Il treno sferragliava veloce nel bel mezzo
della campagna.
Il treno che la portava a casa, per l’ultima
volta.
Rose guardò fuori, cercando focalizzare lo
sguardo sull’immagine di quegli alberi verdi che passavano, scorrevano
velocemente. Si appoggiò al vetro per non perdere l’equilibrio, pensando a
quante volte, sei per la precisione, aveva guardato quel paesaggio, immaginando
l’estate che le si presentava davanti.
Ma stavolta, era diverso. Era la settima volta.
Non ci sarebbe stato alcun treno che l’avrebbe
riportata ad Hogwarts a settembre.
Aveva finito…
“In realtà, non abbiamo ancora
iniziato, Rosie…”, le aveva fatto notare Scorpius la sera prima, quando Rose si era lasciata
prendere dallo sconforto, pensando a quel periodo meraviglioso della sua vita
che stava finendo.
Un brivido d’eccitazione la scosse quando però
rifletté su ciò che l’aspettava.
Nuovi studi… l’inizio di una carriera nel Mondo
Magico…
Ma prima di tutto, c’era una cosa che l’aspettava.
Un’estate intera.
Un’estate che sarebbe stata importante per lei
e per la sua famiglia. O almeno, era quello che Rose sperava.
Chiuse un attimo gli occhi, lasciandosi cullare
dal tremolio del treno, finché qualcuno non la urtò, facendole tornare la
lucidità
Sospirò, tirandosi i capelli indietro e fece
qualche passo in avanti per spalancare la porta di uno scompartimento.
Quattro testoline si voltarono verso di lei;
indossavano tutti e quattro lo stemma di Tassorosso.
- Ragazzi, potete iniziare a prepararvi - li
avvertì, sorridendo - Siamo quasi arrivati.
I ragazzini annuirono, tutti contenti.
Rose provò un moto d’irritazione nel vedere la
felicità di quegli studenti del primo, entusiasti delle vacanze e del fatto di
lasciare la scuola per un po’.
“Fra qualche anno lo
rimpiangerete”, avrebbe voluto dirgli Rose, ma non lo fece.
Non voleva certo guastargli quel momento. D’altra
parte, anche lei era sempre stata felice delle vacanze.
Proseguì oltre. La porta dello scompartimento
successivo era già aperto.
- Robinson! - esclamò subito Rose, entrando. Le
mani le si erano automaticamente spostate sui fianchi nella sua classica
posizione da rimprovero - Scendi subito da quel sedile!
Con un
salto agile, il ragazzo fu a terra, lasciando che un sorrisetto di scuse si
dipingesse sul suo volto.
Suo
malgrado, Rose sorrise - Riserviamo queste acrobazie per le partite di
Quiddicth, ok?
Il
giovane battitore di Tassorosso annuì, mentre i suoi compagni ridacchiavano ai
lati.
-
Prendete le vostre cose… siamo quasi a Londra! - li avvertì Rose, prima
di uscire.
-
Grazie, Caposcuola Weasley! - le gridò dietro Peter Robinson.
Scosse la
testa, felicemente rassegnata. Anche quello le sarebbe mancato di Hogwarts.
Posò la mano
sulla maniglia dello scompartimento successivo, ma prima che potesse fare
qualsiasi altra cosa, quella si spalancò e un braccio la trascinò dentro.
Se la sua bocca
non fosse stata impegnata in altro, avrebbe sicuramente cercato di protestare.
Cosa che
effettivamente fece, non appena ebbe recuperato la lucidità necessaria per
riprendere in mano la situazione.
- Scorpius! – sbottò, divincolandosi dalla presa del
ragazzo. La sua intenzione iniziale era quella di mostrarsi arrabbiata, ma il
suo broncio si sciolse non appena i suoi occhi incontrarono quelli chiari e
furbi di Scorpius Malfoy – Mi hai fatto prendere un colpo!
Lui rise,
buttando la testa all’indietro e sedendosi in modo scompostamente elegante sul
sedile dello scompartimento vuoto – Non credo che tu ne abbia avuto il tempo,
Rosie – aggiunse, mentre la sua bocca sottile si piegava in un ghigno
malizioso.
Rose doveva
reprimere l’istinto di strangolarlo quando lui faceva così. O meglio, spesso
era indecisa se strangolarlo o baciarlo, ma la linea che li differenziava era
sottilissima.
Scorpius
riusciva sempre a giustificare ogni sua mossa. Se l’arma di Rose era la
razionalità, quella di Scorpius era sicuramente la furbizia.
E
sfortunatamente, lui ne era pienamente consapevole.
- Questo non vuol dire niente! – cercò di ribattere lei,
prevedendo la sconfitta. Nonostante fosse in piedi, con le mani sui fianchi e
torreggiasse sopra di lui, Scorpius non sembrava minimamente intimidito. Anzi,
la cosa pareva addirittura divertirlo – Poteva essere chiunque. E se ti fossi
sbagliato? Se non ero io quella che stava passando, ma un’altra?
Lui fece
schioccare la lingua, sorridendo. Tese le braccia, verso di lei.
Dopo qualche
secondo di esitazione, durante i quali lei valutò l’ipotesi di dargliela vinta
o no, si sporse verso di lui, lasciando che le braccia allenate del ragazzo la
stringessero forte mentre lei si sedeva sulle sue ginocchia.
- Credi che non sappia riconoscere la mia Rose? – le
sussurrò, baciandole una guancia.
Lei si voltò a
guardarlo, con le sopracciglia inarcate e lo sguardo vispo, lasciando che un’espressione
vittoriosa si dipingesse sul suo volto – Com’è che hai detto prima? Ah, sì… “non
ne avresti avuto il tempo, Scorpius”. Credo che il principio sia lo stesso.
Scorpius rise
ancora, scotendo la testa – Si che ce l’ho avuto, dato che la ragazza in
questione ha urlato contro qualche povero malcapitato, fino a pochi minuti fa,
intimandogli di scendere dal sedile…
A queste
parole, Rose scattò in piedi, allarmata.
- Oh, Merlino! – sbottò – Devo finire il giro! – si
aggiustò freneticamente la gonna, già pronta ad uscire, si voltò verso il
ragazzo, che la osservata basito e divertito al tempo stesso – Ci vediamo dopo…
Ma prima che
potesse, aprire la porta dello scompartimento, Scorpius, che si era alzato con
uno scatto agile, l’aveva trattenuta per un braccio, bloccandola.
- Rose, cosa c’è? – le chiese serio, guardandola negli
occhi. In realtà, conosceva già la risposta.
- Niente… - rispose lei, distogliendo lo sguardo – E’
che… questa è l’ultima cosa che devo fare per Hogwarts e… voglio farla bene.
Il tono
malinconico delle sue parole, riuscirono a intenerire anche Scorpius, che,
delicatamente, la tirò verso di sé, abbracciandola.
Anche lei lo
strinse forte.
- Piccola… ne abbiamo già parlato – le disse, baciandole
i capelli – Questa non è una fine… è l’inizio di una nuova esperienza. Non c’è
nulla di cui essere tristi.
Rose sospirò
sulla sua spalla, rassegnandosi a quell’idea.
- A te non dispiace lasciare Hogwarts, per sempre? – gli
chiese poi, scostandosi per guardarlo in faccia.
L’espressione
accigliata di Rose, la fronte leggermente corrugata, i suoi occhi azzurri che
la guardavano intensamente, come faceva ogni volta che voleva una risposta
seria e sincera, bastavano a far perdere a Scorpius la cognizione del tempo e
dello spazio.
- Perché dovrei? – le rispose lui, sfiorandole uno
zigomo con un dito – Non posso essere triste, dato che mi sto portando via la
cosa più bella che Hogwarts mi abbia regalato.
Ed eccola di
nuovo: quella dolcezza inaspettata, quella sensibilità nascosta che nessuno
conosceva di Scorpius.
Una dolcezza
che si nascondeva dietro la facciata fredda e a volte distaccata che Scorpius
mostrava agli altri.
Una dolcezza
che Rose sapeva, lui usava solo con lei.
Solo per
lei.
Alzandosi sulle
punte dei piedi, lo baciò, sfiorandogli il viso con le mani.
Lui sorrise
sulla bocca di lei.
- Immagino che questo non potremmo farlo davanti a tuo
padre…
Rose ridacchiò
– Non prima avergli spiegato la situazione… - rispose cautamente lei. Sapeva
perfettamente quanto l’argomento fosse delicato.
- Bè… troveremo un momento adatto, no? – le fece notare
Scorpius, tentando di sembrare ottimista. In realtà voleva convincere sé stesso
più che lei.
- Certo… alla Tana ci saranno tante… occasioni
per farlo – disse lei, con lo stesso tono poco convinto.
- Bene.
La loro
intenzione infatti, era quella di comunicare ai Weasley che stavano insieme,
visto che ormai durava da quasi otto mesi. E per farlo, avevano pensato di
approfittare delle vacanze estive, aspettando il fatidico “momento giusto”.
Nella versione ufficiale, Scorpius era stato invitato ala Tana da Albus, in
modo tale da far abituare la famiglia alla presenza di un Malfoy e di studiarne
la reazione, di un membro in particolare.
Albus aveva
accettato subito di aiutarli, dato che si sentiva ancora in colpa per averli
ostacolati all’inizio della loro storia e immediatamente, aveva chiesto ai
genitori il permesso di poter invitare il suo amico Scorpius qualche giorno
alla Tana. Grazie al cielo, i Potter avevano acconsentito.
Ma nonostante
questo, sebbene non volessero ammetterlo, sia Sorpius che Rose sapevano bene
che Ron Weasley era molto più testardamente orgoglioso e fermo sulle sue
posizioni più di qualsiasi altro membro della famiglia.
E questo, di
certo, non avrebbe aiutato.
*
- Rose! Rosie, di qua!
Cercando con lo
sguardo, Rose incrociò quello di sua madre che si stava sbracciando nel
tentativo di farle segno.
- Mamma! – le andò incontro, gettandosi letteralmente
nell’abbraccio materno.
Quando inspirò
nuovamente il profumo dolce di sua madre, Rose, per la prima volta, fu
sopraffatta dalla gioia di essere tornata di nuovo a casa.
- Rose…amore! – disse Hermione, continuando a stringere
forte la figlia – Finalmente siete di nuovo a casa!
Oltre la spalla
di sua madre, Rose vide che anche il padre, con un braccio sulle spalle del
figlio, le stava andando incontro. Hermione lasciò andare la figlia,
permettendo al padre di salutarla.
- Eccola, la mia bambina bellissima! – disse
entusiasticamente Ron Weasley, stringendo forte la sua primogenita e posandole
un bacio sulla fronte.
Nel frattempo,
Hermione aveva riafferrato Hugo in un altro abbraccio stritolatore, mentre con
una mano libera gli scompigliava affettuosamente i capelli.
- Che ne dite di andare? – disse poi, Hugo, una volta
liberatosi dalla stretta della madre –A
me è venuta una gran fame.
Ron rise,
mentre, dando al figlio due pacche sulla schiena – L’ho sempre detto che tu sei
un degno Weasley, figliolo.
Anche Hermione
e Rose sorrisero, scotendo la testa. Le due donne lasciarono che gli “uomini”
di casa le precedessero verso l’uscita, prima di seguirli. Hermione posò un
braccio sulle spalle di Rose, stringendola a sé, ma prima di uscire, la ragazza
cercò con lo sguardo una persona in particolare.
Ma nel
trambusto e nella confusione non riuscì a trovare quello che cercava…
- Vuoi salutare qualcuno, Rosie?
- No. Nessuno, papà.
*
- Allora, quali racconti ci portate dalla cara, vecchia
Hogwarts? – chiese papà, prendendo posto a tavola.
Essere tornati
di nuovo a casa faceva uno strano effetto. Ritrovarsi lì, nella loro cucina,
nel suo posto, vedere la mamma che armeggiava con i fornelli, osservandone il
contenuto con fare sospettoso… era rassicurante.
Hugo scosse le spalle,
seduto alla destra di Ron – Niente di nuovo. Il solito… - il ragazzo incrociò
lo sguardo della sorella.
Rose sapeva che
Hugo non avrebbe parlato; glielo aveva fatto giurare, prima di ripartire. Ma
quella conversazione la metteva ugualmente a disagio.
Papà non parve
convinto della risposta – Come sarebbe a dire “niente”? – inarcò le
sopracciglia rossicce, versandosi del vino nel bicchiere – Ad Hogwarts succede
sempre qualcosa! Mi ricordo quando andavamo a scuola noi… - aggiunse pensoso,
portandosi il bicchiere alle labbra – C’era sempre qualcosa da raccontare!
- Per l’amor del cielo, Ronald! – si intromise Hermione, indossando il guantone da cucina e
voltandosi a guardare il marito – I tempi sono cambiati, fortunatamente! –
disse scotendo la testa, facendo ondeggiare la lunga coda castana – E’ positivo
il fatto che i ragazzi non abbiano da raccontare le stesse cose che abbiamo
raccontato noi ai nostri tempi!
Rose sorrise,
prevedendo il finale di quella scena. Si alzò, diretta verso il frigorifero e
ne tirò fuori dell’acqua minerale. Notò che la mamma aveva cambiato le tende
della cucina, che ora erano di una sgargiante fantasia floreale sui toni dell’azzurro.
Decisamente
belle. Ma, osservando la scena che le si presentava davanti, ritenne che quello
non fosse il momento più opportuno per esprimere il suo apprezzamento riguardo
le tende.
- Sai, Hermione, io non credo che ai ragazzi farebbe
male una sana dose di adrenalina – disse innocentemente papà. Naturalmente,
tutti si resero conto della pessima mossa, tranne lui.
- Adrenalina? Spero che tu stia scherzando, Ron! Adrenalina!
– sbraitò Hermione, sventolando la mano fasciata dal guantone davanti alla
faccia del marito – Per quanto mi riguarda, ringrazio ogni giorno per il fatto
che i nostri figli non abbiano vissuto la stessa adrenalina che abbiamo
sopportato noi!
Hugo alzò gli
occhi al cielo e, rassegnato, accese la tv, sintonizzandosi su un programma
sportivo.
- Ovviamente non mi riferisco ad episodi estremi, per
Merlino! – si alterò Ron – Ma comunque, un po’ di… regole violate, non li
avrebbero certo uccisi!
Hermione parve
oltraggiata. Si voltò verso Rose, poi tornò a guardare Ron, che, di riflesso,
ingoiò il vuoto. Personalmente, anche Rose era del parere che il padre avesse
davvero esagerato.
- Ben detto,
papà! – aveva invece approvato Hugo, meritandosi una bella pacca sulla spalla
dal padre con tanto di occhiolino.
- Fammi capire… - iniziò Hermione. Rose sapeva che
quella era la classica frase che Hermione usava quando qualcuno dei suoi
dipendenti dell’ufficio Protezione delle Creature Magiche faceva qualcosa di
sbagliato. Molto sbagliato – Tu stai istigando i miei figli a
infrangere le regole? – la sua voce era quasi un sibilo.
Rose avrebbe
giurato di vedere uscire fumo dalle sue orecchie. Sbatté le palpebre.
No, non si era
sbagliata. Quello era fumo, davvero…
- Mamma… - tentò.
- E da quando sono solo i tuoi figli? – rispose
Ron.
- Mamma…
- Da quando tu, Ronald, te ne esci con queste
affermazioni da irresponsabile!
- Mamma, sta bruciando qualcosa!
Questo sembrò
porre fine alla conversazione-litigio.
Hermione, a
quell’avviso, sbarrò i grandi occhi castani, prevedendo il peggio.
Anche Ron e
Hugo si avvicinarono subito, in attesa di conoscere le sorti del loro pranzo.
Hermione aprì
di scatto il forno alle sue spalle, mentre una nuvola di fumo grigio si
disperdeva nella grande cucina luminosa di casa Weasley.
Quattro facce
si sporsero sul tegame che Hermione aveva tirato fuori, per constatare la
gravità della cosa.
Lasagne.
O meglio,
lasagne carbonizzate.
Hermione sbuffò.
Togliendosi il guanto e lanciandolo sul piano della cucina. Si era messa le
mani sui fianchi, guardando quello sformato nero con aria vagamente rassegnata.
Rose sorrise leggermente, ripensando ai tempi in cui, molto tempo prima, la
mamma cucinava, o per lo meno, tentava di cucinare qualcosa di vagamente
commestibile.
A volte ci
riusciva anche.
Adesso, invece,
si era rassegnata a quel finale, come se la cosa fosse normale.
- Bello, ma’… - disse Hugo, che aveva ereditato la
stessa sensibilità del padre – Cos’era, quando era vivo?
- Erano lasagne, Hugo – rispose Hermione, continuando a
guardare quella massa informe. Rose era certa che stesse cercando un
incantesimo da utilizzare per porre rimedio. Ma non esistevano incantesimi di
quel genere, Rose lo sapeva.
E lo sapeva
anche Hermione, ovviamente.
Ma… dopotutto
la speranza è l’ultima a morire.
- Va bene – disse Ron, battendo le mani, con fare
metodico – Pollo con le patate? Chiamo la rosticceria.
I ragazzi acconsentirono,
entusiasti, nel frattempo Hermione faceva Evanescere il tegame con un colpo di
bacchetta, senza neanche guardarlo, mentre Ron ordinava al telefono quattro
porzioni di pollo con le patate… e perché no? Anche un po’ di contorni
misti, insalata di pasta e una vaschetta di tiramisù.
Mentre guardava
quella scena, quel caos ordinario, che si era generato nel giro di pochi
minuti, Rose sospirò, lasciando che un sorriso si dipingesse sul suo viso
chiaro.
Bentornata a casa, Rose.
Ciao a tutti!
E’ bello essere di nuovo qui…
Questa è la storia che vi avevo anticipato. Quando ve
ne ho parlato, non ero sicura che l’avrei scritta.
A faremi prendere questa decisione, sono stati i
vostri commenti entusiastici che mi hanno fatto un piacere IMMENSO. Davvero,
non mi sarei mai aspettata un tale appoggio.
Ci tenevo a ringraziarvi per il supporto che avete
dimostrato per la mia storia precedente, Dangerous Beat e così ho risposto ai
miei commenti sul mio blog un po’ di tempo fa, non so se avete avuto occasione
di leggerli.
A questo proposito vorrei ringraziare anche Misato85
e Flopi che hanno recensito negli ultimi
giorni.
Riguardo il capitolo… avrete capito che si tratta di
un’introduzione. Serviva per cambiare ambientazione e personaggi.
Che dire ancora… ovviamente, ci terrei a sapere il
vostro giudizio!
A presto!!