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Autore: e m m e    04/02/2010    2 recensioni
Francis aveva tentato di tutto pur di non giocare quella partita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Autore: emme
Fandom: 
Le Cronache di Lymond

Titolo:  Il Re è morto
Personaggi: Francis Crawford, Ivan il Terribile
Riassunto: Francis aveva tentato di tutto pur di non giocare quella partita.
Rating: Pg
Word: 535 (W)
Generi: Introspettivo, Drammatico
Avvisi:  Missing Moment di “Assalto alla Torre”.
Note: Questa fan fiction è sulla piazza da quasi due anni, ma è stata rimaneggiata e migliorata il 17-02-2013.
Beta: Nessuno...

 

Il Re è morto

 

“Non può giocare a scacchi
chi è buono di cuore.“
Proverbio Francese

La punta delle dita sfiorò il tavolo da gioco, gli occhi si chiusero, la spina dorsale ebbe un brivido.
Lymond sollevò le palpebre e posò lo sguardo imperscrutabile sulla scacchiera davanti a lui.
Per un attimo annegò, tra il nero e il bianco.
Poi il respirò ricominciò a fluire nei suoi polmoni e lui deglutì con lentezza, come se fosse perfettamente a suo agio, sentendo il palmo delle mani ricoprirsi di sudore freddo.
Lo Zar di Russia, Ivan il Terribile, lo guardava con attenzione facendo balenare i suoi denti di lupo al di là del tavolo.
Lymond aveva tentato di tutto pur di non giocare quella partita.
Gli scacchi, gli scacchi, gli scacchi, lo facevano soffrire come un cane.
Gli alfieri, la regina, i cavalli, il re, le torri. I pedoni. Lo guardavano tutti, come se avessero occhi accusatori, occhi pieni di sangue che chiedevano la loro vendetta.
Francis aveva tentato di tutto pur di non giocare quella partita.
Ma allo Zar non si poteva negare niente. A quell’uomo già avviato sulla strada della pazzia, così difficile da controllare e con cui rapportarsi, non si poteva dire di no. Non troppe volte, almeno.
Ma le dita di Francis tremarono tutto il tempo, quando doveva muovere i suoi pezzi.
E i suoi occhi non vedevano quella scacchiera, ma una infinitamente più grande, dove al posto dei pedoni sedevano due bambini piangenti, e il rosso delle caselle annegava nel sangue del Re nemico.
Dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo durante la prima partita che giocò contro il suo nuovo padrone. E vinse. Contro se stesso e contro lo Zar.
Le sue dita sfioravano le pedine, nere, lisce, fredde, al tatto. Le toccava il meno possibile, con il sapore del vomito sulla lingua.
Uno spostamento in avanti, difendere la torre, sacrificare il cavallo, proteggere la regina, Scacco, raggiungere le posizioni di difesa, spostare il Re di tre caselle, quattro mosse alla vittoria, Scacco. Spostare la torre. Scacco Matto.
Shah Màt(1).
Scacco Matto. Il re è morto.

Il ricordo tornò prepotentemente alla mente e vide il bambino – suo figlio – morire, ancora, ancora, ancora.
Con il respiro solo leggermente accelerato, il sudore freddo e malato che gli imperlava la fronte Lymond guardò il suo sfidante: i capelli erano impeccabili, le labbra salde, gli occhi non esprimevano altro che il più completo vuoto.
Scacco Matto. Il Re è morto.
La pedina bianca del suo sfidante cadde al di là della scacchiera quando la torre di Lymond la toccò.
Il rumore era come quello di una spada estratta da un corpo morto.
Lymond voleva disperatamente diventare sordo e cieco a tutto.

Venti minuti dopo il Voivoda Bolshoia, con i tre impeccabili inchini e il saluto di riguardo, usciva dalle stanze private dello Zar, usciva dal palazzo, usciva dalla strada principale, e in un vicolo vicino, non visto, ignorato si chinò in avanti e, poggiando delicatamente una mano sul muretto sporco di neve, vomitò.
Avrebbe voluto ubriacarsi, avrebbe voluto annegare nell’alcol.
Avrebbe voluto distendersi nel suo vomito e morire.
Ma non fece niente di tutto questo. Invece raggiunse i suoi uomini e, senza che nessuno si accorgesse di nulla, soffocò come sempre la sua sofferenza.
Shah Màt, il Re è morto.

Fine

(1) In persiano – luogo di nascita degli scacchi – vuol dire, appunto, “il Re è morto”.

 

Note finali:
Il fatto che Francis sia costretto, sempre contro la sua volontà, a giocare a scacchi con uno dei sovrani più dispotici, crudeli e insensibili – nonché pazzi – che il 1500 abbia visto mi strazia il cuore.

  
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