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Autore: francycnarf    02/02/2010    3 recensioni
Aveyond IV Gates of Night
Dimentichi che mi hai strappato le ali... Ricordi? Mi hai levato l'onore di poter vivere... Sono come una falena a cui hai staccato senza pietà le grandi ma fragili ali coriacee: non potrò muovermi più per alcuna via, né tornare a quella del Bene, benché meno addentrarmi in quella del Male... Riposavo di giorno e mi muovevo di notte, alla perenne ricerca di fonti di luce... Con le mie ali potevo spaventare insetti più pericolosi, cacciarli via dalla mia casa... Ma ormai ogni ragione di vita me l'hai levata assieme alla Sfera della Luce che sorvegliavo... Perciò rimarrò immobile, come adesso, a fissare il mondo scorrermi davanti, a fare le piccole cose che mi sarà concesso fare, fino a che la mia ora non sarà giunta...

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Genere: Malinconico, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Trama, personaggi e affini sono produzione dell’Amaranth Games, perciò questa fiction ha soltanto fini d’intrattenimento.

Note d’Autore: Salve! La seguente fan fiction è ispirata ad Aveyond IV Gates of Night, la seconda saga del ciclo Aveyond Orbs of Magic! Penso che ne farò un’altra su questo quarto Aveyond, un’altra sul terzo, Lord of Twilight, e, se l’ispirazione ci sarà ^^’, anche sul primo Aveyond! =D. Cosa posso dirvi, adoro questo videogioco u.u

Parlando della seguente fiction, posso guidarvi dicendo che il filo conduttore della storia appartiene esclusivamente alla protagonista, Stella, il cui punto di vista influisce largamente nel modo in cui descrivo le cose. La tematica è un po’ lugubre, un ragionevole misto di horror e angst in certi punti salienti. Probabilmente alcuni concetti della trama non vi saranno molto chiari. Oh beh, io ho provato a renderli il più chiari possibili senza dilungarmi troppo in discrezioni che si sarebbero potute allontanare troppo dal fulcro della storia ^^.

Godetevela ~!



Se il freddo avesse potuto esprimere uno stato d’animo come gli esseri viventi, questo sarebbe stato la crudeltà. Era così incessante, la tempesta di neve. Le nubi oscuravano il cielo notturno, mentre le violacee –probabilmente per qualche particolare gioco di fievole luce lunare- nebbie della Istir Forest coprivano la sua visuale, sin troppo abituata nella sua vita ai raggi del Sole. Correva, non sapeva dove di preciso. Voleva scappare. Aveva paura, molta. Il gelido freddo notturno non l’avrebbe risparmiata per una sua decisione così avventata. Aveva più volte pensato di tornare indietro dai suoi compagni, nascosti tutti insieme in una caverna che sembrava esser stata rivelata alla compagnia da un benevolo Fato.

Ma Stella non poteva più tornare indietro. Aveva preso una decisione: non avrebbe messo a repentaglio la missione una seconda volta e, peggio, non avrebbe permesso che lui potesse uccidere i suoi compagni tramite lei. No, basta. Ormai non si tornava più indietro. E poi, Stella fece un piccolo sorriso al solo pensiero: non aveva un senso dell’orientamento sufficiente per fare dietro-front, senza contare che la nebbia non l’avrebbe di certo aiutata!

Stella…

Stella si fermò per un secondo. Le era sembrato di sentire…

Chiuse un attimo gli occhi e si concentrò nuovamente sul suo scudo d’Acqua, che l’avrebbe protetta almeno in parte dal gelido freddo dell’Istir Forest. Essendo un’ottima Guaritrice, sarebbe potuta sopravvivere ancora per qualche ora in quelle condizioni. Sperava soltanto di trovare almeno una caverna solitaria in cui rifugiarsi per la notte… O almeno uscire dalla Foresta. Con un po’ di fortuna sarebbe giunta nelle Thial Mountains North, per poi tornare nel suo paese d’origine, Naylith… Le sue labbra assiderate tremarono a quel pensiero. Non aveva nemmeno la forza di piangere in quel momento. Si sentiva così… Vuota… Ogni volta che pensava alla sua Naylith. Non sarebbe mai stata davvero più una di loro, lo sapeva. Sarebbe stata per sempre uno scarto, uno scherzo della natura. E la causa di tutto era sempre lui! A causa sua non era più una splendida…

… Piccola Falena…

Stella si girò di scatto alle sue spalle. Era sicura stavolta, quel sibilo nell’orecchio così derisorio, che la fece tremare sin dentro le membra. Era lui!

Dimentica di concentrare i suoi pensieri sulla protezione magica, corse a perdifiato lungo la strada che stava percorrendo, con il cuore a mille. Sentiva ombre che si muovevano dietro di lei, che la marcavano come segugi feroci, che volevano prenderla. Stella lo percepiva. Aveva sempre più paura.

- Vattene Gyendal, vattene!- strillò davanti a sé, con una voglia cieca di incenerirlo, sebbene le sue erano magie curative e protettive.

Lasciarti? Non ci sarebbe divertimento così, piccola falena…

Stella si ritrovò in un vicolo cieco, formato da pareti di roccia e abeti. Portò le mani alla roccia, sperando angosciata che potesse aprirsi un varco che non ci sarebbe mai stato. Vide le ombre nere circondarla di lato e dietro, mentre con la coda nell’occhio vedeva giungere lentamente una figura incappucciata d’un rosso sangue… Forse era quello stesso mantello ad esser pregno di sangue.

Mi aspettavo di meglio, Guardiana…

- Non chiamarmi in quel modo, Gyendal!- urlò incollerita la Guaritrice, chiudendo a pugno le dita, che scrocchiarono per la rabbia e il freddo. Si sentiva così disonorata a venir chiamata in quel modo… Soprattutto da lui!

- Non… Non lo sono più… E questo per colpa tua!- si voltò di centottanta gradi e afferrò rapidamente dal suo zainetto da viaggio un uovo rosso fiamma e lo lanciò tra sé e l’uomo ammantato di rosso. Le ombre che la circondavano svanirono di fronte alle lingue di fuoco, la qual fonte era il Fire Bird Egg che era stato scagliato a terra.

Stella si riparò con successo con uno Scudo di Fuoco per proteggersi dalle fiamme e fuggì. Non incrociò Gyendal al di là della fiammata, la cosa la sollevò. Quell’incendio, sebbene si affievolisse passo dopo passo sotto il gelo della foresta, la rianimò. Con un po’ di fortuna ce l’avrebbe fatta ad uscire da là. Forse grazie alla luce della fiammata aveva anche individuato la strada giusta per le Thial Mountains North, che si ergevano non lontano da lei... Era sempre stata una ragazza positiva, sebbene il gesto di fuga dai suoi amici quella notte non la rendeva lontanamente fiduciosa in una soluzione ai suoi – o meglio, ai loro- problemi.

Corse con tutti i sensi tesi a percepire la presenza del suo cacciatore.

Ma la sua mente divagava allo stesso tempo sia al passato che al futuro.

Una volta arrivata alle montagne, avrebbe potuto chiedere ospitalità ai Nani…

Se solo mi fossi accorta prima dell’Incantesimo Manipolatore di Gyendal…

… No, a Gheledon i Nani l’avrebbero anche potuta ospitare, ma Gyendal non ci avrebbe messo tanto a sterminarli tutti per stanarla…

Mel, Edward, Tei’jal, Galahad, Lydia, Ulf… Perdonatemi… Dovrete dirigervi ad Aveyond senza di me… Non sono degna di cercare soluzioni dall’Oracolo con voi…

… Doveva andare oltre Gheledon, volare direttamente in groppa all’uccello gigante per Naylith e…

Perché la colpa è interamente mia…

… E poi cosa? Una volta arrivata lì cos’avrebbe fatto? Quel maledetto l’avrebbe seguita anche lì, era ancora notte fonda. Stella doveva solo sperare che sarebbe arrivata a Naylith per l’alba…

Tutti contavano su di me, quando ho… Ricordato… D’essere originaria di Naylith!

… Ma in fondo Gyendal sarebbe tornato la notte dopo a Naylith per cercarla… Ma a Stella andava bene farsi cercare. Almeno questo avrebbe concesso a Mel e gli altri di mettere in atto un piano, ammesso che se ne potesse ancora ideare un altro… Ma in fondo era per quello che erano andati dall’Oracolo, no? Le risposte erano ad Aveyond, il diversivo l’avrebbe fatto Stella a gran sorpresa di tutti… Era giusto, dopo tutti i guai che aveva causato ai suoi amici…

La Sfera della Luce… Io l’ho…

Dimentichi le tue ali, quelle te le ho distrutte io, Guardiana.

Il corpo di Stella si era improvvisamente paralizzato, ma di certo non per l'eccessivo freddo assiderante. Era un impulso partito dalla testa, arrivato poi alla spina dorsale con un tremito, irrigidendo gli arti inferiori e superiori.
Gyendal le apparve dietro con quelle parole beffarde e una mano tesa con le dita rivolte verso il basso, come se tenesse i fili di una marionetta.

Così come ho distrutto qualunque tua forma di volontà...

Stella non poteva difendersi nemmeno col suo bastone da battaglia in quelle condizioni. Poteva solo vedere a stento le montagne coperte nuovamente dalla nebbia. Sentiva i battiti del suo cuore impaurito. Sperava e pregava che presto Gyendal le avrebbe levato ogni altra sofferenza, che distruggesse anche la sua vita, prima che ella potesse far del male ad altri…

~


Una goccia... Due... Tre. Stella contava le gocce che udiva cadere in una pozza d'acqua là vicino. Era l'unica cosa che il suo cervello era in grado di fare. O almeno era quello di cui voleva convincersi! Avrebbe voluto non avere più un'autocoscienza, una ragione. Nemmeno essere un animale qualunque: essi venivano spesso e volentieri addomesticati. Desiderava essere una falena, una creatura innocente e innocua, che non avrebbe mai potuto fare del male a nessuno. Voleva tornare ad essere una falena! Bramava ardentemente d’avere di nuovo le proprie ali, che la Dea aveva donato a lei e a qualunque abitante della fatata Naylith. Strinse un pugno e aprì gli occhi.
Si mise lentamente in ginocchio e si guardò un attimo intorno. Era in una caverna, come presumeva, ma sicuramente non era quella da cui era partita quella notte. La pozza d'acqua era sotto il suo naso; le gocce che cadevano formavano tanti piccoli e fugaci cerchi concentrici, ma da lì Stella poteva vedere il suo volto dalla carnagione scura tipica del suo villaggio, gli occhi grandi, lucenti e violetti, i lunghi capelli color lilla bagnati che le coprivano un lato del volto delicato e dolce. Le labbra, solitamente così rosee e ridenti, erano screpolate e pallide come un cencio. Un taglio recente le solcava una guancia orizzontalmente. Stella portò una mano alla ferita. Doveva averglielo procurato qualche ramoscello durante la corsa. Tentò di curarlo con la sua Magia Bianca, ma invano. Era strano, era capace di prendersi cura di compagni in fin di vita, farli risorgere se necessario, ma non riusciva a guarire sé stessa da un semplice taglietto al momento.

- Così debole- le sussurrò dietro all'orecchio la voce roca di Gyendal. Sentì una sua mano esangue sulla spalla. Il suo riflesso, a differenza di quello di Stella, non s’intravedeva per niente dalla pozza d'acqua, nemmeno i suoi pericolosi occhi vermigli.
Stella scostò la mano:
- Stammi lontano, creatura della notte... - borbottò seccata, voltandosi verso Gyendal e guardandolo con odio. Non aveva più paura, provava solo rabbia per non esser riuscita a sfuggirgli. Tra parentesi, si sentiva un po' come il Paladino Galahad ad usare il termine:"Creatura della Notte" per definire un Vampiro.
-
Così volubile... - continuò Gyendal accerchiandola lentamente, passo dopo passo.
- Finiscila!-
Stella si alzò e fece per uscire, ma ancora una volta il suo corpo rimase immobile come una pietra.
- Posso fare di te ciò che voglio - fece Gyendal, posizionando nuovamente le dita in quell'angolazione perpendicolare alla mano sinistra.
- Tu mi hai rovinata!- soffiò Stella fuori di sé per l'angoscia - Non potrò mai più avere una vita normale a causa tua! Mi hai resa una persona orribile, tanto vale che m'ammazzi, ora!- tremava, ma più per il freddo che per la paura. Ormai era solo determinata a farla finita lì, sarebbe stato meglio.
Gyendal si sfilò il cappuccio, mostrando il taglio a mandorla dei suoi occhi rossi, i suoi lunghi capelli neri raccolti in una coda, il suo viso cadaverico ma dai tratti nobili, e quell'arrogante ghigno beffardo, reso letale da due canini che scendevano all’ingiù. A differenza dei loro simili, Gyendal e la sua sorella nemica Tei'jal sapevano come contrattare con gli esseri del Mondo dei Vivi, ed anche come metterli alla loro mercé.
Si levò il mantello, lo mise sulle immobili spalle della fanciulla dicendo con lugubre dolcezza:
- Mi servi ancora viva-.
- Sotto il tuo controllo ho distrutto la Sfera della Luce, che ho sorvegliato per anni ed anni, prima che mi strappassi le ali e mi facessi cadere nel mondo degli Uomini... Che cosa vuoi ancora da me?! Sono inutile sia per te sia per i miei amici-
- Amici- ripeté lentamente Gyendal come se stesse carezzando quel termine - Che bella parola, mia piccola falena. Diciamocelo... - le si parò davanti con fare predatore e aristocratico allo stesso tempo.

- Sei completamente inutile senza i tuoi amici... Non puoi usare magia offensiva, non sai combattere decentemente una creatura dell'Oscurità quale me- la umiliò con fare quasi incurante – E questo i tuoi amici lo sanno… E sei un'ottima amica per Mel. Lei, il principino Edward, mia sorella, il suo ridicolo sposo umano Galahad, quella maga con la puzza sotto il naso e quell'inutile Orchetto verranno a salvarti, ovunque tu sia. E non appena Mel entrerà in questa caverna... -
- Non si farà prendere così facilmente- fece sicura di sé Stella - E' una Spia in gamba. E proprio perché è una spia, saprà non fidarsi più di me... Non dopo aver distrutto la sfera che avrebbe potuto sconfiggerti...- le si inclinò leggermente la voce e chinò il capo.

Era stata la Sfera della Luce il loro obiettivo primario. Mentre Gyendal possedeva la Sfera dell'Oscurità nel Sotto Mondo, Stella era stata prescelta dal popolo di Naylith per custodire la Sfera della Luce. Solo l'Erede poteva attivare e usare le Sfere, rompendo il sottile equilibrio che intercorreva tra Luce e Oscurità. A differenza di Stella, Gyendal cercava disperatamente l'Erede per forzarla ad attivare la Sfera dell'Oscurità, conducendo il mondo dei Vivi ad un'eterna notte senza fine e senz'aurora. Chiamavano Gyendal "Signore del Crepuscolo" proprio per la sua “sacra” missione. E c'erano tre punti a favore di Gyendal per la realizzazione del suo piano: Prima di tutto Stella, venendo mentalmente Manipolata da Gyendal, non aveva ricordo del suo ruolo a Naylith, se non quando si ritrovò di fronte alla Sfera stessa. In secondo luogo, con la Sfera della Luce distrutta a causa della Magia Manipolativa del Signore del Crepuscolo, Mel e i suoi compagni non avrebbero ancora potuto usare alcun'arma contro Gyendal, solo fuggire da lui e difendersi.
E terzo...
- L'Oracolo ad Aveyond dirà a Mel esattamente dell'esistenza di altre due sfere create dal suo Antenato, la Sfera della Vita e quella della Morte-
- ... Cosa?!- domandò allarmata l'ex-Guardiana. Se era così... Se esisteva una di queste due sfere che potevano usare contro Gyendal, forse c'era ancora qualche Speranza... Ma quindi...
- Proprio- fece soddisfatto della reazione Gyendal - Sono in pochi a sapere della loro esistenza. E sai perché ne so qualcosa in più di voi, cara falena?-
... Stella iniziò a fremere al terrore. Aveva capito già all'istante quale fosse la sua utilità in quella rivelazione. Fece però cenno di no alla domanda di Gyendal, che le allargò le braccia con fare onnipotente e rispose ovvio:
- Perché so dov'è situata la Sfera della Vita, l'unica Sfera che potrà ancora ostacolarmi dall'usare quella dell'Oscurità... Perciò non c'è più niente che potrete fare... E presto l'Erede verrà a salvarti...-
- P-proprio perché Mel è l'Erede non vorrà rischiare di salvarmi... Sa che sei tu a controllarmi...- insisté Stella.
- E' stato questo il tuo sbaglio più grande, di cui ti sarò eternamente grato, mia piccola Guardiana... - le carezzò i capelli, facendola rabbrividire - Lei, oltre ad essere l'Erede, è tua amica... E lo sei anche per lei... Non tarderà a cercarti assieme ai suoi amici e quella sciocca di mia sorella Tei'jal: crede di potermi nascondere la ragazza, ma io gliela sottrarrò sotto il suo cadaverico naso, grazie ovviamente a te-
Stella non avrebbe mai creduto... Che anche fuggendo dai suoi amici... Li avrebbe messi ancora più in pericolo.
Si inginocchiò al Vampiro e, piegandosi, poggiò la fronte alle sue ginocchia, cingendole con le braccia e piangendo sommessamente.
- Uccidimi, ti prego- gocce di lacrime rigarono tenuemente il suo viso, così fragile - Non ho più alcuna ragione di vita... Ti prego, Gyendal...!-

Il suo petto si muoveva velocemente su e giù, come se le mancasse il respiro. Non voleva più essere usata, basta. Avrebbe voluto liberarsi così tanto di quella Manipolazione, che la Morte sembrava l’opinione più accetta.
Ma nemmeno un machiavellico come Gyendal riusciva ad essere intenerito da un'azione disperata come quella. Fece docilmente rialzare Stella, con due pallide e lunghe dita a sorreggerle il mento.
- Perché ucciderti? Potrei renderti immortale, mio dolce bocciolo di sangue, la mia Signora del Crepuscolo... Saresti il regale tributo d’un decadente mondo di Luce ad un sovrano mondo di Tenebre...-
Sentì le labbra e le punte dei canini di Gyendal che baciavano sofficemente la base del suo collo.
Stella pianse silenziosamente, chiudendo gli occhi e sussurrando con voce limpida ma quasi in stato di trans:
- Dimentichi che mi hai strappato le ali... Ricordi? Mi hai levato l'onore di poter vivere... Sono come una falena a cui hai staccato senza pietà le grandi ma fragili ali coriacee: non potrò muovermi più per alcuna via, né tornare a quella del Bene, benché meno addentrarmi in quella del Male... Riposavo di giorno e mi muovevo di notte, alla perenne ricerca di fonti di luce... Con le mie ali potevo spaventare insetti più pericolosi, cacciarli via dalla mia casa... Ma ormai ogni ragione di vita me l'hai levata assieme alla Sfera della Luce che sorvegliavo... Perciò rimarrò immobile, come adesso, a fissare il mondo scorrermi davanti, a fare le piccole cose che mi sarà concesso fare, fino a che la mia ora non sarà giunta...-
Gyendal levò le sue labbra dal suo collo e le mise una mano alla nuca. Questa volta l'incollerito era lui. Non gli capitava spesso di vedersi rifiutare un'occasione di eterno dominio simile. Era riuscito a convincere un intero popolo di Vampiri a seguirlo nella sua missione di colonizzazione del mondo dei Vivi, aveva ingannato con parole tanti uomini, ma non riusciva a sottomettere quella delicata e insignificante scintilla di luce?
- Non ricorderai nulla della nostra conversazione... Ti sei rifugiata in questa caverna per il freddo e sei svenuta, quasi priva di vita...- fece, per poi borbottare un incantesimo nella lingua dei Non-Morti.
Le pupille di Stella si dilatarono per un secondo, per poi diventare opache. La sua mente si svuotava, le palpebre si richiusero lentamente, il tempo per vedere Gyendal, col suo viso serioso e apatico fare:

Una giovane falena, così fragile...

Stella fu distesa delicatamente al suolo dal Signore del Crepuscolo e dormì, con un piccolo sorriso alle labbra.

Sono così fragile, è vero... Ma non lascerò che la mia fragilità mi impedisca di ostacolare te, Gyendal... Non mi hai distrutto ancora, Gyendal? Allora ti dimostrerò che anche una falena senz'ali varrà tanto. La mia è una promessa...

  
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