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Autore: AlexaHumanoide    05/02/2010    6 recensioni
"Mamma, dov'è Bill?" Chiesi, con voce tremante.
Non mi rispose.
"Mamma, dov'è?" Una lacrima le rigò il viso.
"Mamma, ti prego rispondimi."
 Alzò di scatto la testa e mi guardò.
"Bill non c'è più."
Genere: Triste, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho ancora finito di scrivere "un amore inaspettato." lo so, ma questa ff l'ho scritta quasi un anno fa. Quindi, ho pensato di farvela leggere ^.^ Era nata come One Shot, però mi è veuta un idea carina. Spero che vi piaccia.  Ho fatto anche un video, però ve lo faccio vedere nel prossimo capitolo, poi capirete ù.u BUONA LETTURA ♥

Spring Nicht

Sentivo la tua voce nella mia mente.
Cercavo di scalciarla via, ma non ci riuscivo.
Forse perchè non volevo.
E' così bello sentirla, ancora una volta, come se fossi qui vicino a me.
Aprii gli occhi, sicuro di trovarti al mio fianco, ma c'era solo buio.
Di colpo percepii che mi ero immobilizzato al centro di uno spiazzale, al primo suono della tua voce.
Non capivo più nulla..
Perchè mi trovavo lì? In piena notte?
Una ventata d'aria mi invase e capii.
Guardai di fronte a me, e riconobbi il suono delle auto in profondità.
Ero sopra ad un tetto. Lo stesso tetto dove girammo Spring Nicht.
Mi rattristai al solo pensiero. Noi quattro insieme, uniti..felici.
Feci due passi, lenti, e arrivai allo strapiombo.
Ad un tratto mi sentii insicuro.
Ci avevo pensato tanto ed ero arrivato ad una conclusione: non riuscivo a vivere senza di te.
Mi dicevi spesso di essere forte.
Ti ho dato ascolto per mesi.
Ma non c'è l'ho fatta.
Salii il gradino del tetto, eccomi faccia a faccia con la morte.
Solo un passo e ti avrei raggiunto.
Nessuno mi avrebbe fermato, tranne..
Nella mia mente uddi di nuovo quella voce famigliare: la tua.
Però c'era qualcosa di diverso. Cantava.

"Nimm meine Hand, wir fangen nochmal an. Spring Nicht."

Oh, no. Di nuovo. Non potevo crederci.
L'istinto di girarmi a controllare di nuovo era forte, ma una parte di me voleva saltare.
Saltare, facile a dirsi. Chiusi gli occhi.
Il dolore mi invase. Davanti a me c'eri tu, mio fratello.
Da ormai tre mesi, ogni volta che facevo quel piccolo gesto, eccoti.
Con il tuo sorriso a 32 denti, splenditi. Come te.
Solo un passo. Queste parole rimbombavano nella mia testa.
"No! Voglio controllare!" Sussurrai.
Mi sorprese la mia voce: rauca, fragile.
Saltai giù dal gradino e mi voltai.
Lo feci troppo in fretta, ed ecco riaffiorare le immagini nascoste nella mia mente.


Ti aspettavo. Dovevi solo arrivare in macchina. Tutto qua. No! invece no.
Quel cavolo di automobilista doveva proprio passare quell'incrocio, in pieno centro, con il rosso.
"Nel posto giusto, al momento giusto." Dicevi sempre tu.
Per la prima volta ti do ragione, ma all'incontrario.
Tu non dovevi essere lì.
Quella macchina non si doveva scontrare contro il nostro furgoncino.
Tu non dovevi morire così.
Tu dovevi stare vicino a me.
Dovevi vivere come tutti gli altri.
Anche quell'uomo è sopravvissuto, maledizione.


Alzai gli occhi e ti vidi, seduto per terra, bagnato.
Solo adesso mi resi conto che pioveva.
Ma non mi importava.
Dopo mille volte che mi voltavo per controllare, tu eri lì, a cantare Spring Nicht.

Non so se per la felicità o per sbaglio, indietreggiai.
Scordandomi dei 15 piani che avevo sotto ai miei piedi.

   
 
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