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Autore: VeganWanderingWolf    29/01/2010    0 recensioni
Avevo 6 giorni sulla testa
avevo 4 paia di occhi nel cuore
avevo un muto grido nelle orecchie
avevo 5 serpenti in tasca
avevo un coltello spuntato tra i denti
correvo saltando a pié pari sui sassi dispari
non avevo alcuna direzione e i venti
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Nonsenses'
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Son tornato sulle rotaie dei miei giorni migliori

 

 

 

Son tornato sulle rotaie dei miei giorni migliori

vagabondaggi camuffati da semplici spostamenti

il ghiaccio ha sciolto le acque più sporche

alla fine la voglia di battersi ancora ha corroso l'inedia

mentre rifuggo gli ospedali i cui cancelli ho scavalcato

vorrei richiamare indietro tutte le ombre e dire 'provateci ora!'

vorrei richiamare le loro ombre e affermare 'guardate bene come risplendono'

 

Ma le ombre, loro lo sanno, e son scappate con la sottana in mano

non ritornano finchè non siam riversi sul cemento brusco

ma io ho il loro abito da macabra festa con cui travisarmi gli occhi più duri

se arrivan fingo sangue, all'ultimo balzo e ben so far lor paura

ho ricomposto il puzzle della coscienza fino alla prossima rottura

sotto il nero telo son quel che sono, lupo di lupi tra i lupi si balla, si corre e si canta

non ho esitazione più per affondare i denti nelle ombre

 

In una stanza curiosamente senza danza accampati

i più puri, i più perfetti dicevano in voi troppi difetti

io so che non son fatto per le regole troppo anguste

loro proclamavano troppo alcool e noi ce ne andiamo

linguasciolta, il becchino ed io ascoltavamo con ogni rispetto

assicuro non abbiam nemmeno mai mostrato i denti

ma mentre quelli ci volevan sull'attenti, con un sorriso svicolammo via

 

Giurerei che l'amore del becchino è una delle più belle

per il momento ho affidato a linguargentina gelosa un dado morbido

lei lo stringe, lo scaglia e talvolta crede nel responso

e noialtri siam buoni a leggere il destino nel fondo del boccale divino

mentre una donna e suo figlio portano il lutto di me

me che son risorto ripartorendomi attraverso gli occhi di nuova linfa

posso rialzarmi dalle braci, caldo e freddo di troppo chiare intenzioni

 

Dimmi fratellino che gusto hanno ora le tue speranze

se germogliano bene oltre i ponti di tessuto salmastro

aspetto di vedere le piantine di quei tuoi semi nuovi

ti dirò mai son stato in migliore compagnia di quando e quando

quando le braccia le voci le rabbie le forze le scuse le proposte

si alzano al vento con troppa speranza e troppa disillusione

e ricordiamo che tutti potrebbero ma sol noi schizziamo come lampo pronto

 

Io so che non so più cosa a te mi lega stella senza senno

ho preparato per te filastrocche di girasoli, giallo gialle gialle

squillano come canarini in overdose di caffeina annunciando il tuo arrivo (e la tua partenza)

non ricordo a chi affidai che mi tien legato a terra la lenza

oserei dire ne hai un capo abbondante, non oso chiederti di non lasciarlo andare

vedrai che i tuoi accidentati progetti saran più floridi che mai

ora vieni solo sul mio stomaco a darmi tormento e gioia, sciocchezze e girasoli, sole e tempesta

 

Vago piastrina sperduto tra le folle maledette dai pori ermeticamente chiusi

quand'è il coagulo? mi chiedo. quand'è il coagulo? mi chiedono. la ferita già c'è

cicatrici passate e future mi turbano il sonno, e c'è chi soffoca nel pas plus

das ist alles! dico con piglio ottimistico quando finisco qualche amichevole getto d'inchiosto

tante altre risacche aspettano rimuginando brodolose su sè stesse

per ora porgo mandarini agli acuti osservatori sotto ai portici

loro dicono grazie, rispondo perfavore.

  
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