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Autore: AddyOswald    30/01/2010    10 recensioni
Ho mantenuto la mia promessa, l'ho fatto per te, l'ho fatto perchè ti amo. Spero che tu da lassù sarai fiero di me, spero che in ogni attimo tu non mi abbia mai lasciata sola, e spero tu sia felice nel sapere che fra poco ti raggiungerò.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sono passati 82 anni e ancora sento l'odore della vernice fresca,
il servizio di porcellana non era mai stato usato,
nessuno aveva ancora dormito tra quelle lenzuola.
Il Titanic era chiamata “la nave dei sogni” e lo era, lo era davvero.”


-Ricordo alla perfezione ogni singolo momento della mia vita su quella nave,
e non è certo per la perfezione con cui era stato costruito ogni angolo,
non è per il lusso della sala da ballo,
non è per la grande classe sociale che vi sostava.
Più che altro ricordo ogni momento per la sensazione di libertà che sono riuscita a provare..
Ero sempre stata una ragazza molto posata, con la testa sulle spalle.
Eppure, dietro quella maschera nascondevo un lato di me che moriva dalla voglia di uscire..- La mia voce era più un sussurro che altro, mentre parlavo mi sfioravo con la mano rugosa il ciondolo che portavo al collo da tanti anni, con gli occhi stanchi guardavo mia nipote che sembrava lo specchio della mia gioventù.
Adorava sentire la mia storia, sognava a occhi aperti di vivere anche lei un'avventura del genere.
Io, dal canto mio, gli auguravo solamente di conoscere un'angelo come quello che avevo conosciuto io.
-Mi dovevo sposare con un uomo che avrebbe salvato me e la mia famiglia dalla grave situazione economica in cui ci trovavamo, una vera inguistizia, no? Io avevo sempre sognato il mio matrimonio, e non volevo trascorrere la mia vita con qualcuno che nemmeno amavo.
Quando vidi per la prima volta il Titanic, così imponente, così grande.. non immaginavo che da li sarebbe cambiata tutta la mia vita.-
Ripresi fiato, ormai non potevo fare più molto per colpa dei miei polmoni.
-Li conobbi un ragazzo di bassa classe sociale, Jack Dawson, era un ribelle, sempre pronto a cercare qualche nuova avventura, era il tipico ragazzo che agiva senza preoccuparsi delle conseguenze..E questo lo rendeva felice. Forse era per questo che lo ammiravo: io avevo tutto ed ero triste, lui non aveva niente ed era felice.
Passai il periodo piu bello della mia vita con lui, con lui riuscii a buttare la testa indietro e ridere di gusto, solitamente mi limitavo a sorridere se qualcuno faceva una battuta, invece con lui imparai a ridere di cuore.
Imparai a gettare tutti i miei limiti nel mare, imparai a correre, a osare, a vivere. -
Tossii e guardai la mia piccola, aveva gli occhi che le brillavano.
-D'un tratto, una sera, la nave sbattè contro un iceberg, la situazione si aggravò in un batti baleno, quella nave che prima sembrava innaffondabile ora era pronta a crollare.
Ricordo ancora le urla spaventate della gente, i figli strappati ai loro padri per metterli in salvo, le famiglie separate, le persone che pregavano attendendo di morire, i compagni di viaggio che facevano a botte per salire sulle scialuppe di salvataggio.
Tutti in quel momento avevano paura, tutti tranne Jack.
Anche in quella situazione lui sembrava perfettamente a suo agio, certo era preoccupato, ma sembrava sapesse cosa fare.
Vidi gente piangere, piccola mia, piangere di disperazione, gente sul punto di morte che urlava, persone innocenti che cercavano di aggrapparsi a qualsiasi cosa si trovasse sulla nave ma che poi venivano scaraventate in acqua.- Anche dopo tutto quel tempo pensarci mi dava i brividi, le lacrime agli occhi iniziarono a scendere.
-Io e Jack ci salvammo, eravamo in acqua e aspettavamo che qualcuno tornasse a prenderci, trovammo un pezzo di legno dove poter ripararci dall'acqua, ma c'era posto solamente per uno e lui fece salire me.
Dopo varie ore sentimmo una scialuppa tornare indietro, cercai di avvisare Jack ma lui non rispondeva.
Le sue labbra erano viola, il suo viso pallido, provai a toccarlo ma era gelido.
In quel momento mi preparai a dirgli addio e lo feci scivolare giu, nell'acqua scura.
Io mi misi in salvo, sbarcai in America con il nome di “Rose Dawson” in sua memoria.-
Lo sguardo di mia nipote era diventato serio, non le avevo mai raccontato quella parte di storia.
-Nonna, non me lo avevi mai detto il finale.
-Già piccola, non volevo che tu sapessi tutta la verità, ma ora che senso ha mentire?
Qualcuno suonò al campanello.
-Dev'essere Kimberly, le avevo detto che saremmo andate a prendere un gelato insieme, ma se vuoi rimango con te!.
-No, piccola.. Vai con la tua amica, divertiti. E sii sempre tu a scegliere per la tua vita, non permettere mai che gli altri lo facciano al posto tuo.
Mia nipote mi diede un bacio sulla guancia e uscì, bella e spensierata come solo alla sua età si può essere.


Vedi, mio caro Jack?
Alla fine ho mantenuto la promessa.. Alla fine ho cercato di essere felice.
Però, dentro di me, sento di non esserci riuscita fino in fondo,
quando sono arrivata a New York ho cominciato a lavorare in un ufficio, come segretaria, era un lavoro modesto e li la gente non sapeva da dove venivo, cosa avevo vissuto e di che classe era la mia famiglia.
Poi conobbi un uomo, Tood Smith.
Era il tipico gran signore di New York, possedeva una fabbrica ed era di buona famiglia, non aveva nulla a che vedere con te.
Per questo l'avevo sposato, volevo qualcuno che non ti assomigliasse per niente, per poterti dimenticare.
Ma ne il tempo, ne la distanza avevano potuto allontanarmi dal tuo ricordo.
Eri sempre li, le tue parole mi rimbombavano in testa la notte,
continuavo a sognare te che sprofondavi nell'acqua, in ogni posto in cui andavo continuavo a voltarmi per vedere se c'eri.
Era stupido, certo, ma la sola speranza che tu potessi esserci era l'unica cosa che mi faceva andare avanti.
Più avanti mi laureai e diventai insegnante, insegnavo lettere e spesso incitavo i miei alunni a lottare per i propri sogni.
Poi, ebbi una figlia e dovetti lasciare il lavoro.
Non mi dispiaceva, amavo i bambini, ma nemmeno lei poteva colmare la voragine che sentivo nel petto.
Così ho trascorso la mia vita concentrandomi sulla mia famiglia e sul mio lavoro.
Ho cercato sempre di essere molto indaffarata, per non aver tempo di pensare.
Perchè appena pensavo, tu mi venivi in mente.
Ho mantenuto la mia promessa, l'ho fatto per te, l'ho fatto perchè ti amo.
Spero che tu da lassù sarai fiero di me, spero che in ogni attimo tu non mi abbia mai lasciata sola, e spero tu sia felice nel sapere che fra poco ti raggiungerò.
Poso la testa stanca sulla poltrona, e guardo il mio vecchio ritratto, da poco ritrovato da alcuni esploratori.
Sorrido, come non sorridevo da anni, e mentre chiudo eternamente gli occhi rivedo il tuo volto, quello di una volta, quello del ragazzino ribelle che ho conosciuto, e nel riflesso dei tuoi occhi vedo la mia immagine, l'immagine della ragazza non molto sicura di sé che mi apparteneva un tempo.
Pian piano vedo ricomparire la nave, il mare, il sole e tutte quelle cose che senza di te non ero più riuscita a vedere.
E poi, il tuo sorriso e la tua mano che si avvicina alla mia.
Lo sapevo, lo sapevo che mi avresti aspettata.

  
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