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Autore: VeganWanderingWolf    29/01/2010    0 recensioni
riflessione di getto sorta da alcune impressioni del momento e subito trascritta. non saprei che altro dire nell'introduzione...quel che è è quel che è scritto. ah, sì, solo una cosa. specifico che parlo delle mie impressioni e personale esperienza, e non è mia intenzione avanzare una critica che si pretende generale o assoluta riguardo ai luoghi, persone, opinioni qui riportati. amen.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Nonsenses'
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Ateneo, luogo di scienza e conoscenza

Ateneo, luogo di scienza e conoscenza

mentre altri vi fanno nido e seconda casa

noi ci entriamo come volpi nel pollaio

e aggiriamo come lupi tra le pecore

ne usciamo con più pensieri su ciò che si rischia che su ciò che si acquista

(acquista, acquista, acquista, le importanze hanno parole, no forse il contrario, non di questi tempi però per la maggiore)

 

e sulle soglie delle nostre tane defechiamo bile, ingiustizia e influenze

ci andiamo a fare una nuotata rinfrescante nelle nostre paturnie quotidiane

riemergendo a riprender aria dopo abluzioni che ci rammentino chi siamo

ripuliti dalle finzioni, sceneggiate, facciate, teatrini di ipocrisia che ci folleggiano intorno

rinfrancati, paradossalmente eccome, nel tornare a rotolarci beati

nelle storture quotidiane nostre e altrui

giorno per giorno allontanandoci dalla pancia vuota il desco della facile goduria auto- reclusa

per scappare lontani, sulle asprezze e meraviglie di una libertà

libertà che è di nuovo finzione di sè stessa medesima in persona

finchè non si dilava e si scrolla di ogni illusione che più gentile e più bella e più buona la pinge

finchè, lasciati alle spalle tutti quelli che non la reggono

e tutto ciò che in essa difficilmente si può far entrare

 

(provateci pure a spingere un divano di tre metri e una televisione con megaschermo ultrapiatto in una bettola ricoperta di lamiera con la porta poco più piccola dell'orecchio destrimancino di un elefante indiano)

 

torna a inerpicarsi sulle vette scoscese di spietate nudità grezze

ritrovandosi altera regina a guardare i suoi bastardi accoliti

 

che lei cercano e lei temono

lei amano e lei talvolta rinnegano

lei chiamano e lei rifuggono

lei costruiscono e distruggono

 

E su questi cicli senza fine gli animali più savi sghignazzavano

adocchiando le innumerevoli brutture dell'uomo che scappò la foresta

e poi pentito tornò a implorare asilo strisciando sulle ginocchia grasse e rotte

  
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