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Autore: Melanyholland    29/01/2010    20 recensioni
Una raccolta di storie dedicate a Chuck e Blair.
#1 Chuck aveva molti motivi per frequentare Blair Waldorf, nessuno dei quali poteva essere rivelato al suo migliore amico Nate.
#2 Quando Blair voleva qualcosa, era disposta a tutto per ottenerla. Anche a fare i conti con il diavolo dell’Upper East Side.
#3 Blair sapeva che avrebbe dovuto evitare di giocare ad un prezzo così alto, soprattutto contro Chuck Bass.
#4 Chuck guardò la figura addormentata di Blair e capì che le cose gli erano davvero sfuggite di mano.
#5 “Non avrei mai dovuto lasciarti. Ho capito di aver sbagliato non appena il tuo aereo è decollato”. Chuck Bass, 2x01
#6 Blair davvero non capiva perché Chuck si ostinasse a restare lì con lei, né perché la sua presenza non la disturbasse poi così tanto.
#7 “Né regina, né futura duchessa.” sospirò Chuck teatrale, con falsa solidarietà. “Povera la mia Blair. Le cose sembrano andare davvero male”.
#8 Chuck aveva provato con tutte le sue forze a dimenticare Blair, ma ritrovandosi da solo con lei, scoprì che le farfalle erano più vive che mai.
#9 Blair sorrise, perché finalmente Chuck era suo. Ed era tutto ciò che contava.
#10 “Da quel che ricordo, stare da sola con me qui non ti è mai dispiaciuto. Vuoi che ti rinfreschi la memoria?”.
#11 Chuck ricordava bene la prima volta che Blair gli aveva chiesto aiuto.
#12 “Ho appena avuto una visione perfetta di quello che sarebbe stato il nostro inevitabile divorzio”.
#13 C’erano momenti in cui Blair davvero non riusciva a credere a quello che le stava accadendo.
#14 Erano amici. Quel breve momento di trasgressione in cui erano quasi scivolati in qualcosa di più sarebbe rimasto segreto come i loro incontri.
#15 Chuck stava bene: gli piaceva la sensazione del lieve peso sulla sua spalla e della presenza di Blair proprio accanto a lui.
#16 Da settimane passava di nascosto informazioni a Chuck, e Blair non se n’era mai accorta. Di certo non era così astuta come la sua fama pretendeva.
#17 Chuck si voltò e quando vide chi si era seduta accanto a lui, capì che la serata era del tutto rovinata.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Purple Suits & Red Lips è una raccolta di storie autoconclusive con protagonisti Chuck e Blair, in vari momenti della serie, sia come amici che come amanti. Le storie non saranno correlate (a meno che così non venga specificato) né in ordine cronologico (per cui indicherò sempre il momento in cui ci troviamo). Ultimamente mi vengono in mente solo one-shot su questi due e quindi mi sembrava più comodo raccoglierle tutte in una sola storia, invece di pubblicarne una nuova di volta in volta.

Spiegato questo, vi lascio alla prima shot.

Buona lettura!^^

 

#1

Titolo: Sympathy for the Devil

Autrice: Melanyholland

Summary: Chuck aveva molti motivi per frequentare Blair Waldorf, nessuno dei quali poteva essere rivelato al suo migliore amico Nate.

Rating: giallo

Timeline: pre-stagione 1

Main Characters: Chuck Bass & Blair Waldorf

Disclaimer: Gossip Girl non mi appartiene, ma mi diverte molto giocare con i suoi personaggi.

 

 

 

Sympathy for the Devil

 

Chuck Bass osservava il fumo che si disperdeva pigramente nell’aria in uno stato di pace e rilassamento completo che solo l’hashish di migliore qualità riusciva a donargli. Quando il trillo del telefono gli trapanò il cervello, interrompendo quell’estasi idilliaca, si riscoprì profondamente innervosito nonostante l’annebbiamento dei sensi.

“Nathaniel, accidenti a te,” inveì, mentre il suo migliore amico, non meno fatto di lui, cercava a tastoni il telefonino sul divano e lo urtava con le dita, facendolo cadere a terra con un tonfo che risuonò per le pareti della suite del Palace stranamente amplificato.

“Non rispondere, spegnilo.” ordinò seccato, guadagnandosi un’occhiata confusa di Nate, che ora teneva il maledetto oggetto trillante fra le mani.

“Ma è Blair.”

Come se a Chuck non fosse stato ovvio fin dall’inizio, perfino sotto l’effetto del fumo.

“Appunto. Se sente che sei fatto, piomberà qui a rompere le palle. Spegnilo.”

Nate esitò per attimi di interminabile tortura squillante, poi finalmente gli obbedì, ancora un po’ titubante. Chuck tirò un sospiro di sollievo per il ritorno alla tranquillità e prese un’altra boccata del suo spinello, rilassandosi fra le lenzuola del letto.

“Non sono mai riuscito a capirlo.”

“Mmh?” ribatté Chuck, sbuffando fumo.

“Non capisco come fate tu e Blair a essere amici. Insomma, non siete solo diversi, siete… praticamente opposti.” La voce di Nathaniel gli giungeva lontana e persa. Chuck considerò la domanda, corrugando la fronte. Capiva la perplessità del suo migliore amico, e intuiva che probabilmente era condivisa da molti dei loro conoscenti. Questo perché, a dispetto di tutto, l’apparenza nell’Upper East Side era sul serio tutto ciò che contava e agli occhi del bel mondo, loro erano davvero incompatibili. Ma Chuck sapeva bene qual erano i motivi che lo legavano alla sempre perfetta Blair Waldorf, al di là della percezione altrui.

Ricordava la prima volta che l’aveva notata, a scuola. Blair era stata una bambina graziosa, certo, ma non era per quello che aveva attirato la sua attenzione. Indossava sempre vestitini pieni di fiocchi e pizzi, i capelli erano sempre acconciati in boccoli perfetti con cerchietti e nastri colorati e, mentre le altre bambine gridavano e correvano per tutto il cortile durante la ricreazione, lei seguiva la vivace Serena e l’atletico Nate senza mai veramente lasciarsi andare ai loro giochi: se si arrampicavano, Blair restava a guardarli preoccupata dal basso verso l’alto; se si sedevano sull’erba, lei stava attenta a sistemare bene la gonna intorno alle gambe e a sporcarsi il meno possibile. In ogni gesto, ogni atteggiamento, perfino in ogni particolare del suo aspetto, Blair sembrava una bambola di porcellana, più che una bambina.

Questo l’aveva irritato, perché a cinque anni Chuck non riusciva a capire tutto quel controllo, gli sembrava fastidiosamente ridicolo e del tutto insensato, e da sempre ciò che non riusciva a comprendere, lo faceva arrabbiare. Perciò ignorava la bambolina e, se i loro sguardi si incontravano per caso, le scoccava un’occhiata buia che la faceva sempre voltare.

Poi aveva iniziato a giocare sempre più spesso con Nathaniel e un giorno, in cortile, lui gli era corso incontro con al fianco la bambina.

“Lei è Blair. Blair, questo è Chuck” li aveva presentati Nate e lei aveva sorriso gentilmente, tendendogli la mano, da vera signorina educata.

Allora Chuck l’aveva spinta a terra.

Blair, ritrovandosi seduta nel fango, aveva spalancato gli occhi per la sorpresa, poi aveva cominciato a urlargli contro e a piangere, blaterando fra i singhiozzi che si era sicuramente rotta qualcosa, che sua madre l’avrebbe sgridata perché si era sporcata il vestito e a più riprese che Chuck era un mostro e che Nate doveva picchiarlo per vendicarla, subito. Vederla finalmente in quello stato, sporca, agitata e assolutamente fuori di sé l’aveva fatto sorridere, perché ora Chuck aveva capito: Blair non era quella bambola perfetta, faceva soltanto finta; la vera Blair era una cosa urlante e scontrosa che invocava vendette violente alla prima occasione e la faccenda l’aveva divertito non poco.

Scorgendo il suo sorriso, la bambina aveva fatto una smorfia indignata, smettendo improvvisamente di piangere, si era alzata in piedi e gli aveva tirato un calcio sotto il ginocchio, evidentemente stanca di aspettare l’improbabile reazione di Nathaniel.

“Io ti odio!” aveva dichiarato rabbiosa, per poi voltarsi e correre via, senza alcuna grazia, bensì con passi pesanti e collerici.

 Nate, interdetto e confuso, l’aveva fissato massaggiarsi la gamba. Il calcio non gli era piaciuto molto, ma Chuck era ancora contento di aver scosso la principessina.

“Però sei strano.” aveva concluso Nate dopo un po’, guardandolo di sottecchi come se fosse un cane randagio idrofobo, forse aspettandosi uno spintone anche lui.

Da quel giorno attraversare la barriera di fredda perfezione che Blair creava intorno a sé al fine di rivedere quella scintilla di appassionato fervore, era diventato uno dei passatempi preferiti di Chuck. Ovviamente, con gli anni, aveva affinato la tecnica ed era passato dallo spingerla nel fango e dal tirarle i capelli a fare battute e insinuazioni più o meno velate, in particolare sul sesso, perché arrossiva sempre, con quelle lì.

“Ma se non sai di che parli”, aveva ribattuto Blair quando avevano dodici anni, con un’occhiata sprezzante. Al che lui aveva sorriso di trionfo, perché in realtà sapeva di che parlava; da nove ore, a voler essere precisi.

“Ti sbagli, Waldorf.” aveva replicato tronfio, e lei si era voltata verso di lui, la bocca aperta, le pupille dilatate e le guance rosse. Chuck aveva riflettuto che era uno spettacolo da guardare, in quello stato.

“Hai fatto…” aveva cominciato, per poi abbassare la voce in un bisbiglio:  “…sesso?”

“Sì, ho fatto… sesso.” aveva confermato, imitando il suo tono scandalizzato per irritarla; ma Blair l’aveva ignorato, focalizzata com’era su un altro punto:

“Con chi?”

“Georgina Sparks.”

“Disgustoso.” aveva giudicato lei all’istante, arricciando il naso e lanciando un’occhiata piena di veleno alla ragazza in questione, che chiacchierava allegramente con Serena dall’altra parte del salone. Blair era stata mollata al tavolo da sola quando le due si erano allontanate per flirtare con un paio di attraenti figli di papà ed era visibilmente offesa e irritata, quindi nello stato d’animo ideale per gli scopi di Chuck, che aveva subito preso posto accanto a lei.

“Non lo definirei disgustoso” aveva obiettato, con un sorriso lascivo. In realtà, la sua performance con Georgina era stata furiosa e breve, una sgroppata quasi animalesca. Solo un’immagine era rimasta particolarmente impressa a Chuck, ed era stata la cascata di capelli scuri in cui aveva affondato la faccia mentre veniva. Dettaglio piuttosto strano, c’erano parti del corpo della cara Georgie che avrebbero meritato di attrarre di più la sua memoria.

 “Perdere la tua verginità con Georgina, Chuck?” aveva sospirato lei. “Voglio dire, A. Sul serio? B. Non ti è venuto in mente nessuno di meglio?”

“Come te, ad esempio?” aveva ribattuto lui seducente, posandole una mano sul ginocchio, che lei aveva prontamente scacciato.

“Dio, no.” aveva esclamato con veemenza, guardandolo male. “Ripensandoci, forse è la ragazza adatta a te. State insieme, ora?”.

Al che Chuck aveva riso di gusto della sua ingenuità, gesto che l’aveva finalmente fatta esplodere.

“Sei nauseante, Bass.” aveva ringhiato in tutta la sua fiera bellezza. “Uno come te non può certo capire che l’unione di due persone è qualcosa di più, qualcosa di importante.”

“Non importante, divertente, Waldorf.” aveva ribattuto lui, imperturbato. “Provare per credere. E vorrei aggiungere che io sarei più che lieto di mostrarti…”

“Vado a cercare Nate.” lo aveva interrotto lei, di slancio. Chuck aveva ghignato osservandola mentre attraversava il salone, dimentica di Serena e Georgina, per raggiungere non Nathaniel, bensì il gruppo di ragazze che frequentava a scuola, le quali un istante prima fissavano ammirate il flirtare disinvolto di Serena, un attimo dopo attorniavano una raggiante Blair e pendevano dalle sue labbra, scoccando ogni tanto un’occhiata furtiva a lui.

Chuck si era versato una generosa dose di champagne, soddisfatto. Non era facile crearsi una reputazione e quello era stato un colpo da maestro: in quel modo tutti avrebbero saputo che aveva fatto sesso, senza che lui facesse la figura del ragazzino smanioso di raccontarlo.

Con l’arrivo della scuola superiore, Chuck aveva scoperto che dietro i sorrisi radiosi di rossetto, Blair celava non solo un carattere energico e impetuoso, ma anche una mente affilata, un’ambizione irrefrenabile e un animo perfido quasi quanto il suo, tutte qualità che non poteva non apprezzare in una donna. Inoltre Blair era estremamente piacevole da guardare: con le sue gonne al ginocchio e le sue collane di perle, sembrava una di quelle ragazze di chiesa, pura, innocente, devota. Quell’anima maliziosa celata sotto l’aspetto di un angelo e il fatto che fosse vergine stuzzicavano le sue fantasie, tanto più che, essendo pure la ragazza ufficiale di Nathaniel, per lui era intoccabile, al contrario di tutte le giovani donne che di solito attraevano la sua attenzione.

C’erano ovviamente sempre stati sogni su di lei, a volte anche nei momenti di veglia -quelle labbra rosse e piene e quelle gambe flessuose avrebbero fatto galoppare l’immaginazione di uomini ben più virtuosi di lui-, ma Chuck avrebbe mentito a se stesso se non avesse ammesso che, dopotutto, passare il tempo con lei anche sapendo che non sarebbero mai finiti a letto non gli dispiaceva più di tanto. Aveva a disposizione tutte le scopate che voleva e Blair lo intratteneva in modo differente.

“Conosci Gertrude Burlingame?” aveva esordito senza salutarlo, sedendosi accanto a lui sul divano durante un party organizzato da Lily Van Der Woodsen, solo pochi giorni prima.

“Sai che i nomi non mi dicono niente”, aveva risposto lui con un’alzata di spalle, poi aveva fatto un sorrisetto. “Ora, se potessi dirmi taglia di reggiseno e posizione preferita, forse…”

“Quella là.” aveva insistito Blair con un cenno del capo, il tono sdegnoso. Chuck aveva individuato la ragazza in questione -una rossa con gambe chilometriche e un sedere sodo e rotondo strizzato in una minigonna di Dior- e aveva inclinato la testa di lato, cercando di ricordare se se l’era mai portata a letto. La ragazza aveva incontrato il suo sguardo e gli aveva lanciato un sorriso provocante e compiaciuto, prima di tornare a guardare la sua amica. Chuck aveva sogghignato.

“Sì, me la sono fatta.” aveva mormorato, più a se stesso che a Blair, che infatti aveva sbottato:

“Chi se ne importa! Quella troia la deve pagare.”

“Che ti ha fatto?”

“Ha rubato la mia attività extra-curriculare.” aveva affermato, come se spiegasse tutto. Lui aveva alzato le sopracciglia senza dire una parola e lei aveva sbuffato.

“Chuck, Yale, hai presente? Il college dove devo assolutamente essere accettata? Non ti prendono se hai solo ottimi voti, devi anche fare sciocchezze come sport e attività extra scolastiche, e avevo trovato l’attività perfetta, e quella cagna me l’ha soffiata.” aveva chiarito, ed era così accalorata che la pelle scoperta dalla scollatura del vestito si era tinta di una deliziosa tonalità di rosso. “È rimasto solo un posto nel corso di matematica superiore e hai visto che razza di gente lo frequenta?”.

“Non vedo dove sia il problema.” aveva obiettato lui pigramente, bagnandosi le labbra con lo scotch. “Ti troverai a tuo agio in mezzo ai secchioni, Waldorf. Scommetto che sarete tutti quanti ossessivi, frustrati e vergini”.

Quello gli aveva fatto guadagnare un’occhiata carica di astio che non aveva per nulla guastato il suo divertimento.

“Lascia stare, Bass.” aveva detto esasperata e ostile, alzandosi per andarsene; ma Chuck l’aveva bloccata, afferrandola per il polso e facendola cadere di nuovo sul divano con un gesto brusco e energico. Lo spostamento d’aria gli aveva fatto arrivare alle narici il suo profumo e la gonna, risalendo un po’, gli aveva offerto la vista di una coscia avvolta in sottile seta trasparente.

“Che accidenti fai? Idiota!” aveva reagito lei stizzita, liberandosi della sua presa, per poi sussultare e guardarsi intorno, preoccupata che qualcuno si fosse accorto della poco signorile caduta e dell’altrettanto poco elegante reazione. Quando era tornata a rivolgersi a lui, si era resa conto della direzione del suo sguardo e con uno sbuffo aveva aggiustato l’orlo della gonna sulle ginocchia.

“Rilassati, Waldorf.” l’aveva ammonita con una condiscendenza che sapeva l’avrebbe fatta infuriare ancora di più. “Si stava parlando di una vendetta, qui e non mi pare avessimo finito”.

Il fatto che lui dopotutto fosse interessato e volesse aiutarla l’aveva rabbonita, ma non molto.

“Tutti hanno uno scheletro nell’armadio. È uno dei motivi per cui il sito di Gossip Girl si aggiorna in continuazione. La cagna non è da meno, ne sono sicura.” aveva affermato freddamente, poi gli aveva rivolto quel sorriso dolce che lui sapeva essere subdolo e calcolato, e che per questo gli sembrava estremamente sexy.

“Tu potresti scoprirlo, per me.” aveva suggerito, in un tono che rispecchiava il suo sorriso.

“Come?” aveva replicato, con falsa ingenuità.

“Lo sai, Chuck. Seducila, e ti dirà tutto quello che vorrai sapere. Crederà perfino di essere speciale, visto che sei disposto a concederle una seconda volta.” aveva aggiunto, e la spietata crudeltà che c’era dietro quell’improvvisa intuizione lo aveva reso fiero di Blair. Persuadere Gertrude del fatto che fosse  rimasto colpito da lei era la tattica che lui stesso aveva pensato subito di utilizzare.

Complotto, sesso e distruzione sociale. Tutto questo gli aveva offerto la tanto affascinante quanto perfida Blair Waldorf, trasformando una festa banale in una serata piena dei suoi svaghi preferiti e sarebbe stato davvero un peccato rifiutare. Nathaniel restava la sua compagnia preferita ma, francamente, lui non gli forniva mai simili diversivi.

“Lo farai?” lo aveva incalzato Blair, il tono dolce  e il sorriso da bambina pestifera.

Chuck aveva preso delicatamente la mano di lei e se l’era portata alle labbra:

“Principessa, lo sai che sono sempre a tua disposizione.” aveva dichiarato nel suo tono più fascinoso, baciandole la pelle morbida. Il sorriso di Bliar si era allargato vittorioso, svelando tutta la sua malizia e lui le aveva sorriso di rimando allo stesso modo, senza smettere di tenerle la mano.

“Perfetto. Mandami un messaggio appena sai qualcosa. Prima di domani sera voglio che la troia sia finita.”

“Lo sarà, sta’ tranquilla.” aveva confermato, borioso. “Nessuna donna può resistere a Chuck Bass.”

“Non ho mai capito il perché.” aveva ribattuto lei impertinente, guardandolo da capo a piedi con occhi ricolmi di spregio, ma era ancora sorridente.

“Oh, io credo di sì.”

“Cosa?”

“Andiamo, Waldorf. Dillo che hai un debole per me da sempre.” l’aveva pungolata, aspettandosi un insulto e un commento acido; ma la notizia della distruzione imminente della ragazza Burlingame doveva averla messa davvero di buonumore, perché invece Blair aveva riso, una reazione atipica.

“Sì, e Nate è solo un mezzo per arrivare a te.”

“Sapevo che prima o poi lo avresti ammesso. Prendiamo una stanza e realizziamo il tuo sogno.”

Blair aveva scosso la testa, poi si era accorta che lui le stava ancora tenendo la mano e l’aveva sfilata con un movimento rapido, tornando improvvisamente seria.

“Dacci un taglio, Bass e mettiti all’opera, piuttosto.” aveva concluso, recuperando il suo algido contegno. Chuck non aveva potuto impedire a se stesso di provare un pizzico di disappunto al cambio repentino di atmosfera e alla perdita del soffice calore fra le sue dita e questo l’aveva irritato profondamente. Lui era Chuck Bass e non sbavava certo per essere tenuto in considerazione dalla vergine bigotta della Constance. Così aveva detto, con voce melliflua: “E tu torna dal caro Nathaniel, anche se dubito che si sia anche solo reso conto della tua assenza. Serena stasera è una visione”, riempiendosi di maligna soddisfazione quando lei si era irrigidita, dimostrandogli che aveva toccato un nervo scoperto.

Il piano contro Gertrude Burlingame era andato ovviamente a buon fine e ora Chuck si ritrovò a sorridere al ricordo mentre, sdraiato sul letto, prendeva un’ultima boccata del suo spinello e lo spegneva nel posacenere sul comodino. Perso in quel trip nel passato, si accorse solo in quel momento che non aveva ancora dato una risposta al buon Nate. Non che fosse un problema, probabilmente il tempo era diventata una dimensione confusa anche per il suo migliore amico.

“Che vuoi che ti dica, Archibald? Non voglio costringerti a scegliere fra il tuo migliore amico e la tua ragazza. Sappiamo tutti e due come andrebbe a finire e sarebbe uno spreco, visto che ancora non te la sei scopata”.

Nathaniel rise dal divano e non aggiunse nulla, per fortuna. Certi temi semplicemente non erano argomento di conversazione, soprattutto durante un pomeriggio di relax come quello. 

Chuck chiuse gli occhi, tentando di svuotare la mente, quando la tortura ricominciò a tradimento. Imprecò ed emise un suono seccato.

“Stavolta è il tuo, amico.” sottolineò Nate, vagamente divertito.

Chuck tirò fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni; aveva avuto intenzione di spegnerlo, ma c’era una minima possibilità che suo padre decidesse di chiamarlo per qualche motivo –aveva la strana abilità di ricordarsi della sua esistenza nei momenti meno opportuni- e non voleva dargli l’occasione di lamentarsi del fatto che non poteva mai contare su di lui quando ce n’era bisogno. Aveva già innumerevoli spunti per criticarlo, non era il caso di allungare la lista.

Non era Bart, però. Chuck rifletté se accettare la chiamata o no, poi sospirò e premette il pulsante.

“Che vuoi, Blair?”

“Tu puoi risponderle e io no?” protestò Nate, ma non era arrabbiato. L’hashish lo rendeva allegro e spensierato come un cartone animato.

Chuck! Nate è lì con te? Ha spento il cellulare e non so dov’è.”

Che lagna, pensò Chuck, e si chiese per quale motivo avesse risposto.

“Sì, è con me, non bagnarti gli slip.”

“Sei repellente, Chuck. Dove l’hai portato? Non sarete in uno strip-club o qualcosa del genere, vero?”

“Perché no? È l’unico modo che ha quel povero ragazzo di vedere un po’ di tette.” replicò, ma quando l’orecchio gli si riempì delle proteste e degli insulti di Blair quasi si pentì della battuta. Ma perché aveva risposto?

“Senti, te lo mando appena ha smaltito il fumo, okay?” le assicurò, trattenendosi a stento dall’attaccare il telefono. Era pur sempre la ragazza del suo migliore amico e gli isterismi non erano una novità del giorno.

L’hai fatto fumare?” lo accusò furibonda e Chuck notò con stizza che, ancora una volta, la colpa era interamente sua. “Lo sai che stasera c’è la cena per il fidanzamento dagli Sheppard! Non posso presentarmi con un cavaliere in uno stato pietoso! Che ti è saltato in ment-”.

Quando era troppo era troppo e Chuck spense il cellulare, scaraventandolo lontano. Al diavolo sia Blair che Bart, gli stava scoppiando il cervello.

“Le hai attaccato il telefono in faccia?” domandò Nate, gioiosamente incredulo.

“Così sembra.”

“Grosso errore. Blair non te la farà passare liscia, stasera.” rise il suo migliore amico. Chuck sospirò, coprendosi gli occhi con il braccio, mentre nella sua mente affiorava l’immagine di una bambina imbronciata e sporca di fango che gli tirava un calcio.

“Probabilmente.” concesse, l’irritazione totalmente sfumata mentre un sorriso gli increspava le labbra.

Quell’hashish doveva essere davvero fenomenale.

 

Fine#1

 

Note dell’Autrice:

[1] “Sympathy for the Devil” è una canzone dei Rolling Stones.

[2]  Vorrei ringraziare tanto chi ha letto e commentato la mia ultima storia su Gossip Girl, “The Driver’s Tale”:

joke09: grazie, sono felice che ti sia piaciuta e ci tengo a dirti che mi ha fatto molto piacere leggere le tue lodi e i tuoi incoraggiamenti. Spero di riavere presto le tue impressioni.

bruciamente: il tuo lungo e dettagliato commento mi ha lusingata e fatto sorridere come una scema ogni volta che ci ripensavo nei giorni a seguire, cosa di cui ti ringrazio davvero di cuore. Fa sempre piacere ricevere commenti così curati da qualcuno che evidentemente conosce molto bene la serie e sa a sua volta scriverne abilmente. Ho apprezzato tanto anche il tuo appunto su “Le Rouge et Blair”, perché mi ha fatto riflettere su come ho reso il personaggio in quella storia fino a farmi ammettere che, effettivamente, la riappacificazione è stata un po’ semplicistica. Sono comunque contenta che anche quella ti sia piaciuta (piace anche a me, nonostante tutto xD). A questo proposito, mi piacerebbe che mi dicessi se secondo te ho reso bene i personaggi in questa storia. Non è stato facile scrivere dal punto di vista di Chuck^^” Grazie anche di aver aggiunto la storia tra i preferiti. Un bacio, spero di risentirti.

Kaicchan: grazie a te di lasciare sempre un commento alle mie storie e di avermi aggiunta fra i tuoi autori preferiti, sei adorabile. Anche questa storia è su Chuck e Blair, non propriamente come coppia, ma spero sia stata di tuo gradimento comunque. Ti ringrazio dei complimenti e mi auguro di ricevere ancora le tue impressioni. Un bacio.

cherol: grazie! Mi sono sempre chiesta cosa pensasse Arthur di tutte le cose che accadono in quella limousine, da lì è nata la storia. Sono contentissima che tu l’abbia apprezzata.

Mimi18: sono davvero felice di aver ricevuto il tuo commento a “The Driver’s Tale” e che ti sia piaciuto il mio Arthur. Personalmente credo che fare da autista al giovane Bass metterebbe a dura prova la sanità mentale di qualsiasi individuo, perciò ho sempre avuto simpatia per il personaggio, durante la serie.xD Grazie per le belle parole e per aver aggiunto la storia tra i preferiti. Un abbraccio.

Vorrei ringraziare anche after_all e Kaho_chan per aver aggiunto la storia tra le preferite.

 Al prossimo aggiornamento.

Mel

  
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