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Autore: RubyTuesday_    27/01/2010    7 recensioni
"Il mio sguardo si posa velocemente su tutti i passeggeri: un signore che legge in prima fila; la mia amica nonché compagna di viaggio Molly Jones ; un anziano signore che sembra un generale in pensione o qualcosa di simile; sua nipote, ( forse) vestita di grigio e i capelli raccolti in uno chignon biondo… forse una donna d’affari?; una ragazza dalla carnagione scura e folti capelli color cenere, che sta armeggiando con la sua borsa multicolore; quattro strani tizi seduti appena dietro di me. Ehi, un secondo, ma… “Molly! Hey, Molly!” “Che cosa vuoi, Penny?”" Molly Jones e Penny Kite tornano in Inghilterra dopo una vacanza negli States. Anna Moonlight deve accompagnare suo nonno, Mr. Moonlight, a trovare un lontano parente. Rain torna dalla sua famiglia dopo molti anni. Maxwell Mustard torna in patria dopo un viaggio di lavoro. Dieci passeggeri che si incontrano su un aereo, ognuno con una propria storia da raccontare, con sogni nel cassetto e segreti... no, aspettate. Di persone ne ho contate sei. Quindi... dove sono le altre quattro?
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Nowhere Land

Tell Me What You See

 

“Anna! Di qua, vieni, presto!”

Cominciamo bene, direi. Già odio viaggiare, specialmente in aereo. Non lo sopporto.

Per di più, mi ritrovo a dover accompagnare mio nonno. Non che non gli voglia bene, sia chiaro, (in fondo, è sempre mio nonno), ma è… come dire, stressante. Con lui è impossibile avere un momento di tranquillità. E, infatti, appena mi allontano per un secondo, eccolo che mi chiama. E’ fatto così, non ci posso fare niente. Crede di essere il centro dell’universo.

Stamattina, appena arrivati all’aeroporto, ci hanno detto che il nostro volo è stato cancellato. Insomma, dovremo prendere un altro aereo (che, tra parentesi, sta per partire con un’ora di ritardo), il che non promette nulla di buono. Mi spiego, non è mai un buon segno quando cancellano un volo.

“Anna, sbrigati o partono senza di noi!”

“Sì nonno, sono qui, arrivo!”

Vedete che intendo? Mai un secondo di pace.

Finalmente saliamo sull’aereo, ci sediamo. Forse potrò avere un po’ di tranquillità… forse.

Vediamo un po’ chi c’è  a bordo.

Seduto in prima fila, c’è un signore di mezza età. Non riesco a vederlo bene, ha la testa completamente immersa in un libro. Chissà cosa sta leggendo.

Più dietro, molti posti vuoti. Vicino a me ci sono due ragazze, più o meno della mia età, che chiacchierano allegramente.

Dietro di me non c’è nessuno…. ah, ecco che sale qualcuno. Un’altra ragazza, dalla carnagione scura e l’abbigliamento… stravagante, si siede proprio dietro di me. Arriva qualcun altro.

Quattro ragazzi salgono, parlando tra loro (anzi, urlando). Si siedono… no, no, non nella fila accanto alla mia! Mi sembra di averli già visti, devono essere i membri di un gruppo, tali Beetles o qualcosa del genere. Non seguo molto le notizie sul mondo musicale.

Mi guardo intorno, non c’è più nessuno. Cioè, ci sono io, Anna Moonlight, che devo accompagnare in Inghilterra mio nonno, Mr. Desmond Moonlight.

Ecco, il portello si chiude. Prima partiamo, prima arriviamo.

~

C’è poca gente sull’aereo, per fortuna. Il mio sguardo si posa velocemente su tutti i passeggeri: un signore che legge in prima fila; la mia amica nonché compagna di viaggio Molly Jones ; un anziano signore che sembra un generale in pensione o qualcosa di simile; sua nipote, ( forse) vestita di grigio e i capelli raccolti in uno chignon biondo… forse una donna d’affari?; una ragazza dalla carnagione scura e folti capelli color cenere, che sta armeggiando con la sua borsa multicolore; quattro strani tizi seduti appena dietro di me. Ehi, un secondo, ma…

“Molly! Hey, Molly!”

“Che cosa vuoi, Penny?”

“Girati, e guarda chi è seduto proprio dietro di noi…”

Già mi pregusto la scena. Molly che sviene, rendendosi conto di chi c’è a meno di due metri da lei. Io che la rianimo. No, quest’ultima parte non mi piace.

Molly si gira, guarda, si rigira verso di me. Il suo sguardo è vuoto, assente. All’improvviso emette un grido che mi perfora i timpani.

“Molly, accidenti, contieniti!”

Tutti si girano a guardarci, che figura! Almeno Molly non è svenuta. Piano piano, si rende conto del fatto che tutti la stanno guardando come un’aliena. Inizia la sua tipica risatina nervosa. Per fortuna non si è ancora accorta che i suoi idoli, seduti proprio dietro di lei, stanno ridendo come matti per il suo urlo.

Non l’avessi mai detto, accidenti! Oh no è… svenuta!

Ecco il guaio a salire sullo stesso aereo dei Beatles. A me sono indifferenti, Molly li adora. Compra tutti i loro LP, la sua camera è tappezzata dei loro poster e ormai non sa parlare d’altro. Beatles di qua, Beatles di là, devo andare al concerto dei Beatles, i Beatles hanno fatto una nuova canzone, i Beatles fanno questo, i Beatles fanno quello… e il peggio è quel tizio, come si chiama? John Harrison… no, George Harrison, sì, lui. Molly ha completamente perso la testa per quello là. Cosa ci trovi poi, in George e nei Beatles, non lo so. Lui mi sembra un ragazzo come tanti altri, e i Beatles sono un gruppo che… be’, è famoso, ma non ci vedo niente di che. Ovviamente, dire questo davanti a Molly equivarrebbe a firmare la mia condanna a morte. Lei vive in un mondo tutto suo, popolato da lei, dai Beatles, da George Harrison, dai Beatles, da George Harrison e dai Beatles. In un certo senso, però, la invidio.

Mi giro, vediamo cosa combinano quei quattro matti ragazzi di Liverpool. Non ci sono più, forse è stata solo la mia immaginazione…

E anche Molly se li è immaginati però…

 

Particolare insignificante!

Oh no, adesso parlo anche da sola? Questo viaggio si preannuncia lungo e faticoso…

~

Mmh… una ragazza ha appena lanciato un urlo assordante. Chissà perché… c’è gente strana in giro.

Tutta la strana compagnia qui su quest’aereo sembra strana.

In prima fila, c’è un tizio che legge un libro. Avrà quarant’anni, e tiene tra le gambe una valigetta grigia. Sulle sue ginocchia è posato un giornale, che ogni tanto cade. Allora lui poggia il libro, si china a raccoglierlo, lo rimette al suo posto e ricomincia a leggere. Porta dei buffi occhiali tondi, grigi come la sua valigetta.

Molto dietro di lui c’è un vecchio, sembra quasi un ufficiale ormai in pensione. Ha dei grandi baffi bianchi, e ogni due secondi si volta a parlare con una ragazza seduta al suo fianco. Potrebbe essere la figlia, o forse la nipote. Ha lo sguardo freddo, sembra che non sia molto contenta di stare su quest’aereo. I capelli biondi sono raccolti in uno chignon, e indossa un completo grigio. Molto professionale. Chissà se in Inghilterra c’è qualcuno che la aspetta…

Passiamo oltre.

Ecco, la ragazza che ha appena gridato insieme alla sua amica. Questa ha un berrettino blu tirato in avanti, che copre dei capelli rossi, tagliati a caschetto. Guarda dal finestrino, ogni tanto si gira e lancia delle occhiate sospette alla sua amica. Questa ha lo sguardo perso nel vuoto, come se avesse appena visto un fantasma. Ha dei lunghi capelli marroni, ricci, gli occhi azzurri. E’ immobile da un sacco di tempo… no, non fissa il vuoto, ecco svelato il mistero!

Elementare, Watson!

 

Eh? Comunque. Sta guardando quei quattro tizi seduti nella fila accanto a lei… ah sì, sono i Beatles!

Wow, i Beatles sono su quest’aereo! Mi piacciono, i Beatles. Non mi metterò a urlare come ha appena fatto la tipa ricciola, però adoro la loro musica. Sono molto bravi secondo me. Adesso sono lì seduti che parlottano e ridacchiano, lanciando continue occhiate alla tizia che ha urlato. Che bello, sono sull’aereo con i Beatles! In un certo senso, potrei accomunarmi a loro… sì, cioè, loro sono dei musicisti, quindi degli artisti.

Anch’io sono un’artista; però, dipingo. O almeno, ci provo. Per questo mi piace osservare la gente, studiare tutti i movimenti che a uno sguardo superficiale possono sfuggire. Guardo, e poi dipingo.

Oh, finalmente si parte! Dall’altoparlante si sente la voce del copilota.

“Buongiorno a tutti. Io sono Jude, il vostro copilota. Ci scusiamo per il disagio, ma la linea normale ha avuto dei problemi, e quindi il vostro volo è stato affidato a me e al mio collega, Robert. All’arrivo vi verrà rimborsata parte della quota che avete pagato. Vi auguriamo una buona permanenza a bordo del nostro aereo. Buona giornata”.

Bene, si decolla. Adoro volare, guardare giù dal finestrino e vedere le città piccolissime, o vedere le nuvole; di solito, dipingo queste cose.

Appoggio la testa sul sedile, chiudo gli occhi, cercando di farmi cullare dai movimenti dell’aereo.

Niente, impossibile.

Davanti a me ci sono quattro ragazzi di Liverpool che urlano come dei matti.

“Insomma, ho capito che siete i Beatles, ma fate silenzio!”

Ops. L’ho detto davvero?

 

 

**************************************

Ciao a tutte! Torno a tormentarvi con una nuova, stupida divertente storia! Siete contente? No. Dovrete adattarvi :D

Questa però è più allegra di Eleanor Rigby. E’ una cavolata, però… fa niente, oggi sono stata a casa perché avevo la febbre e dovevo occupare il tempo in qualche modo!

Va be’, ditemi cosa ne pensate. Faccio sempre in tempo a fermare il progetto! xD

Ciao ciao

Sofia [in arte] THE J

  
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