivo da solo lo sai… e i tuoi?”

“Avanti Steve! Abbiamo bisogno di te in centrale, ti daranno i dettagli quando arriverai”

“Sarà un altro stupidissimo caso di scasso con vittima…vabè farò come dici, ciao!”

Il giovane corse a vestirsi senza però dimenticarsi di quella squisita pizza lasciata sul tavolo:

“Prima uccido te, poi arresto chi ha ucciso l’altro! Eheh”

 

Un’ora dopo ecco finalmente sbucare Steven da dietro l’angolo con la sua solita giacca di pelle.

Mostrò il suo distintivo alla segretaria all’entrata per poi dirigersi repentinamente verso l’ufficio del commissario Charlie Toms.

“Eccomi Tommy! Mi cercavi?”

“Steaven! Finalmente… c’è stato il finimondo e tu ti presenti con più di mezzora di ritardo?”

“Non c’erano compiti da consegnare, Gary mi ha avvisato mentre ero in mutande a guardare la partita!”

“Sì vabé… ok, allora senti: ho detto a Gabriele di lasciare tutti gli appunti del caso sulla tua scrivania, almeno stavolta leggili”

“Come vuoi super Tom, vediamo di movimentarci un po’”.

Steve raccolse diversi fogli poggiati alla sua postazione alquanto disordinata e cominciò ad esaminarli.

“Vediamo cosa abbiamo oggi… uhm, delitto in casa Nordon? Non sembra essere materiale per bambini, massì diamogli pure un’occhiata: <> perché tutti privi di un buon alibi? Umm… lavoro per me mi sa!”

Il detective si rimise la fidata giacca e fece cenno ad un suo collega di avvicinarsi:

“Gary! Vado in casa Nordon per il delitto, mi accompagni o devi farmi fare di nuovo tutto solo soletto?”

“Ma qui c’è altro lavoro…”

“Ma cos’è Sharlock Holmes senza il suo Watson?”

“… Ok, ma smettila di chiamarmi Gary…”

“Ok Gary, ora andiamo però”

Il frenetico detective si diresse immediatamente nel luogo interessato arrivando giusto in tempo per fermare una rivolta familiare verso la polizia:

“Io devo tornare dai miei bambini!”

“Sono le due e non ho neanche pranzato!”

“Io dovrei andare a prendere mia figlia alla scuola pomeridiana!”

Steven fu accolto con il dovuto rispetto e con riconosciuta eleganza fece due passi verso i presenti:

“Salve signori, io sono Steaven Montralk, detective, modestamente, di fama internazionale e, diciamolo pure, essendo che per questo caso mi pagherebbero fior di quattrini, non ho nessuna voglia di andarmene con un buco nell’acqua, chiaro? Infondo non è mai successo. bene! Ora se non vi dispiace vorrei farvi delle domande singolarmente, la polizia è pregata di volatilizzarsi per il momento, mi piace lavorare da solo…”

L’altro povero detective fu letteralmente ignorato quando cercò di presentarsi:

“I-io invece sono Gabriele…”

Il ragazzo fu interrotto da Steve:

“Lui è Gary Devoni, detective apprendista, è italiano ma non discriminatelo…”

Qualche minuto dopo tutti i presenti uscirono dalla stanza salvo una signora sulla cinquantina e i due detective appena giunti.

Steven non perse tempo:

“Allora, mi può dire il suo nome?”

“Io sono la signora Nordon…”

“Ah si! La moglie dell’assassinato, le mie più dovute condoglianze ma devo avvisarla che lei è momentaneamente fra gli indiziati… quindi cerchi di dirmi tutto. Dove si trovava tra le nove e le undici di questa mattina?”

“Inizialmente stavo preparando la colazione con la nostra governante, poi mi sono seduta sulla poltrona davanti la tv… la governante potrebbe confermarlo”

“Capisco e cosa stava guardando alla tv?”

“Un programma che guardo tutte le mattine...”

“Bene, lei sembra pulita, almeno che la sua governante non smentisca tutto! Ma in fin dei conti non credo, bene, aria!”

Una seconda persona prese il posto della signora, era una giovane ragazza molto carina, bionda con gli occhi azzurrissimi.

“Mooolto bene…lei è?”

“Mi chiamo Sarah Nordon... la figlia di Alan Nordon”

La fanciulla scoppiò tra le lacrime al ricordo della morte di suo padre ma Steven non faceva una piega:

“Sssi…sono commosso da questo quadretto sentimentale, ma se non risponde alle mie domande in modo lucido potrebbe finire in prigione e quindi piangere ancor di più, capisce?”

Gabriele diede un colpo all’amico che però non sembrava neanche dargli conto.

“Dov’era tra le nove e le undici e che cosa stava facendo?

Sarah si asciugò le lacrime e cominciò a parlare:

“Mi sono svegliata alle dieci, dopodichè mi sono diretta in soggiorno a fare colazione e allora ho sentito della disgrazia”.

La donna riprese a piangere e Steve sprofondò la testa tra le mani:

“Signorina, la prego… collabori o sarò costretto ad agire con la forza...”

Gabriele scosse la testa e diede un altro colpo al collega farneticando qualcosa:

“Non essere così duro, ha appena perso il padre”

“Potrebbe averlo ucciso lei! Mai mostrarsi compassionevole con i potenziali assassini”

La povera Sarah smentiva intanto ogni accusa:

“Io non avrei mai potuto uccidere mio padre!”

Steve portò le mani dietro la nuca ed invitò la fanciulla ad uscire dalla camera:

“Chiederò alla governante e a sua madre di confermarmi la sua versione, ora per favore esca dalla camera”.

Adesso era in turno della governante, una quarantenne dall’aria rovinata e logorata dalla fatica.

“Bene, come credo abbia già capito io sono il detective Montralck, le dispiacerebbe dirmi cosa stava facendo tra le nove e le undici di questa mattina?”

“Alle otto ho cominciato a sistemare le camere del signore e della signora Nordon, subito dopo, intorno le dieci e trenta, ho preparato la colazione…”

“E mi dica signora… signora?”

“Feryl”

“Signora Feryl, chi era presente in soggiorno a fare colazione?”

“Credo la signora Nordon e la figlia Sarah”

“Capisco, ok, può bastare così, ora gentilmente vi chiedo di liberare la seduta all’altro sospettato”

Un giovane ragazzo sulla ventina entrò nella camera e sedutosi si presentò:

“Mi chiamo Chris Nordon e sono il primogenito della famiglia”.

“Oh! Tu sei il figlio più grande dell’assassinato, che cosa stavi facendo tra le nove e le undici?”

“Oggi mi sono svegliato molto presto, intorno le sette e trenta, per provare con il mio gruppo. Sono uscito di casa alle otto e un quarto circa per poi tornare alle dieci e venti circa a casa”

“Dieci e venti… e poi cosa hai fatto?”

“Sono tornato nella mia stanza a studiare”

“Qualcuno può confermarlo?”

“Beh mia madre mi ha visto salire in camera”

“Capisco capisco, chiederò conferma a questo tuo gruppo se sei veramente andato da loro”.

“Come vuole detective...”

 

Steve tornò in soggiorno per avvisare la polizia e la scientifica di aver finito con gli interrogatori, in seguito chiese di vedere il cadavere. Il capo della scientifica era alquanto stranito dal metodo del detective…

“Scusi ma lei vede prima i potenziali colpevoli e poi la vittima? Non vuole prima osservare la ferita e quindi fare deduzioni più sensate?”

Steaven non lo guardò neppure rispondendo con tono apatico:
“no”.

  
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