Son tornato sulle rotaie dei miei giorni migliori
vagabondaggi camuffati da semplici spostamenti
il ghiaccio ha sciolto le acque più sporche
alla fine la voglia di battersi ancora ha corroso
l'inedia
mentre rifuggo gli ospedali i cui cancelli ho
scavalcato
vorrei richiamare indietro tutte le ombre e dire
'provateci ora!'
vorrei richiamare le loro ombre e affermare 'guardate
bene come risplendono'
Ma le ombre, loro lo sanno, e son scappate con la sottana
in mano
non ritornano finchè non siam riversi sul cemento
brusco
ma io ho il loro abito da macabra festa con cui
travisarmi gli occhi più duri
se arrivan fingo sangue, all'ultimo balzo e ben so far
lor paura
ho ricomposto il puzzle della coscienza fino alla
prossima rottura
sotto il nero telo son quel che sono, lupo di lupi tra
i lupi si balla, si corre e si canta
non ho esitazione più per affondare i denti nelle ombre
In una stanza curiosamente senza danza accampati
i più puri, i più perfetti dicevano in voi troppi
difetti
io so che non son fatto per le regole troppo anguste
loro proclamavano troppo alcool e noi ce ne andiamo
linguasciolta, il becchino ed io ascoltavamo con ogni
rispetto
assicuro non abbiam nemmeno mai mostrato i denti
ma mentre quelli ci volevan sull'attenti, con un
sorriso svicolammo via
Giurerei che l'amore del becchino è una delle più belle
per il momento ho affidato a linguargentina gelosa un
dado morbido
lei lo stringe, lo scaglia e talvolta crede nel
responso
e noialtri siam buoni a leggere il destino nel fondo
del boccale divino
mentre una donna e suo figlio portano il lutto di me
me che son risorto ripartorendomi attraverso gli occhi
di nuova linfa
posso rialzarmi dalle braci, caldo e freddo di troppo
chiare intenzioni
Dimmi fratellino che gusto hanno ora le tue speranze
se germogliano bene oltre i ponti di tessuto salmastro
aspetto di vedere le piantine di quei tuoi semi nuovi
ti dirò mai son stato in migliore compagnia di quando e
quando
quando le braccia le voci le rabbie le forze le scuse
le proposte
si alzano al vento con troppa speranza e troppa
disillusione
e ricordiamo che tutti potrebbero ma sol noi schizziamo
come lampo pronto
Io so che non so più cosa a te mi lega stella senza
senno
ho preparato per te filastrocche di girasoli, giallo
gialle gialle
squillano come canarini in overdose di caffeina
annunciando il tuo arrivo (e la tua partenza)
non ricordo a chi affidai che mi tien legato a terra la
lenza
oserei dire ne hai un capo abbondante, non oso
chiederti di non lasciarlo andare
vedrai che i tuoi accidentati progetti saran più
floridi che mai
ora vieni solo sul mio stomaco a darmi tormento e
gioia, sciocchezze e girasoli, sole e tempesta
Vago piastrina sperduto tra le folle maledette dai pori
ermeticamente chiusi
quand'è il coagulo? mi chiedo. quand'è il coagulo? mi
chiedono. la ferita già c'è
cicatrici passate e future mi turbano il sonno, e c'è
chi soffoca nel pas plus
das ist alles! dico con piglio ottimistico quando
finisco qualche amichevole getto d'inchiosto
tante altre risacche aspettano rimuginando brodolose su
sè stesse
per ora porgo mandarini agli acuti osservatori sotto ai
portici
loro dicono grazie, rispondo perfavore.