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Autore: Charlie_2702    03/02/2010    4 recensioni
La stessa scena si ripeteva, ormai, notte dopo notte: lei sdraiata sul prato ad osservare le stelle, lui seduto su un ramo ad osservare lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Le Nuage qui observait l'Ètoile


Shikamaru sospirò silenziosamente, e dalle sue labbra si levò un filo di fumo che salì verso l’alto. Si sentiva un po’ stupido – un po’ tanto, a dirla tutta – seduto su quell’albero ad aspettarla, ma non poteva fare altrimenti. Continuava a guardare di sotto, verso lo spiazzo libero sottostante, attendendo che arrivasse, perché nello stesso istante in cui la vedeva si dimenticava di tutto il resto, perdendosi nell’immagine di lei.

Quando qualche tempo prima – grazie ad una confidenza fatta a Chouji e prontamente riferitagli dall’amico – aveva scoperto che l’hobby della compagna di squadra era osservare le stelle, inizialmente non ci aveva creduto, liquidando il tutto con un “Impossibile”. Insomma, stavano parlando di Ino, la ragazza che predicava l’importanza di almeno otto ore di sonno per preservare la propria pelle perfetta.

Solo più tardi si era convinto che Chouji non lo stava prendendo in giro – come giustamente gli aveva detto l’amico, “Perché mi dovrei inventare una storia simile, scusa?” – ed era passato quindi allo sconcerto totale.

Non aveva alcun senso che proprio colei che non faceva altro che sgridarlo perché passava le giornate ad osservare il cielo, di notte facesse la stessa cosa. In effetti questo era anche vagamente irritante, considerando tutti gli strepiti che le sue orecchie avevano dovuto sopportare per quella sua abitudine, quando non avrebbe desiderato altro che essere lasciato tranquillo a dormire.

Poco dopo era arrivata la compagna di squadra e Shikamaru aveva vinto la sua tendenza al menefreghismo e glielo aveva rinfacciato, sperando quasi in una resa di lei al lasciarlo poltrire in pace.


«Fammi capire, il tuo hobby segreto è guardare le stelle?» chiese Shikamaru alzando un sopracciglio.

Ino lo squadrò sospettosa «Sì... e allora?»

«Sei davvero una persona incoerente, è giusto che tu lo sappia.»

Lei arrossì leggermente e lo guardò malissimo, offesa. «E posso sapere come sei giunto a questa conclusione?»

«Facciamo la stessa cosa ad orari diversi... ma quando lo faccio io si chiama poltrire.»

«Questo perché guardare le nuvole è stupido ed inutile. Guardare le stelle no.»

Shikamaru alzò gli occhi al cielo «Io tutta questa differenza, sinceramente, non la vedo.»

«Basta che pensi ai nomi.» rispose lei con fare ovvio.

«... I nomi?»

«Già. Le stelle hanno nomi e gente che le studia. Le nuvole, a quanto mi risulta, hanno come osservatori te e i meteorologi, e nessun nome.»

Shikamaru sbuffò spazientito, decidendo di lasciar perdere.


Alla fine non aveva ovviamente ottenuto nulla, se non l’ennesima stancante discussione dalla quale, nonostante la nomea di “genio”, non sarebbe mai uscito vincitore. E ovviamente Ino non aveva smesso di torturarlo come suo solito.

Aveva lasciato perdere la questione per qualche giorno, ma una sera l’aveva vista per caso uscire di soppiatto a notte inoltrata e aveva deciso di seguirla. L’aveva guidato fino ad una radura fiorita nel bosco di Konoha, che se ricordava bene era la stessa dove da piccole lei e Sakura andavano a seguire le lezioni riservate alle bambine ai tempi dell’accademia, e quando aveva capito che erano giunti a destinazione si era arrampicato furtivamente su un albero per non farsi vedere.
Ino nel frattempo aveva tirato fuori una coperta dalla borsa e l’aveva stesa sul prato, per poi sdraiarcisi sopra e rivolgere il proprio sguardo verso l’alto.

Shikamaru aveva quasi faticato a riconoscere la solita Ino in quella ragazza distesa in mezzo ai fiori. Era diversa dalla solita Ino. I lineamenti del viso non erano contratti in nessuna espressione particolare: non quella arrabbiata o offesa che rivolgeva di solito a lui, non quella concentrata degli allenamenti o delle missioni, non quella maliziosa che riservava a Sai, non la maschera di cortesia per i clienti del negozio, niente di niente.

Sembrava solo rapita dallo spettacolo soprastante, con gli occhi luminosi rivolti al cielo, le labbra rosse e carnose leggermente schiuse, le braccia strette intorno al petto, come a proteggersi da qualcosa di affascinante ma troppo più grande di lei.

Era rimasto ad osservarla per tutto il tempo, registrando ogni minimo cambiamento nella sua espressione, ogni suo piccolo gesto o movimento. Ogni tanto si chiedeva vagamente perché non se andasse a dormire, ricordandosi che non aveva senso quello che stava facendo. Alla fine, però, non si allontanava mai davvero, fino quando arrivò l’alba e lui sgattaiolò via senza farsi sentire.

Il giorno dopo non aveva potuto fare a meno di tornare e passare nuovamente la notte lì, andando contro la sua stessa natura che gli urlava di tornarsene a letto. Era successo anche quella dopo e quella dopo ancora, fino a quando era diventato naturale quanto respirare arrivare allo spiazzo prima di Ino e restare finché lei non se ne fosse andata.

Durante il giorno, pensava al perché di questa sua ossessione. In fondo, si parlava sempre di Ino, la ragazza che conosceva da quando era nato e con la quale era cresciuto, colei con cui litigava ogni giorno per le cose più banali.

Più ci rifletteva, però, più si rendeva conto che Ino non era solo una ragazzina isterica che se la prendeva per un nonnulla, ma era la donna che lo aveva aiutato a maturare, a capire i propri doveri, a prendersi le proprie responsabilità; la donna che lo faceva sentire orgoglioso di essere l’unico al quale lei avrebbe mai affidato il suo corpo; che lo faceva ingelosire semplicemente rivolgendo un sorriso a qualcuno che non fosse lui. L’unica che lo risvegliava dalla sua pigrizia, anche esasperandolo, ma in ogni caso facendogli provare sensazioni che non sentiva mai con nessun altro.

L’unica conclusione a cui era arrivato era che si era innamorato di lei e non se ne era mai neanche accorto.

Nonostante tutto, non le aveva mai detto niente. Perché sapeva che a lei piacevano ragazzi come Sai e Sasuke, e con loro non c’entrava nulla... era il ragazzo sfigato e troppo pigro di sempre, non poteva sicuramente competere con quei due, non davanti agli occhi di Ino.

Un rumore di passi lo distrasse dalle sue riflessioni, segno che Ino stava arrivando, e per riflesso spense la sigaretta – “Piantala con queste sigarette, puzzano!” –, strofinandola contro il tronco per poi lasciarla cadere in terra.

Quando la ragazza fece la sua apparizione ai margini della radura, Shikamaru rimase un istante senza fiato. Ino non aveva indosso la solita divisa, ma un vestito bianco che le fasciava il busto e si allargava sulle gambe, per terminare sopra le ginocchia; i lunghi capelli chiari dondolavano sulla sua schiena, per una volta liberi dalla coda in cui era solita legarli, ed era pronto a scommettere che fosse anche leggermente truccata.

Quando Shikamaru tornò alla realtà, dopo un primo attimo di smarrimento, si accorse che la coperta stesa al suolo non era la solita: era più grande di quella che si era portata dietro fino alla notte precedente, ed inoltre non si era sdraiata al centro come al solito ma di lato, quasi come a lasciare spazio ad un’altra persona.

La prima – e unica e orribile – spiegazione che venne in mente a Shikamaru che avesse un appuntamento. Lo stomaco del ragazzo ebbe un travaso di bile e si ritrovò a soffocare un ringhio, mentre la osservava guardare le stelle come tutte le altre sere.

Avrebbe anche dovuto aspettarselo, prima o poi. In fondo non era sicuramente l’unico ad essersi accorto di lei, e che un’altra persona le avesse chiesto di uscire non era certo sconvolgente. 

Shikamaru iniziò a guardarsi intorno per scoprire se stesse arrivando qualcuno, pronto a fargli davvero male – e non gli interessava che la kunoichi a quel punto l’avrebbe scoperto, l’importante era ridurre quell’essere quanto meno all’impotenza eterna – ma non vide né sentì avvicinarsi nessuno.

Dopo più di un’ora in cui non era successo praticamente nulla, Shikamaru perlustrò per un’ultima volta l’intero perimetro della radura con lo sguardo, pronto a tranquillizzarsi. In fondo, Ino non aveva nemmeno l’aria di una persona che aspettava qualcuno, gli sembrava la stessa di tutte le sere. Magari l’altra coperta stava a lavare.

Quando tornò a guardare verso di lei, però, non trovò nessuno ad occupare il suo posto.

Non fece nemmeno in tempo a chiedersi dove fosse finita, che lo raggiunse una voce dalle sue spalle.

«Sono qui, scemo!» esordì Ino allegramente, con il sorriso che le illuminava il viso.

Shikamaru si girò di scatto e la trovò seduta su un ramo vicino al suo, ancora più bella vista da vicino.

«Ino, che stai facendo qui?» domandò Shikamaru, dicendo la prima cosa che gli venne in mente. Anche la più stupida: in fondo quello nascosto fra gli alberi a spiare era lui, fino a prova contraria.

«Shikamaru... credi davvero che non mi sia accorta che mi spii ogni sera da almeno due settimane? Sono una kunoichi, non puoi pensare davvero di fregarmi così!» trillò Ino continuando a sorridere, mentre osservava interessata il rossore che iniziava a fare capolino sulle gote del ragazzo.

«Mendekouse...» mormorò lui aggrottando le sopracciglia in un’espressione contrariata.

In quel momento, tutto quello che desiderava era di sprofondare... era stato uno stupido. Erano stati addestrati sin da bambini ad accorgersi di qualcuno che li spiava, era il primo a saperlo, e Ino era sempre stata bravissima in queste cose. D’altra parte, lei non aveva mai fatto cenno di accorgersi di alcunché, e lui ci era cascato.

Sospirò affranto.

Quella sera sarebbe finita male per lui. Un bel sorriso per confonderlo e distrarlo, poi un bel gancio destro per mandarlo K.O., doveva necessariamente andare così. Ma...

«Perché non me l’hai detto prima?» le chiese improvvisamente.

Non aveva senso che si fosse lasciata spiare così per tutto quel tempo senza pensare di ucciderlo prima.

Ino distolse lo sguardo dal compagno, per fissare un punto poco al di sopra della sua spalla destra. «Beh... speravo saresti venuto tu, prima o poi.» spiegò lei, per poi tornare a guardarlo negli occhi sorridendo. Con un gesto si indicò poi in viso: «Guarda, oggi mi sono anche fatta bella – beh, più del solito – per attirarti a scendere, ma niente. Quindi le spiegazioni sono due: o non sono abbastanza affascinante per attirarti, ma lo escludo a priori, o tu sei veramente troppo stupido per essere vero. La storia del genio deve essere una farsa, l’ho sempre sospettato.»

Tralasciando gli insulti vari seminati qua e là, quello di Ino non gli sembrava esattamente il discorso da arpia arrabbiata che si aspettava. Anzi, sembrava gli stesse dicendo che, tutto sommato, le faceva piacere. La sua confusione dovette riflettersi nella sua espressione, perché Ino riprese subito a parlare.

«Beh, che c’è? Una bella ragazza ti sta implicitamente dicendo che gli piaci, e tu fai quella faccia?» il tono, probabilmente, nelle intenzioni della ragazza doveva essere baldanzoso come quello usato in precedenza, ma la sfumatura di insicurezza non sfuggì alle orecchie del ragazzo.

«Non... è che sono sorpreso. Concedimelo, credevo ti piacessero i bellimbusti come Sai e Sasuke, non che potessi ricambiare gli sfigati come me.» rispose Shikamaru, accorgendosi solo dopo di essersi praticamente dichiarato. Nonostante tutto, tirò un sospiro interno di sollievo quando vide il sorriso spuntare sul viso di Ino, e dovette ammettere che alla fine quello compensava largamente il suo rendersi cretino.

«Shika, i tempi cambiano. Basta che pensi a Sakura... devi ammettere che era fissata con Sasuke molto più di me: guardala ora come è felice con Naruto mentre si accoppiano come conigli!»

Shikamaru saltò sul ramo che sosteneva la ragazza, ritrovandosi con il proprio volto a pochi centimetri di quello della ragazza, che arrossì colta di sorpresa. «Mi piace come si sono evoluti i tempi, allora.» rispose con un ghigno, prima di avvicinarsi ulteriormente e baciarla.

«Penso ancora che tu sia uno scemo...» sussurrò Ino quando si separarono.

«E io che tu sia una seccatura...» mormorò Shikamaru sulle sue labbra prima di tornare a baciarla, mentre lei sorrideva felice.


Shikamaru e Ino erano sdraiati sul prato a contemplare il cielo dell’alba, le stelle ancora visibili e le nuvole illuminate da un vago accenno di sole.

«Shika...»

Si voltò a guardarlo, distogliendo lo sguardo dalle stelle.

«Che c’è?»

«Avevo ragione io alla fine. Le stelle non sono inutili, al contrario delle nuvole.»

Shikamaru sbuffò appena, alzando gli occhi al cielo. «Mendekouse... ancora con questa storia?»

«Però è vero. Le stelle fanno avverare i desideri... infatti adesso sei qui.»

Ino arrossì dopo aver pronunciato queste parole, ma non distolse lo sguardo.

«Fidati, Ino... anche le nuvole fanno avverare i desideri.»




A/N: Uuuh, la mia prima fic dopo un trilione di anni *O* Questa astinenza dallo scrivere era diventata snervante, davvero XD However, volevo ringraziare tantissimo Lely1441 per avermi betato la storia e non essersi arresa davanti a tutte le cavolate che avevo scritto <3
Il titolo significa letteralmente "La Nuvola che spiava la Stella"
Enjoy =)

   
 
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